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Autore: Lady Ligeia    30/01/2008    3 recensioni
Quanto può costare un aiuto insperato, apparentemente gratuito, da parte del compagno di classe più in gamba che avete? C'è un prezzo per ogni cosa... Che cosa ne verrà fuori?
Ecco una storia, in quattro capitoli, per certi versi molto triste, per certi altri che vi farà sorridere.
(Spero di aver scelto il rating giusto... nel caso avessi sbagliato, fatemelo notare, grazie!)
Genere: Commedia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTA DELL'AUTRICE:
Mi scuso per aver annunciato che i capitoli erano 2 o 3: in realtà sono diventati poi 4.
Un grazie perché avete seguito in tanti questa storia!
E adesso, gente, scopriamo come va a finire, per il nostro sfigato che si è “venduto” la ragazza…
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- Allora, mezza sega, com’è andata? Ti sei fatto la Sciorra, poi? -
- Eh? No, prova tu a farti una che puzza di fumo e che sembra sul punto di dar di stomaco ogni volta che freni...-
- Giorgio, per favore, sto facendo colazione...- esclamò il Magnifico, affettando disgusto e mescolando il cappuccino. Sia lui sia l'amico, da principini viziati, lo bevevano bollente e molto zuccherato, con il cacao sopra.
- E la Cariani? Quella non dà di stomaco, eh? E neanche puzza di qualcosa...-
– La Cariani… beh, è una figa da paura. -
Il Magnifico applaudì lentamente, con aria d’irrisione. - Grazie, ciccio, lo so anch’io. È come si veste, secondo me. Fa sbavare. E come le piace farsi scopare, poi…-
La barista lo fulminò con lo sguardo, ma non interloquì. Si limitò a passargli lo straccio umido il più vicino possibile ai gomiti, che il Magnifico teneva autorevolmente piantati sul bancone, quasi volesse purificare, con acqua e Svelto, qualsiasi cosa fosse venuta a contatto con quel troglodita.
Lui se ne accorse, e pronunciò qualche sentenza a proposito delle donne che vanno in menopausa troppo presto, o troppo tardi, o insomma troppo qualcosa. Poi tornò a rivolgersi al piccolo Torrisi: - Ci sta, vero? Ci sta con tutti, la Cariani...-
- Beh, amico...- Torrisi assaporò il momento come un sorso di champagne di marca – o meglio, come supponeva si assaporasse un sorso di champagne di marca, perché non ne aveva mai assaggiato. - ...penso proprio di sì. Le piaccio di sicuro. -
- E bravo Torrisino... L’altra sera quando sei apparso in quel soggiorno ho visto come la guardavi… ci hai slinguato almeno un po', vero, là in cucina? E ieri scommetto che te la sei fatta. -
- No – rispose precipitosamente Torrisi, e il Magnifico scosse la testa. La schiuma del cappuccino gli aveva disegnato un bel paio di vaporosi baffi bianchi tra il naso e il labbro superiore, ma il suo interlocutore non aveva il fegato di farglielo notare.
- Cos’è, aveva le sue cose? -
- No, cioè… non lo so, magari sì… mica gliel’ho chiesto, insomma! –
- Non è che ti sei comportato da schifo, vero? Va be’ che, stando con la beata vergine Arianna…- e qui Torrisi sobbalzò come se qualcuno l’avesse punto con uno spillo – ti avrà mandato su di giri in un attimo, ma insomma… ci vuole un po’ di classe, persino con una puttana del genere. -
- Non è andata così! – strillò Torrisi, e la voce gli salì di un numero di ottave preoccupante.
- Cos’è, canti da soprano, adesso? – commentò l’altro, addentando il proprio croissant. – Allora è per questo, che non ci hai fatto niente! -
- Magnifico, se mi lasci parlare… Le piacevo, non c’è dubbio su questo, ma non voleva con Arianna lì. -
- Va be’, si può anche capire…- concesse il Magnifico a bocca piena, visibilmente deluso. - Ma ieri? Pensavo ti chiamasse...-
- Non l'ho sentita - ammise l'altro. E neanche Arianna. - Le ho mandato un messaggio, ma non mi ha nemmeno risposto... E tu, con Arianna? -

Il Magnifico si concesse un lungo, lungo intervallo di silenzio.
Masticò accuratamente il boccone di brioche, bevve le ultime gocce di cappuccino, si ripulì accuratamente il labbro dalla schiuma, gettò il tovagliolino nel cestino della carta straccia accanto al bancone, senza mostrare di accorgersi di quanto Torrisi fosse vistosamente sulle spine.

