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Autore: Ankin_    29/01/2008    3 recensioni
" Anche se alla gente più conservatrice di Konoha sembrava strano che Uzumaki Naruto avesse degli amici, dei grandi amici che nonostante ora sapessero chi era lui realmente rimanevano al suo fianco, assieme a lui, prendendosene cura e organizzando una grande festa di compleanno, di cui l’innocente biondo non aveva il benché minimo sospetto, ovviamente, pur avendo l’Uchiha appiccicato tutto il giorno e a Tsunade urlando che quel ragazzo doveva essere rinchiuso da un’altra parte e non in una casa che i due condividevano…Che importava?" traduzione; attenzione spoilers e personaggi di Naruto Shippuden
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Naruto se removió incomodo, intentando ocultarse de luz que se filtraba por la ventana¿Acaso anoche no se acordó de bajar las persianas o correr las cortinas

Un sentimento, un pranzo, un’amicizia

 

 

 

Naruto si rigirò incomodo, cercando di nascondersi dalla luce che filtrava dalla finestra. Per caso la sera precedente si era dimenticato di abbassare la persiana o di chiudere le tende? Si alzò di scatto, la notte prima...l’ultima cosa che ricordava era Sasuke che gli sorrideva con un bicchierino di saké in mano e lui che gli serviva l’alcolico.

Che diavolo era successo dopo? E come era arrivato in camera sua? E perchè nessuno aveva chiuso le persiane? Scosse la testa e si mise in piedi in un balzo, pronto per andare in bagno a rinfrescarsi la faccia; magari quello gli avrebbe rischiarato le idee, dopo si sarebbe preso una pastiglia per il mal di testa che lo stava uccidendo e una tazza di caldo ramen. Si sarebbe preoccupato più tradi di ricordare qualcosa.

Quale sorpresa fu la sua, quando, all’aprire la porta del bagno, incontrò l’Uchiha sotto il getto d’acqua, con la tendina non tirata e completamente nudo, anche se ciò permetteva di vedere un piccolo ematoma sulla coscia sinistra. Chiedendosi internamente perché l’Uchiha si era fatto male, non si rese conto che il soggetto in questione si era girato verso di lui.

- Ti senti meglio?- chiese senza metter riparo al modo in cui il biondo lo guardava.

- Buongiorno – rispose l’altro chiudendo la porta del bagno e camminando verso il lavabo.

- Buongiorno...- rispose guardandolo stranito- per caso ti senti ancora male?- chiese chiudendo il getto d’acqua.

- Mi fa male la testa…- rispose stavolta aprendo il rubinetto d’acqua fredda.

L’Uchiha inarcò le sopracciglia in un’espressione di superiorità .

- Non mi sorprende, ieri hai bevuto più di quattro bottiglie di saké, be’, in effetti, ne abbiamo bevute dieci, ma tu solo ne hai bevute quattro – rispose raccattando lo shampoo senza guardare l’espressione di spavento che illuminava il viso del biondo.

- Ho fatto qualcosa di strano dopo?- chiese.

- Ecco… abbiamo, io non mi sono ubriacato ero un po' brillo, così siamo finiti a cantare col karaoke e dopo ci siamo divertiti a giocare nel parco giochi, anche se non siamo stati i soli, Kakashi, Yamato, Iruka, Kiba, Kankurou e Chouji anche loro erano su di giri… anche se la festa è finita quando Kankuro e Chouji hanno rotto un’altalena. I vicini sono usciti a protestare, lanciandoci oggetti vari; una donna mi ha lanciato una padella e mi ha colpito la coscia, come puoi vedere…- disse toccandosi leggermente la parte lesa- dopodichè siamo tornati a casa, correndo, ma risulta che l’aver corso così di fretta ti ha steso e così hai vomitato all’ingresso, dopo che hai finito "signor fontana", ti ho messo a letto e non ti sei svegliato fino a stamattina.- in quel momento raccatto anche il gel da corpo- tra l’altro, i regali te li daranno questo pomeriggio, te li avremmo dati ieri, ma…tutti erano ubriachi, incluso te -

- E perché tu non ti sei ubriacato?- chiese asciugandosi il viso

- Ho bevuto... ma non abbastanza da perdere il senno, anche se in realtà era quello che volevo…- dopo essersi insaponato, Sasuke cominciò a sciacquarsi.

