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Autore: AlexisWyatt    28/01/2008    6 recensioni
Può l'attrazione trasformarsi in amore? può essere possibile che due persone siano attratte l'una dall'altra solo per un pomeriggio passato insieme nello stesso scompartimento del Espresso di Hogwarts? [...]L’oro si confuse con l’oro. I loro occhi si mischiarono in un turbinio di emozioni, che nessuno dei due avrebbe mai ammesso di aver vissuto in quel momento. L’uno era attratto dall’altra. Ma entrambi si convinsero che i loro fossero sentimenti sbagliati, da nascondere. E poi, pensò Fred, Ron l’amava. [...]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo…

Taking over me

The first impression

Fred entrò nella sua stanza con espressione indecifrabile delineata in viso. L'indomani sarebbe iniziato un nuovo anno ad Hogwarts. Tutto quel che volete, avrebbe rivisto i vecchi amici di Grifondoro, e sarebbe tornato a visitare il suo amato Gonzo, un nuovo negozio, recentemente ( a Maggio dell'anno prima) aperto ad Hogsmeade. Tornando al punto, non aveva ancora finito i compiti! E quel dolce essere, con cui aveva condiviso tutta l’esistenza, che andava dalla prima settimana di vita, nella quale era ancora sotto forma d'embrione ad un ora prima. George, si era categoricamente rifiutato di cedere al gemello i compiti che aveva già fatto di Trasfigurazione. Aveva avuto il coraggio di mandare lui, Fred, a farseli da solo! Dopo che Fred gli aveva concesso 20 ml di pozione Lunare. E quando Fred glielo aveva fatto presente, George aveva avuto la faccia tosta di ribattere che quella passata l'aveva buttata via, e che in un'ora era riuscito a farne una nuova. E i tempi minimi di preparazione per quel tipo di pozione erano intorno alle due ore!

La vicinanza di quel deficiente di Zabini, aveva largamente mostrato i suoi frutti. Da un mese a quella parte, George usciva di sera, senza lasciare detto dove sarebbe andato, le prime tre volte sembrarono, per la famiglia Weasley come fatti isolati, ma quando l'episodio iniziò a ripetersi, pressoché, tutti i sabati ed i venerdì sera, la faccenda iniziò a puzzare. Per la verità a Fred iniziò a puzzare la prima volta che avvenne, infatti da che mondo è mondo, i gemelli Weasley erano inseparabili, erano insieme sempre e comunque.

Ma era stato solo alla quinta uscita di George che Fred, raccogliendo tutta la sua voglia di fare e la sua pazienza, lo seguì. George aveva preso la macchina, quella sera. Ed a Fred toccò rincorrerlo con la scopa. Il tutto fu un'impresa, George aveva preso diverse multe dalla polizia magica, per eccesso di velocità, una volta era persino riuscito a farsi sequestrare l'auto. Quando era tornato a casa due giorni dopo senza l'auto, i genitori, stentarono a credere alle loro orecchie, quando il figlio raccontò che gli avevano sequestrato la macchina a Londra, e che aveva dimenticato la bacchetta magica a casa. Tra i due gemelli, infatti, George era quello che aveva la testa sulle spalle, e batteva, sulla responsabilità, Fred. Molly non se la sentì di mettere in castigo George. Era la prima volta che combinava casini da solo, solitamente era in ottima compagnia, quando succedeva qualcosa. Era Fred quello che era in grado di fare danni per due, anche quando era da solo!

Tutta la faccenda fece capire ai Weasley che George era un tipo che correva in macchina, per quanto responsabile e buono potesse apparire rispetto al gemello.

Quella sera, Fred lo rincorse per oltre duecento chilometri, fino a Londra. E, dopo essersi preso una bella gelata, scoprì che George si era dato appuntamento con Zabini in un locale notturno. Il locale era alquanto singolare, ed in primis, Fred aveva temuto che George avesse abbandonato la sponda degli etero e si fosse concesso a quella degli... non voleva neanche pronunciare quella parola, parlando del sangue del suo sangue, del suo adorato gemello.

