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Autore: Kaimy_11    19/07/2013    2 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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49

49. La Forza dell’amore

 

 

 

 

-Papà?-

Areal non ci credeva, fece un passo indietro e sentì che le sue ginocchia minacciavano di cedere. Chiuse gli occhi e le poche immagini impresse nella sua mente riguardanti quell’uomo riaffiorarono con forza inaudita, come una tormenta che non si può fermare. Ricordava l’amore che provava per quel genitore sparito tanti anni addietro dalla sua vita, l’unico dei due che sembrava amare davvero quella figlia, forse, non proprio voluta.

Suo padre le tendeva la mano tutte le volte che, da piccolina, era inciampata sui suoi stessi passi quando non aveva ancora imparato bene a camminare. Suo padre era quello che le comprava sempre dei nuovi libri di favole. Suo padre era l’unico che andava a riprenderla da terra quando, dopo che i due coniugi avevano ingaggiato l’ennesima lite furiosa, sua madre le aveva sbattuto la porta in faccia, lasciandola sola in un pianto sconfortato.

Ma suo padre un giorno se ne era andato a non aveva fatto più ritorno.

-Fantastico: mio padre è un Mangiamorte!- esclamò con sarcasmo e repulsione.

-Non essere così categorica con me,- disse l’uomo, facendo improvvisamente apparire un sorriso triste sul suo volto. –Anche perché, da ciò che so, i Mangiamorte sono di tuo gradimento…-

Areal inarcò le sopracciglia e per un attimo il suo sguardo si perse sui contorni della barriera vibrante che lei stessa aveva creato sotto l’arco di pietra, quella era l’unica cosa che la divideva da suo padre.

-Non era questo ciò che volevo per mia figlia,- proclamò, con un espressione disgustata. – lo sanno tutti, le voci girano. Sei la fidanzata di Draco Malfoy, la fidanzata di un Mangiamorte e quella collana ne è la prova!-

Quando suo padre le urlò contro, indicando rabbiosamente la sua amata collana, Areal fece un passo indietro e, se fino a quel momento lo shock l’aveva resa incapace di aprir bocca, dopo quell’insulto la rabbia accumulata la fece esplodere.

-Ma a che gioco stai giocando? Se non te ne fossi accorto sono sfortunatamente anche la figlia di un Mangiamorte. Mi prendi in giro, forse?-

L’uomo fece un passo indietro, come se le parole udite avessero acceso un fuoco davanti ai suoi piedi da cui era stato costretto a scappare.

-Tu non sai cosa stai facendo.- spiegò, ancora profondamente offeso.

-Cosa non so?- urlò lei, allargando le braccia –So che amo un ragazzo e che voglio stare con lui, un ragazzo che non ha nulla a che vedere con tutti gli altri!- poi indicò con disprezzo la figura del padre sulle scale davanti a lei. –Lui non è come te, che se ne va in giro con quei vestiti neri cercando di distruggere la mia scuola e facendo del male agli altri!-

Il Mangiamorte alzò il mento e chiuse gli occhi, un istante dopo sulle sue labbra affiorò un sorriso assente, come se stesse pensando a qualcosa che solo lui poteva capire.

-Capisco…- sospirò.

Areal rimase in silenzio, ebbe quasi l’impressione che suo padre fosse stato rincuorato dalla scoperta che Draco non fosse affatto un vero Mangiamorte, ma questo non avrebbe avuto alcun senso. O, almeno, così credeva.

-Tu mi odi…-Costatò l’uomo, scoccando uno sguardo significativo alla figlia.

Areal incrociò le braccia al petto e ricambiò il suo sguardo in segno di sfida, cercando di apparire più forte di quanto era realmente. –Non dovrei? Ricordi, te ne sei andato!-

Daniel Foreberth, questo era una volta il suo nome, parve non reggere più il suo stesso peso, così si lasciò cadere sulle scale e si sedette senza dare le spalle alla figlia.

-Gli errori fatti vengono sempre a chiedere il conto prima o poi, anche a distanza di anni.-

Areal scosse il capo, non poteva esserci nulla che giustificasse il gesto del padre, la sua figa priva di spiegazioni.

-Quando ero solo un ragazzo frequentavo questa scuola. Non ero geniale come tua madre, né coraggioso, quando mi assegnarono alla casa dei Serpeverde mi parve la scelta più giusta o fui felice di rendere orgoglioso mio padre. Inizia a stringere delle amicizie, ma i miei compagni di un tempo sono ora tutti Mangiamorte. Tra loro c’erano Lucius Malfoy e Severus Piton. Con loro inizia ad addentrarmi nel mondo della magia oscura e non ne ebbi più scampo.-

Areal scosse il capo alle parole dell’uomo. –Hai scelto di essere una persona malvagia!- sentenziò.

