Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: funklou    18/07/2013    26 recensioni
Al Norwest Christian College le cose vanno così: o sei popolare, o non sei nessuno.
Ma c'è anche chi, oltre ad essere popolare, è anche misterioso, quasi pericoloso. E nessuno sta vicino al pericolo.
Tutti sapevano quello che Luke Hemmings e i suoi amici avevano fatto.
Ricordatevi solo una cosa: le scommesse e i segreti hanno conseguenze.
___________________________________________________________________________
Dal secondo capitolo:
"A me, invece, non sembri un tipo così pericoloso. Forse strano" affermò Avril, senza distogliere l'attenzione dal suo libro.
"Due." Si guardò intorno, in cerca di un banco libero.
"Due?"
"Due."
"Cosa significa?" Alzò lo sguardo e lo guardò confusa.
"Sinceramente? Nulla. Quando non so cosa rispondere, o quando non voglio rispondere, dico due." Scrollò le spalle, come se fosse la cosa più ovvia e si allontanò.
"Questo conferma la mia teoria, Hemmings."
Doped!Luke
Scene di droga esplicite. Se ne siete sensibili, non aprite.
Il trailer di Two: http://www.youtube.com/watch?v=NE35nheHyZY
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 photo 9a16413e-3a34-4039-8043-50758685ef72_zps080950f2.jpg

Am I scared?

"L'hai chiusa la portiera?" chiese Vicky, dall'altra parte della macchina.
"Sì" le rispose, incamminandosi verso lei.
Insieme, attraversarono il cortile della scuola e Avril, girando il capo verso destra, notò il ragazzo misterioso, appoggiato al muro. Non poté non far caso che nessuno osasse avvicinarsi a lui. Tutti gli studenti sembravano evitarlo di proposito. Di fianco a lui, però, c'erano altri due ragazzi: quello a destra assomigliava allo stesso che aveva visto insieme a Luke nel corridoio, mentre quello a sinistra non l'aveva mai visto. Era moro, con i capelli tirati all'insù e non era né troppo alto, né troppo basso. Apparentemente, da lontano, le sembrava avesse origini asiatiche. 
Quella mattina, finalmente, ebbe l'opportunità di osservare meglio Luke Hemmings. Non aveva nessun cappuccio o cappello: si vedevano i suoi capelli biondi e alzati, i suoi occhi così azzurri che le sembrò per qualche istante di osservare il cielo sereno. Insomma, anche a distanza di kilometri, si poteva dire che fosse un australiano puro.
Si sentì poi uno sguardo truce addosso, così si girò verso la cugina, che la guardava con occhi fulminanti.
"Avril," la chiamò con tono serio "lo stavi guardando."
"Sì, ma che c'è di male? E' un fottutissimo ragazzo normale!" sbraitò Avril continuando a camminare verso l'entrata della scuola.
"Tu non sai la sua storia."
"E allora dimmela." 
Non aspettava altro.
Vicky la prese per il braccio e la portò in un posto più isolato, in modo che nessuno sentisse.
"Okay, se è questo ciò che vuoi. Se te lo sto dicendo, è perché non voglio che tu corra rischio. Luke Hemmings all'apparenza potrebbe sembrare un ragazzo come tanti, ma non lo è. Due anni fa girava per la scuola sempre con la sua 'banda', ovvero Calum Hood, Michael Clifford ed Ashton Irwin. Un giorno, quest'ultimo sparì. Così, dal nulla. Nessuno seppe più qualcosa. Ovviamente, tutti iniziarono a sospettare di Hemmings. Erano sempre stati dei tipi piuttosto strani. Nessuno gli credeva. Anzi, con i suoi atteggiamenti, non faceva altro che far ricadere la colpa su di lui. Purtroppo, la polizia non ha abbastanza prove per sbatterlo dentro, ma ormai lui ha smesso di smentire. Sta zitto, semplicemente. E chi tace acconsente, no? Quindi, per favore, Avril, stanne lontana. Non voglio che ti accada qualcosa."
Tutte queste parole entravano nella testa di Avril in modo disordinato. Stette zitta davanti a Vicky, ma in realtà, nella sua mente, si ripeteva che non fosse possibile. Un ragazzo della sua età non poteva uccidere qualcuno, per di più il suo migliore amico. Per nessuna ragione. Non si poteva dare la colpa a uno senza neanche avere delle prove. Ne era convinta. 
Osservò la cugina, ancora davanti a lei, con uno sguardo quasi arrabbiato. Ma Avril non voleva darle alcuna soddisfazione, così non disse niente e non annuì nemmeno. 
"Andiamo." la voce di Vicky spezzò quel silenzio. 
La giornata sarà molto lunga, pensò Avril.