- Senti...hai parlato più di qualunque altro giorno da quando ti conosco- disse Naruto, lasciando l’asciugamano appeso e aprendo la porta del bagno.

- Magari sono ancora un po’ brillo-

- Sarà per quello-

Naruto chiuse la porta lasciando l’Uchiha e i suoi pensieri dentro il bagno, anche se, non appena lo fece, si ricordò vagamente di qualcosa, calore, un leggero sfarfallio, piacere e tocco lieve di pelle sulle sue labbra, e quella pelle aveva un proprietario, era colui che aveva appena lasciato in bagno.

In quel momento non lo aveva notato, ma l’Uchiha aveva un cerotto sulla spalla. Per caso lo aveva colpito pure lì la padella? Sperava fosse quello.

 -Sasuke - aprì la porta all’improvviso e puntò gli occhi in quelli neri di lui, che adesso lo guardavano attentamente- ieri ti ho baciato, morso, e stretto, o qualcosa di simile? – chiese senza inibizioni; tanto valeva essere diretti e sinceri, che indiretti e bugiardi.

- Hai fatto tutte e tre le cose- prese un asciugamano e se lo cinse sui fianchi.- mi hai baciato la fronte, il naso, le guance e il mento, mi hai morso il collo, le spalle e le orecchie e mi hai abbracciato per tutto il cammino verso casa- rispose asciugandosi i capelli con un altro asciugamano.

- Il fatto che ho vomitato…

- Era una bugia, né abbiamo corso, né hai vomitato - fece una pausa- credevo che, se ti avessi raccontato la verità, non mi avresti creduto - rispose guardandolo intensamente di nuovo.

- Voglio la verità - rispose.

 - Bene...andiamo sul divano...- disse camminando verso di lui.

- Perché?- chiese irrigidendosi un po’.

- Non voglio parlare in bagno.

- Va bene-

Il tragitto dal bagno al salotto gli sembrò eterno; era sicuro fossero solo a due passi, però…lo stesso gli sembrò eterno.

- Rilassati, non hai fatto nulla di male- sentendo il nervosismo del minore.

- Baciarti, morderti e stringerti non sono ragioni sufficienti come per sentirmi male e teso?- chiese

- Quello infastidito dovrei essere io, non tu - si volse a fronteggiarlo, stando in piedi ad un metro dal divano.- e non lo sono, perciò rilassati -

- Perchè non sei infastidito?-

- Perchè non mi ha dato fastidio che tu facessi quello, mi avrebbe infastidito se lo avesse fato qualcun altro, ma non tu, sei mio amico, non vedo perché dovrei sentirmi male se tu mi baci, mi mordi, o mi abbracci -

 -Sasuke…-

- Preferirei non dicessi quello che stai per dire- rispose guardandolo un po’ spaventato; forse aveva parlato troppo, anche se era stato sincero. In nessuno momento in cui Naruto si era comportato così, si era sentito infastidito. Assolutamente.

- Dimmi, che cos’è che abbiamo fatto dopo che ti hanno lanciato una padella -

- Abbiamo deciso…- Sasuke si sedette sul divano- che la festa era finita, cosicché ciascuno se n’è tornato a casa, allora ti sei avvinghiato a me come una ventosa.

Naruto si mosse scomodo sul divano. Da quando l’Uchiha era tornato non era stato capace di avvicinarglisi molto e risulta che da ubriaco gli si era avventato addosso. Chissà era vero. Era tantissima la voglia di tornare a vederlo.

-E…?- chiese timoroso.

Per qualche ragione l’Uchiha non rispose. Per caso se avesse parlato si sarebbe tradito come prima? Neppure lui lo sapeva, perciò decise di fare orecchie da mercante.

- Niente, ti ho messo a letto e ti sei addormentato- rispose semplicemente fissando un vaso che aveva di fronte, con lo sguardo perso.

-Però…- in quel momento, il campanello suonò, lasciando Naruto con le parole in bocca.

Sasuke si volse verso la porta, di nuovo quel suono stridente e persistente. Mostrando la sua tipica espressione d’indifferenza, nascose un sospiro di sollievo (che fece internamente). In quel momento il campanello rimbombò sul suo timpano. 

