3)Yeah after all this time, I’m still into you
Let em wonder how we
got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you
La
mattina dopo è sabato
e non vado al negozio di fiori.
Mia madre
mi ha avvisato che oggi sarebbe stato chiuso perché non si
sente molto bene, il
che significa che ieri sera se le sono date di santa ragione.
Più tardi passerò
da lei per vedere come sta.
Non ci
sono nemmeno gli allenamenti e io decido che oggi è la
giornata giusta per
andare da Sakura per vedere come procede la sua gravidanza, sperando
che non mi
uccida.
“Shikamaru,
io vado da Sakura. Vuoi venire?”
Lui mi
guarda come se fossi impazzita di colpo.
“No, ho
dei rapporti per l’Hokage da scrivere, mi dispiace.”
“Rapporti,
eh?”
Gli dico
sarcastica.
“Rapporti.”
Mi
risponde imperturbabile facendomi sospirare.
“Va bene,
vado da sola.”
“Che i
Kami ti assistano.”
Io esco
di casa, sperando davvero che qualche divinità mi assista,
tanto per cominciare
perché Sakura vive nel quartiere degli Uchiha e onestamente
mi fa un po’ paura.
Dopo che
Itachi ha sterminato il suo clan nessuno ha più voluto
vivere in quelle
villette, che hanno una stranissima aria sinistra anche in pieno
giorno. Se non
mi prendessero tutti per pazza dichiarerei davanti all’intero
villaggio che
sono infestati dai fantasmi.
Vabeh,
con circospezione cammino per la strada, la villa di Sasuke è in fondo a
creare un vicolo chiuso.
Una volta
arrivata davanti suono il campanello e la voce della mia amica mi
invita ad
entrare, io spingo il grande cancello e mi trovo davanti ad un viale
con a lato
un giardino abbastanza curato.
Sasuke è
vicino alla porta chino, chissà cosa sta facendo?
“Che fai,
Sasuke?”
“Oh, ciao
Ino! Raccolgo delle fragoline per Sakura e devo farlo il più
alla svelta
possibile o diventa violenta.”
Io
deglutisco ed entro nella casa vera e propria, trovo Sakura stravaccata
sul
divano del salotto davanti alla tv.
“Buongiorno,
fronte spaziosa! Come procede la gravidanza?”
“Zitta,
Ino – pig! Procede una merda, ho la nausea a tutte le ore del
giorno e della
notte, mi fa male la schiena, il bambino scalcia come un dannato e ho
sempre
voglia di qualcosa che Sasuke non riesce a trovare.”
“Beh,
devi dargli atto che ce la mette tutta, ma non è facile
trovare della papaya
adesso.”
“Palle,
se volesse saprebbe dove trovarla.”
Meglio non
replicare.
“È un
maschio o una femmina?”
“Maschio.”
“Avete
già pensato al nome?”
Lei
allunga le mani verso un sacchetto di patatine e ne mangia una generosa
quantità.
“Probabilmente
sarà Itachi, sperando che il nome non gli porti
sfiga.”
“Lo spero
per te.”
“Spero
non mi ammazzi nel sonno o giuro che lo tormenterò
dall’aldilà. Si pentirà di
avermi uccisa!”
Io
ridacchio imbarazzata, grazie al cielo arriva Sasuke con le fragoline a
togliermi d’impaccio.
Non avrei
saputo cosa rispondere a Sakura, da quando vive qui mi sembra
più paranoica del
solito, quasi quasi espongo a Sasuke la mia teoria sui fantasmi.
“Tu come
stai?”
Mi chiede
Sakura.
“Bene.”
“La tua
storia con Shikamaru come va?”
“Benissimo,
ogni tanto litighiamo, ma poi si risolve tutto.”
“Pensavo
lo avresti mollato subito, ti vedevo bene con Sai.”
Io scuoto
la testa.
“Per
carità, è matto quello.”
“Io
ancora non capisco come facciate a stare insieme voi due.”