Per fortuna, ascoltando la loro discussione, da lontano, aveva appreso che i due si frequentavano solo, perchè George si era preso una cotta per la GreenGrass, e Zabini, come tutti sapevano, era lo studente più vicino a lei. Aveva acconsentito ad aiutare George. Fred non aveva afferrato il motivo per cui Zabini l'avesse fatto, ma doveva essere uno molto convincente, per spingere un Serpeverde, nonché miglior amico di Draco Malfoy ad aiutare George Weasley, Grifondoro e, secondo i Serpeverde, figlio dei traditori.

Il fatto che George non si fosse confidato con lui, suo compagno di disfatte, piani diabolici e scherzi, a Fred non andò giù. Infatti per tutta la settimana successiva al pedinamento, gli tenne il muso e lo ignorò palesemente, fatto che fece preoccupare l’intera famiglia non poco. Era stata la prima volta infatti che i gemelli litigarono.

Ripensando a quel avventura, perse più di due ore, nelle quali avrebbe potuto terminare il suo tema per Trasfigurazione.

- Merda.- esclamò con enfasi, tornando a concentrarsi su quel dannato tema, lesse la traccia: "Animagus nella storia, scegli un personaggio e descrivilo." Fantastico, che razza di argomento.

Prese un foglio dal cassetto del suo comodino, non trovando l'inchiostro per la piuma si dovette alzare, non senza aver emesso un grande sbuffo per la fatica che era costretto a compiere. Dannato George, si ritrovò a pensare, cercando l'inchiostro in quel Caos che era la sua stanza. C'erano riviste di Quidditch ovunque, sopra il letto, e ce ne erano svariate anche per terra, inciampò in un paio, ma il suo equilibrio lo aiutò a non cadere.

- Stupide riviste.- imprecò andando verso l'armadio, lasciato aperto a mostrare tutte le meraviglie che conteneva al suo interno. C'erano vestiti, divise di Hogwarts, divise Rosso-Oro per le partite di Quidditch, e da qualche parte, lì in mezzo, si ricordava di averci messo anche qualche ampollina di inchiostro.

Inutile dire che non trovò nemmeno l'ombra di ciò che poteva sembrare un'ampolla, solo vestiti, scarpe e altro, su cui è meglio tacere.

- Adesso basta!- dichiarò a sé stesso e si precipitò verso la porta, la aprì ed urlò un:

- Mamma!- attese la risposta, non arrivò: - MAMMA!- gridò più forte. Molly di sotto fece cadere qualcosa e rispose al figlio: - Non urlare, Tesoro, vieni giù!- Fred imprecò sottovoce, ed uscì dalla stanza con passo veloce, scese le scale. La madre stava preparando una delle sue deliziose torte, Fred si avvicinò al bersaglio-torta con velocità. La prontezza dei riflessi di Molly Weasley, fermò il Gemello cattivo dall'avventarsi sul dolce.

- Dai solo una ditata!- l'implorò Fred con sguardo supplicante e una nota di dolcezza nella voce. La Madre lo guardò con aria di chi le aveva viste troppe, per credere alle favole.

- So io come sono le tue ditate, Fred,- controbatté la Rossa - Due ditate tue e di George e la torta non sparisce, torna dopo, se vuoi assaggiarla!- irremovibile era stata la voce che aveva respinto la richiesta.

- Dai!- piagnucolò Fred dondolandosi sulle ginocchia, come aveva spesso fatto da piccolo, ogni volta che gli veniva negato qualcosa che lui desiderasse.

- No!- rispose secca la donna - però se vuoi è avanzata della crema.- indicò vicino al lavandino un piatto con all'interno un mestolo, ancora impregnato di squisita crema alla vaniglia.Fred si diresse lestamente verso il piatto,l'afferrò possessivamente ed iniziò a mangiare da esso con impeto. Se c'era una cosa della quale era goloso, era la crema alla vaniglia della madre.