Ultima ora: matematica.
La matematica le faceva schifo di principio. A peggiorare la situazione era il nervosismo dentro di lei, senza una ragione precisa. Forse era un miscuglio fra la noia del momento, il discorso di sua cugina di quella mattina o il ciclo. Cominciò a mordicchiare una penna presa dall'astuccio, ma una voce la interruppe. Quella strega della Bailey.
"Mitchell, si può sapere a che sta pensando?"
Avril alzò lo sguardo e guardò per la prima volta la professoressa. Cosa diavolo voleva ora? Doveva già subire una sua lezione.
"A niente" rispose dopo un po'.
"Beh, allora saprà dirmi di cosa stavo parlando fino a pochi secondi fa" la istigò con un tono malizioso. Vide che l'alunna non rispondeva, e così "Se non è interessa, può uscire dall'aula." continuò.
"Poteva dirlo prima" ammiccò, alzandosi dalla sedia.
Tutta la classe era rimasta ad osservare la scena.
"Bene, a quanto pare anche un giro in presidenza non le farà male." 
La ragazza sgranò gli occhi e se ne uscì dalla classe, sbattendo la porta.
Quella giornata faceva davvero schifo.

Aprì la porta della presidenza e restò ferma all'entrata.
"Buongiorno signorina." La voce di quell'uomo sulla cinquantina sembrava quasi amichevole. La invitò ad avanzare.
"Buongiorno" rispose cordialmente Avril, che iniziava ad avvicinarsi, fino a sedersi davanti alla cattedra.
"Chi la manda qui?"
"La Bailey" disse sbuffando e iniziando a toccarsi le punte azzurre dei capelli.
"Cos'ha combinato?"
"Secondo me, niente. Secondo la professoressa, le avrei risposto male, dicendole in poche parole che la sua lezione mi fa schifo." Sorrise falsamente, provocando una risata al preside.
"Che umorismo, signorina..." 
"Avril Mitchell." Lo aiutò lei.
"Mitchell. Beh, io direi che lei potrebbe passare un'oretta nell'aula punizione. Lei che dice?" 
"Cosa?" urlò Avril. "Sta scherzando? Per così poco?" Se prima era nervosa, ora era infuriata. Il preside sembrò non ascoltarla, mentre prese un foglietto sul quale stava scrivendo qualcosa. Lei rimase lì a guardarlo senza dire niente, e poco dopo le diede quel pezzo di carta. 
"Questo lo presenti alla professoressa che ci sarà quando entra in aula. Ora può andare."
Avril prese il foglietto, si alzò, facendo strisciare la sedia sul pavimento, senza degnare di uno sguardo l'uomo e chiuse la porta.
"Arrivederci anche a lei!" udì dire in modo ironico, quando ormai era già in corridoio.
Che se li metta in culo i saluti, pensò. Frequentava quella scuola da soli due giorni e già si ritrovava in presidenza, grandioso.
Tirò fuori dalla tasca il cellulare.

02/feb/2013 12:32
Non aspettarmi per andare a casa, devo restare in aula punizione. Ti spiegherò tutto più tardi. A x

Ripose il telefono e si diresse verso l'aula. Aprì poi la porta e vide una vecchia professoressa seduta che, probabilmente, stava correggendo qualche verifica.
"Buongiorno" disse svogliatamente e poggiò il foglietto sul banco. La vecchia, senza distogliere l'attenzione da ciò che stava facendo, lo firmò e Avril lo riprese. Si guardò intorno e decise di andarsi a sedere all'ultimo banco, così magari poteva stare un po' più in pace. 
Un'ora senza fare assolutamente niente. Che strazio. 
Un libro, ecco cosa ci voleva. 