“Non fa
niente, Sakura. Non importa, l’importante è che ci
rimaniamo.”
Lei
mangia le sue fragoline con aria pensosa.
“Non so,
vi vedo troppo diversi.”
Io
sospiro.
“È per
quello che funziona, Sakura.
Siamo
diversi e ci completiamo a vicenda.”
Chiacchieriamo
un alto po’, poi me ne vado seguita da Sasuke.
“Hai mai
pensato di cambiare casa e quartiere? Questo mi sembra infestato dai
fantasmi.”
Lui
rimane un attimo in silenzio.
“Sì, ci
ho pensato e sì, ci sono i fantasmi, ma non so dove andare.
Con il
mio stipendio non possiamo permetterci il trasloco e poi penso che i
fantasmi
che abitano qui non la prenderebbero bene.”
Io
deglutisco.
“Beh,
forse è meglio che me ne vada allora, verrò
ancora a fare visita a Sakura,
sperando che la tua dolce metà non si lamenti ancora del
fatto che io sto
Shika.”
Lui
sbuffa.
“Non
darle retta, ultimamente sembra una vecchia zitella acida.”
“Ok,
buona fortuna, Sasuke.”
“Grazie.”
Mi
risponde monocorde lui, io me ne vado camminando più veloce
del dovuto, il
pensiero rivolto alle parole dell’Uchiha.
Fantasmi,
brr!
Solo
quando sono fuori dal quartiere degli Uchiha tiro un sospiro di
sollievo, mi
sento meglio e quella cappa di angoscia strisciante è
sparita.
Adesso
mangio qualcosa – un dolcetto – e poi vado da mia
madre.
Mi fermo
da Teuchi e prendo un dolcetto a forma di pesce e lo mangio con gusto
bevendoci
insieme un bel bicchiere di latte.
Adesso mi
sento meglio, la paura degli spiriti se ne è andata e devo
solo parlare con mia
madre, sperando che non sia troppo di cattivo umore o conciata male.
Com’è
possibile che una semplice cena sia degenerata così?
Io non lo
so, mi sembrano tutti abbastanza adulti da risolvere le loro questioni
in modo
civile, si vede che mi sono sbagliata.
Pensierosa
mi avvio verso la casa della mia famiglia, invidiando il mio ragazzo
che è
rimasto a casa a compilare scartoffie, questo la dice lunga sul mio
stato.
Mi faccio
abbastanza pena da sola.
Some things just,
Some
things just make sense
And
one of those is you and I
Some
things just,
Some things just make
sense
Arrivo
davanti alla casa dei miei e la trovo piuttosto silenziosa.
Strano,
di solito mio padre a quest’ora è già
in giardino a fare qualcosa per i suoi
fiori e mia madre lo spia dalla finestra urlando ogni due per tre per
correggere le sue azioni sbagliate.
Suono il
campanello e mia madre mi invita a entrare, io eseguo e trovo entrambi
i miei
genitori in salotto, mio padre guarda la tv, mamma cuce.
Entrambi
hanno un’aria malmessa: mio padre ha un occhio nero e qualche
taglio sul volto,
mia madre ha entrambi gli occhi pesti e un labbro distrutto.
“Cosa
diavolo avete combinato ieri sera?”
Chiedo
incredula, sedendomi su una delle sedie.
“Niente,
io e la famiglia Nara abbiamo chiarito delle questioni che avevamo in
sospeso
da tempo.”
“E non
potevate risolverla in modo più civile?
Siete
conciati da far schifo, avete fatto colazione?”
Mio padre
sbuffa.
“No, tua
madre dice che non ce la fa.”
“Ve la
faccio io.”
Vado in
cucina e preparo caffè per tutti e due e poi cerco i
biscotti e le brioches nel
mobile in cucina, nel frattempo i miei si sono seduti al tavolo.
“Grazie
Ino.”
“Prego,
ditemi com’è finita ieri sera.”