Daniel la guardò con occhi imploranti. –Non ti chiedo di giustificarmi, so perfettamente che le cose che iniziai a fare non erano giuste. Sono diventato un seguace dell’Oscuro e all’inizio ero lieto di svolgere gli incarichi che mi assegnava, ma…- 

-Ma, cosa?- chiese Areal, con crescente disprezzo che a stento riusciva a mascherare.

-Ma con il tempo mi accorsi che la mia coscienza non era più in grado di sopportare altre vittime…-

-Assassino!-  Bisbigliò Areal, profondamente scioccata. Fece un passo indietro, pronta a scappare dalla quella mostruosa rivelazione.

-No, aspetta!- gemette il padre, sollevandosi da terra mentre tendeva una mano verso sua figlia. –So di essere stato un uomo sbagliato, ma devi sapere per quale motivo me ne sono andato!-

Areal abbassò gli occhi e scosse il capo. –Centro!- disse allargando le braccia. –Ho appena scoperto che mio padre è un Mangiamorte e un assassino, cos’altro potrei sentire di peggio!-

Daniel avanzò di un passo, salendo di uno scalino. –Quando ho conosciuto tua madre ho iniziato a credere che avrei potuto condurre un altro tipo di vita, l’ho sposata e le ho promesso che sarei cambiato, che avrei abbandonato l’Oscuro. Per anni mi ha seguito ed appoggiato, era pronta a rischiare tutto insieme a me. Avrebbe fatto di tutto pur di non perdermi.-

-E allora perché ci hai abbandonate?-

Ci fu un minuto di silenzio e l’uomo parve riprendere fiato. –Fino a quando eravamo solo io e lei, giovani e imprudenti, affrontare la mia doppia vita era facile. Tuttavia sapevamo che se avessimo avuto un figlio da proteggere, tutto sarebbe stato troppo complicato, così avevamo deciso di non averne. Poi, però, l’Oscuro venne sconfitto e fummo finalmente liberi di trovarci una casa e di avere un bambino.- Alzò lo sguardo sulla ragazza, e le sue labbra si mossero in un sorriso. –Ero così felice quando sei nata, così felice! Ma non meritavo quella felicità, avevo causato troppo dolore e quelli del ministero stavano cercando di catturare più Mangiamorte possibili. Dovevo andarmene.-

-Perché? Non ho mai sentito dire che eri un Mangiamorte, nessuno mi ha mai accusato di essere la figlia di un…-

-Questo perché me ne sono andato!- intervenne l’uomo. –Se mi fossi fatto trovare, io sarei finito in prigione, e la mia famiglia sarebbe stata odiata e marchiata per sempre!-

-Il padre di Draco…-

-Lucius ha dichiarato di aver eseguito gli ordini dell’Oscuro perché vittima della maledizione Imperius! Ma cosa ha ottenuto? Le voci corrono, tutti hanno sempre visto di cattivo occhio la sua famiglia, certi crimini non si possono nascondere. Mentire, fingersi vittima invece che seguace, lo ha solo tenuto fuori dalla prigione. Io Non potevo permettere che etichettassero te e tua madre in quel modo, che vi guardassero con il sospetto.  Vi avrei rovinate!-

Areal lo studiò in silenzio, forse le troppe emozioni che stava provando le rendevano difficile capire alcune cose o, forse, c’era davvero qualcosa che non quadrava. -Com’è possibile che sia bastato sparire dalla circolazione?- chiese. –Se c’erano tracce della tua alleanza con i Mangiamorte, sarebbero comunque venuti a cercarti e, anche se non ti avessero trovato, saresti comunque stato considerato un fuggitivo. Inoltre, senza un regolare processo in cui avresti potuto dire la tua, saresti stato condannato come seguace di Voldemort, e noi saremmo finite in disgrazia.-

Daniele rise brevemente. –Sei furba, si vede che meriti quella divisa!- Affermò. –Ma vedi, il punto era proprio questo: non c’erano prove!-

Areal rimase senza parole.

-Non ho lasciato tracce, nessuno sospettava di me. Nessuno sapeva che ero stato un Mangiamorte e, fortunatamente, anche se i mie ex compagni avessero deciso di fare il mio nome, non sarebbe bastato. Ho sempre operato nell’ombra, pochi dei miei colleghi conoscevano la mia vera identità e, cosa più importate, non ho mai lasciato testimoni dei miei crimini. O, almeno, così credevo. Per questo motivo non fui mai processato e potei rimanere con te e tua madre per ben cinque anni.-

