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Autore: NewShadow    17/07/2013    1 recensioni
Avete mai pensato a cosa sarebbe successo se Tom Riddle senior non avrebbe mai abbandonato Merope Gaunt quando questa era incinta? Ovviamente tutta la storia di Harry Potter sarebbe diversa! Bhe! se ve lo siete chiesti ecco una fan fiction che fa per voi!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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TOM E GWEN (Parte 2)

15 Ottobre 1942

Quella mattina Tom si svegliò in ritardo. Perché diamine i suoi compagni non lo avevano svegliato prima?
Si vestì di fretta e furia e scese in Sala Grande dove tutti gli studenti stavano facendo colazione. Quando fece il suo ingresso nella sala parecchie ragazze si girarono a guardarlo, dopotutto Tom Riddle era il ragazzo più affascinante della scuola e quella mattina visto che era scomposto, con i capelli ancora un po’arruffati e con mezza camicia che gli usciva dai pantaloni, le ragazze lo guardarono più maliziosamente del solito. Ma Tom, come sempre, ignorò gli sguardi delle ragazze e si diresse verso i suoi amici. Una volta giunto a destinazione si lasciò cadere sulla panca, ancora affannato dalla corsa che aveva dovuto fare, e chiese con un tono irritato a Bryan Avery –Mi spieghi perché diamine non mi hai svegliato?- - Beh! Dormivi così bene – buttò giù Bryan. Tom iniziò a fare colazione poi, insieme ai suoi compagni Serpeverde, si diresse verso l’aula di Pozioni dove avrebbero avuto la prima ora di lezione con i Grifondoro. Mentre aspettava che la porta del seminterrato si aprisse, Rodolphus Lestrange si avvicinò a lui e, indicando un punto alle spalle di Tom gli chiese – Hai visto la novità?- Tom, incuriosito, si girò e vide Gwen Bennet che si sbaciucchiava allegramente con Clark Jackson. Tom si trattenne dall’andare li e massacrare di botte Jackson, si girò verso i suoi amici e fece finta di avere un conato di vomito. A quel gesto tutti i Serpeverde scoppiarono in una fragorosa risata collettiva. Peccato che quel gesto non passò inosservata ai Grifondoro, in particolare ad una certa Grifondoro che, con il suo tono peggiore, disse -Si può sapere cosa c’è di tanto stomachevole?- I Serpeverde nell’udire quel tono minaccioso si zittirono subito e molti di essi guardarono Tom che stava ancora ridendo visto che non aveva sentito la ragazza. Quando Tom alzò la testa per scoprire perché tutti avessero smesso di ridere, si ritrovò davanti a due occhi azzurri come il cielo che lo scrutavano dall’alto in basso. A quella visione Tom impallidì e si mise in riga come tutti i suoi compagni di casa. Gwen Bennet, soddisfatta del terrore che aveva messo ai Serpeverde, tornò dai Grifondoro e si riappoggiò al muro tenendo una mano a Clark Jackson mentre riprendeva a parlare allegramente con i suoi compagni. Tom si sentì morire dentro quando vide che per tutta la lezione Gwen non faceva altro che guardare Jackson e viceversa. Quando tornò in dormitorio a fine giornata si buttò sul letto a pensare a come avrebbe fatto per conquistare la ragazza. E, dopo aver passato ore ed ore a pensare, l’unica idea che gli venne in mente fu quella di farla ingelosire. Lui avrebbe ribaltato le cose, non sarebbe più stato lui la “vittima” . Per una volta sarebbe stata lei ad essere sospesa nell’ansia.
La mattina seguente Tom si svegliò di buon umore e scese a fare colazione accompagnato dai soliti sguardi delle ammiratrici. Come sempre non ci badò molto ed appena si sedette cercò con lo sguardo Gwen e la trovò dopo pochi minuti mentre chiacchierava con alcune compagne. Tom la continuò a guardare incantato fino a quando non arrivò Jackson che si avvicinò alla fidanzata e la baciò. Tom sentì le budella torcersi a quella visione e questo fece aumentare la sua rabbia e gli fece ricordare il piano che aveva ideato per tutta la notte. Alle 7.50 si alzò per andare alle serre dove avrebbe avuto lezione di Erbologia con i Tassorosso. Finita l’ora tra piante assassine si recò insieme agli altri Serpeverde nell’aula di difesa contro le arti oscure dove li raggiunsero i Grifondoro. Quando terminò anche quella lezione Tom si avvicinò a Gwen mentre questa stava mettendo via le sue cose e disse –Ciao Bennet.- La ragazza si girò e un po’ presa alla sprovvista rispose –Oh. Ciao Riddle- Tom, felice visto che la rossa non lo aveva ancora schiantato, disse
 -Ehm… senti mi volevo scusare per quello che è successo ieri a Pozioni.-  Gwen era incredula. Da quando Tom Riddle si scusava con lei? Un po’ in imbarazzo rispose  –Oh! No. Non preoccuparti. Anzi sono io che dovrei chiederti scusa. Non volevo terrorizzarti così tanto.- A quelle parole Clark Jackson, che fino a quel momento era rimasto fermo impalato a guardare male Tom, scoppiò a ridere e disse tra una risata e l’altra –Gwen, Gwen, Gwen. La mia- e sottolineò mia-Gwen. Sempre così spiritosa e simpatica.- E dopo aver baciato Gwen sulla guancia la prese per mano e la trascinò fuori dall’aula mentre ancora rideva. Tom era rimasto solo nell’aula e sulle sue labbra comparse un ghigno malefico: tutto procedeva secondo i suoi piani.
Quel pomeriggio Tom si recò in biblioteca perchè doveva fare una ricerca per Pozioni sul “Distillato della Pace”. Era solo visto che i suoi compagni di casa erano andati agli allenamenti di Quidditch.
Dopo mezz’ora che sfogliava un certo libro prendendo appunti su una pergamena, si sentì chiamare e sobbalzò visibilmente. Quando si girò trovò una Gwen Bennet con qualche libro tra le mani che ridacchiava –Per tutti i Goblin. Bennet! Mi hai fatto prendere un colpo- non lo aveva fatto apposta, era stata una cosa istintiva quella di ripetere la frase di due anni prima. A quelle parole la ragazza smise di ridere e lo guardò con ancora un sorriso sulle labbra –Ti ho già detto che sei buffo?- il ragazzo le sorrise, e lei ricambiò il sorriso. I due giovani si guardarono per qualche secondo poi Tom disse –Allora… che ci fai in biblioteca a quest’ora?- -Potrei farti la stessa domanda- rispose la ragazza prima di allargare il sorriso. –Beh! Io sto facendo la ricerca di Lumacorno- disse Tom un po’ in imbarazzo. –Allora siamo in due!- disse Gwen che si avvicinò al ragazzo e si sedette affianco a lui. Tom la guardò contemplandola. Possibile che fosse ogni giorno più bella? –Tu su che pozione devi fare la ricerca?- chiese Gwen facendo tornare il ragazzo sulla terra. –Sul “Distillato della pace”. Tu?- - Sull’ “Elisir dell’ euforia”- rispose la ragazza appoggiandosi allo schienale della sedia mentre apriva uno dei libri che aveva appoggiato sul tavolo. – E come mai la fai ora mentre mancano ancora cinque giorni alla consegna?- -Ripeto. Potrei farti la stessa domanda- disse Gwen scrutandolo da sopra il libro. –Beh! Io non avevo nulla da fare.- si giustificò Tom, poi aggiunse subito –Mentre, a quanto pare, tu sia impegnata con un certo Clark Jackson…- Le guance della ragazza si arrossarono un po’ e Tom la guardò strabiliato. Da quando Gwen Bennet arrossisce? –Beh! Clark è in punizione e poi non metterebbe mai piede in biblioteca. Quindi… ho approfittato del momento per venire qui e buttarmi avanti con la ricerca.- disse prima di immergersi nel libro. Ma Tom non aveva più voglia di fare la ricerca ora che lei era li con lui. – Allora… come vanno le cose tra te e Jackson?- -Beh! Stiamo insieme da poco più di quarantotto ore, ma per ora bene. E tu?- -Io cosa?- chiese Tom –Sempre con tutte le ragazze che ti sbavano dietro… non dirmi che uno come te non ha una ragazza!- Esclamò divertita Gwen. Tom arrossì leggermente, e questa volta fu il turno di Gwen di rimanere stupita, poi disse –Beh… Ehm… Ecco…- Ma non riuscì a finire la frase che una ragazzina gli si scaraventò addosso e gli disse con voce emozionata ed esageratamente stridula –Ci sono io Tom! Ci sono io per te!- Tom la guardò confusa e poi un po’ incerto disse  –No! No! Guarda che io… Ehm… ho già una ragazza!- A quelle parole la ragazzina, che era del quinto anno, scoppiò a piangere poi si alzò e uscì di corsa dalla biblioteca.
Quando Tom si rialzò si trovò cinque paia di occhi che lo fissavano stralunati mentre Gwen, ancora seduta, tratteneva a fatica una risata. Tre ragazze che lo guardavano erano di Corvonero mentre le altre due erano di Tassorosso. Tom le aveva sempre viste complottare e ridacchiare ogni volta che lui passava loro davanti. Non conosceva i loro nomi, ma sapeva che erano tutte del quinto anno visto che aveva assistito al loro smistamento cinque anni prima. Poi, dopo quelle che al giovane Riddle parvero ore, una delle ragazze parlo – Tu… Tu cosa?- chiese stralunata. –Io ho… una ragazza- ripetè lui con un po’ più di sicurezza –Impossibile!- disse un’altra ragazza mentre le altre quattro annuivano – E’ impossibile che tu abbia una ragazza- Tom la guardò strabiliato e, un po’ offeso, disse –E perché mai io non dovrei avere una ragazza?- La sconosciuta abbassò la testa imbarazzata mentre le sue guance diventavano di un color rosso pomodoro. –Beh… Perché… Ehm…- -Perché ti seguiamo da settimane e tu non ti vedi con nessuna-  disse un’ altra ragazza tutto di un fiato. Tom girò di scatto la testa –Voi cosa?- quasi urlò. Nessuna delle ragazze parlò. Ormai il trambusto aveva creato la solita folla di curiosi che fino al quel momento avevano ridacchiato e sussurrato qualcosa di incomprensibile ai loro amici, ma quando la ragazza aveva confessato quello che avevano fatto e Tom le aveva urlato in faccia il silenzio era tornato a regnare più pesante di sempre. Visto che nessuna delle ragazze aveva proferito parola Tom si rialzò, si spolverò i vestiti, si risedette al tavolo e riprese a leggere il libro che aveva interrotto mentre tutti, Gwen compresa, lo guardavano. Dopo un po’ anche Gwen riprese a fare la ricerca e, poco a poco, tutti i curiosi tornarono a fare quello che stavano facendo mentre le cinque ragazze uscirono dalla biblioteca strisciando i piedi per terra. Dopo che tutti se ne furono andati Gwen chiuse di scatto il tomo che aveva in mano e chiese –Allora… chi sarebbe questa misteriosa ragazza?- Tom la guardò confuso, poi si ricordò di quello che era successo qualche minuto prima e, dopo essersi accertato più e più volte che non ci fosse nessuno che ascoltava la loro conversazione, sussurrò alla ragazza –Veramente non c’è nessuna ragazza.- Gwen lo guardò storto, ma subito dopo iniziò a ridacchiare e Tom la guardò torvo. –Cosa c’è di tanto divertente?- -No, niente… è solo che sei buffo- Me lo hai detto altre cento volte, Bennet- -Allora con questa sono centouno- Gwen gli sorrise e lui ricambiò il sorriso ed ognuno si perse negli occhi dell’altro.

