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Autore: Eliessa    16/07/2013    6 recensioni
Anna ed Emiliano, due vite ed un solo cammino.
Quello che i due ragazzi non sanno, è che il destino ha riservato per loro una sorpresa.
Riusciranno ad essere più forti di tutto quello che, forse, li sta allontanando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non c’è peggio cieco di chi non vuol vedere
 

 
 
Il mattino seguente quando Lele si alzò, dopo essere andato in bagno, fece attenzione alla porta della camera della figlia maggiore: era aperta, cosa alquanto strana così si avvicinò e vide che non c’erano Marco e Maria in quel letto, ma Anna ed Emiliano con i bambini.
Quella scena gli fece tenerezza: Palù abbracciata ad Emiliano e Jonnhy abbracciato ad Anna. Erano così carini.
A sorprendere Lele furono Marco e Maria che andarono a svegliare i bambini per prepararli ad una nuova giornata.
 
-Però, come sono carini.- disse Lele quando Maria poggiò la sua mano sulla spalla del padre per fargli capire la sua presenza.
-Eh già, mi dispiace svegliarli, stanno così bene.- affermò Maria.
-Com’è cambiata Anna. Ora che la guardo sembra una donna.- continuò Lele.
-Ma lei già lo è papà e vedrai che sarà anche un’ottima madre e poi non sarà mai sola.- finì di dire Maria quando dalla camera delle ragazze uscì Alice.
-C’è qualche riunione in particolare?- chiese Alice con il suo solito sorriso.
-Guarda un po’.- disse Maria indicando con lo sguardo i ragazzi che ancora dormivano beatamente.
-Che teneri. Eppure mi fa strano sapere che Anna è cresciuta così in fretta, era solo una bambina quando siamo andati a Parigi ed ora è una madre.-
-Forse è ora di svegliarli.- disse Lele.
-Papà, ti dispiace se lo facessimo io e Marco?-
-No, certo che no. Vi lascio soli.- continuò Lele.
-Si, vi lascio anche io così vado in bagno a preparami.-
-Ah, Alice io vorrei parlare con te appena puoi.-
-Quando vuoi Lele. Durante la pausa caffè in clinica? Perché sono sicura che a quella non rinunci.-
-Andata, alle 11 in clinica.- concluse Lele, così mentre Alice entrò in bagno, Lele scese in cucina e Marco e Maria entrano nella loro camera ed entrambi si avvicinarono ai ragazzi.
 
