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Autore: tisdalesvoice    12/07/2013    29 recensioni
Uno sguardo.
Era bastato un solo sguardo per far si che gli sforzi di Zayn andassero in frantumi dopo anni.
Quando gli occhi verdi di Lydia avevano incontrato i suoi, sapeva che tutto, oramai, sarebbe cambiato.
Lui non avrebbe mai voluto che tutto ciò accadesse, soprattutto con una ragazza così innocente come lei.
Zayn non sapeva nulla di Lydia, così come Lydia non sapeva nulla di Zayn -o almeno in parte-, ma gli era bastato guardarla per qualche secondo per capire come fosse lei in realtà.
Lui la paragonava alla luce, perchè la sua purezza era così immensa capace di contagiare chiunque, anche un mostro come lui. E se lei era luce, Zayn era l'oscurità. Ma il punto era che lui non faceva parte di quel mondo. Era un essere umano, certo, ma con poteri che avrebbero potuto fargli distruggere ogni cosa... anche lei.
Entrambi erano così tremendamente diversi, ma questo oramai non aveva più importanza. Il legame che adesso avevano era indissolubile, creatosi solo con un contatto visivo.
Ma se gli avvenimenti portavano al pericolo, poteva Zayn proteggerla persino da se stesso?
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When my eyes met yours