Da quel giorno Tom e Gwen diventarono amici. Infatti, anche se non si vedevano spesso, qualche volta si trovavano in biblioteca per fare delle ricerche o solo per ridere e scherzare.

27 Novembre 1942   Ore: 9.35

Quella mattina nella Sala Grande c’era più trambusto del solito, infatti quella mattina si sarebbe disputata la prima partita di Quidditch dell’anno e, come ogni anno, le prime squadre che si sfidavano erano Grifondoro e Serpeverde. Tom stava tranquillamente facendo colazione affianco ad un preoccupato  Abraxas Malfoy che quel giorno avrebbe giocato la sua prima partita nella squadra di Serpeverde come cacciatore mentre Bryan Avery e Rodolphus Lestrange ridevano all’ espressione che il povero Malfoy aveva.
-Dì un po’ Tom… com’è che non ti piace giocare a Quidditch?- chiese Avery. Tom lo guardò con lo sguardo di uno che è stanco della domanda prima di rispondere –Per la millesima volta, Bryan, non amo particolarmente cavalcare una scopa- -Forse perché alla prima lezione di volo del primo anno ti sei letteralmente spiaccicato al suolo- disse una voce alle spalle del giovane Riddle che si girò trovandosi davanti un Clark Jackson nella sua divisa di Quidditch che lo fissava omicida. – Jackson! Qual buon vento!- Esclamò Tom sarcastico provocando delle risate ai suoi tre amici. Jackson aumentò il suo sguardo omicida e, senza sbattere ciglio, disse –Senti, Riddle! Non voglio perdere tempo con te quindi la farò breve: stai lontano dalla mia ragazza o…- si portò un dito al collo e mimò il gesto di tagliare la testa; poi si girò e tornò al suo tavolo dove lo aspettava il resto della squadra di Quidditch con il quale si avviò fuori dalla Sala Grande, diretti al campo da Quidditch. Tom guardò Gwen: stava ridendo con le sue amiche, non si era accorta di niente. Il giovane Riddle si rigirò verso i suoi amici che stavano ridendo a crepapelle: Malfoy imitò Jackson con una voce bassa dicendo –Stai lontano dalla mia ragazza o…- e imitò il Grifondoro mentre anche Tom si univa alle risate dei compagni. –Sai, mi ero dimenticato che alla lezione di volo del primo anno ti sei schiantato al suolo- disse Rodolphus  –Già… e non ricordarmelo- rispose cupo Tom facendo ridere nuovamente gli amici. Dopo che si fu asciugato le lacrime a causa delle troppe risate, Bryan disse –Beh! Ragazzi! Dobbiamo andare al campo a prepararci-. Rudolf annuì deciso, mentre Abraxas Malfoy impallidiva nuovamente. –Eddai Abr! Andrà tutto bene!- lo rassicurò Tom mentre il biondo si alzava a fatica e seguiva gli altri ragazzi della squadra.
Dopo che i suoi amici furono usciti dalla sala Tom si rigirò a guardare Gwen. Era bellissima, come sempre, ma cosa intendeva Jackson? Perché diceva che Tom e Gwen non dovevano essere più amici dopo un mese e mezzo che erano amici? Tom restò ancora qualche minuto a pensare a quello che Jackson gli aveva detto, poi si alzò e seguì la folla di studenti che si recavano al campo di Quidditch. Mentre camminava immerso nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivato a destinazione, allora salì sugli spalti, si sedette tra la folla verde argento e si godette la partita distraendosi dai suoi pensieri.
***
 
