SAKURA’S HONEY
Capitolo 12: Cry For Thee Moon
Le lacrime percorrevano il viso ben delineato.
Le stille salate macchiavano la pelle chiara, colorata dal
fard rosato.
E scendevano, cadevano, scivolavano.
Lente, dolorose, rabbiose, deluse.
«in Francia fra tre giorni, Yamanaka. Qui in America potrai tornarci fra qualche mese, tre o quattro, non di più. Per ora è tutto.» la voce calda e sibillina le fece rabbrividire la pelle, scendere i brividi caldi di sudore lungo la schiena. Con un impeto di rabbia buttò un piede avanti in un passo irato, sbattendo il tacco a terra.
«Orochimaru!» urlò quel nome maledetto mentre gli occhi
azzurri si spalancavano frustrati.
«…mi avevi promesso che avrei potuto rimanere qui! Sarei
rimasta per due settimane, accidenti!, è la mia vacanza! È da sei mesi che
lavoro senza prendermi un giorno di relax tu… me lo devi!» concluse sentendo i
palpiti del cuore accelerare, minacciare di sfondare la cassa toracica e
appollaiarsi sulla sua mano protesa verso l’uomo dai capelli neri.
«oh, tutte queste fissazioni, Ino. Ho fatto abbastanza per
te, cerca di non lamentarti troppo. Sai che sono a conoscenza di molte chicche
del tuo passato. Quindi accontentati e torna in Francia, i tuoi amichetti li
rivedrai, stanne certa» aveva concluso con semplicità, voltando appena lo
sguardo verso la figura divenuta improvvisamente esile della Yamanaka.
La vide stringere i pugni, abbassare le mani e serrare la
mascella. Senza aggiungere altro, se n’era andata; sapeva di non poter
rischiare tanto, sapeva che uno scoop sul suo passato le avrebbe rovinato la
carriera…
Represse i singhiozzi portando una mano tremante alle
labbra.
Incredibilmente fragile, ecco come si sentiva.
Incapace di fare nulla, di reagire per come voleva.
Orochimaru sapeva troppo di lei, avrebbe potuto rovinarla anche con una fra
sola.
«…Ino? Pronto, mi senti?» la voce distante di Shikamaru la
fece sussultare sul sedile di pelle. Si voltò verso il finestrino ombreggiato
in modo che nessuno potesse spiarla all’interno della limousine e poi verso il
vetro divisore che allontanava lei e l’autista.
«si, scusa. Ero soprappensiero» balbettò annichilita,
nascondendo sotto una nota allegra della voce la rabbia e la frustrazione.
Dall’altro capo del telefono, Nara rimase zitto, attendendo qualche secondo.
«sei triste».
Non era una domanda.
Era un’affermazione.
«nulla, nulla. Nulla che non si possa risolvere, ecco.
Solo un po’ di stanchezza, voglia di staccare. Sembra che queste settimane di
riposo…stiano volando via» sorrise fra le lacrime silenziose che le bagnavano
il viso, passando il palmo della mano aperta sulle gote per cancellare quelle
scie umide. Sentì ancora silenzio e ne fu quasi rincuorata. In quel momento non
avrebbe voluto affrontare l’amico; non in quegl’attimi di smarrimento, di
confusione.
Dopotutto Ino Yamanaka era pur sempre Ino Yamanaka, una
delle più belle e famose attrici del momento. E di certo, farsi vedere con le
lacrime agli occhi da colui che aveva sempre preso in giro e al quale – in
qualche modo – tentava di rendersi superiore, non avrebbe giovato alla sua
morale orgogliosa. Posò la mano che prima aveva ripulito il volto stanco sul
sedile, assumendo una posizione più comoda.
«beh, ti sei fatto sentire alla fine. È passata quasi una
settimana, mi auguro non sia successo qualcosa. Ah si, adesso ricordo…sto
parlando con Shikamaru Nara lo svogliato, cosa mai mi sarei dovuta aspettare?»
domandò retorica con un tono divertito, incrociando le lunghe gambe e facendo
ricadere la gonna bianca indietro.
«taci Ino, non sei nella posizione più adatta per
prendermi per il culo. Anche io ho le mie cose da fare, cosa credi? Di tempo ne
ho poco e guarda te come lo vado a buttare…chiamandoti» concluse schietto,
facendo indignare la ragazza.
«ma sta’ un po’ zitto. Piuttosto, cosa desideri da me,
uhm? Per caso ti è ritornata la voglia di uscire?»