Qualcuno dopo un paio di minuti entrò in classe, ma ad Avril sembrò non importare. Quando, però, sentì la presenza di una persona vicino a lei, alzò la testa e si trovò, per la prima volta, così vicina a Luke Hemmings. Questi sembrò guardarla quasi perplesso. 
Avril era impassibile.
"Questo è il mio posto." Il tono del ragazzo era serio, sembrava quasi rimproverarla.
"Da quando i posti sono di qualcuno?" rispose automaticamente Avril. 
"Hai la più pallida idea di chi sono?" 
"No" mentì Avril. In realtà, lo sapeva. Non nei dettagli, ma Vicky era stata chiara. 
"Bene, io sono Luke Hemmings e questo è il mio posto. Nessuno ti ha detto di starmi lontano, ché sono un tipo pericoloso? Ma okay, non m'importa e non ho voglia di stare qui a parlare con te."
"A me, invece, non sembri un tipo così pericoloso. Forse strano" affermò Avril, senza distogliere l'attenzione dal suo libro.
"Due." Si guardò intorno, in cerca di un banco libero.
"Due?"
"Due."
"Cosa significa?" Alzò lo sguardo e lo guardò confusa.
"Sinceramente? Nulla. Quando non so cosa rispondere, o quando non voglio rispondere, dico due." Scrollò le spalle, come se fosse la cosa più ovvia e si allontanò.
"Questo conferma la mia teoria, Hemmings." 
Lui si girò per squadrarla un'ultima volta e si andò a sedere dall'altra parte della stanza.
Avril per tutta l'ora fece finta che non fosse successo niente, ma dentro di sé continuava a pensare a quanto fosse strano quel ragazzo. 

I sessanta minuti erano terminati. 
Avril si alzò, raccolse tutte le sue cose sparse sul banco e le mise nella borsa. Uscì dall'aula, ma una mano fredda e con una presa davvero forte le afferrò il braccio, e in meno di un secondo fu sbattuta al muro. D'istinto chiuse gli occhi e, quando si rese conto di avere un respiro vicino al proprio viso, li riaprì, ritrovandosi, per la seconda volta in una sola giornata, Luke vicino. Ora Avril aveva davvero paura. Continuarono a guardarsi senza proferire parola per quelli che sembravano secoli.
"Mitchell" sputò con disprezzo.
"Come sai il mio cognome?" Chiese Avril con il petto che si abbassava e alzava velocemente.
"Conoscenze." 
"Lasciami" disse fredda.
"Hai per caso paura, ragazza coraggiosa?" Avril la sentiva, la malizia, tra quelle parole.
"No."
"Non si direbbe." Le accarezzò piano la guancia, mentre con l'altra mano le lasciava il braccio come gli era stato chiesto.
"Scommettiamo?" Se ne pentì subito. Scommettiamo? Ma cosa le era passato per la testa? 
"Scommettiamo." La guardò con un sorriso, come se sapesse tutto lui. Un sorriso che fece tremare ancora di più la ragazza. "Se domani riuscirai a passare la giornata con me e i miei amici senza scappare e senza avere paura di noi, farò qualsiasi cosa tu mi chiederai. Se invece perderai, sarai tu a fare ciò che voglio io." Prese ad accarezzare l'azzurro delle sue punte e continuò a puntare le sue iridi in quelle verdi di Avril, e "Accetti?" le chiese.
"Accetto" rispose, per poi deglutire rumorosamente.





Hei poeple!
Ecco a voi il secondo capitolo. Lo stesso giorno che ho pubblicato il primo, sono andata nelle storie popolari
e questa storia era al penultimo posto! Cioè, non ci posso credere. Vorrei ringraziare chiunque abbia
recensito o messo nei preferiti questa ff. Siamo già a 200 visualizzazioni in..due o tre giorni? Wow. Spero che continuiate a leggere!
Bye x

  il mio twitter: funklou
quello di Martina: danswtr

  
Leggi le 26 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: funklou