- Mamma? - la chiamò Fred tra una cucchiaiata e l'altra di crema. - Sai mica dove ho ficcato l'inchiostro? - La Weasley si girò e gli rivolse uno sguardo da arpia, per il linguaggio che il ragazzo aveva appena usato.

- Fred.- sbottò con aria arrabbiata - quante volte ti ho ripetuto di non rivolgerti a me con quel gergo?- gli chiese con le mani sui fianchi.

- Eddai, Ma'! - fece Fred sorridendo in modo angelico - Mi sembri la McGranitt! - La signora Weasley assottigliò gli occhi e fulminò Frederick Weasley con lo sguardo. Fred in risposta le ammiccò con le sopracciglia ed allargò il sorriso come a dire: "e mò che fai?"

Quello scambio di occhiate in codice ebbe un effetto esplosivo su Molly che iniziò a gesticolare ed a chiamare in tutti i modi possibili ed immaginabili il figlio : irresponsabile, disgraziato, maleducato, e tanti altri.

Fred alla prima parola, aveva già provveduto a darsela a gambe, il più velocemente possibile.

Arrivò nella sua stanza e chiuse la porta a chiave, per paura che la madre lo rincorresse fino a là. Molly non sembrava però intenzionata a perdere tempo con Fred, e dopo cinque minuti buoni, era tornata alla torta.

La tempesta è passata, si disse Fred con un sospiro, però era al punto di partenza...

Dov'era l’inchiostro?

***

Ron si affacciò sulla stanza dei gemelli. Ne vide uno seduto alla scrivania, intento a scrivere qualcosa. Il fratello maggiore si girò verso il minore, con faccia alquanto scocciata. Ron non ci badò e chiese:

- George?-

A quel nome l'occhio destro di Fred sbatté un paio di volte, come avesse un tic nervoso. Ron chiuse la porta alle sue spalle, e Fred abbassò la testa, probabilmente Ronald, a giudicare dall'espressione, sarebbe rimasto lì per una discussione lunga, del tipo : "Ma da dove escono i bambini?"

- Sono Fred.- sbottò alzandosi dalla scrivania, rimandò la stesura della bella copia del tema a l'indomani, visto che era risaputo che non ci sarebbero svolte le lezioni il primo giorno, gli studenti partivano con L'Hogwarts Express la mattina, e arrivavano solitamente, verso le sei di sera passate, non c'era il tempo materiale di fare lezioni. Era usanza perciò fare la cena di benvenuto per le matricole, con lo smistamento e dopo si andava nei propri dormitori, a dormire. Fred avrebbe finito di copiare il tema allora.

- oh Scusa, Fred.- disse Ron sedendosi cautamente sul letto di George. Fred inarcò un sopracciglio, chissà che problemi aveva adesso, il suo caro fratellino.

- Figurati, ci sono abituato.- ribatté Fred. Ron abbassò gli occhi per terra ed assunse il ruolo di cucciolo ferito, gli mancava solo l’iniziare a guaire e sarebbe stato uguale.

- Senti- iniziò Ron con voce vagamente roca, sempre tenendo gli occhi bassi.- io...-

Fred sbatté le palpebre chiedendosi se per la mattina dopo ce l'avrebbero fatta. Odiava le pause che Ron spesso prendeva per la sua timidezza. La timidezza per Fred infatti era un sentimento quasi sconosciuto, e che lui giudicava solo un’inutile perdita di tempo.

- Hermione è una ragazza?- Fred scoppiò a ridere, se un momento prima credeva che la discussione sarebbe stata barbosa oltre ogni dire, ora l'aveva considerata, se Hermione sarebbe stata la protagonista assoluta delle loro parole, estremamente interessante!

