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Autore: Dalhia_Gwen    17/07/2013    7 recensioni
Questa è la storia di una diciassettenne di nome Gwen che, nonostante tutte le ingiustizie e il passato che ha vissuto, riesce finalmente a trovare la felicità che aveva perso, grazie ad uno dei suoi più grandi hobby, la quale sarà in grado di scalfire il suo ormai cuore di diamante, immune fino a quel momento...
Tratto dal capitolo 28:
“....Cominciò a ticchettare il piede destro sul tappeto color del deserto, rendendosi conto di non riuscire a sopportare tutta quell’ansia che la stava letteralmente mangiando, ma fu proprio in quel momento che avvertì la carica giusta per poter affrontare la competizione nel migliore dei modi. Una mano calda e tremante quanto la sua intrecciò le dita con quelle della mano della gotica, esattamente qualche minuto prima del fischio. Scattò a quel tocco così intimo e che desiderò da fin troppo tempo, per poi girarsi velocemente verso la sua sinistra. Ad attenderla vi erano gli occhi decisamente più luminosi del solito del punk, che nel frattempo era arrossito quanto lei per quel gesto nato spontaneamente..."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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L’indomani era iniziato con una bella giornata di sole, che trasmetteva felicità e voglia di fare da tutti i pori, talmente frizzante da rendere fin troppo allegra Margaret.
“Oh, ma che giornata meravigliosa!” esclamò la donna strofinandosi gli occhi, non appena mise piede nella piccola ma accogliente cucina. Alzò la serranda e venne travolta da un bagliore di luce accecante, tanto da farla chiudere gli occhi immediatamente. Dopo aver azionato la caffettiera elettrica che preparava auto nomante il caffè, si sedette su una delle sedie che circondavano il tavolo, sorseggiando di gusto il suo bicchiere d’acqua fresca.
Fissava il vuoto di fronte a lei, totalmente concentrata sul suo piano.
Portò nuovamente il bicchiere di plastica all’altezza della bocca, ma invece di bere morse il margine sporgente, mostrando un sorriso per nulla rassicurante.
“Sì, potrebbe funzionare..” diceva fra sé e sé la donna, ma venne distolta dal suono dell’allarme che le avvertiva del caffè pronto.
Ovviamente Margaret, non credette nemmeno per un po’ alla versione della figlia riguardo il proseguimento della serata dopo la partita, e pensava (anzi, ne era certa) che Gwen stesse nascondendo qualcosa.
Ed essendo certa che la sua cara Gwen non avrebbe mai e poi mai parlato sinceramente, raccontando le cose come realmente stavano, decise di interrogare l’altro complice, ovvero il protagonista dei suoi battibecchi con la figlia, Duncan. Come?  Doveva attuare solo il suo piano.
Entrando nella stanza della figlia, in punta di piedi, spostò la sveglia  di un quarto d’ora dopo, cosìcchè Gwen si fosse  svegliata più tardi. Infatti Gwen, all’oscuro di tutto, si svegliò normalmente e con un entusiasmo mai provato prima.
“Buongiorno famiglia!” esclamò Gwen non appena varcò la porta della cucina, sedendosi comodamente su una delle sedie, non prima di aver salutato la madre e il fratellino, complici tra loro, che le sorridevano.
“Tesoro ho fatto le crepe con la nutella!” canticchiò Margaret mentre posava al centro del tavolo il piatto pieno di quelle dolci frittate.
“Oh mamma sei fantastica! Grazie!” urlarono all’unisono i ragazzi, che si divorarono tutto il piatto in dieci minuti.
Nel frattempo la donna guardava insistentemente l’orologio, sapendo che, come tutte le mattine, il punk sarebbe arrivato sotto casa per accompagnare Gwen a scuola tra un paio di minuti.
“Forza Gwen, corri in bagno altrimenti farai tardi!” la incitò la madre con uno sforzato sorriso sulle labbra, mentre la gotica non se lo fece ripetere due volte e si fiondò immediatamente in bagno. La donna infatti sapeva che la figlia rendeva in tutti i modi impossibile la risposta al citofono, quando era Duncan, alla madre, trovandosi puntualmente pronta ogni volta che il punk l’avvertiva della sua presenza giù, e questo pesava parecchio a Margaret. Così, facendo rinchiudere la figlia qualche minuto più tardi in bagno, le garantiva che quest’ultima non sarebbe riuscita ad udire il suono del citofono.
Non appena la figlia si chiuse la porta alla spalle, si accostò frettolosamente dietro i vetri del balcone, spiando il mondo fuori, alla ricerca del punk. Guardò ancora l’orologio appeso al muro, ticchettando un piede per terra.