«esattamente. Bada, non ho voglia di stare in giro troppo
tempo e questo pomeriggio sono impegnato. Ergo, se vuoi possiamo farci un giro
domani mattina dato che non ci sono gli allenamenti. Potremmo andare a mangiare
qualcosa per colazione e poi…alla vecchia prateria di tuo nonno…»
Ino si schiarì la voce mentre rovistava nella borsetta di
velluto per cercare l’agenda. Beh, quella che definiva vacanza non era altro
che un lasso di tempo nel quale le era concesso tenere il cellulare spento.
E basta.
Era irreperibile, dunque poteva godersi quei momenti nella
quotidianità dei suoi impegni. Sfogliò velocemente le pagine dell’agenda,
passando tutto il mese di Novembre ormai finito e arrivando al giorno
designato. Notò con piacere che proprio quella mattina, aveva disdetto
l’appuntamento con lo stilista che l’aveva temporaneamente ingaggiata per una
sfilata/comparizione lampo. Prese istericamente una ciocca di capelli fra le
mani, cominciando a rigirarsela sul dito. Alla fine, sospirò sorridendo.
«va bene, ci sto. Alla prateria…è da un sacco di tempo che
non ci andiamo insieme…mi mancano quei tempi, sai Shikamaru? Mi ricordo quando
ci andavamo per passarci le giornate… e quando tua mamma ci scopriva e veniva a
rimproverarci» la voce fu soffocata da una risatina live, controllata. Il tono
si fece nostalgico e gli occhi si inumidirono maggiormente.
Yamanaka ringraziò il cielo che nessuno la potesse vedere in quel momento.
«mi sembri felice. Beh, meglio così. So a che hotel
alloggi quindi passo da te verso le nove e mezza. Ci stai?» Shikamaru sentì Ino
acconsentire energicamente e sorrise, lì, con il cellulare in mano. Avrebbe
potuto immaginare il sorriso sincero affacciato sulle labbra della ragazza, i
capelli dorati raccolti nella coda torturati dalle dita nervose. Tossicchiò
appena.
«va bene. A domani»
«a domani Shikamaru…e…» Ino rimase in silenzio. Sentì per
qualche secondo Nara attendere e poi chiudere la comunicazione. Rimase con il
telefono appoggiato all’orecchio, ascoltando distrattamente il suono
intermittente della linea caduta.
«…e grazie» sussurrò al vuoto, deglutendo
rumorosamente.
Pensando che le rimanevano solo altri tre giorni da
passare con il suo migliore amico, le venne la nausea e il pericolo di una
nuova crisi di pianto. Aveva tante cose da dire a Shikamaru. Tante che invece
avrebbe nascosto. E molte sulle quali le sarebbe piaciuto ricevere un
consiglio.
Strinse le labbra e, prepotentemente altre lacrime le
scesero lungo le guance. Questa volta erano un misto di rabbia e felicità,
rancore e affetto. O semplicemente un libero sfogo.
E rimase in quella limousine a piangere, piangere,
piangere.
Yamanaka adesso, ringraziò il cielo che Shikamaru non la
potesse vedere in quel momento.
Fosse stato un tipo dedito maggiormente alle donne, Naruto Uzumaki avrebbe sicuramente potuto notare l’evidente rossore che colorava le guance di Hinata che camminava al suo fianco. E di certo, avrebbe potuto constatare che quel rossore era dovuto a lui e non al freddo.
«Hinata se hai freddo di posso dare il mio cappotto! Tanto
io sto sentendo caldo, per me non c’è differenza!» eppure, con la sua spontanea
vitalità, Naruto Uzumaki sapeva far colpo ancora di più sulle ragazze che
avevano un debole per lui.
«t-ti ringrazio Naruto-kun. Sto b-bene così» balbettò la
Hyuga distogliendo lo sguardo dal ceruleo degli occhi dell’amico per puntarlo
verso quello del cielo.
Era captabile anche dalle sue orecchie il battito del
cuore accelerato, delle palpitazioni affrettate che non rispettavano un ritmo
costante.
Hinata sentì addosso lo sguardo preoccupato di Naruto
addosso, quello divertito di Tenten, incuriosito di Kiba, esasperato di Sasuke
e quello penetrante di Neji. Arrossì ancor di più.
«c-che cosa s-succede?» domandò ansiosa nell’avere tutta quell’attenzione addosso. Tenten scrollò le spalle con semplicità, piegando le labbra nel suo solito sorriso radioso.
«assolutamente nulla Hina-chan. Siamo quasi arrivati all’
“American Talent”…dite che ci faranno entrare? Sono un po’ titubante a
riguardo…» la voce argentina si affievolì in un borbottio infastidito. Naruto
fece spallucce indifferente.