- Ma che domande fai?- gli domandò tra le risate. Ron diventò bordò, le sue orecchie erano ad un passo dall'essere confuse con i suoi capelli ramati.

- Ecco...- Ron non sapeva che dire, si era reso conto di aver detto una cavolata. - Io, volevo saperlo, perchè sono convinto di amarla!- Fred smise di ridere all'istante. La sua espressione cambiò nel tempo di un battito d'occhi. Era sicuro di avere capito male, Ron non poteva amare Hermione. Era ridicolo! Lui aveva quattordici anni! Non poteva essersi innamorato prima di lui! Non poteva averlo battuto sul tempo!

- Co-cosa?- aveva bisogno di una conferma, doveva avere un'ulteriore conferma, magari se l'era immaginato. Si sicuramente se lo era sognato.

- Amo Herm.- Fred non se l'era immaginato. Ron gli era di fronte e gli stava dicendo di amare la sua migliore amica. Una goccia di sudore gli attraversò il viso.

- Senti Ron, - balbettò asciugandosi quella goccia fastidiosa. Ron alzò e riabbassò gli occhi, l'espressione di suo fratello faceva paura, era un misto tra paura, insicurezza, con un pizzico di rabbia. Nel giro di poco, Ron capì di essersi confidato con il fratello sbagliato, Fred, come dimostrava quella situazione imbarazzante, dell'amore non sapeva nulla. Aveva avuto un numero spropositato di ragazze, non si era legato mai a nessuna. Forse Bill era il migliore in quel genere di cose, specialmente dopo che si era portato una mezza Veela in casa. Fleur era brava nei mestieri, bella come il sole e dolce come il miele. Ma a Molly non piaceva. Tutti in casa se ne erano accorti, soprattutto da come la Signora Weasley parlava alla Delacour. O forse perché la considerava come un ostacolo nell’avere il primato dell’amore da parte del figlio. Bill ci aveva litigato con la madre, una volta per quel motivo. Aveva spiegato alla madre che lei non poteva perdere il posto che da sempre occupava nel suo cuore, che era sua madre e che nessuno avrebbe cambiato l’affetto che provava nei suoi confronti. Ma la madre tuttavia continuava ad essere diffidente nei confronti della ragazza di suo figlio. Ron era stato uno dei tanti testimoni della faida tra Fleur e Molly per Bill.

- Dimmi, Fred.- lo incalzò Ron, vedendo che si era bloccato e si era messo ad osservare con particolare interesse le rifiniture in legno delle finestre.

- Eh?- Fred si risvegliò come da un sogno. Si era perso a pensare a come potesse suo fratello aver sperimentato l’amore, se davvero era così, prima di lui. L’amore, poi, che cos’era? Attrazione? Bisogno della persona a cui è rivolto?

- Lasciamo stare.- sbottò Ron a quel punto. Era inutile parlare con Fred di cose tanto serie. Si alzò e uscì dalla porta mormorando frasi che all'orecchio di Fred risuonarono come incomprensibili, in quel momento.

***

- Fred!- sbraitò Molly Weasley, ci fosse stata una volta, che Fred fosse stato in orario per qualcosa! Qualsiasi cosa faceva, ovunque dovesse andare, era sempre in terribile ritardo. Essere in ritardo era una delle caratteristiche che distinguevano Fred da George. Un’altra era la responsabilità, se si poteva concedere ai gemelli quel termine. Fred era impulsivo. George era (per quanto gli fosse possibile, stando sempre a stretto contatto con Fred) più riflessivo. Fred non s’interessava in alcun modo alla scuola, ai propri voti, George invece cercava di mantenere la loro media ad un livello presentabile agli occhi di Molly Weasley.

- Arrivo!- gli urlò Fred di risposta.- solo cinque minuti e sono pronto!- George sospirò accanto alla porta del bagno, i cinque minuti di Fred potevano tranquillamente diventare una mezz’ora.