-E poi?-

-Poi, un giorno, il destino venne a chiedermi il conto!- spiegò, con rammarico. –Vidi per strada un ragazzino fissarmi in modo strano, e riconobbi subito i suoi occhi. Erano quelli di un bambino intrappolato in un angolo mentre uccidevo suo padre per ordine dell’Oscuro. Mi aveva visto in faccia, quella volta, e sapevo che avrei dovuto uccidere anche lui, ma non ne avevo avuto il coraggio. In più, credevo che non mi avrebbe mai più rivisto. Tuttavia, quel giorno, vedendo il modo in cui mi aveva guardato mentre attraversavo la strada davanti a lui, capii di essere stato scoperto. Mi fece inoltre capire che, se qualche altro testimone dei mie delitti, da me dimenticato, fosse saltato fuori dopo tanto tempo, sarei stato smascherato. Se mi avessero visto insieme a voi, sa avessero scoperto il mio nome questo sarebbe stato sporcato per sempre. Per questo scappai, me ne andai per impedire che qualcuno scoprisse che ero Daniel Foreberth, tuo padre. In questo modo sarei stato solamente un fuggiasco senza nome. È grazie a questo, fino ad oggi, hai potuto andare in giro a presentarti senza che nessuno ti additasse come la figlia di un mostro, tutto quello che si sa oggi sui Foreberth è che erano una famiglia ricca di cui, tutti i discendenti, venivano assegnati alla casa dei Serpeverde!-

Areal si coprì la bocca con una mano, non riusciva a credere che il segreto che aveva sempre cercato di scoprire fosse proprio quello. Aveva elaborato più volte teorie e inventato storie sulla possibile causa che aveva spinto suo padre ad andare via quando lei era solo una bambina. Avrebbe fatto di tutto pur di convincersi che suo padre non se ne fosse andato solo perché non amava lei e sua padre, per anni aveva rifiutato di credere di essere stata abbandonata.

Ma mai avrebbe potuto immaginare tanto.

In quel momento si accorse dell’irreale silenzio che li avvolgeva, e questo portò la ragazza a chiedersi come fosse possibile che, per tutto quel tempo, nessuno fosse passato di lì. Forse le barriere create dai suoi compagni ai piani inferiori avevano realmente retto, di fatto nessuno si era avvicinato a loro. Dai piani superiori, il trambusto di ragazzi che si precipitavano verso l’uscita segreta nella camera delle necessità al quinto piano, era cessato, ed Areal sperò che tutti fossero riusciti a mettersi in salvo. Dalle finestre giungeva solo qualche lontano boato di possibili battaglie che si svolgevano sicuramente in sala grande.

-Quando comunicai a tua madre che sarei andato via, lei non voleva sentire ragioni. Iniziamo a litigare molto spesso. Disse che sarebbe venuta con me, che potevamo fuggire insieme come prima che tu nascessi. Era una donna forte e coraggiosa, non le importavano i rischi che avrebbe corso, voleva stare al mio fianco ed era pronta a scappare per sempre, non avrebbe mai accettato di fare la parte della compagna indifesa che rimane a casa al sicuro. Ma io non potevo permettermi di rovinarle la vita e di metterla in pericolo, volevo che restasse con te, che si prendesse cura di te. Se ce ne fossimo andati entrambi, tu saresti rimasta da sola, e non potevo permettere che accadesse. E così sono fuggito, scappando via di casa durante la notte, come un ladro!-

-Peccato che lei se ne sia andata comunque, poco dopo. Non faceva che ripetere che doveva ritrovarti, che sapeva dov’eri e perché te ne eri andato. Lei non voleva restare con me, adesso capisco perché mi ha sempre odiata: io ero il motivo che le ha impedito di stare con te. Immagino che già dal giorno della mia nascita aveva intuito che, in caso di pericolo, la mia presenza le avrebbe creato dei problemi. Di fatti, se non fosse stato per proteggere me, sareste fuggiti insieme. Per colpa mia tu sei scappato lasciandola indietro e, anche se dopo è venuta a cercarti, deduco che non ti abbia mai trovato.-

-No, non sapevo nulla. Non sapevo che se ne fosse andata.- Sollevo gli occhi sulla figlia, mostrandole uno sguardo profondamente dispiaciuto. –Mi dispiace…-

Ciò che spezzò il silenzio che scaturì l’istante dopo, fu uno degli ultimi suoni che Areal avrebbe desiderato sentire: il suo nome urlato da Canni.

L’urlo della sua amica proveniva dai piani superiore e, con la paura che qualcosa fosse andato storto lungo la strada verso l’uscita segreta, Areal corse verso di lei.

-Non farlo! Torna qui è pericoloso!- urlò suo padre ma, quando si lanciò al suo inseguimento, venne bloccato dalla barriera costruita.

Areal ignorò i tentativi di Daniel di fermarla e raggiunse il piano superiore, svoltando verso un’aula vide Canni con la schiena contro il muro, e un Mangiamorte difronte a lei. Dato che le dava le spalle, quest’ultimo non si accorse della ragazza, cosicché Areal riuscì ad attaccarlo con uno schiantesimo che lo mandò al tappeto.