«se non ci faranno entrare loro, entreremo noi. Dopotutto
abbiamo il diritto di vedere una nostra amica, no? Per ora non facciamoci
problemi, quando arriveremo si vedrà!» esclamò in modo rassicurante, battendo
una pacca amichevole sulla spalla di Hinata.
La ragazza abbassò subito il capo e annuì silenziosamente,
forse anche un po’ troppo in fretta.
«beh genio, siamo qui davanti alla meta, cosa credi
che faremo ora?» domandò l’Inuzuka facendo sussultare i presenti. Quasi tutti
si erano dimenticato di lui che, stranamente, se ne stava zitto a parte qualche
solita frecciatina. Neji sbuffò rumorosamente.
«sentite entrate e piantatela con questa storia; è già
tanto che ci sono venuto quindi vedete di sbrigarvi» tagliò corto decisamente
schietto, voltando le spalle a tutti.
Tenten inarcò un sopracciglio.
“deve aver avuto qualche problemino con la gente, da
piccolo” si ritrovò a pensare assurdamente e, cosa più assurda fu che si
ritrovò ad annuire ai suoi pensieri.
Batté ciglio improvvisamente, ritornando alla realtà.
«direi che io entro di sicuro. Poi c’è bisogno di qualcuno
di voi maschietti con la faccia intelligente, in caso capita qualcosa lì
dentro, non si sa mai…» aggiunse incerta, posando un dito dalla carnagione
scura sulle labbra rosse.
Passò lo sguardo su tutti i componenti maschili presenti
davanti a lei.
Kiba si fece avanti, socchiudendo gli occhi in maniera fiera
e con l’aria di saperla lunga.
«ok, ok. Ti seguo, sta’ tranquilla! Qualcuno forte e
intelligente ce l’hai a portata di mano!» affiancò noncurante Tenten che serrò
le labbra, maggiormente indecisa.
«ehi Sasuke. Entriamo io e te. Kiba, tu la prossima volta»
sorrise imbarazzata al castano che la guardò deluso, facendo per replicare.
Neji si girò in tempo per afferrarlo dalla collottola
della felpa, tirandolo indietro e quasi facendolo cadere a terra.
«entrate. Vedete di trovare in fretta Sakura che oggi non
sono in vena di pazientare» sbottò semplicemente, senza guardare negli occhi
gli amici e rimirando nuovamente il paesaggio.
«va bene. Aspettateci qui!» cinguettò Tenten afferrando la
mano dell’Uchiha e aprendo la porta dell’edificio, scomparendovi dietro
velocemente insieme al ragazzo.
Naruto osservò vagamente interessato la grande insegna di
luci sulle quale risplendevano le lettere “American Talent”. Era interessante
l’anatomia di quel posto ma, la cosa che più lo intrigava, era lo strano rossore
d’imbarazzo e inquietudine dipinto sul viso della giovane amica conosciuta da
poco.
Ad osservarla bene, Hinata somigliava poco a Neji.
I capelli di lei erano di una tonalità chiara con dei
riflessi bluastri e, al contrario del fratello, li portava in un innocente
caschetto che la faceva sembrare più giovane di quanto in realtà fosse. Era più
bassa di Neji e, caratterialmente potevano essere realmente opposti.
Eppure c’erano quegli occhi azzurri, uguali, talmente
chiari da sembrare bianchi.
Gli occhi di Neji, sebbene fossero uguali a quelli di
Hinata, avevano un’inclinazione al ghiaccio.
Gli occhi di Hinata invece, erano più malleabili ed
incrinati all’acqua.
Uno strano miscuglio di emozioni, sensazioni e quant’altro.
Uzumaki non era stupido come voleva far credere e aveva capito che l’inquietudine di Hinata era data dallo sguardo del fratello perennemente puntato su di lei.
E man mano, non riuscì ad avere che un po’ di compassione nei suoi confronti, un strano desiderio di aiutarla.
«Hinata» chiamò a bassa voce, seria, roca. «…ti va di fare un giretto qui intorno nel frattempo? Mi devi proprio raccontare com’è Washington, non ci sono mai stato e quell’energumeno di tuo fratello non me ne parla, quindi…uniamo l’utile al dilettevole!» concluse con un sorriso smagliante, facendo cenno con la testa verso il parco vicino all’edificio davanti al quale sostavano.
Kiba alzò gli occhi al cielo, rassegnato.
Neji scrutò dall’alto in basso la sorella, attendendo la sua flebile risposta.
«va bene. Possiamo a-andare» sillabò facendosi avanti e raggiungendo in poco tempo il biondo che aveva già mosso qualche passo verso la loro meta. Quest’ultimo sorrise ancor di più, iniziando già a lanciarsi in sproloqui sulle sue visite nelle città del mondo.