-ABBIAMO VINTOOOOO!- Gwen prese la rincorsa e saltò sulla schiena di Tom che, preso alla sprovvista, cadde insieme alla ragazza. –Per la barba di Merlino, Bennet! Che diamine hai nel cervello!- Per tutta risposta Gwen rise e disse –Ti ho già detto che sei buffo?- -Si! E questa è la centoduesima volta che me lo dici- La ragazza ridacchiò. –Comunque abbiamo vinto!- esclamò felice –Si, lo so! E so già quello che stai per dire- Gwen lo guardò confusa e Tom, dopo aver sospirato sonoramente, disse con la voce stridula che di solito si usa per imitare le ragazze –Clark ha preso il boccino! È stato bravissimo, non è vero? Lo hai visto Tom, è stato velocissimo, più del vostro cercatore Avery!- Gwen sorrise e diede un pugno amichevole sul braccio di Tom –Eddai! Non sono così oca!- -Infatti, tu lo sei molto di più-. La ragazza lo guardò a metà tra un irritato e un divertito e Tom scoppiò a ridere coinvolgendo subito anche Gwen. Dopo che le risate furono cessate Tom si alzò finalmente da terra ed aiutò anche Gwen ad alzarsi. Dopo i due si guardarono e Tom si perse per l’ennesima volta negli occhi cerulei della ragazza, ma subito una voce lo riportò alla realtà, e questa volta la voce non era di Gwen. Tom alzò lo sguardo verso la fonte di quella voce che proveniva dalle spalle di Gwen: un alquanto irritato Clark Jackson ancora nella sua divisa di Quidditch stava venendo incontro ai due amici con passo deciso e con i la scopa in un pugno e la bacchetta nell’altro. Quando Tom vide il rivale si ricordò di quello che era successo quella mattina a colazione e, senza esitare un momento, disse –Io… devo ehm… andare- poi si allontanò nella direzione opposta a quella di Jackson diretto alla sua sala comune senza lasciare a Gwen il tempo di dire o fare qualcosa.
Nei giorni seguenti Tom cercò in tutti i modi di evitare Gwen: cercava di andare in biblioteca negli orari in cui c’era meno gente o quando i Grifondoro avevano gli allenamenti di Quidditch, stava più tempo possibile con i suoi compagni di casata e al Lumaclub si sedeva il più lontano possibile da Gwen e Jackson. Infondo era sempre un Serpeverde e, si sa, i Serpeverde non sono conosciuti di certo per il loro coraggio.