-Anna, Emiliano, svegliatevi.- disse dolcemente Marco accarezzando Emiliano. I due sentendo delle voci iniziarono a muoversi e ad aprire paino gli occhi.
-Anna.- disse Maria. –È ora di alzarsi. Sveglia.- Anna si stiracchiò prima di aprire completamente gli occhi.
-Ma che ora è?- chiese la ragazza insonnolita.
-Sono le sette e dieci, è ora di alzarsi.-
-Ma che succede?- chiese Emiliano svegliandosi completamente. Portatosi una mano alla testa ricordò cosa era successo la sera prima. –Ci siamo addormentati qui.-
-Si, dormivate così bene che ci dispiaceva svegliarvi.-
-E voi dove avete dormito?- chiese Anna portandosi seduta sul letto.
-Ah, noi ci siamo arrangiati benissimo in camera vostra.- rispose Marco.
-Ma potevate svegliarci!- esclamò Anna.
-No, eravate troppo stanchi. E comunque i piccoli hanno fatto casino?-
-Casino?- chiese Emilano. –Dopo aver giocato un po’ erano così stanchi che non hanno fatto storie per andare a dormire e si sono addormentati subito.-
-Davvero?!- esclamò Marco. –Con noi fanno sempre storie. Ma Maria, siamo sicuri che stanno parlando dei nostri figli?- continuò Marco ridendo.
-Non so cosa avete di speciale, ma almeno sappiamo chi chiamare la prossima volta per farli addormentare.- disse Maria.
-Vabbeh, noi andiamo. Ci pensate voi a svegliarli?- chiese Anna.
-Certo.- ripose Maria. Ma prima che Emiliano ed Anna varcassero la porta, Maria si avvicinò alla sorella e l’abbracciò sussurrandole all’orecchio –Grazie-.
-Io ci sono.- continuò Anna. –Sempre.-
-Anche io.- ripose Maria. E così le due sorelle si staccarono dall’abbraccio e i due fidanzati uscirono per andare i garage a prendere i vestiti da indossare per poi tornare su in bagno.
Mentre i due ragazzi erano in bagno iniziarono a parlare.
-Emi, che fai questo pomeriggio?- chiese Anna mentre stava per infilarsi una maglietta.
-Ho il pomeriggio pieno, perché Scricciolo?-
-Perché pensavo che potevamo fare qualcosa insieme.-
-Ad esempio?-
-Non lo so, ma volevo stare da sola con te.-
-Mi spiace cucciola.- disse Emiliano cingendola dai fianchi. –Ma oggi non è proprio possibile. Finché c’è lavoro meglio approfittarne. Altrimenti che futuro offrirò a nostro figlio?-
-Si, hai ragione. Scusami.-
-Rimandiamo di qualche giorno. Domenica prometto che sarò tutto per te, scegli cosa vuoi fare, organizza tutto. Per me qualsiasi cosa sceglierai andrà bene.-
-Sicuro?-
-Ma certo. Invece tu puoi approfittarne per stare con tuo padre o con tua zia.-
-Zia Alice… chissà come mai è venuta qui.-
-Forse le mancavano i figli.- rispose Emiliano sedendosi sul bordo della vasca da bagno dopo essersi vestito.
-No, non mi convince, ma proprio per nulla e credo di sapere perché  sia voluta venire.-
-Vuoi rendere partecipe anche me dei tuoi pensieri?-
-Per papà. Lei è qui per lui, ne sono più che convita.-
-Ma come? Alice e tuo… No, dai avrai fatto correre la fantasia forse perché in fondo ci speri che possa succedere di nuovo.-
-Si, io ci spero, ma fidati che c’è qualcosa sotto. Questo pomeriggio vado da Maria allo studio e le parlo. Mi sembra che oggi abbia solo due o tre pazienti, vado lì e aspetto finchè non si libera.-
-D’accordo. Ora usciamo altrimenti ci danno per dispersi.- e dopo essersi sorrisi, mano nella mano uscirono dal bagno per andare a fare colazione.
 
Alle undici, come da accordo Alice andò in clinica a trovare Lele.
All’ingresso vide Oscar.
-Ehi Oscar!- esclamò Alice.
-Alice! Quanto tempo.-
-Si, ne è passato un bel po’. Ti trovo bene.-
-Si, sto bene. Tu invece? Sei qui per lavoro o divertimento?-
-Volevo ritornare un po’ in famiglia e con la scusa seguo un caso per il giornale. Ma dimmi un po’, Lele?-
-È in studio, vieni che ti accompagno.-
-Grazie.- insieme camminarono fino ad arrivare davanti la porta dello studio di Lele.
-È questo. Io scappo che ho delle visite. Passa ogni tanto ora che sei qui.-
-D’accordo, ciao Oscar.- oscar andò via ed Alice, con mano tremante, per paura del suo incontro con Lele, bussò.
 