Quando Canni le corse incontro la prese per la spalla parlandole velocemente. –Ho portato Nick all’uscita. Dov’eri finita? Pensavo che quel Mangiamorte che abbiamo incontrato sulle scale ti avesse fatto del male, e stavo tornando indietro a cercarti!-

Areal sospirò prendendola per mano. -È una lunga storia. Andiamo di sotto adesso, lì avranno bisogno di aiuto, si sentono ancora i rumori degli scontri.-

Le due ragazze corsero verso la sala grande, ma Areal decise di seguire una via alternativa per evitare di rincontrare suo padre, così raggiunsero le serre di Erbologia al primo piano, e dovettero fare il giro del giardino per raggiungere l’entrata principale della scuola. Una volta fuori, il freddo e l’oscurità di quella notte le avvolsero, e la paura tentò di rallentare la loro corsa ma, insieme, riuscirono quasi a raggiungere l’entrata. A quel punto videro Erick che combatteva contro due Mangiamorte e Canni corse verso di lui per aiutarlo, lasciando Areal indietro. La ragazza inciampò sopra una radice fuoriuscita dal terreno e, mentre metteva le mani sulla terra umida per risollevarsi, si accorse di una nuvola  bianca che le veniva incontro.

Nell’istante in cui capì che si trattava di un Dissennatore, sentì il suo cuore mancare di un battito e la sconcertante consapevolezza di non avere alcuna via di scampo impadronirsi di lei. Era troppo turbata per produrre un Incanto Patronus, aveva paura, era ancora troppo scossa a causa dell’incontro con il padre e, di certo, la battaglia che si stava svolgendo nel castello non le forniva la serenità mentale per far riaffiorare alla mente un ricordo piacevolmente intenso per produrre l’incanto. Come se ciò non bastasse, ricordava di aver prodotto il Patronus solo una volta, durante le riunioni segrete dell’ES, e non era affatto sicura che ci sarebbe riuscita una seconda volta, non in quelle condizioni almeno. Quando si accorse che la bacchetta le era caduta a qualche passo di distanza, chiuse gli occhi pronta a quello che le sarebbe accaduto, certa che niente avrebbe potuto impedire al Dissennatore che le si avvicinava di abbattersi su di lei.  

Poi una luce argenta illuminò la notte e creò una barriera che tenne indietro il Dissennatore. Quando aprì gli occhi, Areal vide un corvo d’argento volteggiare davanti a lei e proteggerla da quella creatura. L’animale luminoso mise in fuga il Dissennatore, poi spiegò le ali e atterrò davanti a lei per dissolversi nel nulla l’istante successivo.

Quando la ragazza alzò gli occhi si accorse del ragazzo che camminava tranquillamente verso di lei. A differenza sua, non indossava la propria divisa scolastica, ma un elegante completo nero e, nonostante fossero nel bel mezzo di una battaglia, il ragazzo manteneva un passo fiero e sereno mentre, la luce della luna, accarezzava i suoi capelli biondi donandogli un chiarore perlato. 

Il Patronus a forma di corvo era il suo.

Areal si alzò e corse incontro al suo salvatore gettandosi fra le sua braccia.

-Me lo sentivo quasi, che senza di me saresti stata in pericolo.-

Alle parole di Draco, Areal si lasciò sfuggire un sorriso e, mentre si scostava appena dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi, notò dei graffi sul suo volto e dei piccoli segni di lievi ustioni. Inoltre, i suoi vestiti, erano coperti di fuliggine e bruciacchiati in alcuni punti.

-Ma, ma… dove sei stato, cosa ti è successo?- chiese Areal, confusa, mentre scuoteva la testa. –E come fai ad essere in grado di produrre un Incanto Patronus?-

Draco fece un sorriso strano. –Risponderò ad una sola domanda. Secondo te, essendo un Mangiamorte sempre in contatto con i Dissennatori, come avrei mai potuto non imparare ad evocare il Patronus?.-

Areal rimase in silenzio, abbassò lo sguardo e nei suoi ricordi si ritrovò ad inseguire con lo sguardo i contorni del corvo evocato da Draco.

-Il tuo Patronus è un corvo?-

Draco posò il proprio sguardo sulle sue labbra e le accarezzò i capelli corvini. –Già- sussurrò. –È un corvo nero ed intelligente…-

Areal sentire il proprio labbro inferiore tremarle per la commozione, non c’era bisogno di spiegazioni. Sentì un forte calore avvolgerla e, per un attimo, le esplosioni, le urla, e tutto l’inferno che li circondava, sparirono.

-Non ho intenzione di mentirti.- disse Draco, all’improvviso. -Quando ho sentito il marchio bruciare per il richiamo di Alecto, ho seguito Potter nella stanza delle necessità. Volevo prenderlo con le mie mani e consegnarlo al Signore Oscuro. Non ci sono riuscito, Tiger ha dato fuoco alla stanza ed è morto. Potter e i suoi amici sono fuggiti. Mi hanno salvato la vita.-

Areal rimase a fissarlo con le mani tremanti sulle sue spalle, ma non disse nulla.

-Ho perso nell’incendio anche la bacchetta che mia madre mi aveva dato, questa l’ho presa da uno dei corpi a terra.- Spiegò il ragazzo mostrando la bacchetta.

La ragazza rimase ancora in silenzio.

