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Autore: Inu_Ran    18/07/2013    3 recensioni
Il mezzo demone alle prese con costumi, acqua, tanta gente e una dolce kagome. Questa storia sarà composta da 2 capitoli massimo 3 e parlerà di una giornata di mare con Inuyasha. Non vi dico altro buona lettura ^^
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 2: Inuyasha vs il costume.
“Ehm... Kagome. Questo coso dove dovrei metterlo?” chiese dubbioso il  povero Inuyasha che ancora si chiedeva cosa ci facesse lui lì.
“Che domande fai? Dove lo vuoi mettere? In testa?.” Per la ragazza quella era stata una domanda stupida e la sua risposta era ironica, ma il mezzo demone, non colse l’ironia nelle sue parole, e la prese alla lettera. Scelse il costume rosso perché ai suoi occhi era il più normale, non si sarebbe mai messo un costume a fiori o  a pallini aveva una reputazione da mantenere. L’indumento aveva l’elastico quindi  si sarebbe allargato, Kagome l’aveva scelto perché non avrebbe dato fastidio al mezzo demone non pensava che lui invece l’avrebbe usato come cappello,lo prese da entrambe l’estremità e delicatamente lo entrò nella sua testa fino alla fronte. Uscì dal camerino un po’ titubante e incontrò il viso della ragazza che alla sua vista voleva sprofondare. Le commesse ed anche i clienti risero mascherando quanto più potevano la loro ilarità. Kagome si maledisse per averlo portato , voleva sciogliersi per poi unirsi al pavimento. Prese per un braccio Inuyasha e lo trascinò dentro il camerino.
“Idiota non s’infila così. Devi infilarlo dalle gambe.” Disse  come una furia la mora.
“Ma tu avevi detto che dovevo metterlo in testa.” Cercò di giustificarsi.
“Scherzavo. Provalo ma questa volta bene, non possiamo perdere tutto questo tempo.” Sbuffò per poi uscire. Inuyasha si levò la sua veste e la posò delicatamente nello sgabello, cioè prese tutto l’appallottolò per poi buttarla a terra, amava l’ordine.  Prese il costume, e stavolta senza sbagliare parte del corpo, lo entrò dalle gambe. All’inizio del costume c’era un laccio che , anch’esso elastico, finì sotto i piedi del mezzo demone e quando egli l’alzò il laccio partì colpendo l’occhio di Inuyasha. Indietreggiò di qualche passo, toccandosi con una mano la parte  ferita, e inciampò nello sgabello.  Per non cadere, causandosi altro dolore, si tenne alla tendina che come poteva essere prevedibile, se non fosse che il cervello del mezzo demone era ristretto, non solo si ruppe ma cadde anche a terra. Kagome che si era seduta un attimo, cercando di riprendersi dalla brutta figura, si girò di scatto vedendo la scena. Inuyasha mezzo nudo, fortuna che la tenda copriva la parte inferiore, stava disteso a terra con una mano che premeva sull’occhio e imprecando contro quell’indumento  che gli stava causando solo guai. Dire che la ragazza era imbarazzata era poco, aveva anche avuto l’istinto di uscire da lì e fare finta di non conoscerlo, ma la sua coscienza non glielo permise. Si avvicinò a lui e cerco di controllarsi il più possibile, dopo gliel’avrebbe fatta pagare.
“Inuyasha…” contò fino a dieci prima di continuare.” Rivestiti, cambia camerino e riprovati quel dannatissimo costume. Se stavolta combini qualche danno giuro che ti uccido a forza di a cuccia.” A quella parola il suo corpo fu scaraventato a terra ma non fu tanto doloroso perché tanto a terra c’era da un bel po’.
“Va bene.” Disse spaventato Inuyasha. La mora, mentre Inuyasha faceva come gli era stato ordinato, si scusò più e più volte con le commesse dicendo che era inciampato e che non aveva l’intenzione di rompere tutto. La verità era che il mezzo demone voleva uscire Tessaiga e spaccare tutto, magari con un Bakuryuha . Kagome si diresse al posto delle torture, meno male che a quell’orario non c’erano tante persone o gente che la conoscesse,  e dal nuovo e intatto, si sperava, camerino uscì con indosso il costume messo bene. Ai suoi occhi tutta la rabbia che provava un momento prima scomparve e le sembrò che attorno a lei esiste solo il mezzo demone. Ma  non fu il solo a guardarlo, le commesse infatti ammiravano e commentavano lo spettacolo del mezzo demone.  I suoi addominali scolpiti, i lunghi capelli argenti che ricadevano delicatamente sulla sua schiena, era meraviglioso ed era suo. Lanciò delle occhiate minacciose alle altre ragazze che per paura tornarono a fare ciò che avevano interrotto.  Inuyasha si sentiva imbarazzato, troppi lo guardavano ma non erano loro a creargli quella situazione: era Kagome.  Senza l’armatura, con quel misero pezzo di stoffa addosso si sentiva disarmato.