1. Look



Lydia si svegliò di soprassalto dal suo sonno profondo, guardandosi intorno spaventata e analizzando dove fosse realmente. Fortunatamente, era nella sua cameretta e tirò un sospiro di sollievo, nonostante il suo respiro ancora irregolare. Si mise seduta sul letto, passandosi una mano tra i capelli e cercando di calmarsi del tutto.
Le capitava di fare quel tipo di incubo la maggior parte delle volte e non ci era ancora del tutto abituata.
Portò la testa all'indietro e chiuse gli occhi, cercando di fermare le lacrime che stavano minacciando di scendere dai suoi occhi. Guardò la sua sveglia e vide che erano le 6.32. Abbastanza presto per lei. Avrebbe potuto riposarsi un altro po', ma preferì alzarsi e incominciare ad andare a preparasi per la scuola.
Visto che era abbastanza in anticipo, si preparò con estrema calma e cercò in tutti i modi di non fare rumore, per non svegliare la persona che era nella stanza accanto.
Il cielo era ricoperto di nuvole grigie e faceva anche abbastanza freddo; così, Lydia, decise di indossare una felpa grigia, un paio di jeans e le sue vans nere. Lasciò i suoi capelli castano chiaro sciolti, dove cadevano morbidi sulle sue spalle. Valorizzò un pò le sue ciglia con del mascara, mettendo in evidenza i suoi meravigliosi occhi verdi.
Lei non era quel tipo di ragazza che si truccava molto. Lydia era una ragazza del tutto semplice, una di quelle a cui non piaceva mettersi in mostra e stare al centro dell'attenzione. Timida, insicura e tremendamente dolce, come la maggior parte di tutte le adolescenti del mondo. E non importava se lei preferisse apparire così, perchè riusciva comunque ad essere bella. Bella nella sua semplicità.
Uscì dal bagno, prese il suo cellulare e la cartella da sopra la scrivania, controllando che tutto l'occorrente scolastico fosse nella borsa.
Si avvicinò alla porta e con estrema calma girò la chiave dal lato apposto, così che potesse uscire. La aprì di poco e aspettò di sentire qualche rumore, ma nulla. Allora uscì piano dalla sua stanza, chiudendo la porta sempre con calma.
Sentì il russare di quella persona e il timore che l'avesse svegliato sparì completamente. Aveva davvero paura che, dopo averlo evitato per così tanto tempo, potesse riaverlo di nuovo faccia a faccia e quel pensiero le provocava brividi di paura, terrore.
Scese lentamente le scale e sentì la puzza d'alcool e fumo che riempiva quasi tutto il piano inferiore della casa. A Lydia le venne la nausea, ma riuscì a trattenersi dal vomitare; anche perchè, se l'avesse fatto, non avrebbe rimesso nulla se non la sua anima.
Aprì piano la porta d'entrata e finalmente uscì da quella che era casa "sua".
Di solito, il posto in cui si vive dovrebbe essere il luogo in cui ci si sente più al sicuro, protetti. Dove, per la maggior parte del tempo, si può essere se stessi. Ma Lydia non definiva quel posto casa sua. Per lei, era la dimora dell'inferno. Non si era mai abituata a quel posto, a quella città, a quel tipo di persone, ma lo aveva accettato solo per il bene di una persona, che poi, l'aveva lasciata sola tre mesi fa. E lei continuava a starci male per questo, ma d'altronde, come non potrebbe? Era una delle persone più importanti della sua vita e ora se n'era andata... per sempre.
Camminava sul marciapiede col capo basso e il passo veloce, pregando con tutta se stessa di non incontrare nessuno. Anche se, per quell'orario così mattutino, c'erano poche probabilità che qualcuno fosse in giro per quell'ora. Almeno per le persone che abitavano lì. Di certo, in città già c'era gente che andava a lavoro, o apriva i negozi. Ma doveva viveva lei, si poteva dire che era un altro mondo. In effetti era così, partendo già dal fatto dalle cose che facevano. Non poteva mai stare tranquilla per quelle parti; il pericolo era sempre dietro l'angolo o peggio, ti si presentava davanti come se niente fosse. E Lydia lo sapeva. Lo sapeva dalla prima volta in cui ci aveva messo piede, ma oramai non poteva farci nulla. Aveva, però, promesso a se stessa che un giorno se ne sarebbe andata, per sempre, ed era sicura che lo avrebbe fatto.
Finalmente, uscì definitivamente da quella "gattabuia" e pochi minuti dopo, arrivò nel cortile della sua scuola. Era gremito di ragazzi e ragazze, ovviamente, suddivisi in gruppi. In quella scuola, regnava la superficialità, il pregiudizio e sfortunatamente l'ignoranza. Dire anche che era diffuso il bullismo, insieme allo spaccio di droghe, era scontato. Il posto in cui viveva Lydia era uno schifo e lo era altrettanto la scuola, ma lei, ancora una volta, non poteva farci nulla. Doveva accontentarsi e per quei pochi professori "buoni" che c'erano, lei si impegnava a studiare le loro materie. A lei piaceva studiare, certo, con le sue preferenze in materie, ma le incuriosiva parecchio il fatto di sapere e conoscere cose nuove o vecchie. Questo era un punto a suo favore sul fatto che sarebbe andata lontano con questa sua caratteristica.