12 Dicembre 1942    Ore: 16.15

Era un pomeriggio abbastanza freddo per essere un pomeriggio di metà inverno e i Serpeverde del settimo anno avevano appena finito l’ora di Trasfigurazione con i Corvonero. Tom Riddle era seduto sulla comoda poltrona di velluto della sala comune di Serpeverde accanto al camino, mentre Bryan e Abraxas erano sul divano e Rodolphus era steso a pancia in su sul grande tappeto. I quattro amici stavano chiacchierando del più e del meno passando da argomenti come le imminenti vacanze invernali ai M.A.G.O., dai M.A.G.O. al Quidditch, dal Quidditch a quello che avrebbero fatto una volta usciti da Hogwarts e così via. Tutto proseguì normalmente fino a quando la conversazione non si posò sull’argomento “ragazze”. –Cosa ne pensate della Davies?- chiese Bryan con quella che pareva un aria sognante. –E chi sarebbe, scusa?- Era stato Abraxas a parlare scatenando le risate di Rodolphus. Bryan lo guardò torvo poi disse –Alta, bionda, sesto anno, Corvonero.- -Ah. Si. Ho capito! Nah…! Perché lo chiedi? Forse ne sei innamorato!- disse Rodolphus. –Cosa? NO!- La discussione andò avanti e ognuno disse quella che secondo lui era la ragazza più carina della scuola con i vari commenti da parte degli altri. Con grande sollievo di Tom, nessuno dei suoi amici andava più dietro a Gwen, ma quando i compari gli chiesero chi gli piacesse Tom iniziò a sentire improvvisamente caldo e sentì il colletto della camicia farsi più stretto –Ne-nessuno- balbettò incerto. –Si, certo! Come no!- aveva risposto Bryan –Ci deve pur essere qualcuna che ti piace! Con tutte quelle che ti vanno dietro!- aveva concluso Rodolphus. Poi Abraxas aveva iniziato ad elencare tutte le ragazze della scuola che conosceva osservando la reazione di Tom; al biondo si erano aggiunti anche gli altri due che scrutavano l’imbarazzato Tom con un misto tra ironia e severità. – Beh! Le abbiamo dette tutte! Nessuna ti ha fatto muovere un muscolo.- disse un infastidito Lestrange. Tom sfoderò il suo miglior sorriso e tornò a leggere il libro di incantesimi che aveva abbandonato quando avevano iniziato ad elencargli tutte le ragazze della scuola.
 –No! Aspettate! Abbiamo dimenticato la Bennet!- Tom si sentì crollare. Non era bravo a nascondere le cose, specialmente a chi lo conosceva da sette anni. Sentiva gli sguardi dei migliori amici puntati su di lui, ma lui fece finta di niente e continuò a far finta di leggere anche se l’incantesimo Flagramus non era mai stato tanto interessante come in quel momento. Fortunatamente dopo qualche secondo John Harris, un ragazzino del quinto anno, scese dal suo dormitorio con la sua divisa di Quidditch e disse –Abraxas, Rodolphus, Bryan… scusate ma oggi non avevamo allenamento alle 5?- I tre si guardarono poi Bryan disse –Per Morgana hai ragione!- -Complimenti Avery! E tu saresti anche il capitano!- lo sbeffeggiò Rodolphus che si guadagnò una cuscinata in faccia da parte di Bryan. Poi i tre si alzarono e andarono nel dormitorio a cambiarsi per poi scendere tutti e tre trafelati, nelle loro divise e con le scope in mano. Tom rimase seduto sulla poltrona, con il libro in mano a pensare malinconicamente a Gwen. L’aveva evitata per quasi due settimane e, sinceramente, le mancava. Senza contare che il suo piano stava andando in frantumi. Tutta colpa di Jackson pensò. –Ciao Tom- una voce lo fece sussultare, e alzò gli occhi dal libro incontrando un paio di occhi verdi/grigi. –Oh! Ciao Lucy- La ragazza che aveva parlato era Lucy Williams: una ragazza del sesto anno, di Serpeverde, con dei lunghi capelli neri e con degli occhi verdi/grigi ed, inoltre, ex ragazza di Tom. I due erano stati insieme durante il quinto anno di lui, ma poi si erano lasciati perché lei diceva che lui era sempre distratto e da quando il padre era morto non gli dava più tanta importanza come una volta, mentre lui diceva che lei era diventata troppo appiccicosa e voleva sempre che lui le dedicasse tutte le attenzioni. Dopo essersi lasciati i due non erano rimasti amici, ma nemmeno nemici. Erano semplicemente compagni e qualche volta scherzavano insieme, ma non si erano mai cercati. Fino a quel giorno. –Cosa fai?- chiese Lucy. –Ehm… leggo- rispose Tom con un tono ovvio. Infatti Lucy poteva anche essere bella ma era un po’ tonta oltre ad essere incredibilmente ficcanaso. –Cosa leggi bello?- -Il libro di incantesimi- rispose Tom con il tono infastidito che uno ha quando non vuole parlare con nessuno. Infatti riaprì il libro e continuò a studiare l’incantesimo Flagramus. Ma non poté proseguire per molto perché sentì qualcuno sedersi sul bracciolo della sua poltrona. –Incantesimo Flagramus… molto interessante!- Tom chiuse di scatto il libro e trovò Lucy Williams che aveva allungato il collo per leggere. –Allora Lucy… cosa vuoi?- chiese freddo: Lucy era la sua ex ragazza e doveva sapere che lui odiava quando qualcuno lo disturbava mentre leggeva. –Io? Niente… volevo solo stare un po’ con te- disse con una voce sdolcinata e fasulla. Tom sgranò gli occhi. Possibile che fosse così stupida? –Lucy… Ci siamo lasciati un anno e mezzo fa!- -Lo so… ma… - -Ti prego smettila! Si vede lontano un miglio che vuoi qualcosa- esclamò Tom spazientito. –Ok! Voglio sapere chi è la tua ragazza!- Tom si pietrificò. Si era completamente dimenticato che due mesi prima aveva detto a tutta la biblioteca che lui aveva una ragazza anche se non era vero. La voce si era sparsa tra i vari gruppetti di ragazze che stravedevano per lui e la notizia, a quanto pare, doveva essere arrivata anche alle orecchie di Lucy Williams. E ora era con le spalle al muro. Non poteva continuare a mentire. O forse si. Tom, indeciso sul da farsi, era rimasto pietrificato sulla poltrona. –Allora…? Aspetto una risposta.- Tom tornò bruscamente sulla terra e si ritrovò davanti Lucy Williams con i pugni sui fianchi e il peso spostato su una gamba, mentre l’altro piede batteva impazientemente dei colpi sul tappeto. Ma Lucy non era sola… Intorno a lei, infatti, si erano riunite almeno una decina di ragazzine che lo guardavano con gli occhi fuori dalle orbite. Tom, spaventato all’idea che tutte quelle ragazzine lo aggredissero qualunque sarebbe stata la sua risposta, decise per una via più semplice: in un secondo prese il suo libro e si precipitò fuori dalla sala comune seguito a ruota dalle sue ammiratrici, e corse per un paio di corridoi fino a quando si convinse di aver seminato il gruppetto di pazze sfrenate. Ma si sbagliava. Infatti venne subito raggiunto da un affannata Lucy Williams che lo trattenne per un polso e gli disse con una voce da ossessionata –Chi è la tua ragazza?- Tom rispose più per terrore per quello che gli sarebbe successo se non avrebbe detto niente che per volontà di dirlo. –Non ho una ragazza!- e detto ciò girò l’angolo ed entrò nella prima stanza che trovò: la biblioteca. Come entrò si chiuse la porta alle spalle e fece un sospiro di sollievo. Poi si girò e venne accolto con un gran sorriso da Madama Pince. Tom era lo studente preferito di Madama Pince visto che, oltre ad essere attraente, era solito venire molto spesso in biblioteca, a volte a fine giornata si fermava ad aiutarla a mettere a posto i libri che alcuni studenti lasciavano in giro disordinatamente. Tom saluto con un sorriso Madama Pince, poi si avviò all’interno dell’immenso labirinto che tutti quegli scaffali formavano. Tom amava la biblioteca. Era il suo posto preferito di Hogwarts, dopo la grande quercia in riva al Lago Nero. Gli piaceva perdersi nel labirinto che migliaia e migliaia di libri formavano, gli piaceva sedersi e immergersi in un libro nel silenzio più assoluto, interrotto solo qualche volta dallo sfogliare delle pagine di qualche altro amante dei libri come lui. Scelse un libro da uno scaffale e si sedette ad un tavolo vuoto. Dopo qualche minuto una voce alle sue spalle disse –Ciao Tom- timoroso che fosse Lucy Williams non rispose.
 –Tom, ci sei?- ancora nessuna risposta. –Riddle!- urlò la voce all’orecchio di Tom. Il ragazzo, che non se l’aspettava, cadde dalla sedia e, mentre si alzava, disse -Senti Williams, non so cosa vuoi ma…- si bloccò. Quella voce che o chiamò non era quella di Lucy Willliams, era quella di Gwen Bennet. –ma…?- chiese la ragazza. –Gwen!- disse un più che felice Tom. –Ciao Tom-. I due si sedettero insieme al tavolo e iniziarono a parlare –Dov’è Jackson?- chiese Tom che non si era dimenticato di quello che era successo due settimane prima. –In punizione con la professoressa Gaiamens- -Ah! Perché? Che ha fatto?- -Non ha fatto i compiti- Tom rise e Gwen si unì a lui. –Come va con Jackson?- -Bene, bene. Tu… come stai?- -Bene, Perché me lo chiedi?- -No, è che mi è sembrato che nelle ultime due settimane tu mi abbia evitato- Tom impallidì. –Cosa? N-No! Non ti ho evitato- Gwen lo squadrò per qualche secondo poi disse –Allora perché sei impallidito? E perché non abbiamo più parlato dalla partita di Quidditch di Grifondoro/Serpe verde?-. Sempre attenta a tutto. Pensò Tom, ma non rispose ed abbassò la testa. Gwen si inginocchiò vicino al ragazzo è gli sussurrò
–C’è qualcosa che devi dirmi?- Tom la guardò: era bellissima. Poi annuì e iniziò a raccontare quello che era successo la mattina della partita di Quidditch. Alla fine del racconto Tom guardò Gwen che non gli aveva tolto gli occhi di dosso. I due si guardarono per qualche secondo, poi Gwen si alzò, prese la sua borsa e uscì dalla biblioteca senza dire una parola. Tom la seguì. Mentre la rincorreva per i corridoi cercando di trattenerla e di calmarla disse –Gwen, aspetta! Fermati!- E dopo un po’ Gwen si fermò. Tom la prese per le braccia e la fece voltare, la guardò negli occhi e disse –Non mi credi?- -No. Io ti credo. È solo che non posso pensare che Clark ha fatto una cosa del genere. Stavo andando a parlargli.- Tom tirò un sospiro di sollievo. Poi rifletté sulle parole della ragazza e le disse subito –Se gli dici che io ti ho detto questo, lui mi ammazza!- Gwen parve pensarci, infine disse –Io gli ho detto che tu sei il mio migliore amico e lui mi ha messo in condizione di scegliere, ma io non voglio scegliere.- Tom sentì le budella arrotolarsi: lui era il suo migliore amico. E lei? Anche per lui era la stessa cosa? –Anche tu sei la mia migliore amica, ma…- non riuscì a finire la frase che la ragazza lo bloccò –Niente ma, Tom. Io non voglio né rinunciare alla tua amicizia né a lui, quindi gli devo parlare. Solo io e lui. Capisci?- Tom annuì e la lasciò andare. Quando la ragazza svoltò l’angolo lui sorrise: il piano procedeva per il meglio.
***
 
