Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Sara Black    20/07/2013    4 recensioni
Sono passati sette anni da quando i Volturi hanno lasciato Forks. Sette anni in cui la vita della famiglia Cullen scorreva felice e agiata, ma…Renesmee? Come vive la sua esistenza di metà vampira e metà umana? Jacob le sarà accanto? Le spiegherà dell’imprinting? Andrà via di casa? I Volturi ritorneranno? Nuovi incontri, personaggi terrificanti, amicizie, scontri, litigi e chiarimenti coloreranno la vita della piccola, ma forte e coraggiosa, Renesmee. Nel prologo è Jacob a parlare, ma nei capitoli vedremo una dolce e determinata Renesmee; inoltre ci saranno anche dei pov Jacob o Edward.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo

Quella notte tornai a casa molto tardi. Erano quasi le due di notte.
Non riuscì a seguire la mia ragazza a casa sua. Volevo stare da solo per poter schiarirmi un po’ le idee e per pensare.
Ormai erano passati sei anni da quando me n’ero andato da La Push.
Il fatto era che non riuscivo a rimanere lì ogni volta che ci ritornavo, la fitta allo stomaco era costante ogni volta che la vedevo. Mi faceva ancora male, nonostante la vedessi solo un paio di volte all’anno.
Ritornavo a La Push per vedere mia madre, mia sorella e i miei fratelli; loro cercavano di convincermi a restare, con loro, ma avevo anche qualcuno che mi aspettava in Canada.
Solo che ultimamente pensavo seriamente di tornare definitivamente a casa mia, a ridere e a fare cazzate con i miei fratelli e i miei amici.
Avevo proposto a Anna, la mia ragazza, di trasferirsi con me a La Push, avrebbe conosciuto la mia famiglia, la mia casa.
Lei, però, voleva finire l’università prima di spostarsi in qualche posto e di certo non voleva farlo a La Push.
<< Ma se è una paesino minuscolo, io ho tutti i miei amici qui e non credo che riuscirei a vivere li >>, mi diceva ogni volta che affrontavamo l’argomento.
Solo che l’ultima volta che ne parlammo, litigammo per una serata intera.
Lei era arrabbiata perché non voleva trasferirsi a La Push; io ero arrabbiato perché sentivo che dovevo tornare…
E così, eccomi qui a passeggiare per il bosco, incazzandomi ancora di più.
Volevo bene ad Anna, non volevo lasciarla, ma se le cose si mettevano in quel modo, lasciarci era l’unica soluzione.
Comunque io ed Anna, ci conoscemmo grazie ad un mio amico e collega (lavoravo in un ristorante come cameriere). Mi fece conoscere una ragazza dai capelli biondi, pelle chiara e lentiggini.
Non era proprio il mio tipo ma andavamo d’accordo.
Stavamo insieme da un anno ormai, ci amavamo, facevamo l’amore e litigavamo, come tutte le coppie, ma io sentivo che il mio posto non era lì, era tra gli alberi sempreverdi, le case rosse, la pioggia continua, la spiaggia a mezzaluna.
Anna non sapevo che ero un muta forma e che quindi potevo mutare in un lupo.
Non so perché ma non mi fidavo così tanto di lei da confidargli, non solo un mio segreto, ma quello di tutti i miei amici; poi era anche molto sensibile e sicuramente se mi fossi trasformato davanti a lei le sarebbe preso un attacco di cuore.
Ultimamente, poi, non facevamo che litigare.
Litigavamo per tutto: io che non riuscivo mai a capirla fino in fondo, lei che passava troppo tempo con le amiche, dalla parrucchiera e dall’estetista, lasciandomi ogni sera solo a bere birra e a guardare la tv.
Ero stanco di quella situazione e forse quello aveva influito sulla mia scelta di andarmene di lì.
Tornai a casa, dopo aver passato un ora gironzolando per i boschi sotto forma di lupo, mi addormentai e decisi che il giorno dopo avrei parlato con Anna.
La mattina seguente mandai un messaggio alla mia ragazza per dirle che sarei andato a casa sua.
Mi preparai e presi l’auto per raggiungerla.
La notte precedente non ero riuscito a dormire molto bene, così ne approfittai per scegliere le parole adatte da dire ad Anna.
Mi avrebbe sicuramente cacciato a calci.
Bussai alla porta con tre colpi secchi e lei mi aprì.
<< Seth >>, si buttò tra le mie braccia. << Mi sei mancato stanotte. Non litighiamo mai più >>.
E ora? Cosa le avrei detto?
<< Ehm…vedi >>, presi un bel respiro e sputai il rospo. << La mia decisione è definitiva, Anna. Voglio ritornare a La Push, ma non per una settimana, voglio rimanerci, mi manca mia madre, mia sorella, i miei amici. Non posso andare a trovarli solo qualche volta l’anno. La mia vita è lì >>.