«non sei geloso? Uh? Mica avevi detto che castravi chiunque ci avesse provato con lei?» domandò accigliato l’Inuzuka, squadrando malevolo l’amico che era rimasto fermo, senza dare alcun segnale di vita. Dopo quelli che parvero secondi, lo Hyuga si voltò verso la direzione che avevano preso i due.
«mi prometti di stare zitto?» chiese all’improvviso, spostando lo sguardo freddo sull’amico che, esitante, annuì. Kiba si fece vicino a Neji, crucciando le sopracciglia.
«rimani qui ad aspettare Sasuke e Tenten. Io devo fare una cosa importante» sibilò, allontanandosi in fretta.
Kiba rimase interdetto a fissare in modo assente le spalle di Neji che si allontanavano.
Non era mai stato uno studente brillante, ma di certo non era stupido.
E che Neji stesse andando realmente ad evirare Naruto, ci credeva poco.
Piuttosto, avrebbe scelto appositamente quel momento per sistemare problemi familiari.
Uniamo l’utile al dilettevole, no?
«davvero? Accidenti, un giorno ci andrò a Washington. M’ispira parecchio, dai tuoi racconti. Magari vengo a trovarti eh, che ne dici?» scherzò Naruto abbandonando l’espressione stupita che aveva assunto poco prima per inorgoglirsi della sua idea.
Hinata ridacchiò, nascondendo la bocca piegata in un sorriso dietro la mano nivea.
«s-sei veramente sicuro di v-volerci venire? Sei s-sempre così sicuro di te stesso, Naruto-kun» esalò la Hyuga, riportando la mano al fianco. Inizialmente l’aveva buttata giù come domanda, quella frase. Poi, inevitabilmente, si era trasformata in un’affermazione.
«certo che ci verrò! Dico sempre le cose come stanno e faccio il possibile per mantenere le mie parole. È il modo di pormi, immagino» disse tranquillo lui, osservando estasiato il paesaggio verdeggiante che i suoi occhi avevano il piacere di vedere.
La mora lo scrutò di nascosto, timidamente.
Lo invidiava davvero tanto.
La sua allegria, la spensieratezza, la parlantina fluida ed il coraggio di imporsi in ogni situazione. Quella che ammirava di più era la forza di sorridere sempre. Era evidente che, dietro quel sorriso incrinato, c’era un mare colmo di tristezza.
«dimmi un po’ Hinata. Non è che ti sei innamorata di Sasuke, vero? Sai, lui non farebbe per te, già te lo dico».
Per poco Hinata non inciampò in una radice rialzata di un albero.
Lei, Sasu… cosa?
«c-credo che ti sbagli Naruto-kun io…» portò le mani in avanti, come per scusarsi di qualsiasi cosa si era ritrovata a commettere in sua insaputa. Naruto spostò le iridi turchine sulla figura affannata che gli camminava accanto. Le sopraciglia color del miele si inarcarono.
«non c’è nulla di male. Quasi tutte le ragazze che lo incontrano non possono fare a meno di diventare amebe in sua presenza. Però ti volevo giusto avvisare, non mi sembrate…ehm… carini, insieme. Credo che lui sia interessato ad altro, ecco» concluse e, per la prima volta, una nota arrabbiata si svelò nella voce.
La ragazza deglutì, spostando lo sguardo su una panchina in legno ricoperta a tradimento dall’edera. Parlando metaforicamente, era come quella che si sentiva, Hinata.
Si era stretta in uno strano legame con Sasuke, ma non era un legame d’amore… semplicemente d’amicizia. Senza parlarsi, senza programmare qualcosa…avevano capito.
Lui conosce Naruto.
Lei conosce Sakura.
«io e Sasuke-kun siamo semplicemente amici. Detto francamente è proprio…un… b-bel ragazzo, ma io…a me…non interessa. E se anche così fosse, lui non è interessato a me. Credo di essermi innamorata di qualcun altro, a dire il vero» mormorò a denti stretti la Hyuga, sorridendo al pensiero di un impacciato quanto euforico Naruto in discoteca, a ballare con lei.
Lì, dove era scattata la scintilla.
Mentre parlava si rendeva conto che c’era qualcosa che, per forza di cose, non andava…
«innamorata? E di chi?» la voce dell’Uzumaki, così vicina la fece sussultare.
La cosa che non andava…era che ne stava parlando
proprio con lui.
Invitabile, fu il palese rossore che s’impossessò del suo viso.
