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Autore: Astry_1971    25/01/2008    13 recensioni
"In tutto il mondo magico, non esisteva un Pozionista capace come il suo ex insegnante, nessuno era stato mai in grado di eguagliarlo.
Se c’era un mago in grado di salvare suo figlio, questo era lui, e il fatto che fosse morto non era un motivo sufficiente per rassegnarsi."
Questa storia è stata scritta sull'onda dell'emozione suscitata dagli avvenimenti dell'ultimo libro. Ho sentito il bisogno di restituire ad una persona speciale, quello che la Rowling ha voluto negargli.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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ladymarie: grazie, sono contenta di sapere che la mia soluzione ti sia piaciuta. Ho sperato fino all’ultimo che la Rowling ci facesse qualcosa di utile con quel velo che a quanto pare le è servito solo per far fuori Sirius. Poteva farlo inciampare su una buccia di banana e si sarebbe risparmiata la fatica di inventare una cosa inutile. AAAARGH!!!!
Summers84: è esatto, per Harry ci saranno altri guai, ma i guai li avrà soprattutto Piton, di nuovo le vite di altri dipenderanno da lui, cosa farà?
Rotavirus: hai ragione Piton non doveva morire, soprattutto non doveva morire solo e odiato da tutti, dei riconoscimenti postumi non sappiamo che farcene. RABBIAAAAA!!!!!
SakiJune: oooooh! Se hai i brividi ora, cosà farai nei prossimi capitoli? Posso consigliarti di incrociare le dita per il piccolo Al?
iaco: grazie, sono contenta di averti incuriosito.
Alce: oooh! Grazie del complimento. Sono d’accordo con te, avrei fatto le capriole pur di sapere cosa si sarebbero detti quei due se solo ne avessero avuto il tempo. Accidenti! Non ci resta che provare ad immaginare, no?
Ron von Bokky: non ti preoccupare, non ti farò aspettare molto per gli aggiornamenti: la storia è già tutta scritta e non è molto lunga. Saprai tutto mooooolto presto.

Buona lettura!


