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Autore: Giulietta_3    15/07/2013    1 recensioni
Chi mi conosceva, avrebbe detto con tranquillità che Micol quel giorno era pimpante come al solito, ma vi assicuro che ero tutto tranne che pimpante.
Avrei voluto dare fuoco ad Holmes Chapel, buttarmi giù da un dirupo, tagliarmi le vene fino a morire piuttosto che rivederlo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Micol aveva perso la cognizione del tempo.
Dopo quella frase aveva perso la percezione di ciò che le accadeva intorno.

Non si era mai sentiva così libera e leggera. Era una bella sensazione essere del tutto certi dei propri sentimenti e Micol si pentiva, si, ma solo di non averli espressi prima.
Oltre a quello però aveva una stramaledetta paura. Paura di non essere arrivata in tempo.
E in quel momento attendeva, in fibrillazione di sentire la risposta.
Harry dal canto suo era rimasto immobile e muto, con la pioggia che aveva iniziato di nuovo, lenta e inesorabile,
a bagnargli il volto.
Harry non riusciva a parlare, e forse anche a respirare.

Il tempo era fermo e anche la pioggia sembrava bloccata, come se ogni cosa fosse rimasta esterrefatta da quella dichiarazione.
Harry era rimasto drasticamente incredulo, con gli occhi spalancati e la convinzione di aver bevuto troppo quella sera.
Perché, effettivamente sembrava impossibile.
Non sapeva se essere arrabbiato o felice come non mai.
Infondo lei per tutti quei mesi in cui lui aveva provato a riconquistarla, disperatamente oserei dire,
non aveva dato segni di ricambiare i suoi sentimenti.
Certo c’erano stati momenti di cedimento, momenti in cui lui stesso ammetteva che nello sguardo di Micol c’era qualcosa,
ma non qualcosa comune.
C’era un misto di passione, desiderio e qualcos’altro che Harry inizialmente non aveva recepito.
Ma in quel momento era chiaro cosa fosse.
Amore.

Harry non ci aveva mai sperato molto, perché lei non lo dimostrava.
Lei non dimostrava mai niente.
Micol Pond non lasciava mai il libro aperto ma aspettava paziente che qualcuno capisse quale fosse la chiave
adatta per il lucchetto.

‘Harry, ti prego, di qualcosa’ disse disperata Micol, che non riusciva più a sopportare il peso di quel silenzio.
Il problema era che Harry non sapeva cosa dire.
L’arrabbiatura era scomparsa ma ora il problema era la felicità.
Una felicità straripante, dirompente che lo lasciava stordito.
Lei mi ama.
Non sapeva cosa fare e neanche cosa pensare. E se fosse successo di nuovo tutto da capo?
Se se ne fosse andato? Se si fossero di nuovo allontanati? Se la lontananza li avesse distrutti
Troppe domande circolavano nella povera testa del piccolo Styles che arrivò ad una unica, semplice conclusione.

Ma che cazzo me ne frega, io la voglio, dio se la voglio.

Con questa convinzione fece un passo avanti e stringendo con forza il piccolo volto della ragazza che amava
tra le mani posò le labbra sulle sue e tutto il mondo scomparve.
Non era come si ricordava.
Micol sapeva di mancanza, di menzogna, di vita ed era bello. Un sapore buono da star male.
Il sapore di Harry non era cambiato.
Sapeva ancora d’amore, come l’ultima volta.
 
 
 
Si erano ritrovati sul letto con qualche intoppo, come il mobiletto nell’ingresso leggermente spostato
e il tappeto vicino alle scale completamente sottosopra.
Servirebbe a poco dire che Harry era dannatamente eccitato.
Non avevano ancora fatto nulla, ma il pensiero di Micol sotto di lui realmente e non solo nella sua testa
lo faceva eccitare più del dovuto.
Micol invece era già completamente partita.
Sentiva il pesante vestito, grondante d’acqua, davvero troppo pressante sulle spalle, così quando Harry con foga glielo
strappò letteralmente di dosso si sentì bene.
Gemette, forse per il peso di cui si era finalmente liberata, o forse per le grandi mani di Harry che le lisciavano
il corpo come impazzite.
Harry era allo stremo, l’avrebbe voluta fare sua subito, senza tanti preamboli, perché la voleva troppo, perché la desiderava troppo e da troppo tempo.
Quante volte era stato a letto con delle ragazze solo perché avevano un nome simile o le assomigliavano minimamente?
Che stupido pensare che sarebbe stato la stessa cosa!
Nulla poteva eguagliare quel momento.
Con il poco di razionalità che gli rimaneva Harry si costrinse ad andare piano e ad imprimere bene nella mente quella serata.
Infondo era la loro prima volta e voleva ricordarla, la voleva imprimere bene nella mente.
Si sentì però molto meglio quando Micol lo liberò impaziente dalla giacca e della maglietta.
La ragazza iniziò a toccarlo e a baciare con amore tutti i tatuaggi sul corpo perfetto del ragazzo che amava.
E si sentiva bene perché quel corpo era suo, perche quel corpo le apparteneva.
Sapeva bene che molte altre avevano lambito il suo corpo, ma lei era anche certa di essere stata l’unica a lambirgli l’anima.
Quanti ragazzi aveva baciato immaginando fossero le labbra di Harry a toccarla con dolcezza?
Quante volte di notte si era svegliata sudata ed eccitata solo perché lo aveva sognato con lei in posizioni molto intime?
Non poteva farci nulla la povera Micol.
Era sempre stata innamorata di lui, sin dalla prima volta che si erano visti.
Intanto, mentre lei iniziava a toccare con più audacia il suo uomo, scoprendo meandri per lei ancora inesplorati,
lui impazziva sotto il tocco inconsapevole, o forse troppo consapevole della sua Micol.
Quando poi la ragazza iniziò a strusciarsi senza ritegno su di lui, gemendo fortemente ad ogni tocco,
Harry perse quel poco di lucidità che gli era rimasta e si liberò dei pochi vestiti che li dividevano.
Iniziò ad adorare il corpo minuto della ragazza e non sapeva chi tra i due stesse godendo di più.
Lui stava letteralmente impazzendo per quel piccolo corpo e non riusciva ad averne mai abbastanza della sua pelle morbida
e delle sue curve.
Micol invece era certa che fosse lei, si decisamente lei, quella che godeva di più.
Si ritrovò anche a pensare che probabilmente, se Harry non si fosse sbrigato sarebbe morta.
Per fortuna anche Harry era allo stremo così, ormai stanco di aspettare l’abbracciò forte al suo petto ed entrò lentamente in lei.
 
Fecero l’amore tante volte quella sera, per riscattare tutto il tempo che avevano perso e quando finalmente stanchi,
si ritrovarono stretti a giocare con le loro mani, Harry lo disse.
‘Ti amo anche io Micol’
E in quel momento Micol era finalmente felice.
Era felice perché non aveva dovuto chiedere ad Harry di rimanere, di stringerla, di amarla.
Harry era rimasto volontariamente, l’aveva stretta, la stava amando.
Micol era felice perché Harry era rimasto.



 

Spazio Autrice!
Salve a tutte :) Sono riuscita finalmente a postare il capitolo. Avviso che dopo questo ci sarà finalmente l'epilogo.
Poi magari si parlerà di un seguito ;)
Spero che il capitolo vi piaccia :D
A prestissimo.
XOXO
  
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