Camminò verso le scale, così da poter entrare nell'edificio, ma si fermò quando sentì chiamare il suo nome.
«Hey, Lydia!»
Lei si voltò per vedere Lola sventolare una mano per farsi notare e che la invitava ad avvicinarsi. Lydia così fece, cercando di non urtare qualche ragazzo che le passava davanti.
«Ciao Lola.» la salutò con un sorriso.
Rivolse uno sguardo anche agli altri del gruppo, mormorando un timido "ciao". I quattro ragazzi del gruppo la salutarono con un semplice cenno di capo, mentre le altre due ragazze con uno "ciao" del tutto svogliato. Non erano del tutto suoi amici, più che altro conoscenti. Li frequentava, certo, ma solo per stare con Allison che però, adesso, non c'era più.
Allison era la sua migliore amica, e lo era stata da quando si era appena trasferita. Purtroppo, esattamente due giorni prima, si era trasferita a Londra con la sua 'nuova' famiglia. La madre di Allison aveva trovato un uomo più che per bene e aveva portato lei, Allison e il suo fratellino, lontano da quella città. Lydia era felice che se ne fosse andata, voleva il meglio per lei, ma non poteva negare il fatto che le mancasse da morire.
Prima che partisse, Allison le aveva promesso che si sarebbero sentite e che se ne aveva la possibilità, sarebbe venuta a trovarla molto presto. Infatti, la sera prima l'aveva chiamata dicendole che aveva sistemato le sue cose e che la casa era grandiosa, e la finestra di camera sua aveva la vista su Londra. Si sentiva dalla sua voce che era più che contenta e Lydia per qualche attimo si era sentita del tutto egoista perchè la voleva lì con lei. Era l'unica di cui poteva fidarsi, l'unica con cui rideva e scherzava in serenità, ma ora che se n'era andata anche lei, Lydia non poteva fare altro che sentirsi sola.
Certo, c'era Lola, ma non aveva mai avuto un rapporto di vera amicizia con lei. Si scambiavano qualche parola, qualche risata in compagnia degli altri del gruppo, ma niente di più. E poi, quel gruppo non portava di certo una bella nomina. Tutti e quattro i ragazzi spacciavano droga, le due ragazze erano "impegnate", se così si può dire, con due del gruppo e non erano del tutto fedeli. Sfortunatamente, neanche Lola aveva una bella reputazione. Il fatto che fosse una ragazza facile non la disturbava affatto, per certi versi se ne vantava anche, ma era una apposto, tralasciando quel particolare. Lydia si chiedeva sempre del perchè si lasciasse usare dai ragazzi. Che le piacesse o meno, lei poteva essere molto di più. Ma a quanto pare, le stava bene così.
«Come stai? Hai sentito Allison?» le chiese Lola
Lydia ignorò la domanda sullo stare bene e parlò subito di Allison.
«Oh, si. Mi ha chiamato ieri dopo aver sistemato le sue cose in stanza. Mi ha detto che Londra è bellissima.» spiegò.
«Immagino.» commentò. «Magari un giorno di questi la andiamo a trovare.» le sorrise.
Lydia le ricambiò il sorriso, pur non credendo alle sue parole.
In quell'istante suonò la campanella e tutti entrarono nell'edificio, andando poi nelle rispettive classi.
Al cambio della quarta ora, si ricordò che doveva andare dalla segretaria a prendere il nuovo orario. Il professore di letteratura era stato trasferito e non era arrivato un supplente in tempo, così, erano stati cambiati gli orari e i corsi. 
Lydia si recò in segreteria e prese il suo nuovo orario, notando altri ragazzi fare lo stesso.
Al posto di letteratura, ora aveva storia. Andò nell'aula e notò che la classe era quasi al completo. Sfortunatamente, c'era un posto libero solo al secondo banco e poco dopo si sedette accanto a lei un'altra ragazza.
Era Grace Manson, e lei la riconobbe subito. Era una delle ragazze piu' intelligenti e dotate della scuola.
Lydia, nonostante le piacesse studiare a fondo le materie che le piacevano di più, non si definiva del tutto una secchiona, non che fosse un insulto, ma non si riteneva nemmeno stupida. Studiava le cose più importanti, e se le incuriosiva l'argomento, voleva saperne di più Tutto qui. 
Prese il libro dalla borsa e lo poggiò sul banco, aspettando che la professoressa facesse il suo ingresso in classe. 
Si guardò intorno per vedere quella che era la sua nuova classe. Riconosceva la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze, ovviamente, sempre perchè collocati per la loro nomina. Altri, invece, non li conosceva affatto. 
