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Autore: Ladypotter97    17/07/2013    2 recensioni
Ciao a tutti, questa è in assoluto la mia prima fanfiction. Allora come dice il titolo, la storia è ambientata dopo la fine di "Città delle anime perdute", però io mi concentrerò su Alec, personaggio che è stato, a mio parere, poco alanizzato dal punto di vista caratteriale. Chi ha letto il libro sa bene che Magnus ha lasciato il cacciatore, nonostante avesse detto di amarlo ancora. Per Alec ci sono ancora speranze? Riuscirà a rompere l'armatura che lo isola dal resto del mondo? Naturalmente parlerò anche degli altri personaggi pensando a cosa potrebbe succedere, perchè il finale dell'ultimo libro rimane sospeso con una frase che può preannunciare qualsiasi cosa. Sebastian si sta muovendo, sta arrivando ...
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Jace Lightwood, Magnus Bane
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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caccia

Caccia

-Alec sei pronto?- Izzy bussò delicatamente alla porta con le nocche. Il ragazzo si mise l’arco in spalla, la pelle ancora bruciava per via delle rune che si era appena inciso.

-Si, ancora un secondo- mise lo stilo nella tasca interna della giacca, ricontrollò di aver preso le spade angeliche, che erano state fissate ben salde alla cinta, si mise i guanti di pelle e uscì.

La sorella lo stava aspettando davanti alla porta, anche lei era in tenuta di combattimento, i lunghi capelli neri erano raccolti in una coda, le rune le percorrevano la pelle come edera, e la frusta dorata girava intorno al suo braccio. Negli ultimi mesi non si erano quasi mai parlati, tutti e due erano troppo occupati dai loro problemi personali per occuparsi dell’altro.

Però lei è mia sorella e la proteggerò sempre

Dopo che Magnus l’aveva lasciato, Izzy e Jace erano andati a caccia da soli. Quando l’aveva scoperto Alec si era reso conto di quanto i suoi sentimenti lo stavano rendendo debole, così aveva deciso che sarebbe andato con loro. Uccidere demoni forse gli avrebbe tenuto la mente occupata per un po’, e poi non se la sentiva di lasciare quei due spericolati da soli, avevano bisogno di lui.

Non si dissero niente mentre camminavano per i lunghi corridoi dell’Istituto, la sorella stava a pochi passi di distanza da lui e gli dava le spalle, quando scese il primo scalino dell’imponente scala che portava all’atrio si girò interrompendo il loro silenzio imbarazzato

-Jace ci sta aspettando giù- disse la ragazza – Pensa di aver trovato alcuni demoni al deposito qui vicino-

-Pensa?- Alec conosceva fin troppo bene il suo parabatai dal sapere che non era molto saggio fidarsi delle sue supposizioni.  La sorella si mise a ridere mentre scendeva le scale a due a due

-Finalmente Lightwood! Non ce la facevo più ad aspettare- Jace li stava aspettando davanti alla porta d’ingresso a braccia conserte per rendere più evidente il suo disappunto.

- Che c’è vai di fretta?- lo rimbeccò Isabelle

- I demoni non aspettano, sapete bene quanto me che si spostano in fretta dopo che hanno ucciso due o tre persone- Jace diventava immediatamente serio quando stabilivano il piano di attacco

- Come fai a sapere che hanno già ucciso?- gli chiese Alec, il ragazzo ancora non aveva sceso gli ultimi gradini , Jace gli sorrise, soddisfatto che gli avesse posto quella domanda

- Naturalmente ho origliato tua madre che ne parlava- rispose soddisfatto, Izzy alzò gli occhi al cielo

-Dobbiamo entrare nell’edificio di soppiatto, abbiamo bisogno di poter contare sull’effetto sorpresa se sono più di noi- ragionò Alec – Nel deposito ci saranno sicuramente scatoloni e altre cose che ci possono nascondere. Se superano la ventina ritorniamo indietro con i rinforzi. Sono stato chiaro?-

