IERI ED OGGI
Non ti lascio solo
Ero davanti alla sua porta da
dieci minuti e ancora non avevo trovato il coraggio di varcare la soglia.
Avevo paura di vedere George
vulnerabile, senza la minima traccia di un sorriso, perché… non era da lui.
Perché avevo paura di scontrarmi di nuovo con la sua faccia, simbolo del fatto
che ciò che era successo era la cruda, orrenda verità.
Mi feci coraggio e spinsi la
maniglia; la porta si aprì lentamente e… lo vidi.
All’inizio non sembrava essersi
accorto della mia presenza, tanto era concentrato a fissare il soffitto ,ma poi
mi notò e il suo sguardo per me pesò come un macigno.
- La mamma vuole sapere se… ehm… ti
va un po’ di stufato… sai, per stasera… - dissi goffo.
Piccola, ovvia bugia: nostra madre
non toccava i fornelli dalla Battaglia di Hogwarts.
Lui sapeva che si trattava di una
balla, ma fece comunque un cenno di diniego con la testa.
Restammo un po’ così, in silenzio.
Anche se avevo contato sulla mia capacità di improvvisazione, in quel momento
non mi veniva in mente nulla di sensato da dirgli… ma nulla sarebbe stato sensato
in una situazione simile.
- Ok… vado a dirgliel… -
- Ron – mi chiamò con voce roca.
Stavo già facendo per andarmene, ma
il suo inaspettato richiamo mi bloccò.
- Si…? -
Ancora maledetto silenzio.
- Sei il solito idiota… lo sai che odio lo stufato – disse con un
impercettibile abbozzo di sorriso. - Non ti preoccupare. -
- Non mi devo preoccupare, dici?! -
sussurrai. – Di cosa? Del fatto che mio fratello sia morto o del fatto che
l’altro lo raggiungerà presto, se non mangia qualcosa?! -
Ecco: ero un idiota. Avrei potuto
scrivere un libro su ‘Le dieci cose da non dire mai in un momento delicato’…
Mi morsi la lingua e mi maledissi
per aver liberato con George parte della frustrazione che mi opprimeva.
Lo vidi diventare ancora più pallido.
Avrei voluto prendermi a pugni.
- Scusa – dissi in fretta. Ma non
bastava ;si voltò il necessario per non riuscire a vedermi.
Mi avvicinai al suo letto, le mani
tremanti. – Scusami George, davvero, io… - ripetei.
Lo sentii singhiozzare.
Era prima volta che lo sentivo
singhiozzare da anni.
E in parte era colpa mia.
- George… - lo supplicai, nella
mia voce il panico.
Si voltò e mi guardò.
- Tu… - sibilò rabbioso, le guance
inondate. – Tu non hai la minima idea… Nessuno la ha. -
Mi afferrò il colletto. Prima che
io ebbi il tempo di scusarmi di nuovo, lui continuò: - Che ne sarà del
negozio?! E di tutti i suoi progetti, i nostri progetti? Che senso ha
che io vada avanti senza Fred?! Cosa sono senza di lui? COSA SONO SENZA DI LUI,
RON?! – urlò.
Lo vidi sfinito. Perse la presa
sul mio colletto e si abbandonò sulla mia spalla.
E io lo strinsi. Lo strinsi più
forte che potei, come se la mia vita fosse dipesa da quell’abbraccio,
e anche io mi abbandonai alle
lacrime.
Sarebbe stato buffo, per qualcuno
completamente estraneo alla vicenda, vederci in quel momento: due uomini che si
stringevano e che piangevano come ragazzine… ma questo non ci importava.
- George, ti aiuto io. Col negozio
e con tutto… Non ti lascio solo – dissi piano.
Sentii il suo respiro, pian piano,
regolarizzarsi.
Finalmente si calmò e riuscì
perfino a sorridermi ;un sorriso imbarazzato inutilmente camuffato da spavaldo.
- Ti ammazzo, se dici a qualcuno
quello che è successo. -
Note
Ecco il
secondo capitolo! ^_^ … È triste rispetto al secondo,ma come potevo resistere
dallo scrivere anche quest’altro flash mentale?! XD
Hermionex95 – grazie mille per il complimento!
^_^. Spero che continuerai a seguirmi!!!
Wolvie91 – salve donna!! Beh,ogni commento in
più è inutile vista la gran quantità di mail che ci scambiamo XD.
Alla
prossima e… mi lasciate un commentino piccino picciò? *_* Thanks XD