- Niente - confessò poi, e la parola parve conficcarglisi in gola come una spina. - Mica volevo saltarle addosso, ricordi? L'ho accompagnata a casa, bacetto sulla guancia e buonanotte. E ieri niente, cellulare staccato, sia lei sia la Cariani. -
- Ah - fece Torrisi, fiaccamente. - Hai chiamato la Cariani? -
- Volevo sentire un po' se le andava un ripassino...sai, Arianna non l'ho trovata, ho pensato che fosse con te - rispose il Magnifico.
- Scusami se esisto! Comunque, ti ho già detto, non mi ha cercato. E adesso, che cosa conti di fare? -
- Fumarmi una sigaretta, se hai finito di mangiare...-
- Non ho finito... intendo con Arianna. -
- Nulla... continuare così... ma c'è una cosa che non ti ho detto, ancora...-
- E che cosa, adesso?! - esalò Torrisi, privo di forze. La sua brioche gli divenne insapore, in bocca, una brioche di cartapesta.
- Sono settimane che programmo di soffiarti la ragazza... ho studiato quel procedimento alternativo per le equazioni apposta... - l'autocompiacimento affiorava da tutti i pori della pelle olivastra del Magnifico, sembrava friggesse come pancetta in padella.
- Fai schifo, Lorenzo, lo sai? Proprio schifo. E se lo dico ad Arianna? -
Il Magnifico non ridacchiò, né rise: cominciò, letteralmente, a sghignazzare. - Tu... tu cosa vuoi fare? Tu... lombrico... che cosa le vai a dire? Che mi hai autorizzato a provarci con lei... perché io ti ho passato matematica?! -

In effetti, messa così era davvero un po' patetica. Vai a morire ammazzato, Magnifico. Ammazzato e inculato. Con una motosega, se possibile.

- La verità, sai qual è, sfigato? - proseguì il Magnifico. - E' che Arianna si è messa con te per ripiego. Lei con me faceva la vita da figa, altro che storie. Discoteche, happy hour, amici più grandi. Io ho una Golf, tra l'altro. E chi le ha regalato il Samsung? Io, mezza sega. Mentre tu... che cosa cazzo fa con te, lei?! - il Magnifico scosse la testa, come se si trovasse davanti un problema più grande delle proprie - pur sconfinate - capacità cerebrali. - Tornei di playstation? Animazione nei gruppi del dopocresima in parrocchia, cazzo? Dai, lascia perdere... Arianna è adatta a uno come me. Si sarà di sicuro pentita dell'occasione che ha perso..."

- Io non ne sarei tanto sicura, Lorenzo. -

I due sgabelli girevoli, su cui i due amici erano appollaiati come avvoltoi su un albero rinsecchito in mezzo al deserto, cigolarono all'unisono, mentre gli occupanti giravano su loro stessi per fronteggiare colei che aveva osato apostrofarli in quel modo, alle loro spalle.
Spalancarono occhi e bocca, trovandosi davanti nientemeno che Arianna e la Cariani, con libri e giubbotti e cappellini, che erano entrate senza far rumore.

Nel bar regnava ora un silenzio di tomba. La barista, acquattata accanto alla cassa, si godeva la scena.
Vecchia strega, pensarono in coro il Magnifico e Torrisi.

- Guarda, Ari, non sembrano due salami appesi? -
- Fai due stronzi a galla dentro l'acqua di un cesso, Sel - precisò la più piccola, con una certa elegante proprietà di linguaggio.

- Arianna - alitò Torrisi.
- Selene - rigurgitò il Magnifico.