-Sono corso a cercarti, sapevo che saresti rimasta a combattere e…-

-Temevi che mi fosse successo qualcosa?-

-No. Dovevo dirti che ti amo prima di morire.-

Areal sentì calde lacrime scendere dai suoi occhi ma sorrise, era troppa la felicità che provava. –Dopo tutto questo tempo, ti pare questo il momento più opportuno per dirmi che mi ami?-

Draco si lasciò incurvare le labbra dal suo solito sorriso ma, questa volta, era un po’ meno maligno del solito. Parve quasi dolce. Le prese il viso fra le mani e lo avvicinò al suo, scambiandosi un bacio profondo che scaldò i loro cuori.

Alle loro spalle, sulla porta d’ingresso, gli scontri erano cessati e, solo in lontananza, si udivano ancora gli echi di alcuni combattimenti.

In quel momento, la voce agghiacciante di Voldemort, si sentì risuonare nell’aria e annunciò a tutti loro che desiderava che la battaglia cessasse momentaneamente per permettere ai sopravvissuti di recuperare i corpi degli sconfitti e, infine, chiedeva che gli venisse consegnato Harry Potter. In cambio, lui avrebbe risparmiato tutti gli altri, ponendo del tutto fine a quella guerra.

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo allarmato.

-Vieni con me, dobbiamo nasconderci il prima possibile!- ordinò Draco, afferrandola e trascinandola per un braccio.

-Ma che stai dicendo?-

La ragazza non capiva cosa avesse intenzione di fare, non le restava che seguirlo, ma aveva bisogno di chiarezza. Quando furono dentro, Draco parve leggerle nel pensiero e si fermò fuori dalla sala grande per spiegare le sue intenzioni.

-Avrei dovuto andare da lui con tutti gli altri Serpeverde, ma non l’ho fatto. Potrei andarci adesso come gli altri Mangiamorte, e riunirmi ai miei genitori, ma non credo che tu voglia venire con me. Penso che il posto più sicuro per entrambi, al momento, sia dentro questo castello. Troviamo un posto sicuro e togliamoci dai piedi!-

Areal sapeva che Draco aveva ragione e avrebbe voluto seguirlo e correre con lui in cerca di riparo, ma non poteva. C’era una cosa che doveva fare, prima.

-Aspetta.- gli disse e, senza dargli il tempo di bloccarla, corse dentro la sala grande.

A dire il vero, una volta entrata, se ne pentì all’istante, poiché la stanza era stata usata per radunare tutti i cadaveri e i feriti. A malincuore, riconobbe quasi tutti i corpi a terra, ma si voltò di scatto, rifiutandosi di continuare a guardare. Tutto quello era a dir poco sconcertante anche senza le urla e i pianti disperati dei pochi rimasti vicini ai corpi di chi non ce l’aveva fatta.

-Non ti fa male, quello?-

Areal si voltò e, quando si ritrovò Erick davanti, lo abbracciò di scatto.

-Santo cielo Erick, almeno tu stai bene!-

-Sì, un po’ ammaccato ma ci sono. In quanto a te, non so quanto resisterai se continui a perdere sangue…-

-Sangue?- chiese Areal, sciogliendo l’abbraccio.

Quando abbassò lo sguardo, si accorse di avere una gamba ricoperta di sangue e uno squarcio profondo poco sotto il ginocchio. Adesso che ci pensava, ricordò di quando era caduta fuori dalla scuola, lontano da Canni, inciampando come una stupida su di una radice. Aveva effettivamente sentito un forte dolore ma, la pura provata alla vista del Dissennatore, le era bastata per far sparire ogni male. In seguito era arrivato Draco, e tutto era accaduto troppo in fretta e le emozioni e l’adrenalina dovevano aver fatto da anestetico.

-Siediti!- le ordinò l’amico.

-Cosa?-

Erick non le disse altro, scambiò solo uno sguardo con qualcuno alle sue spalle e l’istante dopo Areal venne trascinata a terra e dovette sedersi.

Dietro di lei adesso c’era Draco, era stato lui a costringerla a sederti. Il suo volto era pallido e il suo sguardo sconcertato si era fissato sulla sua gamba ferita.

Erick si inginocchiò all’istante ed, estraendo la bacchetta, iniziò a mormore un nenia magica che richiuse lentamente il taglio.

-Wow!- esclamò Areal. –So che tuo padre lavora al San Mungo e che vuoi diventare un guaritore proprio come lui, ma non sapevo che fossi già sulla buona strada!-

Draco la strinse dai fianchi e la rimise in piedi senza troppi giri di parole, mentre Erick si concedeva una scollata di spalle.

-Ti stupisci per troppo poco.- Le disse l’amico. -Anche Canni sta dando una mano.-

Areal si guardò in torno e, fra tutto quel trambusto, scorse l’amica, intenta a curare i feriti meno gravi insieme a Madama Chips.