Sentì il labbro inferiore tremarle, la mano scossa dai sussulti.
Quella mano che, riposta al suo fianco, durante il cammino sfiorava quella del biondo.
«ah! Non ci pensare, non ci pensare! Ho detto una stupidaggine…»
«…meno male che te ne sei accorta» puntualizzò freddamente una voce dietro di loro. Sia Naruto che Hinata si voltarono, spaventati da quell’improvviso intervento quando ormai si erano abituati alle loro sole chiacchiere. Naruto portò le braccia conserte al petto, sbuffando infantilmente e voltando il capo dalla parte opposta al nuovo arrivato. Hinata perse il colore in viso e, improvvisamente, sentì il coraggio che prima per qualche istante l’aveva posseduta, abbandonarla codardamente.
«Neji-kun…» sibilò non riuscendo a reggere lo sguardo del fratello e abbassandolo per terra, perdendosi nella contemplazione per convenienza del terreno stopposo. Naruto schioccò la lingua, imbronciandosi e puntando un dito contro l’amico.
«ci stavi spiando, eh, Neji? Comunque sia non mi lascerò prendere facilmente, non ci stavo provando con Hinata!» si difese sicuro.
Lo Hyuga scrollò il capo esasperato, avanzando di qualche passo.
«non vi stavo spiando, devo semplicemente parlare con Hinata. C’è questione che preme. E che deve essere risolta. Naruto, vattene» concluse avvicinandosi alla sorella e lanciando uno sguardo di rimprovero al biondo.
Naruto serrò la mascella a metà fra il sollevato e l’arrabbiato.
Osservò la mora che, con lo sguardo ancora perso per terra, non trovava il coraggio di ribattere. Non avendo nulla da ridire e, senza spunti per poter rimanere in quel posto, l’Uzumaki voltò le spalle ai due, incamminandosi mestamente verso la “American Resort” dove probabilmente, stava ad aspettare Kiba.
«smettila di civettare con Naruto. Piuttosto, spiegami per quale fottutissimo motivo sei qui» Hinata portò la mano destra nella mano sinistra, come se volesse cercare sostegno. In un impeto di paura, si ritrovò ad alzare lo sguardo indietro dove Naruto era scomparso poco prima. Infine, incontrò gli occhi del fratello e si svuotò di qualsiasi sentimento.
«ti ha mandata qui Hiashi, vero? Lo sa che non tornerò, lo sa» ripeté furente lo Hyuga, senza muoversi di un solo millimetro dalla sua postazione.
“Hiashi. Nemmeno padre, Hiashi…” la ragazza annuì flebilmente, stringendo maggiormente le mani. Si provocò una fitta di dolore alle dita e, solo in quel momento, riacquistò parzialmente lucidità. Neji la fissava, come se la volesse trafiggere.
«ha…ha trovato la tua l-lettera. Ha p-pensato che s-se fossi venuta i-io… saresti t-tornato» balbettò confusa, scotendo un poco il capo come a cacciare via i pensieri che le affollavano la testa. Aveva paura, molta. Di qualsiasi reazione, di urla, di gesti…
«ha pensato male allora. Non sono tornato con le cattive, figurati se torno con te. E poi, per quale assurdo motivo mi viene a cercare dopo tutto questo tempo?» chiese sempre con quel suo tono freddo, da far gelare il sangue nelle vene. Hinata chiuse gli occhi, desolata.
«ha bisogno di t-tutta la famiglia per e-essere…rieletto. E di p-presentarti come…suo e-erede» esalò in poco più di un sussurro, flebile, lento, pacato.
Silenzio totale.
E poi una risata roca, isterica e derisoria. Hinata alzò immediatamente la testa, incontrando il fratello che rideva sguaiatamente, la bocca ritorta in una linea obliqua, gli occhi puramente inespressivi. Mai c’era stata risata più falsa fra loro due.
«sai una cosa Hinata? Torna pure a Washington o rimani qui, fa’ quel che vuoi. Ma se senti tuo padre digli pure che io non ci sarò mai, per lui»
«…ma è anche tuo padre! Neji siamo fratelli, maledizione! Cerca di capire, io non…non sarei voluta venire qui! Non avrei voluto importi nulla! Ma se nostro padre l’ha fatto ha bisogno realmente di te! È nostro padre…è anche tuo padre, Neji…per favore» si era ritrovata a supplicare e a piangere senza che se ne accorgesse, senza alcun preavviso… tentando solo di sfogare la rabbia, gli istinti repressi e le urla…quasi senza volerlo si aggrappò alla manica del giubbotto del castano, tirandolo verso di sé come a fargli capire che lei era casa.