*FLASHBACK* -TRE GIORNI PRIMA-
-Alice ora basta mentire. Sono tre anni che stiamo insieme ma lo vedo dai tuoi occhi: tu non mi ami.- disse Pier.
-Io… non lo so cosa mi sta succedendo.-
-Lo so io, tu sei ancora innamorata di Lele, ma lui ora ha una famiglia lo vuoi capire? È inutile andare avanti così.-
-Allora se non posso tornare ad essere felice con lui, accanto a me non vorrò più nessun uomo.-
-Questo l’avevo capito. La nostra storia finisce qui, anzi è già finita da tempo, ma ora ti va di vedermi almeno come un amico con cui parlare?- Alice fece cenno di si con il capo mentre Pier le indicava con la mano di sedersi sulla sedia che circondava il tavolo di vetro del loro soggiorno. –Alice, perché vuoi farti del male?-
-Pier io quella sera in cui ho scelto di partire per stare un anno fuori ho sbagliato. Ho anteposto il lavoro alla famiglia. Le cose tra me e Lele stavano andando in pezzi ed io ho contribuito per far si che ciò accadesse. Gli ho concesso il divorzio perché pensavo che fosse l’unica soluzione possibile, ma ora capisco di aver sbagliato. Ero così felice con lui ed ora non sono più nulla.-
-E cosa vorresti fare, andare da lui e digli: ti prego dammi un’altra possibilità? Non mi hai detto che si è risposato?-
-Non lo so, ma qualcosa devo fare. Pier devo vederlo, assolutamente.-
-Sai già di aver perso in partenza, vero?-
-Si lo so, ma io devo andare a Roma, devo.-
-Allora buona fortuna.-
-Grazie Pier e scusami non volevo ingannarti.-
-L’avevo capito subito che tu eri ancora innamorata del tuo ex, ma non volevo crederci. In fondo la colpa è anche mia per essermi buttato in questa relazione che aveva già per iscritto la data di scadenza.- detto questo Alice andò in camera da letto, preparò due valigie grandi con tutte le sue così e uscì per dirigersi all’aeroporto. Destinazione Roma. Addio Parigi. Addio a tutta la vita passata lì, da sola.
 
 
*PRESENTE*
-Lele, posso?- chiese Alice.
-Certo, ti stavo aspettando.- continuò Lele.
-Allora, perché questa urgenza di parlarmi?-
-No, è che magari qui possiamo parlare meglio, in casa con la presenza dei ragazzi e di…-
-Bianca.- continuò Alice.
-Già, con loro è difficile portare aventi un discorso, lo sai meglio di me.-
-Si, hai ragione.-
-Allora, come va?-
-Bene. Avevo voglia di stare con i ragazzi e spero non sia un problema per te che io rimanga in casa tua.-
-Lo sai che sei sempre la benvenuta, ai ragazzi piace quando tu sei con noi e non mi riferisco solo ad Elena e Bobò.-
-Ti riferisci a Maria con la sua gioia di vivere di nuovo, a Ciccio e la sua felicità di diventare padre e di essersi realizzato in ciò che gli piace di più: andare a cavallo e poi ad Anna, con le sue paure e le sue preoccupazioni da donna e da ragazza.-
-Esatto, mi riferivo a questo. Gli manchi, non c’è niente da fare. Come vedi, fanno anche a gara per parlare con te.-