Abraxas, Bryan e Rodolphus erano tornati dagli allenamenti di Quidditch stremati e, dopo aver fatto a Tom il resoconto dell’allenamento si diressero in Sala Grande per la cena. Mentre camminavano Tom non riuscì a non pensare a Gwen. Lui era il suo migliore amico e lei era la sua migliore amica. Il piano procedeva regolarmente. Una volta giunti in Sala Grande i quattro amici si sedettero al tavolo di Serpeverde e, mentre chiacchieravano, Tom incrociò lo sguardo omicida di Lucy Williams e distolse lo sguardo. Gli amici se ne accorsero e chiesero cosa era successo. Tom, in un sussurro, raccontò tutto quello che era successo quel pomeriggio includendo la parte di Gwen. Alla fine del suo racconto i suoi amici lo guardarono e Bryan disse – Così sei il migliore amico della Bennet. Interessante!- -A proposito della Bennet… noi avevamo in sospeso una chiacchierata- disse Rodolphus con un mezzo sorriso. Tom arrossì di botto e tutti e tre gli amici scoppiarono a ridere. –A proposito della Bennet… dov’è?- chiese Abraxas. –Probabilmente a parlare con Jack…- iniziò Tom, ma si bloccò con la forchetta a mezz’aria e la bocca aperta quando vide Kate Jones (altra studente di Grifondoro del settimo anno) seduta in braccio a Clark Jackson mentre si baciavano appassionatamente in mezzo ai loro compagni che li guardavano alcuni strabiliati, altri torvi. Tom fece scorrere uno sguardo veloce su tutto il tavolo dei Grifondoro, ma non vide nessuna testa rossa. Subito si precipitò fuori dalla Sala Grande alla ricerca dell’amica che, ora più che mai, aveva bisogno di lui visto che il suo ragazzo l’aveva tradita con la sua migliore amica (Kate Jones). Tom sapeva esattamente dove si trovava Gwen, infatti corse fino ai sotterranei, entrò nel suo dormitorio, prese due mantelli, uscì dal castello e si recò velocemente verso la grande quercia sulle rive del Lago Nero. Come previsto Gwen era lì, con la testa tra le gambe, in lacrime. Tom si avvicinò cauto a lei, si sedette vicino alla ragazza, le appoggiò un mantello sulle spalle e le mise un braccio intorno alle spalle. Gwen appoggiò la testa contro il suo petto, mentre le lacrime le inondavano le guance. Dopo un po’ smise di singhiozzare e Tom strinse la presa attorno alle spalle della ragazza. Rimasero per qualche minuto così, in silenzio, ad osservare la neve che cadeva sul giardino di Hogwarts.
-Quando sono andata a cercarlo per parlargli l’ho trovato in una stanza vuota con…- iniziò Gwen con voce rauca, ma non riuscì a finire la frase che Tom la interruppe –Si, lo so. Li ho visti.- Gwen si strinse nel suo mantello, poi si asciugò le lacrime e alzò la testa verso Tom che la guardò. –Grazie- sussurrò a pochi centimetri da lui. Tom sorrise, ma non riuscì a dire niente a causa della troppa vicinanza con la ragazza.
-Ti voglio bene- disse Gwen tornando a guardare il paesaggio mozzafiato che stava intorno a loro. Tom la guardò, le diede un bacio sulla testa e le sussurrò all’orecchio – Anch’io te ne voglio.- Rimasero in quella posizione ancora per qualche minuto, poi Tom si alzò e tese una mano a Gwen per aiutarla ad alzarsi. Visto che la ragazza lo guardava confusa, Tom fece un sorriso a trentadue denti e disse –Dai, andiamo a far vedere a quell’imbecille di Jackson e a quell’oca della Jones che noi non ci abbattiamo davanti alle avversità!- Gwen rise e afferrò la mano del ragazzo –Andiamo?- chiese. E i due si avviarono fianco a fianco, fino ad arrivare in Sala Grande. Lì si separarono e, mentre Tom si dirigeva verso i suoi compagni con un sorriso, tutta la scuola guardava Gwen Bennet camminare a testa alta e con passo deciso verso il suo tavolo, sedersi proprio davanti alla nuova coppietta della scuola e iniziare a mangiare e a conversare amichevolmente come se nulla fosse successo.

20 Dicembre 1942 Ore: 20.00

Era un venerdì, e, come ogni venerdì, i Serpeverde e i Grifondoro condividevano la seconda ora: pozioni. Gwen era in banco con Jade Ellis. Jade era una compagna di dormitorio, nonché nuova migliore amica, di Gwen; era castana con degli occhi verde smeraldo. E da quando le due si erano separate dal resto dei Grifondoro che aveva preso le difese della nuova coppietta della scuola (Jackson/ Jones), avevano fatto amicizia con i Serpeverde, specialmente con Tom, Bryan, Rodolphus e Abraxas. La ragazza si era ambientata molto bene e, dopo solo cinque giorni che si conoscevano, Jade e Abraxas si erano messi insieme provocando varie proteste da parte dei Grifondoro che iniziarono a spargere in giro la voce che Abraxas avesse rifilato alla ragazza un filtro d’amore. Infatti Jade era sempre stata una ragazza molto tranquilla e non si poteva pensare che una come lei si mettesse con un ragazzo come Abraxas Malfoy, ma ai due non importava di quello che dicevano gli altri.
Quella lezione di Lumacorno era stata più divertente del solito perché Kate Jones aveva per sbaglio inghiottito della pozione invecchiante, che stavano preparando a lezione, visto che qualcuno l’aveva scambiata con la bottiglietta d’acqua della ragazza. Quando l’ora finì il professore annunciò che il 23 Dicembre ci sarebbe stato il suo solito ballo a cui erano invitati tutti gli studenti partecipanti al Lumaclub con un cavaliere o una dama per ciascuno di loro. Abraxas ci sarebbe andato con Jade, Rodolphus lo aveva chiesto a Vicky Davies di Corvonero e Bryan aveva invitato una ragazza del quinto anno di Serpeverde perché non sapeva con chi altro andarci. Tom aveva ricevuto molte richieste da parte delle ragazze della scuola, ma lui le aveva rifiutate tutte. Anche Gwen fu sommersa di richieste, ma non aveva ancora deciso.
Quella sera, prima di cena, Gwen e Tom stavano girovagando per il castello ridendo e scherzando; quando si trovarono davanti Clark Jackson con la sua compagnia che si dirigeva nella direzione opposta a quella dei due amici. Appena li videro i Grifondoro iniziarono a sussurrarsi cose e a ridere. Gwen fece finta di non averli visti e continuò a parlare, mentre Tom fingeva di ascoltare Gwen anche se cercava di ascoltare i discorsi dei coetanei. Quando furono a più o meno cinque metri di distanza Jackson parlò dicendo –Oh! Ma guarda un po’ chi si vede. A quanto pare abbiamo una nuova coppia.- Tutta la compagnia rise poi Adam Taylor, il migliore amico di Jackson, disse –Bennet… credevo avessi gusti migliori.- Gwen, come sempre, fece finta di niente continuando a camminare e Tom, anche se irritato, la imitò. - Ma guardali i piccioncini… non ci danno retta. Beh, peccato… Sarah non avrebbe voluto questo.- A quelle parole Gwen si bloccò per qualche secondo, poi riprese a camminare. Sarah era la sorella minore di Gwen che, a causa di una rara malattia, era morta tre anni prima quando aveva solo dodici anni. La rossa teneva molto alla piccola e, anche se aveva un’altra sorella, le mancava ancora molto. Per questo nessuno aveva mai osato parlare di lei davanti a Gwen. Tom le strinse una mano mentre continuavano a camminare. –Ohhh. Ma che carino il nostro Riddle. Consola la sua fiadanzatina. Il nostro piccolo, povero, orfanello Riddle.- disse Jackson con un tono odioso e insopportabile. Tom non resse. Si scagliò contro Jackson con l’intenzione di dargli un pugno in faccia , ma qualcosa lo trattenne: Gwen aveva lanciato un sortilegio scudo contro Jackson quindi era  inattaccabile. La rossa si avvicinò a Tom e gli sussurrò – non farlo. Ti metterebbero in punizione. – Tom si calmò, ma continuò a guardare con uno sguardo omicida Jackson che, spaventato, si allontanò di qualche passo. –Non avete niente di meglio da fare vero? Vi divertite a ferire le persone?- Aveva urlato Gwen. –Ma, mia cara Gwen, noi non lo abbiamo nemmeno toccato.- disse Jackson. –TI ODIO- gli sibilò contro Gwen prima di allontanarsi a grandi passi. –E per la cronaca… noi due non stiamo insieme.- aveva aggiunto Tom seguendola. –Visto che non state insieme ci vieni con me, Bennet?- Gwen si girò di scatto e guardò strabiliata Taylor che aveva appena parlato. Tom e tutti gli altri ragazzi spostavano il loro sguardo da Gwen a Taylor e viceversa. –C-cosa?- -Mi hai sentito. Vieni al ballo di Lumacorno con me?- Taylor aveva parlato con una voce più calma del normale, più gentile e seducente. Ci fu qualche minuto di silenzio durante il quale Tom temette la risposta della ragazza. Poi una risata riempì il corridoio: Gwen stava ridendo senza controllo, una risata che fece presto comparire un sorriso sulle labbra di Tom. –Aspetta un attimo Taylor. Prima mi prendi in giro e poi mi chiedi di venire al ballo con te? Ma che diamine hai nel cervello?-. Taylor era paralizzato: non si era aspettato una risposta del genere. Ma si riprese subito e disse –Allora con chi ci vai?- Questa volta fu Gwen a paralizzarsi. Probabilmente non aveva pensato con chi ci sarebbe andata. La tensione era palpabile. Gwen fissava con odio Taylor che la fissava di rimando con un sorriso malefico. Nel corridoio regnava un silenzio pesante. Un silenzio che venne interrotto da Tom –Ci viene con me- Tutti lo guardarono sbalorditi, poi Jackson chiese –E’ vero, Bennet?-. Gwen lo guardò poi annuì sorridendo. Quando Jackson & Co se ne furono andati Gwen si girò verso Tom e gli chiese –Perché lo hai fatto?- -E’ un rifiuto?-
-No, no. Cioè… sei sicuro di volerci venire con me?- -Se gli ho detto che vengo con te certo che sono sicuro.-
-Non voglio che tu sia obbligato ad andarci con me- ribattè Gwen seria. –E con chi altro ci dovrei andare?- disse Tom con un sorriso e, dopo un po’, anche Gwen sorrise. –Allora… ci vieni con me? Come amica certo.- chiese Tom e Gwen annuì. Tom era felice come non lo era da tempo. Non ci credeva ancora: sarebbe andato al ballo di Lumacorno con Gwen.