Cap. 3: Scelta d’amore

Harry era in piedi di fronte all’arco, il Velo si muoveva appena, lugubre e minaccioso e, inevitabilmente, il volto di Sirius Black apparve nella sua mente.
Rabbrividì: cosa avrebbe trovato dall’altra parte? Forse i suoi genitori, forse lo stesso Sirius sarebbe stato lì ad accoglierlo?
Era passato in infermeria prima di lasciare la scuola per andare al ministero: il piccolo Albus Severus non aveva ripreso conoscenza ed era più pallido che mai, anzi, la sua pelle era punteggiata di macchie scure, come lividi, che si stavano lentamente allargando.
Aveva chiesto di restare solo con lui: sapeva che, in ogni caso, non lo avrebbe rivisto.
Ginny e l’infermiera erano uscite e Harry si era seduto sul letto prendendo la piccola mano del suo bambino tra le sue. Aveva parlato a lungo con lui, anche se era certo che Albus non avrebbe potuto sentirlo. Aveva bisogno di dirgli tante cose, doveva fargli sapere che il suo papà gli voleva bene, che gli sarebbe stato comunque vicino. Doveva dirgli di essere forte e coraggioso e di mettercela tutta per guarire.
Non voleva che Albus pensasse di essere stato abbandonato.
Se solo avesse potuto sentire la sua voce per l’ultima volta! La sua risata cristallina, così simile a quella di sua madre.
Lo aveva salutato, con un bacio, così come aveva fatto con Ginny e James, come se avesse dovuto allontanarsi solo per qualche ora. A sua moglie aveva detto solo di aver scoperto come salvare il loro bambino e che sarebbe tornato presto con la cura.
“Harry!”
La voce di Hermione lo riportò al presente. La maga gli porgeva la sua bacchetta, mentre si preparava ad isolare il luogo dove si trovava.
“Dovrai attirare Piton verso il Velo. Non è possibile comunicare con lui, fargli sapere le nostre intenzioni, ma i morti rispondono se vengono chiamati per nome, devi solo fare in modo che lui si avvicini abbastanza da poterlo toccare. Nel momento in cui tu e Piton sarete entrambi sulla soglia dell’arco, la zona all’interno del cerchio che sto tracciando sarà pericolosamente in bilico fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Avrai pochi secondi per afferrare Piton e spingerlo verso di me. Solo così potrò aiutarlo ad uscire senza essere risucchiata dal Velo io stessa.”
“Ho capito, andrà bene, andrà tutto bene, vedrai”.
Era strano: sapeva che sarebbe morto di lì a poco, ma davvero non gli importava. Era molto diverso da quando aveva deciso di sacrificarsi per uccidere Voldemort: ora aveva un figlio. Era come se la parte migliore di lui fosse in quel letto d’infermeria.
Albus Severus era la sua vita, doveva salvarlo, solo questo era importante.
“Oh Harry, no che non andrà bene, vorrei che tu non mi avessi mai chiesto una cosa simile.” disse la strega gettandogli le braccia al collo.
Sì, Hermione aveva ragione: era stato crudele da parte sua coinvolgerla, ma lei era l’unica in grado di aiutarlo ed era anche l’unica che avrebbe accettato di farlo.
Non aveva rivelato a nessuno le sue intenzioni, nemmeno a sua moglie o al suo amico Ron. Loro non avrebbero capito.
“Mi dispiace Hermione, ma non potevo chiederlo a nessun altro, Ginny non me lo avrebbe mai permesso. Probabilmente si sarebbe offerta lei stessa per questo scambio se solo avesse immaginato quello che avevo in mente. Ma Albus ha bisogno di sua madre.”
Hermione lo sciolse dal suo abbraccio e fissò il Velo.
“E’ orribile!” mormorò, mentre il suo viso assumeva un’espressione mista di paura e disgusto.
“E’ necessario!” disse l’altro risoluto. “Toccherà a te spiegare tutto a Piton e, soprattutto a Ginny…”abbassò lo sguardo, “Dille… ti prego, dille che l’amo.”
La strega annuì e con un ultimo colpo di bacchetta sollevò una barriera sottilissima di fronte a sé.
Harry ora era come circondato da un cilindro traslucido. Hermione si asciugò le lacrime e osservò il suo amico all’interno che si muoveva quasi a rallentatore, mentre le sue labbra si schiudevano appena pronunciando quella parola che non avrebbe mai voluto ascoltare: “Addio!”
Per un attimo i due si guardarono, come se volessero imprimersi nella memoria l’uno il volto dell’altra, infine, Hermione cominciò a recitare la formula dell’incantesimo, ripetendolo come una litania.
Qualcosa all’interno del cilindro magico stava cambiando. Harry sembrava essere diventato improvvisamente incorporeo, le voltò le spalle e puntò la bacchetta diritta al centro dell’arco.
“Expecto Patronum!” gridò con una voce irriconoscibile.
La punta della bacchetta era tanto vicina al Velo da sfiorarlo, quando il cervo luminoso lo attraversò sparendo dietro la parete fluttuante che, per un attimo, sembrò brillare di luce argentea, prima di tornare nuovamente lugubre e opaca.
Entrambi trattennero il respiro, fissando l’arco in cerca di qualche segnale proveniente dall’altra parte. Finché, un’ombra comparve in lontananza.
Era lui, era Piton. Harry ne era certo, ora doveva solo riuscire a trascinarlo fuori da lì.
Si avvicinò al Velo, così tanto da sentire il respiro della morte sfiorargli il viso. Era come se un vento freddo muovesse quella che sembrava una stoffa logora, ma che, in realtà, era inconsistente come l’aria.
Appena l’ombra dalla parte opposta si trovò abbastanza vicina a lui, Harry allungò un braccio afferrandola e cercando di trascinarla verso di sé.
Era gelida e sembrava che qualcosa cercasse di trattenerla. Infine, con un enorme sforzo, Harry riuscì a trovarsi esattamente al centro dell’arco, praticamente abbracciato a Severus Piton.
Il tempo sembrò rallentare, mentre gli occhi neri di Piton incrociavano quelli di Harry.
L’uomo pareva confuso e incredulo, finché, l’altro con un ulteriore sforzo lo spinse verso l’esterno, verso la barriera creata da Hermione.
Solo in quel momento Piton sembrò rendersi conto di ciò che stava accadendo e gridò, mentre Harry si lasciava cadere all’interno dell’arco.
Piton non ebbe il tempo di voltarsi e afferrare il suo ex allievo, poichè l’incantesimo di Hermione lo stava già trascinando fuori dal cerchio.
“Nooooo!” si voltò di scatto verso la strega che intanto era finita a terra, distesa sul pavimento.
“Cosa hai fatto, stupida ragazzina?” ruggì e si gettò contro la barriera che vibrò pericolosamente, ma non s’infranse.
Hermione lo fissò terrorizzata, mentre il mago sfogava la sua rabbia colpendo con i pugni la superficie trasparente. Infine Piton si voltò di nuovo e fece qualche passo verso la strega ancora a terra.
“Voi dovete essere impazziti,” sibilò. “Perché avete fatto una cosa simile?”
“Noi… ecco… noi avevamo bisogno del suo aiuto.”
Il mago protese la mano verso di lei e l’aiutò ad alzarsi. Era livido in volto e la fissava con odio.
“Non avreste dovuto farlo, per nessuna ragione al mondo… nessuna!” guardò di nuovo l’arco: la barriera ora si era dissolta, restava solo il Velo, come un tetro sudario.
Hermione fece qualche passo in avanti, fino a trovarsi al fianco di Piton.
“Harry!” mormorò.
“Il tuo amico è morto.” la voce di Piton era colma di rabbia.
Afferrò la strega per le spalle.
“Ora dimmi perché mi avete riportato indietro”.
“E’ per suo figlio, l’ha fatto per suo figlio, professore, la prego, lei è l’unico che può salvarlo”
Severus la lasciò di colpo, fissandola senza parlare.
Hermione osservò il mago che aveva di fronte, notando solo in quel momento quanto fosse ancora giovane.
Mentre per tutti loro erano passati diciannove anni, per Severus Piton quel tempo non era mai trascorso. Guardò il professore che la terrorizzava tanto, e vide in lui nient’altro che un suo coetaneo. Un giovane uomo, che, ora lo sapeva, nascondeva dietro le sue iridi tenebrose un terribile dolore. Lo sguardo cadde sulla piccola macchia scura sul suo collo, in parte coperta dalla camicia: era solo un’ombra sulla pelle, ma lei sapeva che era il segno delle zanne di Nagini, e rabbrividì.
“Devo riportarla a Hogwarts.” disse, infine, per spezzare quell’angoscioso silenzio.
Piton non rispose, ma seguì la strega restando dietro a lei di qualche passo. Come se non avesse nessuna fretta di rivedere quella che era stata la sua casa per tanti anni.



Continua…






  
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