-A differenza di me, almeno voi riuscite a dare il vostro aiuto…-

-Sciocchezze! Hai coordinato i nostri compagni alla perfezione e si sono salvati praticamente tutti, le tue barriere li hanno tenuti al sicuro e, il tuo piano di attaccare all’interno di esse, è stata una mossa vincente!-

Areal sorrise, rincuorata dalle parole di Erick.

Lei e Draco rimasero lì qualche altro minuto, mentre Erick tornava a prestare soccorso a chi ne aveva bisogno. La ragazza cercò di aiutare più gente possibile ma, a dire il vero, Areal capì di non poter fare più molto e, vicino a lei, Draco non faceva altro che guardarsi nervosamente intorno.

-Non voglio deluderti, ma il tuo aiuto qui non è indispensabile.- Le confermò ad un tratto il biondo, afferrandola da un braccio. -Ti sei assicurata che i tuoi amici stanno bene, ora, per favore, andiamo a cercare un nascondiglio.-

Areal sapeva che non poteva dire di no a quegli occhi decisi, ma avvertiva quasi il bisogno fisico di rimanere lì con i suoi amici, di continuare ad aiutare Luna e Ginny portando tutto l’occorrente a Madama Chips e alla McGranit. 

-Qui non siamo al sicuro, se mi trova mi ucciderà. Fallo per me Areal, tutto quello che voglio e stare al sicuro con te. Ti prego!-

Areal ricordò le sofferenze di Draco, le umiliazioni della sua famiglia, la missione che lo aveva quasi ucciso l’anno prima e il marchio sul suo braccio che appesantiva la sua anima. Sapeva, in oltre, che il suo aiuto in quella stanza non era di vitale importanza. Era rimasta per diverso tempo, aveva fatto qualcosa ma, non avendo capacità curative come Canni ed Erick, poteva anche andare. Era stata utile nella difesa del castello con le sue barriere, ma dovette ammettere che, in quella sala, la sua assenza sarebbe stata presto rimpiazzata.

Seguì Draco nei piani più alti del castello, incontrando qua e la gente che trasportava di sotto i cadaveri, la cui vista le fece contorcere lo stomaco e dovette nascose il viso contro il petto di Draco, lasciandosi guidare da lui. Quando riaprì gli occhi si accorse che si erano fermati dentro l’aula di incantesimi.

-Pensavo che questo posto ti avrebbe fatto sentire più al sicuro.- le disse Draco.

Areal annuì.

La ragazza creò una barriera a difesa della porta e barricò la stanza con tutti gli scudi magici che conosceva, poi, insieme a Draco, si lasciarono cadere sulle poltroncine della stanza ed attesero.

Nessuno dei due parlò per tutto il tempo, rimasero solo seduti vicini, in attesa. Areal, accoccolata sul petto di Draco, chiuse gli occhi per qualche minuto cercando di non pensare e, d’altro canto, anche il ragazzo parve provare per un momento a cancellare tutto ciò che era accaduto.

L’ora concessa da Voldemort, in fine, passò.

Con grande sconforto da parti di tutti, la voce di Voldemort si fece udire un’altra volta, annunciando la morte di Harry Potter. Scoppiò il caos e tutti furono presi dal panico e dallo sconforto.  

Areal non voleva crederci, corse alla finestra che dava sull’ingresso della scuola e vide tutti i Mangiamorte fermi lì, Voldemort in testa e Hagrid con fra le braccia il corpo di Harry Potter.

La ragazza gemette e si coprì la bocca con le mani, non era possibile. Tutti gli altri uscirono e si fermarono sugli scalini dell’ingresso, urlando e disperandosi per la morte del loro eroe.

L’unica speranza rimasta.

A quel punto Areal scoppiò a piangere, cadde in ginocchio e si appoggiò con le braccia sul davanzale. Aveva visto le sue amiche, Emma a Jude, fuggire per non essere prese da Voldemort solo perché non avevano il sangue puro. Aveva visto i suoi compagni più piccoli tremare di paura e venire torturati dai fratelli malefici. Aveva visto i suoi compagni di scuola giacere al suolo morti. Ne aveva passate troppe, la sua amata scuola che crollava a pezzi, Draco in pericolo di vita o lontano da lei, suo padre che le rivelava di essere un Mangiamorte.

Ma come faceva ad accettare che ogni speranza di vittoria era sparita per sempre?

Se l’unica speranza del mondo magico era morto, anche loro erano morti. Voldemort li avrebbe scovati tutti e uccisi, senza risparmiare niente e nessuno. L’alternativa era fingere per il resto della vita di stare dalla sua parte, fingere, vivere nel terrore e nella paura. Vivere in un mondo di morte e sofferenze, vivere all’inferno oppure morire.

Cosa cambiava?

Nessuno sarebbe stato al sicuro, Draco e la sua famiglia non erano più nella grazie del Signore Oscuro, cosa ne sarebbe stato di loro?

Cosa ne sarebbe stato dei più deboli e dei Babbani?

Cosa ne sarebbe stato degli Auror, di quelli dell’Ordine della Fenicie e di quelli dell’ES?

Era tutto perso, tutto finito.