Mio padre
scuote la testa.
“Yoshino
ha esagerato un po’ troppo persino per i suoi standard da
acida cronica. Ha
etto un sacco di cose non vere su di te e tutte cattive.”
Io
sospiro.
“Non
c’era bisogno di pestarla.”
“Dice che
sei una puttana succhia soldi.”
“Spero li
abbiate pestati per bene!”
Mia madre
sorride.
“Oh, il
mio destro Yoshino l’ha sentito! Ha fatto un bel rumore
contro la sua
mascella!”
“Perché
la madre di Shikamaru mi odia così tanto?”
Mio padre
addenta con gusto una brioches.
“Perché
soffre di manie di controllo. Non ha accettato che il figlio scegliesse
una
ragazza diversa da quella che lei aveva in mente. Adesso capisco meglio
i
lamenti di Shikato e Shikamaru, è davvero una donna
terribile.
Non so
come faccia a sopportarla, la mia Meiko è cento volte
meglio.”
Mia madre
gli rivolge un sorriso dolcissimo.
“Credete
che smetterà mai di farmi la guerra?”
“Dopo
ieri sera penso che ci penserà due volte prima di parlare.
Scusa il gioco di
parole.”
“Non fa
niente. Speriamo che le cose cambino.”
Lei
annuisce.
“Shikamaru
dov’è?”
“A casa
deve scrivere rapporti per l’Hokage, per me non voleva venire
da Sakura.”
“Oh, come
sta Sakura?”
Chiede
mia madre.
“Sulla
via della pazzia. La gravidanza l’ha fatta diventare una
dittatrice isterica
che vuole tutto e subito da Sasuke. Il poveretto non ce la fa
più.”
“Le donne
in gravidanza possono diventare terribili, anche tua madre era
così, poi si è
risolto tutto.”
“Per
fortuna.”
Chiacchieriamo
un altro po’, poi io me ne torno a casa pensando che a volte
i genitori possono
essere veramente strani. Finire a botte alla loro età
è strano, per non parlare
dell’acidità di Yoshino nei miei confronti.
Chissà cosa diavolo le ho fatto?
Chissà
perché crede che sia una che si fa mantenere da Shikamaru?
Rimugino
sulle sue accusa fino a quando arrivo a casa mia, stranamente la porta
è chiusa,
così suono il campanello.
“Mamma,
vattene! Non voglio più sentire le tue stronzate!”
“Sono
Ino!”
Dall’altra
parte sento Shikamaru alzarsi dal divano e poi aprire la porta, ha una
faccia
più scocciata del solito.
“Che
succede?”
“Succede
che mia madre è venuta a fare casino a casa nostra. Ecco
cosa succede e la
detesto immensamente quando fa così.”
Io sbuffo
e mi siedo sul divano con la testa tra le mani.
“I miei e
i tuoi ieri sera sono venuti alle mani seriamente e tua madre
è convinta che io
sia una puttana succhia soldi.”
“Lo so, è
venuta per dirmelo. L’ho cacciata di casa e le ho detto che
finché non cambierà
opinione di non farsi più vedere.”
“Immagino
che non l’abbia presa bene.”
Lui
scuote la testa.
“Me ne ha
dette di tutti colori, incluso che sono uno scemo che non sa vedere
più in là
del proprio naso, ma se davvero ha intenzione di continuare
così preferisco non
vederla che sorbirmi le sue stronzate.”
“Mi dici
come ci siamo arrivati a questo?”
Lui si
siede accanto a me, mi abbraccia e mi bacia.
“Non lo
so e non mi interessa. So solo che non ho intenzione di lasciarti
andare via
per nessuna ragione al mondo.”
Io
sorrido.
“E tu
sarai per sempre mio, ricordatelo, Nara.”
“Direi
che è perfetto. Perché non andiamo a controllare
quell’asta del letto che
dicevi essere rotta.”
Mi fa
malizioso.
“Con
piacere.”