Neji invece, la fissava disgustato dalla sua debolezza, dai secondi fini del padre che aveva approfittato del suo affetto fraterno per arrivare a lui…
«io non ho più un padre Hinata. E se questo comporta non avere fratelli, io non ho fratelli. È tutto quello che ho da dire e la questione è chiusa qui. Chiama pure Hiashi, che mandi l’intera FBI alla mia ricerca. Non m’importa» concluse glaciale, strattonando la manica del giubbotto e liberandosi dalla presa ferrea di Hinata che gemette.
«Neji…!» le lacrime non le impedirono di vedere le spalle del fratello allontanarsi da lei.
Ancora una volta.
Il cuore non sopportò tale affronto.
Una fitta, dolorosissima al petto.
Un’altra…e un’altra ancora…
E poi…solo buio e nient’altro.
Poteva giurare di avere uno spiccato senso dell’orientamento.
In qualunque caso, Tenten non si capacitava di in che razza di posto erano finiti.
«ma è un labirinto questo?» domandò più a se stessa che ad altri, guardandosi indignata intorno, tentando si trovare uno spiraglio riconoscibile che li conducesse da Sakura.
Sasuke, affianco a lei, rimase impassibile ad osservare le pareti colorate di rosso e d’oro. Di certo quei colori così forti inducevano ad una nausea impensabile, con una momentanea perdita dei sensi essenziali alla vita.
«immagino di si» diede come risposta ad un’affermazione detta troppo tempo prima perché Tenten se ne ricordasse. Ignorò quel fantasma di mormorio e allungò il collo per osservare oltre ad un corridoio.
«qui c’è scritto “Sala A” e qui invece “Sala D”…dici che sono qua dentro?»
«possono essere ovunque…»
l’Uchiha si passò in modo stanco la mano fra i capelli, scompigliandoli ancor di più. La castana lo fissò con la coda dell’occhio, pentendosi di aver scelto una persona di così poca compagnia. Pensò che, se fossero rimasti in un isola sperduta dell’oceano, come minimo sarebbe morta di solitudine, non di fame.
«cos’hai da ridacchiare ora?» sbuffò contrito il moro guardando di sottecchi la ragazza, rintracciando un’ombra di presa in giro nel suo sguardo. Tenten portò le mani avanti, sventolandole in fretta come ad allontanare ogni dubbio.
«niente! Stavo solo pensando!!» si affrettò a rispondere, stando attenta a non ridere più. Passò poco tempo che perse in fretta la pazienza, cominciando ad imprecare contro ogni corridoio uguale nel quale s’imbattevano.
«…Tenten? Tenten? TENTEN!» un urlo che avrebbe superato di gran lunga il richiamo dei pipistrelli fece voltare sia la ragazza in questione che Sasuke, ancora impassibile.
Una furia rossa e rosa si precipitò su di loro, avventandosi per prima sulla castana che, colta da tale impeto, non riuscì nemmeno ad indietreggiare per evitare un abbraccio stritolatore.
«Sa…Saku?» sillabò cercando aria sopra la spalla dell’Haruno che sembrava non volersi staccare da quella presa.
«CE L’HO FATTA TEN! SONO DENTRO, SONO DENTRO! HO SUPERATO IL PROVINO!!» strillò esaltata la rosa, abbandonando la stretta e lasciando solo un abbraccio più misurato, in modo che anche Tenten potesse ricambiare. Completamente dimentica di Sasuke, anche lei si lanciò in una stretta sollevatrice, soddisfatta e inorgoglita per l’amica.
«ero sicura ti avessero presa! Ne ero sicurissima!» esclamò ai limiti della felicità, alzando di qualche centimetro Sakura da terra.
Entrambe, come bambine, piangevano. Il cuore pompava in fretta il sangue, accelerava i battiti, l’acqua saliva velocemente agli occhi pronta a riversarsi sul viso esteso in un’espressione contenta.
«sono così felice Ten!» l’Haruno sciolse la presa che teneva salda dietro la schiena dell’amica e si allontanò di poco, giusto per guardarla negli occhi nocciola bagnati dalle lacrime di gioia.
Sorrise e mai come in quel momento trovò così confortanti un altro paio di occhi del color delle ossidiane, che la scrutavano notevolmente soddisfatti.
Come se fosse una calamita, scivolò fra le braccia di Sasuke, abbracciando nella foga della contentezza anche lui. Assaporò il profumo di pulito dei quali sapevano i suoi vestiti, l’odore agro dolce dei capelli e la morbidezza della pelle del collo dove vi aveva posato il viso.
Strinse forte le braccia dietro la sua schiena, avvicinandolo più del dovuto.