Areal continuò a piangere forte fra i singhiozzi, con Draco accanto a lei che le accarezzava la schiena per darle conforto, non avrebbe mai voluto vederla piangere in quel modo e, ormai, la disperazione aveva avvolto anche lui.

Non rimaneva che sperare nella clemenza di Voldemort, da lassù Draco poteva vedere i suoi genitori.

Areal non volle vedere Neville avanzare e venire atterrato da Voldemort, ne quando quest’ultimo incendiò il cappello parlante e glielo mise in testa.

Scoppiò il caos.

I giganti si avvicinarono alla scuola, tutti partirono all’attacco, i Mangiamorte tornarono all’interno del castello è fu la guerra.

La battaglia di prima non era nulla al confronto, stavolta anche l’Oscuro combatteva e potevano sentirne le urla di vittoria. Ma Areal non aveva la forza di alzarsi o di scendere a combattere, rimase solo lì a piangere.

-Draguccio caro, troppa paura per venire di sotto a darci una mano?- sghignazzò qualcuno.

Draco si voltò con rabbia, paradosi davanti ad Areal, ancora inginocchiata davanti alla finestra.

-Yaxley, Dolohov!- salutò Draco, rigido come una statua.

-Hahaha, tuo padre non ha mosso un dito in questa battaglia, d'altronde, senza bacchetta, mi chiedo come avrebbe potuto. Orami è inutile, il Signore Oscuro lo ha usato finché serviva, ma presto si sbarazzerà di lui e della tua mammina- Disse Yaxley.

Areal si voltò, si asciugò le lacrime e si mise in piedi con la bacchetta in mano.

Si accorse che nessuno dei due Mangiamorte appena giunti portava la maschera. Quello che aveva parlato aveva corti capelli neri, mentre l’altro era biondo e con il volto spigoloso.

-Peccato, Narcissa era proprio una bella donna. La sua sfortuna è stata sposare quel fallito di Lucius.-

-Ora che hai finito con i tuoi commenti, Dolohov, puoi anche andare all’inferno!- ringhiò Draco, pronto a scagliare una maledizione.

-Aspetta!- lo fermò Areal, dopo di che si rivolse ai due Mangiamorte. –Come avete fatto ad oltrepassare la mia barriera?-

Draco sussultò, non si era reso conto che i due individui erano dentro l’aula di incantesimi proprio come loro. Capire come avessero fatto a distruggere la barriera, e ad entrare senza che loro se ne accorgessero, sembrava un mistero.

Yaxley rise e prese parola. –E così erano tue tutte quelle barriere sparse nella scuola, che bloccavano me e i miei compagni! Erano molto potenti e ben fatte, complimenti, ma anch’io ero un’abile creatore di barriere alla tua età e, come avrai già capito, sono bravo anche ad abbatterle. Tutte quelle che hanno ceduto sono state spazzate via da me, abbiamo ucciso un gruppo di ragazzi che si rifugiava dietro una di esse, spero che non fossero tuoi amici…-

Areal trattenne la rabbia nel vedere il ghigno soddisfatto e derisorio che piegò le labbra di quell’uomo.

-Che ragazzina di talento, creare tutte quelle protezioni tutta sola alla sua giovane età. Oltretutto è davvero carina. Possibile che le ragazze migliori si rovinino, e perdano il loro tempo, dietro i Malfoy?- Disse Dolohov, falsamente indignato. –Ma non temere Draco, quando avremmo finito con te ci occuperemo noi della tua amichetta…-

-Maledetto, dovrai uccidermi!-

-È proprio quello che intendo fare!-

Alle parole di Dolohov partirono gli scontri, lui contro Draco ed Areal contro Yaxley. I due giovani ragazzi diedero sfoggio di tutte le loro capacità, rivelandosi molto abili, ma i due Mangiamorte conoscevano molte più magie di loro e avevano molti più anni di esperienza alle spalle. Tuttavia Draco sfoggiava gli incantesimi oscuri imparati dal padre e la rabbia gli permetteva di tenere testa a Dolohov.

Areal, invece, era talmente furiosa e piena di dolore per la morte dei suoi amici, che si accorse di duellare come non aveva mai fatto. Sfruttò tutte le cose che aveva appreso a scuola e, soprattutto, quelle che aveva imparato studiando sui libri in quegli anni in cui si era ripromessa di migliorare come strega. Quando aveva iniziato a capire che Draco era in pericolo, aveva studiato dal libro di Agatha Corvonero, la madre dalla fondatrice della propria casa, ed aveva appreso varie tecniche e magie che le avevano permesso di salvarsi quella sera. Negli scontri che aveva avuto per il castello con i vari Mangiamorte, era riuscita a cavarsela abbastanza bene, dimostrando tutto il suo talento, ma mai aveva lottato meglio di quel momento.

Voleva abbattere quel Yaxley che aveva ucciso i suoi compagni e che aveva abbattuto le sue barriere, desiderava fargliela pagare per tutto il male che aveva fatto.