- Vado ad aprire-  mugugnò l’Uchiha alzandosi.

Naruto non lo guardò né male né bene, forse a furia di stare con l’Uchiha aveva imparato a dimostrare indifferenza quando voleva frenare un emozione forte o semplicemente lo stesso odio che sentiva in quel momento, non gli lasciava mostrare emozione alcuna

Sasuke, dal canto suo, aprì la porta mentre avvertiva lo sguardo gelido del biondo sul collo. Perchè si era arrabbiato così? Pensò che neppure lo stesso Naruto lo sapeva.

Era Sai.

- E tu cosa vuoi?- sbottò camminando improvvisamente verso la cucina a cercare dell’acqua. Quel giorno era tutto il tempo che parlava e questo gli causava una secchezza permanente in gola.

- Sono venuto a dirvi che alla fine ci siamo messi d’accordo per le cinque, porteremo salatini, rinfreschi e cose del genere...- disse entrando e appendendo la giacca che indossava all’attaccapanni.

- Niente alcool- replicò Naruto dal divano, dove Sai si avvicinava con un sorrisetto.

-Tranquillo, visto quel che è successo ieri abbiamo deciso di non toccare nuovamente l’alcool, soprattutto il professore della accademia, Iruka, che ha detto che non aveva mai avuto un mal di testa tanto persistente e fastidioso come quello di stamattina- ampliò il solito sorriso falso che era solito mostrare, anche se già sembrava avere un tocco di sincerità.

Naruto lo guardò di sottecchi e di sottecchi guardò come l’Uchiha, (che si stava bevendo la bottiglia intera a sorsate) guardava male Sai, naturale, lui ancora non aveva digerito il fatto che lo avessero sostituito. Lui poteva pure andarsene, ma il suo posto sarebbe dovuto rimanere vuoto e nessuno, ma assolutamente nessuno, lo poteva occupare, o almeno quella era la conclusione a cui era giunto Naruto.

- Bene, qualcuno può offrirmi dell’acqua? Sono assetato…- disse il ragazzo con un altro sorriso, stavolta, rivolta in particolare all’Uchiha.

 - Mi dispiace è finita- disse mostrandogli la bottiglia vuota.

Naruto sospirò rassegnato, l’Uchiha si era bevuto la bottiglia di un litro e mezzo da solo, se perlomeno avesse detto che il parlare comportava tante conseguenze...ed eccole lì, un abbuffata d’acqua, anche se quantomeno quello era sano.

- Peccato...e qualcosa da bere?- disse tralasciando di sorridere, seppur continuando a parlare con quel tono che faceva tanto arrabbiare l’Uchiha.

Naruto, temendo la risposta di Sasuke, prese l’iniziativa.

- Ci sono altre bottiglie d’acqua nella dispensa, vado a prenderne una - detto ciò si alzò e andò verso la piccola dispensa dove mettevano la spesa.

- Sembra che tu avessi sete, vero Sasuke-kun?- chiese innocentemente Sai.

- Per te solo Sasuke- lo corresse, afferrando una pentola da sotto una mensola.

- Cosa intendi cucinare, Sasuke-san?- chiese alzandosi con l’intenzione di aiutarlo.

- Ramen- rispose seccamente mettendo la pentola sotto il rubinetto dell’acqua.

- Posso rimanere a pranzo?- chiese vedendo come la pentola si riempiva d’acqua.

Quello lasciò Sasuke  di ghiaccio, che rompiscatole…

-         Certo a Sasuke non gli importerà cucinare per uno in più, vero?- rispose Naruto con una caraffa in mano ed esibendo un sorriso sinistro all’Uchiha, dietro uno totalmente sincero.

Sai, ovviamente, non sembrò accorgersi di questo. In quanto a emozioni vinceva ancora lui, Sasuke almeno sapeva trarre le conclusioni nascoste dietro un sorriso, un occhiolino, una lieve carezza (alle quali ultimamente era più che abituato con i continui assalti di Karin per portarselo a letto, cosa che causava una tremenda e forte discussione con Ino e più tardi con Sakura, che finiva sempre con Juugo proteggendo la rossa e Tenten e Hinata le altre due: un assoluto spettacolo)

- No, naturalmente…- sussurrò lasciando la pentola sul fornello con rabbia repressa.