- Da quando sei diventato il leader della squadra?- gli chiese Jace

- Da quando ho deciso che non porterete più a termine alcun piano suicida- fece una pausa guardandoli: Jace ancora aveva un’espressione contrariata mentre sua sorella stava annuendo, vedendo quei grandi occhi neri prese forza e continuò  –Non voglio perdere anche voi-

-E va bene! Andiamo a spiare i demoni come una stupida liceale innamorata- esclamò Jace, i due ragazzi lo guardarono perplessi – Che c’è? Lo ripete sempre il mondano!-

- Simon non è un mondano! E’ un vampiro, che ti ha salvato la vita parecchie volte-  ribatté Izzy

- E tutte le volte che IO gli ho salvato la vita?- Jace si stava indicando indignato, la ragazza stava per rispondergli per le rime quando Alec li fermò

-Se non vi state un attimo zitti tutti i demoni nell’arco di un chilometro sapranno che stiamo arrivando!- 

Jace sbuffò e prese la giacca di pelle nera dall’appendiabiti. Quando aprì la porta, una folata di vento freddo entrò nell’edificio facendoli rabbrividire. Fuori la pioggia stava scrosciando sui marciapiedi e i mondani correvano per cercare di non bagnarsi, in lontananza si sentiva il rimbombo dei tuoni, Alec si tirò il cappuccio sopra la testa

- Pronti?- chiese ai due ragazzi

-Certo! Non ci faremo fermare da un po’ di pioggia- disse Jace con un ghigno

E’ questo il problema. Pensiamo che niente ci possa fermare avrebbe voluto dire Alec, ma si limitò a seguire gli altri che scivolavano accanto ai mondani come ombre, invisibili ma indispensabili.

 

Ci misero poco tempo a raggiungere il malinconico deposito che sembrava essere stato abbandonato da secoli, le porte erano socchiuse e le catene arrugginite ,che avrebbero dovuto tenerle chiuse, stavano abbandonate poco più in là. Nell’aria oltre all’odore dell’asfalto bagnato, Alec potè sentire quello dei demoni

-Entriamo dalla finestra- sussurrò ai due ragazzi che gli camminavano accanto vigili con le spade già in pugno –Là- indicò una finestra che era andata a pezzi.

Grazie al loro addestramento fu facile penetrare nell’edificio, subito furono investiti dal tanfo di morte che i demoni si portavano dietro. Sembrava che Jace avesse avuto ragione, non c’era solo un mostro lì dentro, si nascosero dietro uno scatolone e rimasero ad aspettare.

Ad Alec si ghiacciò il sangue nelle vene quando sentì i demoni parlare tra loro, la loro lingua era un insieme di suoni gracchianti e  gutturali. L’unico speranza che avevano era l’effetto sorpresa, così lentamente cercò di avvicinarsi per vedere quanti erano. Nel buio il ragazzo poté individuare circa una decina di demoni che si stavano litigando i resti di un mondano, lo stomaco di Alec fece una capriola, deglutì e iniziò a contare i suoi respiri per cercare di calmarsi, strinse più forte la sua spada angelica. Ogni passo che faceva tutto diventava più vivido, poteva vedere le scaglie che ricoprivano il corpo delle creature, mise la mano in tasca e estrasse una piccola sfera con sopra disegnata una runa, passò il pollice sul simbolo, poi la lanciò verso il gruppo di demoni. Quando toccò terra sprigionò una nube di vapore, i demoni infuriati iniziarono ad urlare imprecazioni coprendosi gli occhi con le mani artigliate

-Samel- sussurrò il ragazzo e la sua spada angelica prese forma sprigionando un aura di energia che diede forza al cacciatore.

La caccia era iniziata.

 

Nota dell’autrice: salve a tutti! Per prima cosa vorrei davvero scusarmi per la mia assenza negli ultimi giorni, ma non ho avuto internet in vacanza. Ho deciso di interrompere il capitolo perché avevo paura che diventasse troppo lungo. Per le fan del Malec posso fare un piccolo spoiler, se così lo vogliamo chiamare :

-Sono disposto a tutto per aiutarla!-

   
 
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