Mi guardava, stupita.
<< E noi? >>, chiese.
<< Puoi trasferirti con me, sarebbe bello, potrai conoscere, finalmente, la mia famiglia >>, provai a fare un ultimo tentativo.
<< Seth, lo sai che voglio finire l’università. E le mie amiche? Quando le rivedrò? >>. Era furiosa.
<< Capisco come tu ti senta, ma anch’io sono nella tua stessa situazione >>, constatai.
<< Allora che si fa? >>, chiese.
<< Credo che ci sia rimasta un’unica soluzione >>, dissi.
Silenzio.
<< Mi vuoi lasciare, Seth? >>, chiese furiosa.
<< Sì >>, dissi semplicemente.
<< Allora vai via >>, sussurrò sbattendomi la porta di casa in faccia.
Sospirai, in fondo le volevo bene.
Tornai a casa e iniziai a fare le valige, telefonai a mia sorella e le dissi che avevo intenzione di ritornare a casa, le feci promettere di non dire niente a nessuno, specialmente a nostra madre. Volevo farle una sorpresa e sapevo che sarebbe rimasta molto contenta.
Andai al ristorante in cui lavoravo e mi licenziai, dicendo che me ne andavo di lì; salutai i miei colleghi e tornai a casa a riposarmi. Sarei partito la mattina seguente.
Dopo quasi tredici ore di sono, mi misi in auto e mi diressi verso La Push.
Il cuore mmi batteva forte e non sapevo il perché.
Non ero stato poi così male in Canada ma non era lì dove dovevo stare.
Ci misi un bel po’ per arrivare a destinazione.
Era quasi buio e mia sorella mi aspettava in casa, mia madre era da Charlie.
Bussai alla porta e Leah mi aprì.
<< Ecco chi torna a casa. Ciao fratellino >>, mi salutò abbracciandomi, cosa insolita per mia sorella.
<< Ciao >>, le risposi.
<< Mamma non è ancora tornata, ma sarà qui fra poco >>, m’informò.
Misi tutte le mie cose nella mia vecchia stanza.
Mentre riponevo gli scatoloni sul pavimento sentì la porta di casa aprirsi.
<< Leah? Sei in casa? >>. Mia madre era tornata.
<< Buh >>, mi parai davanti a lei spaventandola.
Lei urlò così forte da rompermi i timpani.
<< Seth! Lo sai che odio quando fai così >>, disse puntandomi il dito contro.
Sorrisi. Ah, quanto mi era mancata.
<< Aspetta, ma cosa ci fai qui? >>, chiese confusa.
<< Sono ritornato. E stavolta per sempre, mi ero stufato di vivere lì senza la mia famiglia, a volte era davvero noioso >>, le dissi ridendo.
I suoi occhi luccicarono e mi abbracciò forte. << Mi sei mancato, amore >>, disse tra le lacrime.
<< Dai, mamma, non iniziare >>.
<< Ho tutto il diritto di piangere. Non ti vedevo da quasi un anno >>, singhiozzò.
Passai tutta la serata, seduto sul divano, schiacciato tra mamma e Leah.
Raccontai loro che io e Anna ci eravamo lasciati e che lei non l’aveva presa molto bene.
Leah si mise a ridere e disse che finalmente avevo aperto gli occhi su quella “gallina”. A lei non era mai andata a genio.
La mattina seguente decisi di andare a casa di Sam per salutarlo e trovai tutti i miei fratelli, tranne Jacob.
Fu la giornata più divertente della mia vita, era come tornare indietro di dieci anni.
I figli di Sam ed Emily erano grandi ormai; Paul aveva una figlia di dieci anni; Embry, ancora insieme a Summer, l’amica di Renesmee, avevano due gemelli di tre anni; Leah aveva trovato, finalmente, un fidanzato, nonostante lei fosse ancora acida; Jared aveva solo un figlio maschio di otto anni, Quil stava insieme a Claire; Collin, Brady e gli altri avevano tutti la ragazza, chi grazie all’imprinting e chi no.
Mi avevano detto, invece, che Jacob e Nessie, dopo essersi sposati, avevano avuto una bambina, che ora aveva sei anni. L’avevano chiamata come la madre di Jake, Sarah, e che lui si era emozionato la prima volta che l’aveva vista e tenuta in braccio.
Inoltre, Jake e Nessie, non erano lì perché stavano festeggiando sei anni di matrimonio.
Quel giorno era il 12 giugno 2021.
Si erano sposati sei anni fa, e io non ero neanche presente.
Dopo aver passato tutta la giornata in compagnia del mio branco, mi diressi verso la mezzaluna…
La spiaggia era illuminata dalla luna piena e l’oceano era calmo. Era giugno e non faceva per niente freddo.