“Su avanti..sbrigati..” diceva a bassa voce, mentre osservava a destra e a sinistra la strada a due corsie.
Ad un tratto vide una bella moto nera sfrecciare ad alta velocità ed accostarsi proprio sotto il portone del palazzo. Si sporse leggermente per poi rendersi conto, con grande entusiasmo, che quel pazzo era Duncan. Il ragazzo, infatti, allacciò il casco al motorino, e dopo si diresse verso il citofono. Scorse velocissimo l’elenco dei nomi sul citofono, e pigiò quello interessato. Si schiarì la voce e si guardò rapidamente gli indumenti, nel frattempo attendeva che la sua amata venisse a rispondere.
“Sì? Chi è?”  chiese una squillante voce femminile.
Duncan stava prontamente rispondendo con tono seducente, quando si rese conto in tempo che la voce dietro al citofono era diversa da quella a cui era abituato.
“Ehm..Buongiorno, parlo con la madre di Gwen?” chiese Duncan con un filo di imbarazzo, dopo essersi fatto un rapido calcolo sul possibile numero di donne presenti in quell’appartamento.
“Oh sì! Sono io! Sei Duncan, vero?” domandò di rimando la donna al settimo cielo non appena udì la sua voce.
“S-sì, in persona..Le sarei grato se avvertisse Gwen che io sono davanti al portone e che l’aspetto qui, grazie.” Disse il punk grattandosi la nuca.
“Cosa tesoro? Oh va bene! Duncan, mia figlia  mi ha appena detto che tarderà un po’ e le dispiace che tu l’attenda fuori. Perché non sali? Ti offro un caffè! Ah, sappi che mi offendo se rifiuti..” esclamò la madre che stentava a trattenere le risate dovute alla piccola bugia appena detta.
“Beh, allora non posso proprio dire no..terzo piano?” chiese Duncan sempre più imbarazzato.
“Sì, a destra!” disse la madre prima di terminare la conversazione.
Duncan cominciò a salire le scale a passo svelto, e quando arrivò trovò una bella donna molto giovane che somigliava tantissimo alla sua Gwen, se non fosse per il colore dei capelli, stranamente rosso. Non appena lo vide, Margaret gli andò incontro sorridendo e con le braccia aperte.
“Ciao caro! E’ un piacere conoscerti!” esclamò la donna eccitandosi all’idea di aver finalmente di fronte il ragazzo che aveva fatto perdere la testa alla sua figliola. Duncan sorrise divertito di fronte alla spontaneità di Margaret per poi salutarla cordialmente. Lei lo fece accomodare in cucina, correndo immediatamente verso la caffettiera per offrirgli una tazzina di caffè. Intanto il punk si guardava attorno, apprezzando quella piccola ma accogliente casa della sua ragazza. Ad osservarli dalla sua camera vi era Mark che era curioso più che mai di conoscere quel ragazzo tanto figo e popolare di cui parlava la sorella. Quando lo vide entrare in casa, lo guardò attentamente, soprattutto gli indumenti e l’acconciatura, strambi come quelli di Gwen ma allo stesso tempo incredibilmente alla moda.
Dopo aver preso coraggio, uscì dalla sua stanza per dirigersi accanto al punk, tentando di assumere un atteggiamento da duro.
“Ehilà! Tu devi essere Duncan, vero? Qua la mano, sono Mark, il fratello di Gwen.” Disse ad un tratto prendendo alla sprovvista il suo interlocutore.
“Oh piacere amico! Bel cappellino, peccato che messo in quel modo sembri un deficiente!” rispose Duncan sorridendo, per poi spostargli il berretto lateralmente.
“Adesso sei molto più figo, Mark! Vedrai, ora le ragazze cadranno tutte ai tuoi piedi, parola mia.” Continuò soddisfatto, facendogli l’occhiolino.
“Esagerato! E’ solo apparenza la mia…” rise Mark, concludendo la frase con un po’ di tristezza.
“Amico, ma secondo te a cosa servono i maestri?” domandò Duncan indicandosi.
“Davvero mi daresti dei consigli? Grande Duncan! Non potevo trovare insegnante migliore,grazie!”
“Non ringraziarmi, devi sapere che sono un tipo che non ammette errori..per cui regolati.” Detto questo entrambi scoppiarono a ridere, contagiando anche la madre che era lì a seguire ogni parola pronunciata.
“Forza Mark, torna in camera a prepararti, o farai tardi.” Lo incitò lei, mentre il ragazzo obbedì al comando, non prima di salutare affettuosamente l’ospite. Margaret porse il caffè al ragazzo, mentre lui la ringraziò con un gran sorriso. Fu in quell’attimo che udì una voce molto intonata che cercava di riprodurre il ritmo di una melodia a lui sconosciuta. Duncan, che stava portando alla bocca la tazzina di caffè, si bloccò per sorridere, quando capì a chi appartenesse quella bella voce.