Fred stava finendo di radersi la barba. Tanto per fare impazzire Molly, infatti, aveva voluto farsela crescere per vedere come stava, dopo la prima settimana si era trasformato in un tipico barbone dei sobborghi di Londra. Molly aveva preteso che lui se la tagliasse immediatamente, ma Fred era riuscito a tenerla fino a quella mattina.

- Ahi!- esclamò dolorante, insieme a l’ultima riga di barba si era infatti tagliato anche la pelle, accanto all’orecchio sinistro. Imprecò mentalmente. Guardò l’orologio, che George gli aveva regalato il Natale scorso, ed imprecò nuovamente, negli ultimi tempi aveva preso quella brutta abitudine, doveva essere tutta colpa di Anthony GoldenStein. Era lui gli aveva attaccato quel vizio.

- Fred, hai fatto il tema? – gli chiese George, Fred si voltò verso il fratello e spalancò gli occhi, aveva appena ricordato di esserselo dimenticato sulla scrivania. Dopo aver spinto il fratello, che gli bloccava l’uscio del bagno, corse verso la sua camera, il tema era lì dove l’aveva lasciato la sera prima, si avvicinò al tavolo ed lo afferrò, senza nemmeno appurare se fosse in condizioni decenti. Lo spinse dentro la sacca che si portava appresso. Non considerò nemmeno il rischio di stropicciarlo, quella sera l’avrebbe messo in condizioni decenti per presentarlo l’indomani a quella che lui chiamava Vecchia Befana di Grifondoro, che tutti conoscevano come la professoressa McGranitt.

- Fred?- Al suono del suo nome, Fred si volse verso la porta e vide George che gli sorrise e gli fece cenno che era ora di andare. Fred guardò il gemello con sguardo circospetto, ma alla fine gli sorrise. Gli era impossibile restare arrabbiato con George per un tempo prolungato.

- Sai che ti ho odiato quando non mi hai passato il tema?- gli domandò Fred mentre insieme uscivano dalla casa a braccetto.

- Sul serio?- gli chiese George in risposta guardando davanti a sé. Molly stava gesticolando in preda alla rabbia per il loro ritardo.

- No. – ammise Fred, si rivolsero uno sguardo sereno, e ringraziarono silenziosamente il cielo per aver loro dato la possibilità di esistere insieme. L’uno non sarebbe stato in grado di vivere senza l’altro, ed entrambi lo capivano.

Sin da quando erano bambini, nessuno era stato in grado di distinguerli, perché l’uno era in grado di imitare perfettamente le azioni e le espressioni dell’altro. Quindi, quando si accorgevano che qualcuno aveva notato una caratteristica che li contraddistingueva, l’ora se la scambiavano con la stessa facilità con cui si cambiavano i vestiti il mattini. Anche se erano completamente diversi, non c’era dubbio in quel senso, erano anche totalmente uguali, quando erano insieme, Fred completava George ed il contrario. Erano complementari. Ed erano sicuri al cento percento che se uno fosse morto, l’altro l’avrebbe seguito anche nella morte, nulla avrebbe potuto separarli.

- George, muoviti, il treno non aspetterà te!- urlò ancora Molly spingendo in macchina il figlio. Il ragazzo sorrise maliziosamente.

- Sono Fred!- esclamò sparendo dentro l’auto accanto a suo fratello. Ron entrò dopo Fred, ma nell’entrare sbatté la testa contro la portiera della macchina, era un rituale che si ripeteva ogni anno, se Ron non prendeva quella botta, l’anno poteva dirsi uno pessimo. Fred e George scoppiarono a ridere nel vedere il fratello minore dolorante accanto a loro.

Nel giro di un’ora erano ormai all’interno del caos del binario 9 e ¾ . C’erano studenti ovunque, insieme ai genitori che si scambiavano gli ultimi baci prima di partire ed iniziare un nuovo anno, nella scuola di magia più famosa nel mondo. Molly Weasley aveva un rituale da seguire, e lo eseguiva ogni anno. Dal suo primo figlio, Charlie, fino a Ginny. Consisteva nel fare raccomandazioni a ciascuno dei suoi figli e stampare un bacio a ciascuno su entrambe le guance. Ma allora, stranamente quello non avvenne.