Ero solo sulla spiaggia, nessuno passeggiava, nessuno era seduto a pensare come me, nessuno…
Oh, non ero solo.
In lontananza si sentì una risata e poi delle urla.
Cercai di ascoltare e di capire.
<< Dai, muoviti >>, urlava la bambina a una donna piuttosto anziana.
<< Bambina mia, fermati, corri troppo veloce >>, la donna sospirò e iniziò ad inseguire la bambina.
Mentre correva i ricci scuri saltellavano allegramente e la pelle bronzea risplendeva alla luna.
La bambina rise e corse verso la donna, doveva essere la nonna.
<< Dobbiamo tornare a casa, i tuoi genitori arriveranno tra poco e non voglio che mi licenzino, piccola >>, disse la donna con un sorriso, parlando dolcemente alla bambina.
Doveva essere la babysitter.
<< No, non voglio. Papà non mi porta mai qui >>, s’impuntò.
<< Ma torneremo anche domani >>. La babysitter cercava in tutti i modi di convincerla a tornare a casa.
<< No! >>, protestò e si rimise a correre, ridendo.
Risi anch’io, assomigliava a Renesmee da piccola, quando voleva a tutti i costi qualche cosa, iniziava a correre e a gridare “prendimi, prendimi” con voce stridula.
La dona sbuffò e parlò con voce più alta e severa. << Vieni qui e andiamo a casa >>.
<< Prendimi >>, urlò la bambina per giocare.
Si avvicinò a me correndo e mi fece ciao con la manina. Io la imitai.
<< Dovresti ascoltarla >>, dissi alla bambina indicando la sua tata.
<< Io non voglio andare a casa >>, mise il broncio.
<< Ma è tardi, non vorrai far preoccupare mamma e papà >>, le dissi.
<< Tu come ti chiami? >>, mi chiese sorridendo.
<< Mi chiamo Seth, e tu? >>, le chiesi a mia volta.
<< Sarah >>, rispose la bambina.
<< Ma che bel nome >>, le sorrisi. Mi ricordavo di questo nome…
<< Mi scusi, Sarah a volte è petulante. Non voleva disturbarla >>, mi disse la donna. << Lei è il figlio di Sue Clearwater, giusto? >>. Ora riconoscevo quella donna: quando andavo alle elementari lei insegnava. Evidentemente era in pensione ormai.
<< Oh, non si preoccupi. E sì, sono il figlio di Sue >>. Dove avevo già sentito quel nome?
Mi alzai per andarmene. << Già vai via? >>, chiese Sarah.
<< Sì, ho fatto un lungo viaggio per arrivare qui e sono stanco >>, raccontai. Quella bambina era davvero…intelligente. Aveva uno sguardo che pochi bambini hanno. Era uno sguardo da adulta, per così dire.
<< Oh. Domani verrò di nuovo qui. Mi piace venire qui ma sono sempre sola >>, mise di nuovo il broncio. << Non mi piace giocare sola >>, disse sconsolata e guardandomi con due grandi occhi verdi.
<< Allora ti prometto che domani giocherò con te, d’accordo? >>, le dissi.
Il viso di Sarah s’illuminò. << Sì, che bello >>, urlò, contenta.
Era una bambina allegra e divertente.
La mia vita era ripresa di nuovo, finalmente.




GRAZIE
Grazie a tutti coloro che mi hanno seguita fino alla fine di questa fan fiction. È stata la mia prima storia ad essere letta e commentata. 
Io adoro scrivere anche se non sono molto brava (ma sto cercando di migliorare ogni giorno). Sono un tipo timido, quindi non mi viene naturale mostrare agli altri qualcosa di mio.
È stata la mia migliore amica, Emy, a spingermi e a consigliarmi di pubblicare la mia storia, anche se non ero molto convinta. Lei ha letto solo cinque capitoli e mi ha obbligata (nel senso buono) a pubblicarla.
Dovete dire grazie a lei se adesso siete davanti al computer a leggere queste righe.
Comunque grazie ancora a coloro che l'hanno aggiunta tra le preferite/seguite/ricordate. Non elenco tutti i nomi perché sono troppi xD
Grazie a chi ha letto e ha lasciato una piccola recensione, siete stati davvero gentili e grazie ai vostri commenti sono riuscita a migliorare un po' la storia.
Grazie a chi ha letto l'ha letta tutta. Spero che vi sia piaciuta :)
La storia finisce con un minuscolo punto interrogativo. Seth non sa chi è la bambina a cui ha promesso un'intera giornata di giochi (anche se credo che voi siate riusciti a capirlo xD) 
E non so ancora se scrivere un seguito oppure no :)
Grazie ancora a tutti <3
Sara Black.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Sara Black