“Questa nuova cantante è Gwen? Ahahah vedo che è di buon umore oggi.” Osservò lui rivolgendosi a Margaret che nel frattempo si sedette di fronte al punk. Ad un tratto la donna ghignò, guardando attentamente negli occhi il ragazzo.
“Oh sì, lo è da ieri sera. In particolar modo subito dopo la partita.” Disse alzando un sopracciglio, divertita. A quelle parole Duncan rimase spiazzato, deglutendo mentre le gote si tingevano leggermente di rosse. Una domanda gli balenò in mente: Gwen avrà già raccontato di loro alla madre? Per carità, a lui non dispiaceva affatto, si riteneva importante per lei, ma gli sembrava strano che la sua gotica non l’avesse avvisato, se avesse tanto voluto accennarlo. Per cui, non sicuro di ciò, cercò di capire meglio.
“Beh sì, anche noi della squadra eravamo e siamo tutt’ora felici di aver vinto. E’ stata una grande soddisfazione e..”
“Duncan, dimmi la verità..” lo interruppe la donna “tra te e Gwen c’è qualcosa? Inutile che tu tenti di negarlo, mi rendo conto di cosa tu stia facendo per lei e di tutte quelle attenzioni che le rivolgi, ti confesso che ne sono felice, ma ancora non riesco a capire cosa avete fatto, voi due soli, dopo la partita. Non voglio essere invadente ma mia figlia non vuole dirmelo, così sono costretta a chiederlo a te, perché mi sono immaginata di tutto e sinceramente, notando Gwen arrossire in quel modo, ho cominciato a preoccuparmi..” spiegò la madre stavolta seria, mantenendo per tutto il tempo lo sguardo su Duncan, per studiarne tutte le reazioni. Nell’udire quelle parole, Duncan sgranò gli occhi, spaventandosi della fantasia troppo spinta della donna, e balbettando cercò di rassicurarla.
“Oh n-no no no! Non è come lei pensa! Cioè, di sicuro lei ha frainteso, in quanto credo abbia pensato qualcosa che va un po’ oltre una relazione appena nata come la nostra…” cercò di spiegare il punk, profondamente imbarazzato per parlare di argomenti così delicati, come quello, alla madre della sua fidanzata, ma venne interrotto da Margaret.
“Siete fidanzati?! Oh! Ma..è meraviglioso! Finalmente! Ecco perché era al settimo cielo..” esclamò la madre battendo le mani. “Mio caro, ci voleva tanto a dirmelo?” chiese lei ridendo.
“Ma..” si stoppò improvvisamente nell’avvertire il rumore di una porta che si apriva e successivamente dei piccoli passi che avanzavano verso di loro.
Avvolta nella sua asciugamani, Gwen canticchiava tra sé e sé, immersa nei suoi più felici pensieri. Avanzò velocemente verso la cucina, ancora all’oscuro della ‘sorpresa’  che avrebbe trovato. Era oramai distante qualche centimetro dall’ingresso e nel frattempo si rivolse alla madre.
“Mamma, guarda che lo shampoo è…” ma non terminò la frase, in quanto si creò improvvisamente un nodo al livello della gola, impedendole di pronunciare alcun suono. Rimase immobile per qualche istante davanti alla porta, mentre sul viso del punk nacque il sorriso a trentadue denti più spontaneo che avesse mai potuto fare, tra l’altro accompagnato anche da quei due occhi azzurri che, come dei laser, erano inchiodati sul corpo esile e curvilineo della ragazza, e si spostavano più volte partendo dall’alto per poi giungere verso il basso.
“Duncan!!! Ma che diavolo ci fai qui?!” strillò la gotica cercando, invano, di coprirsi di più con quella sola asciugamani. Entrambi i ragazzi erano rossi in viso come due peperoni, ma Duncan sembrava che non avesse alcuna intenzione di staccarle gli occhi di dosso.
“Ma se mi hai invitato tu a salire, e devo dire che ho fatto più che bene..” rispose il punk con un espressione da ebete.
“Io?! Guarda che non ho proprio detto nulla! E sei pure arrivato prima..” rispose Gwen sempre più confusa.
Margaret, che stava piangendo per le troppe risate, si rese conto che la situazione le stava sfuggendo, per cui decise di intervenire, finchè poteva.
“Tesoro non preoccuparti, oggi vado a comprarti lo shampoo. Tu intanto va a vestirti, eh?” si avvicinò la madre a lei intimandola ad eseguire l’ordine, ma la figlia la guardò malissimo, dopo essersi allontanata dal fidanzato.