“Stai bene. Questa volta l’hai messo bene, se continui a comportarti bene quando torniamo a casa ti do le patatine.” Disse tutta contenta.
“Non sono  un cane, non faccio quello che mi dici per avere del cibo in cambio.” Però doveva ammettere, almeno a se stesso, che non gli sarebbe dispiaciuto ricevere n pacco di patatine.
“Bene. Allora abbiamo finito con il costume, passiamo alla camicia.” Inuyasha cominciò a sbattere la testa contro il muro. - Perché a me? Perché a me? – si ripete mentalmente.
“Smettila. Ho  preso una camicia color beige, semplice. Devi solo indossarla e possiamo andare. “ Il mezzo demone la prese di mala voglia e s’incamminò al camerino. “ Quelle sono le maniche devi infilarle dalle braccia.” Rise sfottendolo.
“Lo so, ho sbagliato solo una volta.” Non era così idiota infondo. Uscì dopo pochi secondi. Tutto era intatto e la ragazza lo guardò ammirata finché un grosso gocciolone non le spuntò dalla testa. Le braccia erano dentro le maniche, non era strappata l’unica cosa era che il dietro era davanti: era al contrario.
“Senti io non riesco a muovermi bene.” Per confermare la sua tesi allargò il più possibile le braccia. Essa si strappò davanti gli occhi di Kagome che prego tutti i Kami di darle la forza di non ucciderlo.
“Ehm Kagome, hai visto che bella giornata? Perché non ci facciamo una passeggiata?” cercò di sviare discorso perché conoscendola sarebbe finito a terra con una sola parola: a cuccia.
“Non cambiare argomento.” Lo fulminò” prendo un'altra camicia mettila dal lato giusto.” Con calma la prese e gliela passò. Zitto, zitto la provò. Stava benissimo la diede a Kagome e lei andò a pagare, mentre lui si rivestiva. Era passata un ora è Inuyasha aveva:  messo un costume a mo’ di cappello, aveva rotto un camerino, messo una camicia al contrario per poi strapparla. Kagome aveva anche dovuto pagare  il doppio.
“Inuyasha vorrei che tu venissi con me in un posto.” Disse prendendogli una mano e conducendolo nel parcheggio. Guardò a destra e sinistra.
“Scusa, sei ancora arrabbiata?”
“No.” Riguardò di nuovo: nessuno all’orizzonte” A cuccia, a cuccia, a cuccia. Per colpa tua ho dovuto pagare il doppio, senza contare le figuracce che ho fatto. A cuccia.” Prese un profondo respiro e s’incamminò all’interno del magazzino
“Forza Inuyasha andiamo?” disse pacatamente” Tranquillo non sono arrabbiata con te.”
“Dannata.” Sibilò a denti stretti il mezzo demone disteso a terra con la schiena a pezzi.
“Hai detto qualcosa?” Lo fulminò e questo bastò a farlo stare zitto.
“N-no.” Solo dopo dieci minuti il mezzo demone si rialzò, anche se con grande fatica, per poi ritornare in quel posto infernale.
“Ci servono le scarpe e poi abbiamo finito.” Disse tutta contenta. Contenta poiché la giornata stava volgendo al termine. Entrarono in un negozio di scarpe. La mora non cercava calzature particolari ma delle semplici infradito. Afferrò  le prime che le capitarono ma soprattutto le meno care. Erano di gomma, un materiale che sperava avrebbe fermato  il mezzo demone.  Prese  un quaranta e facendolo accomodare sulla sedia gliele porse. Lei però si allontanò attirata da altre scarpe. Inuyasha se le mise e si fece i complimenti per non averle rotte, però le davano un po’ fastidio le face che dividevano l’alluce dalle altre dita. Sollevò di poco la fascia ma con le unghie la ruppe. La ragazza nel frattempo era tornata ma lui con velocità se le tolse.
“Allora come ti stanno?” chiese curiosa. Cos’altro aveva combinato?
“Piccole, non c’è più grande?”chiese per prendere tempo.