23 Dicembre 1942   Ore: 19.55

Tom stava aspettando appoggiato contro il muro della sala di’ingresso la sua dama per il ballo. Si era dato  appuntamento alle 20.00 nella Sala d’ingresso con Gwen e ora la aspettava agitato come non mai. Ogni due secondi controllava l’orologio, impaziente, accanto ad Abraxas che gli continuava ripetutamente di stare calmo. Mentre anche Rodolphus era agitato per l’arrivo della sua dama. Finalmente alle 20.00 in punto Jade e Gwen fecero il loro ingresso nella Sala sotto lo sguardo ammirato di tutti i ragazzi che aspettavano le loro accompagnatrici. Jade aveva un vestito lungo a sirena e viola che le stava a pennello. Il vestito aveva una sola spallina e sembrava che avvolgesse la ragazza. La gonna iniziava a farsi più ampia da circa metà femore. Sulla parte superiore del vestito c’erano dei piccoli diamanti scintillanti sparsi qua e la e all’altezza del fianco destro i diamanti formavano un fiore. Jade indossava una collana corta con un ciondolo rotondo di colore azzurro. Gwen, invece, indossava un abito blu notte, lungo, con un piccolo strascico. L’abito non aveva le spalline e il seno della ragazza era coperto da una fascia. Un po’ più a destra dell’ombelico c’era un fermaglio ornato con diamanti che raccoglieva la gonna formando delle pieghe su di questa. Sul collo aveva una collana di madreperla azzurra.  Erano bellissime. Dopo aver individualizzato i ragazzi, Jade si fiondò tra le braccia del suo ragazzo dandogli un lungo bacio. Gwen si avvicinò lentamente a Tom che la fissava contemplandola. –Chiudi la bocca o ci entreranno le mosche- gli disse divertita Gwen. Tom si riscosse dai suoi pensieri e tornò ad Hogwarts con un sorriso. Dopo aver aspettato Vicky, i sei ragazzi si incamminarono verso lo studio di Lumacorno dove si incontrarono con Bryan che aveva già scaricato la sua accompagnatrice perché secondo lui era troppo appiccicosa. Tom e Gwen risero, scherzarono e ballarono per tutta la sera sotto gli sguardi gelosi di Lucy Williams e di Adam Taylor.