“Sei stata tu, vero?!?!” le chiese in tono da cane rabbioso.
“Non so di cosa tu stia parlando, tes..” cercò di dire la madre con aria innocente.
“Oh lo sai invece! Perché cavolo l’hai fatto salire?! Potevi dirmelo, almeno non mi facevo trovare nuda di fronte a lui!” esclamò la giovane arrossendo. In tutta risposta la madre scoppiò a ridere.
“Ahaha Gwen, quanto sei pesante! Non sei mica nuda, hai pur sempre un’ asciugamani intorno al corpo! E poi mi dispiaceva che ti aspettasse giù per tanto tempo. Non è bello far attendere troppo il proprio fidanzato!” sottolineò la parola ‘proprio’ con più enfasi, per poi andarsene lasciando senza parole la figlia.
Tornò in cucina  e trovò il punk in piedi davanti alla porta, che ancora sorrideva, ma nel momento in cui vide la madre, cercò di tornare serio. Deglutì nervosamente quando vide che la donna stava avanzando verso di lui priva di espressione: decise allora di pronunciare delle parole in suo favore, ma l’abbraccio di Margaret lo interruppe.
“Oh Duncan complimenti! Sono così felice per voi!” esclamò lei allegra come una Pasqua. “Ma ti prego, promettimi una cosa: non farla soffrire, o sarei benissimo capace di raggiungerti in capo al mondo per fartela pagare cara se non obbedirai. Gwen ha sofferto molto, e tu sei la prima persona che la fa sorridere così. Da tempo non vedevo mia figlia ridere ed emozionarsi quando parla o pensa a qualcuno.. Ha ripreso a vivere. Ti prego, non darle un altro colpo di grazia, è così fragile.” Disse Margaret con un filo di voce, avvertendo che i suoi occhi cominciavano ad inumidirsi.
Il ragazzo, sentendo quelle parole, avvertì qualcosa colpirgli il cuore, così le sorrise dolcemente e le prese le mani.
“Signora, ho conosciuto tante ragazze con cui ho instaurato una relazione, con cui ho sorriso e con cui ho fantastico, ma nessuna è mai stata all’altezza dei miei desideri, fino a quando non conobbi sua figlia. Lei è l’unica che, con anche la sola presenza, mi fa sentire meglio. Non sarò mai capace di capire con esattezza quanto Gwen abbia sofferto,ma le posso assicurare che ci tengo molto a lei, e non sono così scemo da farmela scappare.” Spiegò il punk sorridendo.
Margaret ascoltò commossa le parole di Duncan, avvertendo che erano sincere e che il ragazzo era davvero intenzionato ad instaurare una relazione seria con la figlia.
“Oh Duncan..i-io..grazie.” riuscì a dire lei, interrotta dai passi della figlia che correndo stava raggiungendo l’ingresso. Non appena arrivò davanti ai due, guardò il punk e arrossì di nuovo, notando con quanta malizia sui osservava la scollatura della sua maglietta, non troppo ampia.
“Forza, vogliamo andare?” chiese lei lanciandogli un’occhiataccia.
“S-sì! E’ tardi.” Rispose guardandola stavolta negli occhi. Dopo aver salutato Margaret, i due scesero le scale velocemente, ma quando la donna chiuse la porta Duncan fermò la ragazza e prontamente l’avvicinò a sé per darle un bacio passionale, che doveva essere quello del buongiorno.
“Quanto sono carini…” disse sorridendo Margaret, che spiando dallo spioncino della porta non si era persa neanche quel momento.








°--Angolo dell'autrice riapparsa--°
Ehilà!
*Si guarda intorno, notando casse piene di pomodori pronti per l'uso*
Ehm calma! Okay, ammetto di aver aggiornato molto tardi la storia, ma ho avuto tanti imprevisti che mi hanno davvero rallentata, e quindi ho avuto pochissimo tempo per scrivere il capitolo nuovo...
Spero possiate perdonarmi con questo che è decisamente più divertente di tutti! :D
Eheheh finalmente Margaret sa di Duncan e Gwen..vedremo il seguito! ;)
Mi scuso in anticipo se ci sono errori di battitura o altro.. l'orario non mi aiuta xD Un grazie immenso e pieno d'affetto a tutti coloro che seguono la storia, chi la legge solamente e a chi la legge e la recensisce! Mi farebbe tantissimo piacere sapere se è stata di vostro gradimento o no!  *-*
Davvero, un grazie che viene dal profondo del mio cuore! :'3
Ci risentiamo al prossimo aggiornamento!
Baci

Dalhia_Gwen
  
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