- Ragazzi, ho un impegno, buon anno – iniziò Molly – Ci vedremo a Natale.- congedò i figli con quelle semplici e veloci parole. Immediatamente i ragazzi Weasley non si soffermarono a pensare a quel particolare e non le rivolsero molta attenzione, occupati a cercare con lo sguardo i loro vecchi amici.

Ron da lontano scorse le figure di Harry ed Hermione, e li andò incontro. Ginny era sparita al seguito di una ragazza che probabilmente rispondeva al nome di Carla Virgili. Fred e George dal canto loro, si imbatterono negli eleganti lineamenti di Blaise Zabini che si era piazzato davanti a loro in cerca di George. Li aveva guardati entrambi da capo a piedi ed aveva inarcato un sopracciglio alla Serpeverde, non era riuscito a distinguerli, quindi si era rassegnato a porgere l’usuale domanda:

- Chi di voi è George?- nel porla ovviamente, Blaise aveva conservato la sua altezzosità. I due si guardarono e Fred sospirò. George fece un passo avanti e se ne andò insieme a Zabini, dopo aver augurato al gemello un buon viaggio con la promessa di rivedersi ad Hogwarts.

Dannato Zabini, si ritrovò a pensare Fred camminando solo attraverso uno dei vagoni del treno. Gli avevano rivolto centinaia di sguardi sorpresi, era infatti la prima volta che vedevano uno dei gemelli Weasley senza l’altro. Arrivò all’ultimo vagone del treno. Non era riuscito a trovare un posto libero, tutta colpa dei ragazzini di prima che si erano appropriati dei posti suo e di George. Sospirò tirando la porta dell’ultimo scompartimento del treno.

Allargò gli occhi quando vide Hermione Granger seduta in un angolo accanto alla finestra. La luce era fievole all’interno, e i posti accanto a lei vuoti. Chissà dov’erano Harry e Ron. Hermione in quel momento lo guardò. Fred sostenne il suo sguardo.

- George?- Non l’aveva riconosciuto. Meglio così!

Il rosso Weasley si passò una mano nei capelli imbarazzato. Hermione gli sorrise dolcemente, ed abbassò il suo libro.

- Ehm..- fece Fred entrando all’interno dello scomparto, senza smettere di guardare gli occhi dorati della Grifondoro. – Sono liberi?- Hermione guardò i posti che il ragazzo indicò con il dito e poi tornò a guardarlo con lo stesso sorriso che non aveva abbandonato il suo volto.

- Certo, - gli rispose – Harry e Ron sono nel vagone ristorante, ma dubito che torneranno presto.- chissà se gli aveva letto nel pensiero. Non c’era da stupirsi se lei fosse stata in grado di farlo, essendo in assoluto la migliore studentessa di Hogwarts. Forse ne sapeva anche più di lui, che era due anni più grande di lei.

- Grazie.- Fred si accomodò nella poltrona di fronte a lei. Guardandola, Fred ripensò alla conversazione che aveva avuto con Ron il giorno prima. Aveva affermato di amare quella ragazza.

come poteva non amarla?

L’osservò attentamente, anche dopo che lei separò il suo sguardo da quello di lui per tornare a leggere il tomo che stringeva nelle mani.