La sua attenzione fu riportata ad un ragazzo che entrava in classe e Lydia lo riconobbe. Era Zayn Malik, forse uno dei ragazzi più strani della scuola. Almeno così dicevano. Nessuno osava dargli fastidio e nessuno osava sfidarlo. L'unico con cui aveva buoni rapporti era il suo amico Louis, almeno alla vista della gente era così. 
Zayn andò a sedersi infondo alla classe, da solo, senza portarsi cartella, libri o quant'altro. Ancora una volta aveva attirato l'attenzione di tutta la classe e questo gli dava un fastidio tremendo. 
Si appoggiò allo schienale della sedia, allungò le gambe sotto al banco e prima di incrociare le braccia al petto, abbassò di piu' la visiera del cappello. 
Non era difficile da capire che era più che annoiato di essere lì, come ogni giorno d'altronde, e non vedeva l'ora che quest'altro giorno scolastico finisse. 
La professoressa entrò in classe e richiamò l'attenzione degli studenti, iniziando velocemente la lezione. 
Zayn non ascoltò nemmeno una parola di quello che disse, come al solito, e si aspettava che gli facesse qualche domanda che appunto arrivò poco dopo.
«Zayn, vorresti rispondere alla domanda che ho fatto?»
Per Zayn sembrava che si divertissero a fargli domande di cui non sapeva la risposta. Gli avrebbe fatto il discorso che non si impegnava, eccetera, eccetera. Sempre il solito disco rotto.
«Passo.» rispose secco.
«Ovviamente.» commentò la professoressa.
Probabilmente se continuava così sarebbe stato bocciato ancora una volta, ma oramai della sua vita scolastica non gli importava nulla. Ma doveva comunque mantenere la sua reputazione per il suo "business".
Per tutta l'ora, si era sentito gli sguardi di tutti addosso ma non accennava neanche un attimo ad incontrare i loro sguardi. Ed era anche scocciato da quella situazione, perchè era sempre così.
Finalmente la lezione finì e Zayn aspettò che uscissero tutti dalla classe, compresa la professoressa, così da non urtare qualcuno e creare casini.
Si alzò dalla sedia e si tolse il cappello, scompigliandosi i capelli. Sospirò, scocciato da quello che oramai era costretto a sopportare. Anche se non lo dava del tutto a vedere, era stanco di tutto quello.
Stavo per uscire dalla classe, quando la sua attenzione cadde sul libro di storia che era sul banco in seconda fila.
Girò la copertina, curioso di sapere di chi fosse.
"Lydia Parkins", c'era scritto, con un piccolo cuore alla fine del cognome. Tipico di tutte le ragazze.
Sentì qualcuno entrare in classe e avvicinarsi a lui. Zayn teneva lo sguardo basso sul libro, non voleva incontrare i suoi occhi. Si accorse che però era una ragazza e che aveva il fiatone. Probabilmente aveva corso.
«E' tuo?» chiese Zayn riferendosi al libro, non guardandola in viso.
«Ehm, si.»
Zayn lo allungò di poco verso di lei e stette attento a non far toccare o anche solo sfiorare le loro mani.
«G-grazie.» balbettò lei.
In lui nacque uno strano senso di tenerezza non appena sentì la sua voce. Si trattenne dal sorridere nel capire quel suo strano imbarazzo.
Senza nemmeno rendersene conto, alzò il capo verso la ragazza che gli era davanti, commettendo, forse, uno dei sbagli più grandi della sua vita.
Non appena incontrò i suoi occhi verdi, il cuore di Zayn iniziò a battere all'impazzata. Si sentiva così tremendamente debole e le gambe sembravano non aver più forza. Il suo respiro era diventato ad un tratto irregolare e dovette tenersi ad un banco con la mano per cercare di non cadere a terra.
Lui, con una forza sovraumana, diventato d'impatto debole al solo contatto visivo con quella ragazza.
Il suo capo era basso e cercava di mantenersi calmo così da riprendere un ritmo respiratorio regolare. Era successo tutto così in fretta che lui ci aveva capito poco e niente, ma di una cosa era del tutto certo: quello che non voleva che accadesse, era appena successo. 

 




Hello.
Peppina è tornata, eggia'.
Come vi avevo detto, ecco la ff su Zayn.
Voi non ne avete idea di quanto sia stata indecisa su questa ff. Su un sacco di queste sue caratteristiche.
Ma alla fine, eccola qui.

E' un genere del tutto diverso dalla precedente che ho scritto su Harry, spero possa comunque interessarvi :)

Lo so, la fine di questo capitolo può sembrare abbastanza banale e "sdolcinato".
Ma credetemi, non è così. Poi capirete uu

Mi lasciate una recensione per sapere cosa ne pensate? Per favooooore cc

Twitter: @infinitynaples

Adesso vado.
Peppina vi ama.
chiss chiss, peppina.

crediti banner: @hjsdjmples

 

   
 
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