- E’ sicuro che Sasuke cucina bene?- chiese Sai vedendo come il menzionato si accingeva a preparare la colazione.

 - Oh, rimarresti sorpreso di quello che è in grado di fare...- replicò il biondo fissando le spalle del moro.

- Vediamo- disse felicemente sedendosi su uno sgabello del bancone che separava la cucina dal soggiorno.

- Si, vediamo come gli viene oggi…- anche Naruto si sedette al bancone ad aspettare.

- Sentite, se volete mangiare vi conviene aiutarmi, anche solo a tagliare gli ingredienti- disse lasciando loro una ciotola con gli ingredienti da tagliare.

Naruto e Sai si guardarono sorpresi tra loro; sembrava proprio che il pasto non sarebbe risultato gratis.

- Certo, vado a cambiarmi, e tu Naruto dovresti fare lo stesso.- lo ammonì l’Uchiha.

Fu allora quando il biondo si rese conto: l’Uchiha era ancora nudo a parte uno striminzito asciugamano che mostrava più che coprire e lui era ancora in pigiama. Che bel panaroma aveva avuto Sai all’entrare.

- Dovrei vigilare che la pasta non bruci, no?- chiese Sai.

- Non, “dovresti”, “devi”- ribattè l’Uchiha chiudendo la porta  di camera sua di botto.

- Torno subito- disse il biondo andando a cambiarsi pure lui.

E pensare che Sai era venuto con l’intenzione di scroccare un pasto, oltre che ad avvisarli, dato che lui non aveva voglia di cucinare…

Due minuti più tardi  l’Uchiha e l’Uzumaki uscirono dalle rispettive stanze cambiati e completamente ripuliti.

- Ti conviene che la pasta non si sia bruciata- avvertì l’Uchiha cammiando verso i fornelli.

- E’ in perfette condizioni, non ha assolutamente sentito la mancanza delle tue atttenzioni- rispose l’altro tagliando la carne a pezzettini.

- Bene, anch’io...- disse Naruto, arrotolandosi le maniche sui gomiti proprio quando il campanello iniziò a suonare.

- Di nuovo? E adesso chi sarà? – disse più a se stesso che rivolto agli altri due interlocutori.

- Se è un’altra persona che viene a mangiare, non magia, perchè non ho fatto tante porzioni- si lamentò l’Uchiha mentre Sai rideva leggermente di lui, soprattutto del grembiule aracione che indossava, anche se lui non doveva ridere troppo dal momento che indossava un’altro grembiule colore arancia- butano.

- Ciao Naruto, avevo pensato che potremmo mangiare tutti e tre insieme, così rimango e vi aiuto a prepare tutto per questo pomeriggio …- si udì la voce di Sakura sulla soglia.- Ho portato appunto da mangiare, spero che non abbiate già incominciato a cucinare...- aggiunse.

- In effetti...stavamo già preparando del ramen....e anche Sai rimane a mangiare...- rispose Naruto lasciando entrare la ragazza.

- Ma va…-  all’improvviso Sakura comparve nel soggiorno-cucina e fece una faccia strana.

Sasuke con un grembiule dalle tonalità arancioni e Sai con un grembiule arancione-butano, i due cucinando, ma ciò che di più la colpì fu Sasuke, lì tutto modesto davanti ai fornelli … scosse il capo con forza. Quello sembrava quasi un sogno, tre uomini attraenti, con grembiule, assieme e cucinando. Definitivamente era un sogno.

- Vuoi qualcosa da bere nel frattempo, Sakura-chan?- sentì che gli chiedeva Naruto.

La ragazza tornò alla realtà in un istante.

- Sì, della Coca-cola  andrebbe bene…- avanzò e lasciò il vassoio col mangiare che portava sul ripiano.

- Oh!Okonamiaky!- esclamò Sai guardando il contenuto del vassoio.

- Sì, l’ho preparato io, anche se be’, mia madre mi ha aiutato...- disse mostarndo la lingua e grattandosi leggermente la nuca. – Comunque...questo è il club di cucina o qualcosa del genere?- chiese mentre Naruto le offriva la bibita.

- Potrebbe, perchè le doti culinarie di questi due sfiorano l’inesistenza: Naruto sa solo cucinare ramen e per come Sai ha pelato le patate e tagliato la carne, non è che abbia un’idea precisa di come si cucina.- rispose l’Uchiha togliendo la ciotola al biondo e al moro.