-Mi aspettavo che Maria mi volesse parlare, d’altronde l’ha sempre fatto con me, però non mi aspettavo che lo volesse fare anche Anna. Lei non è mai stata aperta come Maria. A volte preferisce tenerli per se i sentimenti.-
-Ti ha detto qualcosa per cui devo preoccuparmi?-
-No, tranquillo. Anna ora è una donna e con la testa sulle spalle, proprio come i suoi fratelli. È molto matura e responsabile.
-Questa situazione mi ricorda quella che ho vissuto con Elena quando aspettava Anna, sai? Anche lei è arrivata così, all’improvviso. Non l’avevamo programmata.-
-È stato l’ultimo regalo di Elena, il più bello.-
-Ma a che è servito se ora non c’è più?- chiese Lele con un velo di tristezza nelle parole.
-Non dirmi che la vita che hai vissuto dopo non la rifaresti.-
-Se deve andare così, beh oggi non ne sarei più così tanto sicuro. Ma ora siamo qui e la vita è andata avanti, nel bene e nel male.-
-Lele, non capisco se stai cercando di dirmi che vorresti ancora Elena con te o che la tua vita dopo la morte di Elena non ha mai avuto senso, perché se è così…-
-Alice, io Elena la vorrei anche ora accanto a me. Elena è stato davvero il mio primo grande amore…-
-Ed io…- disse Alice sussurrando, ma Lele sentì.
-E tu il secondo. Io ancora non dimentico le parole che ho pronunciato a Roccalta: Elena è stata il mio primo grande amore e tu il secondo. Io in te non cerco Elena, io voglio Alice. Ed è stato così, in te ho cercato sempre e solo Alice, ma ad un tratto questa Alice è sparita, è diventata un’altra e non capisco perché.-
-Tu eri un medico affermato, io invece non ero nessuno e quell’offerta di lavoro in giro per il mondo per un anno era il modo per farti capire che anche io potevo essere qualcuno, che anche io ero brava, che anche io potevo diventare una giornalista.-
-E quel viaggio invece è servito solo a mettere fine al nostro matrimonio, purtroppo.-
-Ma sono venuta qui per piangere?- chiese Alice mentre qualche lacrima le scendeva sul volto.
-No, scusami.-
-Vabbeh, torno a casa, forse è meglio. Aspetto i bambini lì.-
-D’accordo.-
-Ti scoccia se li porto fuori?-
-Alice, tu sei la loro madre, gli stessi diritti e doveri che ho io li hai tu, quindi non devi chiedermi alcun permesso.-
-Lo sai che tu sei un padre eccezionale e sono contenta che i miei figli… e quelli di Elena abbiano un padre come te accanto. Ciao Lele.-
Detto questo Alice andò via. Lele era confuso. Rivedere Alice fu come un fulmine a ciel sereno. 
Il desiderio di riaverla, forse, si stava risvegliando ma ora era sposato e doveva tenere a bada i suoi ormoni da 15enne in piena euforia. 
Si, appunto, era solo una tentazione quella di riaverla, in fondo lei stava con Pier. 
Una cosa però era certa, Lele doveva cercare di mettere i suoi pensieri in ordine perché dopo il divorzio la questione Alice non cercò mai di sistemarla. Era rimasta lì, nella sua testa archiviata con la parola divorzio. 
 