- Voglio una macchina fotografica.-
- Una telecamera, meglio. Così riprendo anche i particolari. Stai sudando, sai, Lorenzo? Neanche quando chiavi, sudi così, lo sai?-

- Ma... ma... ma come...-
- Ma... non è come pensate voi...-

- Avevo capito subito che qualcosa non andava, quando tu mi hai spedito fuori dalla classe dopo il compito, Lorenzo. Avevo visto benissimo che avevi passato le soluzioni a quel fesso. -
Le due ragazze erano pacate, non alzavano il tono né gesticolavano. Sembrava che stessero parlando del tempo, avevano persino una nota divertita nella voce. - E il giorno dopo eravamo in bagno... quando si è aperto il finestrino che mette in comunicazione il cesso di maschi e quello delle femmine...-
Merda.La corrente d'aria. Quando ho detto alla mezza sega di chiudere il vetro...
- E abbiamo sentito tutto quello che vi siete detti. -
- Che tu fossi uno schifoso, Lorenzo, lo sapevo. Ma tu... Giorgio... io ero innamorata sul serio, di te! Come hai potuto pensare...-
- Arianna, io non ho pensato niente...-
- Quando mai, infatti, tu pensi?! -
- Comunque, vi abbiamo retto il gioco. Volevamo vedere fino a che punto sareste arrivati...-
- Non chiedetemi dove io abbia imparato ad essere falsa... ho davanti voi due, ecco i miei modelli! Grazie di cuore per la lezione! -

- Sai qual è stata la cosa peggiore, Ari? - proseguì la Cariani, fingendo di confidare all'amica una novità sensazionale.
- No, tesoro, dimmi...-
- Fingere che il tocco di quello sfigato del tuo moroso mi piacesse... lì è stato davvero faticoso. Per fortuna sono brava a recitare... la sola cosa che non so fare è arrossire a comando, purtroppo. Ma tanto, lui non se n'è neanche accorto, vero, seduttore? Troppo preso a mangiarmi le tette con gli occhi, eh? Il grande macho! Che riesce a mandarmi il sangue alla testa... come no, ma per la rabbia! -

Torrisi non aveva richiuso la bocca e gli occhi assomigliavano sempre di più a quelli di un batrace.
Il Magnifico, dal canto suo, aveva incassato la testa fra le spalle e le sue braccia pendevano inerti ai lati del corpo. Se avesse potuto, si sarebbe fuso con lo sgabello, nel tentativo di scomparire.

- E... la sapete una cosa, ragazzi? Ieri pomeriggio, Arianna era con me e mio fratello... e stasera escono insieme. Da soli.-
- Andiamo a ballare, mi insegnerà lui... mi merito una vita da figa, io, no, Lorenzo? Ma adesso andiamo, Selene, abbiamo perso anche abbastanza tempo... -
- No, Arianna. Tu vai pure - la interruppe il Magnifico, che non era mai stato meno magnifico in tutta la propria vita. - Ma con Selene devo chiarire due cose...-
- Ah, adesso sono diventata Selene, eh? Non sono più "piccola", o "quella zoccola della Cariani"... interessante. Dimmi, Lorenzo, cosa vuoi sapere? -
- Perché l'abbia fatto, Arianna, lo capisco. Ma tu? Tu, chi t'ha fatto qualcosa, a te? -

- Arianna è una mia amica. E tu un porco. Non sono due ragioni sufficienti? Così imparate a giocarvi qualcosa che non vi appartiene davvero, né vi apparterrà mai... Le donne. Potete portarvele a letto, certo. O meglio, possono fare l'amore con voi, come io l'ho fatto con te... e possono farlo perché vi amano, e chi ama di più è sempre più grande. Ma chi è più grande non può essere posseduto. Mai. Ha troppa dignità, troppa intelligenza, troppa forza. Ricordatevelo, questo. State in gamba, seduttori! Ari, andiamo? -
- Subito, Sel. Ciao! -

Distrutti, Torrisi e il Magnifico, i due eroi falliti, cigolarono sui loro sgabelli, tornando a voltarsi verso il bancone del bar.
Là, però, li aspettava serafica la barista. - Niente zucchero, da quelle due, eh, signorini? - commentò, sagace e soddisfatta. - Un bel cappuccino amaro, vero? -
Vecchia strega in menopausa...
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Ok, ok, scusatemi. E' molto poco politically correct e per niente raffinata, questa storiella... ma mi sentivo tanto, tanto carognetta!! ^_^ Spero che il finale vi sia piaciuto, aspetto commenti!
  
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