«complimenti…» sentì sussurrare vicino all’orecchio e da qualche metro di distanza, Tenten li guardava e sorrideva.
Sembrava che tutto stesse andando per il verso
giusto.
…proprio tutto…?
FINE 12° CAPITOLO.
Non
mi capacito di questo capitolo campato in aria, così. Giuro che si è scritto da
solo, non mi prendo alcuna responsabilità XD. Diciamo che è un po’ più lungo
degli altri e qui, finalmente!, succede qualcosa d’interessante: Neji si è
deciso a parlare con Hinata e lei non ha reagito molto bene…Sakura è stata
accettata ai provini, ergo è assunta a lavorare nei video. (e ha abbracciato
Sasu *-*). Ino invece è a metà fra il contento l’infelice, ma vedremo come si
svolgerà la situazione ^^.
Capitolo
dedito all’interpretazione delle lacrime: nostalgia, tristezza, disperazione e
felicità.
Mi
sento di dedicarlo a Camilla (o Arwen o Camiii *__* XD) perché
probabilmente lei non lo sa, ma mi ha motivata di più a continuare a scrivere
questa storia della quale mi stavo stufando e che non ritenevo più
“interessante”. Grazie Camilla, m’inchino senpai. U.U
Anticipazioni: si, mi diverto a farle *.*
allora, nel prossimo capitolo probabilmente vedremo come protagonista il
passato di Ino e Shikamaru e si concentrerà poi sulla situazione di Hinata.
Sicuramente parlerò di più di Neji e Tenten magari lasciando qualche sprazzo a
Sasuke e Sakura. Credo aggiornerò settimana prossima, non chiedetemi che giorno
XD.
Risposte
alle recensioni:
LalyBlackangel: mi hai scoperta XD ebbene si, era proprio un
capitolo di passaggio. Questo è decisamente più movimentato, no? O.ò spero ti
sia piaciuto e grazie per la recensione, un bacio!
Hermione93: uhuh, eccoti servita con la conversazione fra Neji e Hinata. Ha
deluso le tue aspettative o è andata come immaginavi? Spero di essere stata
almeno un po’ originale, adesso si che Hinata si trova nei guai… nel prossimo
capitolo stai certa che comparirai di più tu e il tuo amore XD. Spero che il
capitolo ti sia piaciuto, bacio! P.s. appena avrò tempo leggerò anche quella!
Je t’adore!
Jaheira: mia J *__* sono così felice che il capitolo ti sia piaciuto *.* pian
piano arriveremo a parti più fondamentali fra Sasuke e Sakura ma adesso
accontentiamoci di questo abbraccio campato in aria XD spero che ti sia
piaciuto! Ed è ovvio, dove c’è SasuSaku ci siamo noi! Un bacio!
Arwen5786: senpai *__* nota bene, è la prima volta che chiamo qualcuno senpai,
sentiti onorata U_U” Scherzo XD lietissima di averti come maestra! Dicevo, mi
sa che andando avanti alcune parti diventeranno nocive (Shika…*coff coff*
Ino…*coff coff*) però tenterò di rimediare con il SasuSaku U.U e poi magari mi
scappa un’altra shot ShikaTema XD. Pensando a cose serie, è da una settimana
che ci “conosciamo”! Strabiliante U.U spero che questo capitolo ti sia piaciuto
e grazie per tutto, sei davvero una senpai ammirevole! *Tobi’s
mode: On* bacione !
Terrastoria: Terra-chan *_* (credo che ormai sia diventato il mio urlo di
battaglia =.=) Sono stata puntuale questa volta (tossicchi vari) però almeno
abbiamo scoperto cos’è successo a Sakura e, cosa più importante U.U, ha
abbracciato Sasuke *-* parlando invece di Naruto e Hinata…loro saranno
protagonisti nel prossimo capitolo! Spero di non averti delusa e ti adoro
sempre di più! Bacione!
JunkoChan: ti ringrazio per aver recensito ^.^ abbiamo molti spunti in comune
tra cui, ovviamente il SasuSaku, e ti dirò che anche a me piacciono Gaara e
Sakura insieme anche se lei la preferisco con Sasuke. Parlando del
Sabaku…comparirà, dico solo questo ^.^ comparirà nella sua splendida parte *ç*
spero che il capitolo ti sia piaciuto e, se recensirai ancora sarò qui
lietissima di risponderti! Un bacio!