è bellissima…

Aveva i capelli mossi e le si erano allungati parecchio dopo quel estate. Dovevano essere morbidissimi, così vaporosi e puliti. Senza accorgersene aveva allungato la mano alla ricerca del contatto con la seta dei capelli di Hermione. Lei continuava a leggere, non l’aveva notato. Lui ritirò la mano. Per un attimo aveva perso il controllo del suo corpo. Per fortuna lei non l’aveva visto. Come avrebbe spiegato, altrimenti quel gesto? E che gli era preso poi? Decisamente negli ultimi tempi non ci stava con la testa. Probabilmente la causa era il troppo fumo. Oppure era la qualità del suo fumo. Lo aveva capito subito che Zabini non era degno della sua fiducia. Magari erano sigarette avvelenate, da uno come Blaise Zabini, c’era da aspettarselo. Eppure aveva accettato le sue sigarette. Portò una mano nella tasca interna della sua giaccia e ne estrasse il pacchetto sciupato delle sigarette di Zabini. Ne aveva bisogno. In quel momento Hermione alzò gli occhi nella sua direzione, lui la incontrò con lo sguardo. Passarono svariati secondi prima che lei decidesse di prendere la parola.

- Fumi?- domanda retorica di cui lei conosceva già la risposta. Fred tirò fuori una sigaretta dal pacchetto e la guardò.

- A volte.- rispose. Lei chiuse il libro e lo appoggiò al tavolino vicino alla finestra. Incrociò le braccia al seno e gli rivolse uno sguardo esauriente. Sapeva che lui stava mentendo, e lui si chiese come avesse fatto a capirlo, era un ottimo mentitore, così bravo che nemmeno Molly Weasley era in grado di distinguere la verità dalla bugia.

- Non offri?- quella domanda lo lasciò a bocca aperta a guardarla, non si sarebbe mai aspettato una richiesta del genere, da lei. La studentessa perfetta, la ragazza ideale, fumava?

- Oh,- fece Fred – sc -scusami credevo tu non fumassi.- allungò una mano verso di lei con un sigaretta tra le dita. Lei la prese, le loro dita si toccarono lievemente, in un contatto appena percettibile, che tuttavia gli provocò un brivido.

- Non fumo sempre.- Fred la guardò interrogativo – solo prima degli esami.- gli sorrise dolcemente. Fred tirò fuori la bacchetta e le accese la sigaretta. Non era sicuro che si potesse fumare all’interno del treno, ma era nervoso, e visto che lo faceva anche Hermione, si chiese per quale motivo dovesse tirarsi indietro.

- Dov’è Fred?- chiese d’un tratto la ragazza. Fred s’incupì, quella domanda lo colpiva direttamente al cuore. George era con Zabini. Sorrise tristemente.

- E’ insieme a Zabini. – Hermione si chiese cosa ci facesse Fred, Grifondoro convinto, con Zabini, Serpeverde fino al midollo. Non osò domandarglielo dopo aver visto il suo sguardo triste. Era stano stare in quello scompartimento insieme a lui. L’aveva sempre visto uno dei famosi gemelli Weasley, non si era mai soffermata a pensarlo senza il fratello accanto. Erano infatti rare le volte che i due si separavano. Ma evidentemente le cose cambiano, come sempre.

- Ho visto Angelina, - riprese in mano il libro – prima, - fece un’altra pausa per vedere se lui le aveva assicurato la sua attenzione. – Lo stava cercando.-

Fred sospirò pesantemente. Angelina, era vero. Dopo il ballo del Ceppo, sicuramente si era illusa su un’eventuale nascita di una relazione.

- Già, devo dirglielo, quando lo vedrò. – Hermione chinò il capo. Fred si girò verso la finestra. Piccoli e candidi fiocchi di neve cadevano dal cielo e regalavano un’atmosfera romantica. La luce aveva abbandonato il loro cielo lasciando che l’oscurità prendesse il suo posto.