Rispondo
io provocante.
Mi prende
per mano e mi porta in camera nostra, per un po’ di tempo il
mondo starà fuori
da quella stanza e ci saremo solo noi.
Noi e i
nostro baci, i gemiti, le
carezze, i
sospiri, le spinte e urlare il suo nome alla fine.
Mi sembra
un buon programma per il sabato mattina, quasi perfetto.
Ci sono
poche cose al mondo che hanno senso e una di queste siamo noi, come
coppia,
come amici, come Shika e Ino e fanculo il resto.
And even after all this
time
I’m
into You
Baby
not a day goes by that
I’m
not into you
I nostri sabato sera sono
sempre molto calmi, ma non stasera.
In occasione dell’o-bon il
villaggio ha organizzato una festa estiva prima del rito vero e proprio
e Choji
e Temari ci hanno invitato a mangiare.
Ci saranno anche tutti gli
altri probabilmente, Cho ha fatto i nomi di Sakura e Sasuke (brrr) e di
Hinata
e Naruto.
Alle sette io sono pronta
– indosso la mia yukata migliore e i geta – Shika
è ancora impegnato in una
partita a shoji. Con uno sbuffo di impazienza gli ribalto la
scacchiera, lui mi
guarda male, ma alla fine si prepara.
“Che bisogno c’era di
rovinarmi la partita?”
Mi chiede una volta fuori
casa.
“Tu non ti preparavi e noi
siamo in ritardo, caso mai tu non lo abbia notato.”
“Non c’era bisogno di..”
“SHIKA! Ti saresti staccato da quella scacchiera?”
“No.”
Io sbuffo.
“Ecco, allora avevo
bisogno di rovinarti la partita per avere la tua piena
attenzione.”
“Voi donne siete strane.”
Borbotta appena fuori
dall’Ichiraku, io apro la porta e mi guardo intorno, Choji mi
fa un cenno e ci
dirigiamo al tavolo: sono già tutti lì.
Tutte le squadre del
nostro anno,Ten Ten, Lee, Temari e Hanabi sono sedute a un grande
tavolo e
chiacchierano allegramente.
“Eccoli i ritardatari!”
Tuona acido Sasuke.
“Scusate, non si schiodava
da una partita di shoji.”
“E lei ha deciso di
scombinarmi la scacchiera.”
“A mali estremi, estremi
rimedi.”
Ci sediamo, i miei occhi
finiscono immediatamente sulla coppia più strana della
tavolata: Hanabi e Kiba.
“Cosa dice suo padre a
riguardo?”
Non posso fare a meno di
chiederglielo, lo so che è da pettegole ed è
invadente da morire, ma la domanda
mi brucia sulla punta della lingua.
“Niente. Cioè, quando l’ha
scoperto ha urlato da far cadere la casa, ma poi si è
rassegnato, dice che non
devo toccarla però.”
“Non ha tutti i torti.”
Interviene il mio ragazzo.
“Lei ha quindici anni e tu
ne hai venti.”
Kiba sbuffa.
“Non ho intenzione di
violentarla, stai tranquillo.”
“Ragazzi ordiniamo!”
Urla Ten Ten per troncare
una conversazione che si sta facendo imbarazzante per tutti.
“Va bene.”
C’è leggermente casino perché
dati gli elementi presenti c’è un gara a chi urla
di più per farsi sentire
dalla cameriera.
La poverina è molto in
difficoltà, alla fine se ne con le ordinazione,credo
però non sia convinta di
averle azzeccate.
“Rega, potevate fare meno casino.”
Li sgrida Sakura.
“Dai, Sakura-chan, è una
festa!”
Naruto tenta di
rabbonirla, ma fallisce miseramente.
“E allora? Non c’è bisogno
di comportarsi come scimmie!”
Naruto guarda Sasuke, lui
scuote la testa, così il biondo tace e la questione viene
lasciata cadere.