Celiane4ever: si ho cambiato perché era davvero troppo ambigua. Cioè, fosse stato
Sasuke a parlare allora ok XD, ma da poco amante delle NaruSaku mi è sembrato
d’obbligo. XD scherzi a parte, sono contenta che ti sia piaciuta la parte con
Ino e anche quella di Kiba ed è certo che ci sarà ShikaIno. È sempre stato
sicuro, sisi! Un bacio!
Ragazzasilenziosa: sono felice che il capitolo precedente ti sia
piaciuto e spero lo stesso per questo *//* e su Anko credo mi ci soffermerò
ancora. Grazie per la recensione, e alla prossima! ^^
Eonys: le cose fra Sasuke e Sakura si faranno sempre più interessanti! XD
dopotutto è incentrata su di loro la Fanfic. Comunque concordo; povera Anko.
Scriverò ancora su di lei e spero che la storia continuerà a piacerti! Un
bacio!
Kaeru_chan: Hola, Kaeru! Sono lieta che il capitolo ti sia piaciuto, e ancor di
più di riuscire a farti “apprezzare” Ino. Diciamo che è caratterizzata come una
normalissima star: si dà aria, un po’ antipatica…ma alla fine umana, come
tutte. E ad essere sincera ho una crisi fra ShikaIno e ShikaTema, quindi…va
beh, spero che anche questo capitolo sia stato all’altezza delle tue Aspettative!
Un bacio! (SasuSaku ora e sempre *cipollino che fuma*)
Kimi: Tsunade? Effettivamente ci stava, però per lei ho un’altra parte ^^.
Ho giocato molto sul fatto che anche nella storia di Kishimoto Anko è una
“serva” di Orociccio (come lo chiamo io) che è stata tradita ed eccole qui la
parte. Comunque sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e per le coppie
non devi temere. Spero continuerai a seguirmi e ti mando un bacione grande! XD
Selly_92: ciao Selly! Uhuh allora, mi hai rso molto
soddisfatta se il capitolo ti è piaciuto molto. Di nascosto spero che ti sia
piaciuto anche questo XD e per quanto riguarda Anko, hai ragione, è stata
proprio sfortunata. Sakura se la caverà? Ah beh, questo è stato già deciso,
vedremo come proseguirà! Un bacio e grazie per la recensione!
Vampirosolitario91: hai ragione, Sasuke e Sakura sono proprio una
coppia splendida! XD a quanto pare Anko ha fatto breccia nel cuore e nella
compassione di molte persone ed effettivamente se lo merita ç_ç grazie mille
della recensione e spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio!
Fire91: il mio soldato più fedele *__* beh, diciamo che stiamo cominciando a
mobilitarci verso la sede del parlamento per assumere il potere con il SasuSaku
XD. – ok, angolino dello sclero riserviamolo ad MSN – sono felicissima di
averti fra i recensori! Naruto è un pazzo svitato, ma per Hinata quello ed
altro XD. Beh, adesso si complicano le cose per Hinata e nel frattempo vanno a
gonfie vele a Sakura (ha abbracciato Sasu, ha abbracciato Sasu *-*) ma come
andrà a finire…beh, non lo so nemmeno io °°”. Scherzo,
ok XD. Spero che
questo capitolo ti sia piaciuto come il precedente. Al tuo giudizio ci tengo!
Alla prossima, ci sentiamo fra praticamente ora XD. Bacio!
Sae: Saretta mia Takara amorosa *__* (smettila di iniziare con le tue
cretinate, per Dio! NdGaara alquanto depresso)(taci! NdRory in estasi). Lo sai
che mi manchi? T.T non ti devi assolutamente preoccupare per aver saltato un
aggiornamento, per me l’importante è che la storia ti piaccia e che tu ci sia
*__* Whatever… *lancia un’occhiata virtuale a Lucky* Nah, povero cane XD. Sta
bene così, uhn U.U Venendo a noi: le cose si complicano…Hinata sta male. Mentre
per Sakura…ti basti sapere che scrivevo con questa faccia *_____* quindi non so
nemmeno come mi è venuta QUELLA parte. Sakura ha abbracciato Sasuke. Siamo
deliziate entrambe, takara mia. Ed è ovvio che ormai è cotto, solo che non lo
sa ancora. Ha un cervello bacato quel ragazzo U.U bisogna spiegargliele le cose
XD. Spero che anche questo cap. ti sia piaciuto e spero di risentirti presto.
Ti adoro in tutte le lingue del mondo! XD bacio, AiShiteru!
Ringrazio
infinitamente quelle persone che hanno questa storia nei preferiti, invitandoli
a dare un piccolo segnale di vita che non fa mai male ^^. Un commento mi
farebbe molto piacere e, in anticipo, vi ringrazio nuovamente. Alla prossima!
Ja
ne.