Sakura rise suavemente guardando la faccia degli offesi Naruto e Sai.

- Hai bisogno d’aiuto, Sasuke-kun?- chiese.

- Apparecchia con Naruto e Sai- disse semplicemente, mentre svuotava le ciotole nella pentola.

La ragazza assentì e si diresse verso il tavolo ad aiutare i ragazzi.

- Se volete un giorno vi do delle lezioni di iniziazione alla cucina- disse amabilmente, posando i piatti.

- Buona idea, così non dovrei sopportare Sasuke che si lamenta per il ramen o perchè deve cucinare sempre lui- rispose Naruto aiutando con le posate Sai.

- E’ pronto- disse l’Uchiha avvicnandosi con la pentola al tavolo mentre Sai portava l’Okonamiaky.

Dopo aver servito le porzioni corrispondenti, il cuoco si sedette sulla sedia accanto alla parete, proprio di fronte a Sai, che aveva al suo fianco Sakura, che rideva debolmente di Naruto, che si era scottato.

- P-perchè non mi hai avvisato che scottava?!- chiese tossendo e portandosi un bichiere d’acqua alle labbra.

- Credevo che si notava già dal vapore che c’era...- rispose con sincerità.- e pulisciti, che ti esce il brodo dal naso, bestia- lo rimproverò lanciandogli un tovagliolo in faccia.

- Teme…- gli rispoe guardandolo male.

Sakura rise. Certamente quella dose di stupida normalità era necessaria. Finalmente Naruto aveva ritrovato il sorriso e Sasuke era tornato, però...pensava che questo l’avrebbe resa ultremodo felice ma si rese conto che ciò che la rendeva davero felice era il sorriso di un certo biondo. Era quel sorriso tanto sincero che la faceva sorridere a sua volta,  e perchè continuare a negarlo, anche se litigava con Karin e Ino per Sasuke cosa che non smetteva di essere un’abitudine, a lei chi...

- Sei distante, racchia- sentì dire da Sai mentre questi le passava una mano davanti alla faccia.

- Cosa ti è stato detto riguardo i maledetti soprannomi?- sussurò alzando lentamente il pugno mentre una venetta minacciosa compariva sulla sua fronte.

Sai comprese in quell’istante che tutte le donne di quel villaggio( almeno quelle che lui conosceva) avevano un carattere da cani, be’, eccetto la dolce Hinata, che arrossiva quando guardava un certo biondo e un certo rossino la guardava. Lui ovviamente, si era reso conto di questo la notte precedente.

Da parte sua, l’Uchiha la pensava come Sakura: il sorriso di Naruto, tanto puro e sincero, dava sollievo a qualsiasi male e inoltre si impadroniva di te come una droga, ti rendeva assuefatto a lui e totalmente dipendente, per di più, le labbra di Naruto, come i suoi morsi, erano così soavi e ardenti... scosse il capo bruscamente, togliendosi quell’immagine dalla mente, che lo aveva torturato per tutta la notte e la mattina.

- Perchè siete tutti così assenti oggi?- chiese Sai prendendo un involtino di polipo dal vassoio di Sakura.

- Deve essere l’alcool di ieri...- rispose debolmente l’Uchiha bevendo un buon sorso d’acqua.

- Certo, per la baraonda che avete fatto- disse Sakura.

- Hey Sakura-chan, io ero molto ubriaco?- chiese il biondo che voleva un’altra verisone oltre a quella di Sasuke.

- Abbastanza, anche se pureSasuke-kun era ubriaco, ma non tanto come te. Invece, chi ha bevuto e non ha mostrato gli effetti dell’alcool, è stato Sai.

- Sì anch’io ricordo vagamente qualcosa del genere …- aggiunse l’Uchiha.

- Io si che non ricordo niente...- si lamentò Naruto, mettendo un piccolo broncio.

- Non che tu ti sia perso tanto, solo un bel po’ di idiozie da parte di Kakashi-sensei e Yamato…- gli rispose Sakura.

- Si, ma sicuro che era divertente oseervarli- replicò.