24 Dicembre 1942  Ore: 23.50

Era la vigilia di Natale e, come ogni anno, Hogwarts era addobbata da cima a fondo di festoni e luci colorate. Tom adorava il Natale. Infatti gli era sempre piaciuto passare la serata a giocare con i suoi genitori aspettando ansiosamente la mezzanotte per poter scartare quella montagna di pacchi colorati che erano sotto l’albero. Ma c’era una cosa che Tom adorava più del Natale: Il Natale ad Hogwarts. Infatti era dal suo secondo anno che non tornava a casa per le vacanze invernali. Gli piaceva rimanere con quei pochi studenti nel castello. Infatti anche se durante l’anno c’erano varie avversità tra gli studenti di case differenti, la magia del Natale contagiava tutti, rendendoli buoni e simpatici. A differenza degli altri anni, però, quell’anno sarebbero rimasti anche Bryan, Abraxas, Rodolphus e Gwen. Quella sera i sei amici avevano deciso di festeggiare tutti assieme nella Stanza delle Necessità. I ragazzi avevano invitato anche qualche compagno di Serpeverde: Britney Morris, Dereck Foster e Sharon Mason. Tutti questi ragazzi e ragazze erano del settimo anno. Inoltre Bryan si era preso il permesso di invitare Vicky Davies alla quale si sarebbe finalmente dichiarato. Tutti erano elettrizzati all’idea della festa, specialmente Rodolphus che era ossessionato dai preparativi. Infatti nei giorni precedenti alla festa ogni volta che aveva un attimo libero si recava nella stanza a controllare che tutto procedesse per il meglio. E finalmente la sera della festa era arrivata. Tutti erano venuti e si erano divertiti tantissimo. Bryan si era dichiarato a Vicky e anche loro due stavano insieme, Rodolphus si era messo con Britney Morris, mentre Sharon Mason verso le 23.15 aveva preso da parte Tom e lo aveva baciato. Tom aveva ricambiato al bacio e, da quel momento Gwen si era comportata in modo strano: era stata più fredda, non aveva fatto più tante battute e aveva evitato qualsiasi contatto con Tom. Il giovane Riddle si sentiva male a vedere Gwen così, ma lo aveva fatto perché era parte del suo piano per conquistarla. Ormai erano le 23.50 e fra dieci minuti sarebbe stato Natale. Tutti avevano portato regali per tutti, ma nell’aspettare lo scoccare del 25 Dicembre, si erano tutti seduti in cerchio sul pavimento a raccontarsi storie di paura. Jade era appoggiata al petto di Abraxas, Britney teneva la mano a Rodolphus e Sharon, con grande nausea di Gwen, stava letteralmente strangolando Tom. Gwen era seduta tra Jade e Dereck Foster. Ad un certo punto Rodolphus, guardando Gwen e Dereck disse –Allora siete rimasti solo voi due…- Gwen lo guardò torva, Dereck lo guardò confuso e Tom sentì le budella agitarsi pericolosamente. –In che senso scusa?- chiese un alquanto confuso Dereck. Infatti il povero ragazzo non era molto intelligente quindi spesso bisognava spiegargli degli interi argomenti. –Nel senso che siete rimasti solo tu e Gwen senza ragazzo- spiegò Sharon con un sorriso. –Bene! Allora… visto che mancano dieci minuti a mezzanotte… dobbiamo trovare il ragazzo ideale per Gwen, e la ragazza ideale per Dereck- disse Bryan guardando Tom che ricambiò lo sguardo con un occhiata sprezzante: Bryan Avery aveva capito tutto. Ci furono mormorii di assenso da parte di tutti, così la caccia al ragazzo cominciò. –Allora… prima le signore… Gwen!- La ragazza si irrigidì mentre tutti gli occhi dei presenti erano fissati su di lei. Dopo qualche secondo di silenzio Abraxas disse –Per me lei starebbe bene con Hunt- A quelle parole tutti scoppiarono a ridere. –Cosa?! Io con Hunt! Owen Hunt! Ma se è un idiota cronico. Per lo più ci odiamo- -Ok.Ok. Scusa. Ritiro tutto ciò che ho detto- -Io direi che prima di sparare nomi a caso dobbiamo ideare un po’ questo famelico ragazzo.- disse Bryan e tutti annuirono mentre Tom lo guardava torvo. –Deve essere alto, magro, con i capelli corti…- iniziò Jade ma venne interrotta da Dereck che proseguì dicendo
 – …capelli corti e mori, occhi grigi…- -e deve essere un amante dei libri come te.- concluse Abraxas. –Si, certo. Trovarlo un ragazzo del genere interessato a me.- disse Gwen con aria triste. –Ma se ti viene dietro più di mezza scuola!- esclamò indignato Rodolphus. –Si, ma se tra i miei spasimanti prendi tutti quelli che amano leggere, ti ritroverai ad avere al massimo una decina di cervelloni, con gli occhiali e con i brufoli.-  -Vedi, l’ideale per te!- esclamò sarcastico Tom facendo ridere tutti, Gwen compresa. Bryan osservò Tom, il quale abbassò lo sguardo: gli altri ragazzi avevano fatto la perfetta descrizione di lui. –E ora tocca a Dereck…- disse Britney dopo che le risate furono cessate. –Magra, lunghi capelli biondi…- iniziò Vicky, poi proseguì Gwen –…occhi cerulei, sorriso smagliante…- -e un amante delle creature magiche come te.- concluse Bryan.
-Si, certo. Ce ne sono a milioni.- disse cupo Dereck. –Beh! Se non è qui nella scuola allora sarà da qualche altra parte.- disse per consolarlo Britney. Alle parole di Britney, Tom notò che Sharon abbassò la testa e si morse il labbro. Tom sorrise, pensando che sia lui che Sharon avevano avuto la stessa idea per conquistare la persona dei loro sogni, visto che sapeva che Sharon amava le creature magiche, inoltre era bionda con gli occhi azzurri e aveva un sorriso incantevole. –Ehi! Manca un minuto esatto a mezzanotte!- disse Vicky controllando l’orologio. Tutti si alzarono quasi contemporaneamente: Gwen e Jade andarono a prendere i bicchieri e la bottiglia di Acquaviola sgraffignata dalle cucine, mentre gli altri si spostarono sul tappeto sotto il grande albero di Natale. –Dieci- annunciò Vicky e tutti si zittirono e iniziarono ad accompagnarla a fare il contdown. –Nove… Otto… Sette… Sei… Cinque…- Tom guardò Gwen. –Quattro…- Gwen guardò Tom –Tre…- Tom sorrise a Gwen. – Due…- Gwen sorrise a Tom. –Uno…- -BUON NATALE!- Urlarono tutti assieme mentre Bryan stappava la bottiglia di Acquaviola. Poi tutti si scambiarono gli auguri distribuendo dappertutto baci e abbracci. Dopo si sedettero tutti al centro del tappeto mentre si scambiavano i regali. Tom aveva fatto regalato qualcosa a tutti, come tutti avevano regalato qualcosa a lui, ma non consegnò il regalo per Gwen davanti agli amici, glielo voleva dare di persona visto che era una cosa speciale.
La mattina del 25 Dicembre ad Hogwarts si respirava un aria più buona di sempre, ogni volta che si incontrava qualcuno, questo era sorridente ed allegro. Tom correva per i corridoi stringendo il pacchetto rosso contenente il suo regalo per Gwen. Era riuscito a tenere occupata Sharon per un oretta e aveva deciso di sfruttare quell’ora per consegnare il regalo a Gwen. La trovò in un corridoio del quinto piano, sola, seduta appoggiata al muro, mentre leggeva. Perfetto pensò Tom, ma appena la guardò si bloccò: era bellissima, più delle altre volte, i raggi del sole la illuminavano, i capelli rosso fuoco erano legati in una crocchia ma alcuni ciuffi ribelli le ricadevano davanti al viso. Tom si prese qualche secondo per ammirarla; poi si fece coraggio, strinse il pacchetto rosso che aveva in mano e avanzò con passo deciso verso la ragazza. –Ciao Gwen- disse mentre sudava freddo. Aveva paura della reazione della ragazza visto che quella sera non le aveva dato il regalo, oltre la buonanotte. Gwen alzò lo sguardo e sorrise –Ciao- poi si alzò da terra spostandosi una ciocca di capelli dal viso. Tom rimase impalato come un pesce lesso: oltre al fatto che non lo aveva mandato a farsi benedire da Merlino e Morgana per quello che era successo la sera precedente, gli aveva anche sorriso e Tom pensò che non ci fosse niente di meglio al mondo oltre quel sorriso decisamente perfetto.
-Ehm.. Tom…?- chiese incerta Gwen avvicinandosi al ragazzo. Tom sbatté più volte gli occhi per tornare alla realtà. –Sono venuto per chiederti scusa per ieri sera. Si, insomma per il fatto che non ci siamo salutati e… per darti questo.- porse il pacchetto a Gwen che, felice, lo prese. –Oh! Grazie, credevo che te ne fossi dimenticato.- -Come potrei dimenticarmi di te?- disse subito Tom. Gwen lo guardò poi Tom continuò –Il motivo per cui non te l’ho dato ieri sera era che non volevo dartelo di fronte agli altri. Cioè… volevo dartelo quando saremmo stati soli…- Gwen sorrise e disse –Grazie-. I due rimasero un po’ a guardarsi, in silenzio. Poi Tom disse –Era mio, ma ora è tuo. Spero che ti piaccia.- Poi, prima che Gwen potesse dire o fare qualcosa Tom disse –Ora devo andare: se Sharon sa che le ho dato buca per venire a cercarti, credo che mi crucerebbe.- Quando Tom nominò Sharon il sorriso sulle labbra di Gwen svanì lasciando il posto ad un sorriso fasullo e sforzato, poi abbassò la testa. Tom, prima di scappare, le diede un bacio sulla guancia sussurrandole –Ci vediamo dopo con gli altri- per poi iniziare a correre da dove era venuto.
***
 
-Allora? Hai fatto?- chiese Bryan a Tom. Quella sera Tom aveva dovuto confessare della sua cotta per Gwen agli amici, inoltre aveva spiegato loro del suo piano per conquistarla. –Si, fatto.- -Ma mi spieghi che le hai regalato?- gli chiese Rodolphus mentre i quattro entravano in Sala Comune. –Un libro- disse Tom. –Un libro? E tu pensi di conquistarla con un libro?- disse sempre Rodolphus che la sera precedente si era addormentato dopo aver sentito che a Tom piaceva Gwen. Abraxas lo guardò male e scosse la testa. I quattro si sedettero sulle poltrone della Sala Comune e Tom, con un sospirò, rispiegò il piano all’amico.
-Il mio piano consiste nel farmela amica, farla innamorare di me, faccio finta di stare con un’altra, le regalo il libro, lei lo legge, ci mettiamo insieme.- -Si, ok, ho capito. Ma… come pensi di metterti insieme a lei dopo che lei ha letto il libro?- Tom sospirò ancora una volta e disse –Il libro parla di un uomo che scrive alla ragazza che ama da una vita una lettera con su scritto cosa prova veramente per lei, ma lei non capisce i sentimenti dell’uomo quindi i due rimangono buoni amici fino a quando lei si sposa e va a vivere in un'altra città e i due smettono di sentirsi. Dopo un anno di matrimonio la ragazza viene uccisa per sbaglio dal marito ubriaco a pugnalate. L’amico, che passava dalla villa perché stava andando ad una riunione di lavoro, sente l’urlo e si precipita in casa dove riconosce il corpo della amata, prende il cadavere in braccio e piange dicendole che se lei avesse scelto lui a quell’ora non sarebbe morta.- -Ahhh!- disse Rodolphus che finalmente aveva capito il piano. Tom si appoggiò allo schienale della poltrona sospirando poi alzando un dito verso Abraxas disse –E tu… non una parola con Jade!- -signorsì signore-.