“Certo, vado e torno.” Adesso cosa avrebbe fatto? Di finire di nuovo a cuccia non ne aveva l’intenzione. Ne voleva vedere il bel viso di Kagome trasformarsi in una maschera di rabbia e odio. Il suo cervello trovò un'unica soluzione: scappare. Quindi abbandonò tutto ed uscì da quel posto. La mora tornò ,con in mano la scatola delle scarpe, dove aveva abbandonato il mezzo demone ma al suo posto c’erano le infradito, di cui una rotta, ed il nulla. Chiuse le mani a pugno, facendo cadere la  scatola, ed uscì fuori a cercarlo con il solo obbiettivo di  cancellarlo dalla faccia della terra.
 
Erano ore che cercava in ogni angolo della città. Era stanca e preoccupata. Con il tempo la rabbia era andata via lasciando il posto alla paura. Paura che quel cretino si cacciasse in altri guai o ancora peggio che scoprissero la sua vera natura. Arrivò davanti al parco comunale, che era desolato, e si avviò verso le altalene. Da bambina le aveva sempre amate. Si sedette su una di esse e cominciò a dondolarsi.  Gli occhi fissi sul suolo notarono un’ombra  a lei familiare. Era lui: era tornato. Alzò il viso e spostò i capelli che le erano caduti davanti la faccia. Gli occhi di Inuyasha  erano coperti da un velo di tristezza e dispiacere. Per quanto avesse odiato quei posti gli dispiaceva aver causato tutti quei problemi a Kagome.
“Mi dispiace.” Sussurrò”Ma mi posso fare perdonare con questo.” Porse un gelato alla ragazza, che prima nascondeva dietro la schiena, e si sedette accanto a lei. A quel gesto gli occhi s’illuminarono e la rabbia scomparve completamente.
“Grazie. Tranquillo non ce l’ho con te, capisco che questo mondo per te è estraneo ed io invece di aiutarti ti ho continuamente sgridato. Posso chiederti come hai fatto a pagare il gelato?” chiese curiosa la mora. Lui non aveva soldi, eppure quello che stringeva in mano era un gelato.
“Semplice. Un tizio mi ha chiesto se volevo uno di questi ed io, perché stavo morendo dalla fame, ho risposto di si. Ho scelto due gusti a caso e poi sono andato via.” Ecco svelato il mistero:Inuyasha aveva rubato il gelato. Perché dopo averlo preso il poveretto aveva chiesto i soldi ma il mezzo demone era già scomparso tra i tetti della città.   L’idea che il mezzo demone  avesse rubato non le andava a genio però doveva  ammettere che era stato molto dolce e questo la fece arrossire. La faccia di Inuyasha si distese ed un piccolo sorriso gli comparve sulla faccia, era contento che la ragazza non fosse arrabbiata con lui, lo capiva dalla sua espressione. Si alzarono entrambi dopo aver finito il gelato e s’incamminarono verso casa. Ad un certo punto la ragazza si fermò e sbatte una mano sulla fronte.
“Ci siamo scordati qualcosa per coprirti le orecchie: un cappello oppure una cuffia, qualunque cosa.  Dobbiamo tornare al centro commerciale.” A quelle parole lui, senza degnarla di uno guardo, proseguì verso l’abitazione.
“Vuoi scappare di nuovo? “ disse la mora, fermandolo per un braccio.
“Io non ci torno, sto tornando a casa tua.” La risposta l’aveva innervosita non poco e gridò con tutto il fiato che aveva: a cuccia.
“Anche a costo di trascinarti per i capelli torneremo lì.” E così come aveva promesso afferrò i suoi lunghi capelli e si tirò dietro il mezzo demone che era ancora a terra. Quel giorno per Kagome era stato stressante, sbuffò al pensiero di andare l’indomani al mare con Inuyasha eppure non riuscì a smettere di sorridere.
 
Angolo dell’autrice:
Finalmente ci sono riuscita =).  Due giorni fa avevo scritto il continuo della storia e solo ieri avevo completato il capitolo ma per sbaglio avevo cancellato il finale, oggi mi è toccato riscriverlo u.u. Scrivere questo capitolo mi ha fatto ridere e spero che anche voi vi siate divertiti. Inuyasha è imbranato eppure fino la fine Kagome non riesce a tenergli il muso. Nel prossimo andranno a mare però per quel capitolo dovrete aspettare un paio di giorni perché ho degli impegni. Vi ringrazio per aver letto e recensito.  Un bacione Inu_Ran
  
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