Nel pomeriggio Anna decise di andare da Maria.
Appena finì con il primo piccolo paziente, uscì dal suo studio per riaccompagnare il bambino dalla madre e prendere il secondo per la terapia, ma vide Anna.
-Che ci fai qui Anna?-
-Volevo parlarti.- rispose lei.
-Ma ho dei pazienti.-
-Lo so. Infatti aspetto per tutto il tempo necessario. Io starò buona qui.-
-Va bene.- rispose Maria, per poi prendere per mano il piccolo Jacopo ed entrare nel suo studio. 
Dopo aver finito con Jacopo, era il turno di Martina.
Due ore piene aspettò Anna prima di entrare nella stanza della sorella, ma tanto non aveva niente di meglio da fare.
-Anna, ma è successo qualcosa?- chiese Maria sedendosi dietro la sua scrivania.
-Secondo te, zia Alice perché è qui?- chiese Anna senza giri di parole.
-Per Elena e Bobò.- rispose la sorella.
-E non ti  è venuto in mente che magari potrebbe essere qui per papà? Ci pensavo questa mattina in bagno, è strano che sia arrivata così senza dire nulla solo per stare con i figli. Dai Maria, in fondo chi conosce zia Alice meglio di noi… di te.-
-Effettivamente non hai tutti i torti. Anna, zia si è confidata con me e quello che sto per dirti non deve uscire da questa stanza.-
-D’accordo.- rispose Anna.
-Zia non sta più più con Pierre perché ama ancora papà. Quando me l’ha detto non volevo crederci e per evitare di fare qualche brutta figura e di dire qualcosa di cui sarei potuta pentirmi, ho inventato una balla e l’ho lasciata.-
-E tu saresti d’accordo sul fatto che tornassero insieme.-
-Ma noi qui centriamo ben poco. La scelta tocca a loro.-
-Si Maria, ma ci pensi di nuovo insieme come un tempo. Noi, papà, zia, i gemelli, i nonni e gli amici che entrano ed escono da casa nostra come se nulla fosse.-
-Manca solo Guido.- disse Maria rattristandosi.
-Maria, Guido non c’è più, lo so che ti manca ma vivi di nuovo accanto a Marco.-
-Tu non sai quanto son felice con lui, però ogni tanto Guido mi torna in mente e sai una cosa? Marco non è geloso, anzi.-
-Maria sarà così per sempre ma accanto hai un uomo che ti sa aiutare anche in questi momenti… Momenti che lui forse non vorrebbe neanche sentire perché in fondo cosa potrebbe importagliene a lui di Guido? Eppure è sempre lì pronto ad aiutarti ed a parlare insieme di lui. Maria, non lasciartelo scappare.-
-E infatti non me lo lascio scappare.- disse sorridendo Maria. –Sono le sette, andiamo a casa.-
-Senti, ti spiace se mi accompagni in pizzeria prima? Emiliano sarà ancora al negozio e magari ne approfitto per portargli una pizza e mangiare con lui.-
-Va bene.- disse Maria prendendo il giubbino.
-Anzi, perché non rimani con noi.-
-No, sarei di troppo.-
-Dai, è solo una pizza. Per favore. Una pizza.- continuò Anna facendo il broncio.
-E va bene. Dai andiamo, così avverto anche Marco.-  E così le due sorelle andarono prima in pizzeria e poi al negozio di Emiliano ed entrando si scontarono con l’ultimo cliente che stava uscendo.
-Emi, amore, dove sei?-
-Sono in studio.- rispose una voce in lontananza.
-Ho portato le pizze, saliamo così le mangiamo prima che si freddano?- chiese Anna.
-Ciao Maria.- disse Emiliano e la donna rispose con un semplice gesto di mano ed un sorriso.
-Devo mettere a posto gli strumenti.-
-Ah vabbeh, iniziamo a salire noi così prepariamo.-
-Si, tanto è aperto. Arrivo subito.- finì di dire Emiliano.
-Dai andiamo Maria.- Le due sorelle salirono e preparano la tavola: una tovaglia per non macchiare il tavolo di olio, tre bicchieri di carta ed una bottiglia di acqua minerale. –Ti piace qui? È piccolo ma con Emi ci stavamo così bene.
-Perché, a casa non state bene?-
-Si, stiamo bene ma ogni tanto un po’ di intimità non guasta.-
-A chi lo dici.- disse Maria. -Ma da qui c’è una vista fantastica.- continuò Maria avvicinandosi al balconcino.
-Ora capisci perché stavo sempre qui.-
-Si, non dirmi che venivi qui solo per la vista della città.-
-No vabbhe, stavamo anche insieme in quel letto, vedi?- continuò Anna indicandole il letto. –Però sai che c’è? Che qui è tutto fantastico. Questo posto in due anni mi ha visto crescere più di quanto non sia cresciuta in 18 anni. Qui c’è una parte di me. Qui c’è l’inizio della mia vita… da madre.-
-Sorellina mia.- disse Maria abbracciandosela forte a se.
-Allora queste pizze?- chiese Emiliano arrivando alle spalle delle sorelle Martini
-Ancora un po’ e si freddavano.- disse Maria.
-Allora mangiamo.- disse Emiliano
I tre si sedettero a tavola per mangiare. Era una serata tranquilla, così tanto per stare insieme, mentre in casa Martini Alice cercava di avvicinarsi a Lele.
Bianca a quel punto aveva capito le sue intenzioni, mentre Lele faceva finta di non vedere.
La sera, una volta che tutti erano a letto, compresi Lele e Bianca, quest’ultima esclamò: -Lele, ti devo parlare!-

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Buona sera a tutti :D
Pensavate di liberarvi di me, invece sono ancora qui! u.u Contenti? ^^
Allora (tanto per cambiare è notte, avevate dubbi? xD), questo capitolo è concentrato un po’ meno su Anna ed Emiliano e come più volte mi è stato detto nelle varie recensioni, siccome piace quando tutti i personaggi interagiscono nella storia, ho incentrato questo capitolo su altri personaggi. 
Anche se questo capitolo lo definisco personalmente di passaggio (perché tra Anna ed Emiliano non ci sono momenti così decisivi ed importanti), spero che vi sia piaciuto lo stesso, perché come sempre io ci metto il cuore.
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va.
E che dire? Ci sentiamo al prossimo capitolo. 
Un bacione, Eliessa.
<3
   
 
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