- Non molto, io non c’ho trovato nulla di divertente- si lamentò Sai- l’unica persona che mi ha fatto divertire sei stato tu e Sasuke cantando “ We are the champions…”-

Naruto arrossì. Lui, cantando? Sicuramente lo aveva fatto malissimo anche se...se pure Sasuke aveva cantato non si era reso ridicolo lui soltanto.

- Si, quello è stato divertente- rise Sakura.

- Lasciate perdere, ok?- sbottò Sasuke in segno di protesta; lui non voleva parlare dell’idiozia del karaoke la notte precedente.

- Uff… l’Uchiha si è arrabbiato…- disse Sai emettendo uno sbuffo a mo’ di burla.

Sasuke inchiodò con uno sguardo glaciale Sai, il quale inarcò un sopracciglio, non conoscendo ancora il significato di quello, che era: ancora una parola e ti appendo per la lingua.

- Ragazzi calmatevi- tentò Sakura- e aiutatemi a portare il dolce -

Nè Sasuke nè Sai fecero per muoversi. Ne avevano a sufficienza con il dover mantenere un combattimento alla pari di sguardi assasini.. Perchè Sai… di sguardi ancora non ne sapeva molto, faceva già fatica con i sorrisi.

- Lasciali perdere, quando Sasuke fa lo stupido in versione Sono il migliore, e se ti metti contro di me la pagherai, non c’è verso di schiodarlo... - disse Naruto alzandosi e sparecchiando.

Sakura inarcò un sopraciglio. Perchè quanto più stava vicino ai due, tanto più si rendeva conto che l’uno conosceva l’altro meglio di se stesso?

- E’ strano, non sei più chi eri solito essere Naruto - gli disse quando entrarono in cucina.

- Immagino di essere cresciuto, no?- dise sorridendo, incrociando le braccia dietro la testa e sorridendo come un tempo.

- E molto, sei perfino pià attraen ----

- Cosa c’è per dolce?- chiese Sai dal soggiorno.

- Per te latte pieno di -----.

- Sasuke- lo rimproverò leggermente Naruto.

Era risaputo da tutti che Sai eSasuke non andavno d’accordo ma, a volte, l’Uchiha esagerava.

- Già, e adesso sono io il cattivo...- susurrò lasciando il vassoio nel lavello- il vassoio te lo potrai portar via subito dopo- disse a Sakura indossando di nuovo il grembiule e tirandosi su le maniche.

- Non vuoi il dolce?- chiese sorpresa vedendo come il ragazzo si accingeva a lavare i piatti.

- Ho perso l’appetito - disse aprendo il rubinetto con una manata, che per come suonò, dovette fargli molto male.

Sakura lasciò lui e suoi pensieri e prese i piatti che Naruto aveva tolto in anticipo.

- E io cosa ho fatto all’Uchiha?- chiese innocentemente Sai, vedendo come Sasuke sfregava con forza la teglia.

- Non sai che lui è molto sensibile?- chiese Naruto.

-Sensibile? Abbandonare i suoi compagni e non voler saper niente di loro è essere sensibili? Secondo le mie letture quello è---

- Non in quel senso Sai- chiarì Sakura- intende a livello emotivo, al fatto che se lo contraddici non la prende bene o qualcosa dl genere...-

- Che tipo strano...- disse mettendo all’improvviso una cucchiaiata in bocca 

In cucina, a Sasuke gli si formò una venetta in fronte- Senti chi parla, quello che non sente nè soffre...- replicò arrabbiato.

- Be’ mi sembri più strano tu, signor blocco di ghiaccio-sensibile.-

Quando l’Uchiha stava per replicare qualcosa, Naruto parlò.

- Per un momento potreste stare zitti entrambe? Perchè deve essere sempre così? Non potreste vivere pacificamente?

- Chiedi l’impossibile Naruto…- Sakura lo guardò in modo veramnte tenero. Tentando di fargli capire che quei due non sarebbero mai stati realmente compatibili.

-Ah…- Naruto sospirò rassegnato, bel lavoro pomeriggio li aspettava.

 

 

 

NdT: chiedo scusa per il ritardo. Il mio pc era morto e ora finalmente è resuscitato. Per di più avevo perso il file tradotto e ho dovuto ricominciare da capo. L’autrice Ankin ringrazia tutti quelli che leggono e recensiscono, e io mi unisco a lei.

 

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