Chiacchieriamo di missioni
e gente che conosciamo, ricordiamo la grande guerra – Sasuke
tace e giurerei
che le sue orecchie siano diventate rosse tutto d’un colpo
– e i morti.
Quello è un brutto
argomento, abbiamo perso tante persone che meritavamo di continuare a
vivere.
Il silenzio cala all’improvviso e ci ricordiamo tutti che
festa sia l’o-bon, in
fondo è una festa triste per quante feste estive farcciano
per abbellirla.
Arriva il cibo e iniziamo
a mangiare con gusto, la conversazione si azzera per lasciare spazio
alla cena
che è deliziosa come al solito.
“Il cibo di Teuchi è
sempre in grado di tirare sul il morale a tutti, vero?”
Mi sussurra il mio
ragazzo.
“Sì, fortunatamente sì. È
quasi una magia.”
Io sorriso e riprendo a
mangiare in silenzio, è bello vederli così.
Naruto che mangia come un dannato,
Hinata che lo guarda sorridendo, Temari e Choji che chiacchierano e
sorridono,
Sakura che sta sgridando Sasuke, Lee che spiega a Ten Ten una mossa,
Kiba e
Hanabi che fanno i piccioncini, Sai e la sua strana ragazza.
“La ragazza di Sai fa
paura.”
“Shika annuisce.
“Beh, ha fatto parte della
radice anche lei, è sciroccata.”
“Facciamo finta di
niente.”
Finiamo di mangiare,
paghiamo e poi ci dirigiamo alla festa, le strade di Konoha sono
affollate di
gente felice.
Alla bancarella del tiro
con il cerchio guardo implorante Shika, voglio assolutamente che mi
vinca il
peluches a forma di kappa. Lui sbuffa.
“Dai, Ino, è una cavolata!
Cosa te ne fai?”
“Vincimelo, non fare lo
stronzo!”
Alla fine sospira e prende
in mano un anello.
“Perché non te lo vinci da
sola? Sei brava in queste cose!”
“Perché me lo devi vincere
tu che sei il mio ragazzo!”
Lui lancia l’anello e lo
vince senza problemi: il pupazzo è mio!
Mio, mio, mio!
“Grazie, Shikamaru!”
Gli salto in braccio e lui
quasi crolla a terra dalla sorpresa, il gestore della bancarella ride
di gusto.
“Che bella coppia che
siete, ragazzi!”
“Grazie!”
Ce ne andiamo, Shika con
le mani incrociate dietro il collo, io con il peluches su una spalla.
Dopo aver gironzolato per
le bancarelle arriviamo davanti al lago, sia io che Shikamaru prendiamo
il
foglio di carta che ci offre Kurenai-sensei e scriviamo qualcosa per i
nostri
morti.
Io scrivo ad Asuma,
ringraziandolo per avere messo definitivamente sulla mia strada Choji e
soprattutto Nara.
Fatto quello Kurenai
avvolge il foglio intorno alla mia lanterna e la accende, io la
deposito
lentamente sull’acqua.
Maestro, mi sto ancora
prendendo cura di loro e sono innamorata di Shikamaru. Stiamo insieme,
è contento?
Scommetto che lo sapeva
che sarebbe finita così, vero?
Siamo felici ora.
La lanterna si allontana
lentamente, Shikamaru si avvicina a me e mi prende per mano sorridendo.
“Lui ne sarebbe felice.”
“Molto felice.”
E sono felice anche io di
essere ancora e per sempre nel tunnel Shikamaru, non ne voglio
più uscire.
Dopo tutti questi mesi per
me è ancora come il primo giorno e non
c’è niente di meglio che possa
desiderare.
Sono in pace finalmente.
I should be over all
the butterflies
But
i’m into you (I’m in to you)
And baby even on our worst nights
I’m
into you (I’m into you)
Let
em wonder how we got this far
Cause
I don’t really need to wonder at all
Yeah
after all this time
I’m
still into you
I’m
still into you
I’m
still into you