-Areal!-

Quando Draco la chiamò, Areal vide che il ragazzo era riuscito ad abbattere Dolohov. A quel punto, insieme, i ragazzi si concentrarono su Yaxley, ma Areal si distrasse. La ragazza si premurò di legare il Mangiamorte a terra e di distruggere la sua bacchetta.

Yaxley, approfittò della distrazione della ragazza, e si accanì su Draco minando alle sue difese con attacchi a raffica che il ragazzo a stento riusciva a gestire. Areal provò ad attaccare il loro nemico, cercando di distrarlo, ma non funzionava.

Troppo tardi capì che quello di Yaxley era un piano curato nel dettaglio, la sua intenzione era quella di far credere che avesse intenzione di finire Draco, tenendo Areal impegnata nell’intento di provare a difendere il ragazzo, senza pensare a proteggere sé stessa.

Dopo la raffica di colpi lanciati a Draco, mentre il biondo tentava di proteggersi, Yaxley si voltò e lanciò un’unica, tremenda maledizione, contro Areal.

-Avada Kedrava!-

In una frazione di secondo, Areal ebbe l’impressione che tutto si muovesse a rallentatore. Forse un potere nascosto, oppure, un angelo protettore, le aveva permesso di prevedere con qualche secondo d’anticipo le mosse di Yaxley. Pensò ai suoi studi suoi libri, alle formule che aveva inventato, ma che non aveva mai sperimentato e, con quel vantaggio di un secondo ottenuto per chissà quale miracolo, urlò:

-Protego Maximus!-

Areal creò un cerchio davanti a sé e, quando l’anatema che uccide sfrecciò verso di lei sotto forma di luce verde, il suo incantesimo divenne uno scudo di luce rossa e ci fu una grande esplosione.

Solitamente un semplice sortilegio scudo non salva dall’anatema che uccide, e Draco lo sapeva. Quando riacquistò la forza necessaria per rialzarsi, il biondo si accorse di essere stato spazzato via dall’esplosione, era stato come se Areal avesse amplificato il suo scudo, rendendolo quasi uno specchio. Yaxley, infatti, era finito contro un muro e adesso giaceva a terra, e Draco sperò che la maledizione che aveva scagliato gli fosse finita addosso.

Ancora dolorante, il ragazzo si alzò e corse da Areal, trovandola inerme al suolo.

-Areal!- chiamò.

Si inginocchiò accanto al suo corpo, la prese fra le braccia ma la ragazza non apriva gli occhi. Era maledettamente fredda, il volto era violaceo e gli occhi rimanevano chiusi, dalle labbra usciva un respiro troppo lieve.

Stava morendo.

Non c’erano ferite sul suo corpo e le mani del biondo non si erano sporcate di sangue come nel sogno che aveva avuto, ma la vita stava comunque abbandonando il corpo della persona che amava. Lo scudo amplificato che Areal aveva creato era solo servito a rallentare l’effetto della maledizione senza perdono, ma l’avrebbe comunque uccisa. Ad ogni secondo che passava il corpo si raffreddava come se le porte della morte le si fossero aperte davanti a la risucchiassero lentamente, ma senza alcuna intenzione di richiudersi senza prima averla presa.

La morte voleva la ragazza.

-No Areal, guardami…-

Pregò Draco, la strattonò e poi l’abbracciò forte. Potevano portargli via tutto ma non lei, non l’unica persona che lo aveva amato dal primo momento e che gli era sempre rimasta accanto.

-Draco!-

Urlò una donna.

Quando Draco si voltò, vide sua madre e suo padre entrare nell’aula e precipitarsi verso di lui. Entrambi i genitori parvero rinascere nel vedere che il figlio stava bene, ma si accorsero subito della ragazza apparentemente morta che gli stava fra le braccia.

Lucius guardò la giovane a la riconobbe, in più, non aveva mia visto suo figlio in quello stato, mai.

-Ti prego!- gemette Draco rivolgendosi al padre. –Ti prego salvala!- 

 

 

 

 

Continua…

 

 

 

*****************************************

 

 

 

D’accordo, lo so,  lo so, non sono in alcun modo perdonabile! Troppo il ritardo nell’aggiornamento, avrete creduto che avevo abbandonato tutto di nuovo!

Ho dovuto affrontare un mostruoso trasloco e, fra scatoloni da imballare e poi disfare, non ho avuto un attimo libero. Anche se la storia era tutta pronta e finita, purtroppo, devo rileggere e praticamente riscrivere tutte le parti che adesso non mi piacciono più. Come ciliegina sulla torta, nella nuova casa ero rimasta senza internet!!!!

 

Grazie a tutti voi che leggete, spero di aggiornare nei prossimi giorni. Mancano ufficialmente solo tre capitoli dopo di questo. Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio e grazie infinite.

 

Un ringraziamento particolare a chi ha recensito lo scorso capitolo XD.

neige13

beliveinyou

horansprjncess

Katherine_Petrova

 

   
 
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