La luce in quello scompartimento era soffusa ed i loro volti erano illuminati appena. Eppure, quella luce regalava ad entrambi una dolcezza unica. Hermione alzò lo sguardo verso Fred, il suo profilo era perfetto. I capelli rossi ricadevano sulle guance e gli coprivano parte del volto, lasciando però scoperti gli occhi castani, che apparivano dorati. Forse molto somiglianti ai suoi, si disse, a anche a loro modo diversi. Chiuse e riaprì gli occhi, voleva sincerarsi che quello che avesse davanti non fosse un angelo. Lui teneva in mano la sigaretta dalla quale ogni tanto prendeva delle boccate. Il fumo si disperdeva nella sala, creando cerchi ed onde che assomigliavano molto a figure. Delineò un sorriso. Che subito si spense quando scorse la figura che stava delineando il fumo di Fred. Era, il teschio. Il simbolo dei Mangiamorte. lo stemma di Voldemort. Un attimo e sparì. Hermione era terrorizzata. Non poteva aver visto quello. Era totalmente impossibile! Guardò in basso, e si accorse di avere gli occhi bagnati. Rammento l'esperienza dell'anno passato, a quel torneo mondiale di Quidditch. Le lacrime premevano e volevano sommergere i suoi occhi dorati.Lei però non era d’accordo, se li asciugò meglio che poteva. Poi rivolse un’occhiata a Fred, non si era accorto di nulla. Meglio così. Non poteva essere una premonizione o un segno. No, lei sapeva di essere negata per la divinazione. Lo dimostrava il fatto di non poter vedere nulla nella sfera di cristallo.

Doveva ricomporsi, quasi certamente quel teschio se lo era immaginato. Era sicuramente colpa della mancanza di sonno, l’insonnia che la perseguitava. La stanchezza. Nient’altro. Infatti, non c’era più. Prese una profonda boccata dalla sigaretta e chiuse gli occhi. Fred notò il suo malessere e si alzò in piedi, per poi inginocchiarsi davanti a lei. Le poggiò una mano sul ginocchio e la guardò.

Hermione sussultò, non si era accorta di quel movimento. Lui le era davanti che la guardava con apprensione. Possibile che l’atmosfera presente in quella cabina li avesse condizionati tanto? Tanto da aver dimenticato il mondo esterno? Fred, ne era convinta, non avrebbe mai fatto un’azione tanto avventata. Non che loro non si conoscessero, ma avevano comunque poca confidenza tra di loro. Le volte che si erano parlati, erano facilmente elencabili sulle mani.

- Stai bene?- le chiese sottovoce. Hermione dischiuse le labbra per parlare. Non era sicura della risposta. Ma sicuramente non gli avrebbe raccontato cosa aveva visto. Non voleva allarmarlo inutilmente.

- si – Fred assottigliò gli occhi per cercare di capire se lei mentisse o No. Non riusciva a dirlo, la conosceva troppo superficialmente. Le era sembrata turbata per qualcosa, ma non se la sentiva di costringerla a parlare. Non era il caso.

Angelina, doveva parlare con lei una volta che fosse giunto ad Hogwarts. Si alzò e le rivolse un ultimo sguardo. Lei lo ricambiò. L’oro si confuse con l’oro. I loro occhi si mischiarono in un turbinio di emozioni, che nessuno dei due avrebbe mai ammesso di aver vissuto in quel momento. L’uno era attratto dall’altra. Ma entrambi si convinsero che i loro fossero sentimenti sbagliati, da nascondere. E poi, pensò Fred, Ron l’amava.

- Eh, - cominciò Fred, Hermione spense la sua sigaretta ormai consumata in un fazzoletto di carta. – Devo andare, è stato un piacere.- Aprì la porta e la ne uscì, ma non senza prima averle rivolto un’ultima occhiata. Non incontrò il suo sguardo, lei era di nuovo immersa nei suoi pensieri, guardava la neve cadere fuori dal finestrino.

- Arrivederci, Fred.-

***

Ciao a tutti quanti, è la prima volta che mi cimento in una fan fiction con protagonisti Fred ed Hermione, spero in ogni caso che questa fanfic vi piaccia, che lasciate commenti... e che continuerete a seguirla! prometto di migliorare il mio modo di scrivere, che ammetto non è dei migliori.. ^^

sempre vostra, Alexis!

  
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