31 Dicembre 1942  Ore: 15.15

Tom passeggiava da solo nei corridoi di Hogwarts beandosi del silenzio delle vacanze invernali. Quel giorno era l’ultimo dell’anno ed era anche il suo compleanno. E lui adorava il suo compleanno. I suoi amici stavano addobbando la Stanza delle Necessità per la festa che avrebbero fatto quella sera. –Una doppia festa!- come aveva detto Brytney. Quindi non volevano nessun aiuto da parte di Tom visto che era una festa per il suo diciassettesimo compleanno. Finalmente maggiorenne. Ora avrebbe potuto fare tutto quello che voleva. I suoi pensieri vennero interrotti da un rumore di passi veloci provenienti da dietro di lui. Tom si girò e vide in quel momento Gwen girare l’angolo. –Oh! Tom! Finalmente ti ho trovato! Ho girato mezzo castello per trovarti!- si lamentò la rossa. –Si, dimmi!- -Ehm.. Beh.. ecco.. vedi…- iniziò Gwen e Tom si mise a ridere. –Da quando Gwen Bennet non trova le parole per parlare?- -Ah Ah Ah! Molto divertente!- disse scherzosamente Gwen, poi riprese. –Io ho finito il libro che mi hai regalato.- Tom sentì il cuore farsi più pesante e la tensione salire. Non disse niente e la lasciò continuare. –Quando l’ho finito, ho trovato una busta con una lettera dentro e… penso che sia tua.- e gli porse la busta. –Non l’ho letta!- aggiunse subito vedendo l’espressione dell’amico. –Oh! No, no! La lettera era per te!- -Ah! Davvero?- -Si, ti ho lasciato questa lettera per te!- spiegò Tom poi aggiunse –Io… devo andare in… biblioteca. Ci vediamo sta sera?- -Si, certo!- gli urlò dietro la ragazza mentre andavano uno nella direzione opposta all’altro. Quando girò l’angolo il cuore di Tom iniziò a calmarsi. Non aveva letto la lettera. Si sarebbero visti quella sera.

31 Dicembre 1942  Ore: 23.45

La festa era stata bellissima! C’erano Bryan, Abraxas, Rodolphus, Gwen, Jade, Britney, Dereck e Vicky. Sharon non era venuta perché Tom l’aveva lasciata e, quando il moro diede la notizia, Dereck uscì subito dalla stanza per cercarla. Gwen aveva guardato molto spesso Tom durante la festa e il moro se n’era accorto e ora, quindici minuti prima di mezzanotte, i due erano sotto la grande quercia in riva al lago nero a parlare. Visto che era la notte di capodanno, agli studenti era stato dato il permesso di uscire in giardino. Tutti e otto i ragazzi erano, ovviamente, usciti fuori in giardino per guardare i fuochi magici che a mezzanotte esatta sarebbero esplosi nel cielo. Coppia per coppia, tutti si erano allontanati dal gruppo per farsi un po’ di coccole e alla fine erano rimasti solo Tom e Gwen che erano andati alla grande quercia. I due stavano in piedi a fissare il paesaggio e a parlare. –Ti ricordi quando mi hai portato qua al quinto anno?-disse Tom. -E come dimenticarlo- rispose la ragazza. Continuarono a parlare dei loro ricordi ad Hogwarts fino a quando l’orologio di Tom segnò le 23.55. –Meno cinque minuti!- annunciò il giovane. I due rimasero in silenzio per qualche secondo poi Gwen disse –Ho letto la lettera- Tom sentì improvvisamente caldo, anche se era metà inverno. –Oh. Ehm… bene- disse poi dopo quelli che parvero secoli. –Il libro è molto bello- cambiò discorso Gwen, evidentemente anche lei in imbarazzo. –Ci sarà un motivo perché te l’ho regalato- -Già- disse Gwen. –Già- disse Tom. Poi, contemporaneamente, i due iniziarono a parlare –Senti… io…- dissero all’unisono per poi guardarsi e mettersi a ridere. –Perché non me lo hai detto in faccia?- chiese la rossa. –Temevo la tua reazione- confessò Tom. –Ti rendi conto che non ti ho ancora dato una risposta?-
-Si, ma almeno non mi hai schiantato- Gwen rise e poi rise anche Tom. –Allora… cosa ne pensi?- chiese Tom dopo un po’. Gwen lo guardò e si avvicinò pericolosamente a lui. Intanto, in lontananza, qualcuno gridò –Dieci…- -Nove…- -Otto...-… ma Tom quasi non sentì quelle voci. Ora c’erano solo Tom e Gwen, Gwen e Tom, nessun’altro. Quando la ragazza fu abbastanza vicina in modo che i loro nasi si sfiorassero, Tom le strinse i fianchi, mentre lei gli sussurrava –Penso che sei l’essere più stupido del mondo da non esserti accorto che ti venivo dietro da quasi un mese-. Poi si avvicinò ancora di più e questa volta furono le loro labbra che si sfiorarono. In lontananza un coro di voci gridò –Uno…- poi ci furono botti e urla, ma a Tom non gli importava. –Buon anno Tom- gli sussurrò la ragazza prima di far incontrare le loro labbra in un bacio dolce più del miele, in un bacio che voleva dire tante cose che non si potevano esprimere a parole, in un bacio infinitamente lungo ma che durò troppo poco.

Tom e Gwen si sposarono tre anni dopo a Londra, dove comprarono una casa. Dall’unione dei due nacquero tre bambini: due gemelle (Sarah e Caroline) con i capelli rosso fuoco come la madre e gli occhi grigio perla come il padre, e un maschio con i capelli neri e gli occhi cerulei.

Abraxas e Jade si sposarono e ebbero un solo figlio maschio: Lucius Malfoy.

Bryan e Vicky si sposarono ma non ebbero nessun figlio.

Rodolphus e Brytney litigarono e si lasciarono. Rodolphus sposò la maggiore delle sorelle Black: Bellatrix dalla quale non ebbe nessun figlio.

Tom diventò un Auror ignorando le numerose offerte che ottenne come Ministro della magia.

Gwen continuò gli studi e diventò prima Capo ufficio dell’applicazione della legge sulla magia. In tarda età diventò Sottosegretario anziano.

La lettera che Tom scrisse a Gwen diceva
 
Cara Gwen,
Sei già arrivata alla fine di questo libro. Spero che la storia ti sia piaciuta. Non è un caso che io abbia scelto questo libro da regalarti. Non voglio finire come l’uomo del libro, distrutto per l’amore perduto. So che tu non sei stupida come la ragazza del libro, quindi spero che quando ti ho detto che non voglio finire come il giovane uomo, spero che tu abbia capito che io sarei il giovane uomo e tu la ragazza. Come ho detto prima so che non sei stupida e che quindi capirai ciò che ti voglio dire con questa lettera.

Con amore     Tom
 
SALVE GENTE! Allora… sono stra gasata!
1-      Ho finito il capitolo. Ci ho messo tanto tanto tempo ed è moooooolto lungo. (12 facciate di Word)
2-      DOMANI VADO A LONDRA!!!!
Quindi non so quando aggiornerò perché mercoledì torno da Londra, venerdì parto per la Puglia, torno dalla Puglia il 3 Agosto, poi il 7 Agosto vado al campo scout e torno il 18 Agosto. Spero vivamente di riuscire ad aggiornare mentre sono in Puglia.
Comunque… io mi sono divertita tantissimo a scrivere questo capitolo e spero che sia di vostro gradimento. Fatemi sapere cosa ne pensate!
Ringrazio le cinque persone che hanno messo questa storia tre le seguite. Ringrazio l’unica persona che ha messo la mia storia tra le preferite. Ringrazio quella persona che ha tolto la mia storia dalle ricordate. E infine ringrazio tutte quelle persone che hanno recensito lo scorso capitolo (nessuna). JJJJJJJ
Ciao, Buone vacanze
Un bacio da New Shadow     Alla  prossima!
  
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