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Autore: Laylath    20/07/2013    2 recensioni
Il suo posto era altrove, la sua fedeltà era per un’altra persona, un altro gruppo.
E ne aveva passate tante prima di giungere a loro…
La storia del nostro amato Maresciallo Falman.
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Team Mustang, Vato Falman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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Prologo.
The outsider.


 
Briggs, 1915.
 
Neve, tanta neve, troppa.
Il sottotenente Vato Falman fissò il paesaggio esageratamente bianco al di là della Parete di Briggs.
Si chiese per l’ennesima volta cosa lo disturbasse così tanto in quella vista, innegabilmente bella e incontaminata: eppure l’aveva lasciato a bocca aperta la prima volta che l’aveva vista, qualche settimana prima.
Aveva letto tanti libri e riteneva che un autore veramente bravo fosse in grado di descrivere paesaggi in maniera realistica, ma con Briggs si era reso conto che la sua amata parola scritta non sarebbe riuscita a rendere le emozioni che quel paesaggio suscitava nell’animo umano.
Silenzio, quiete, bianco.
Solo alcune parti delle pareti dei monti e qualche tronco d’albero che riusciva a svettare libero da quel colore. Ma per il resto era tutto immacolato, fino a dove l’orizzonte bianco sfiorava quello azzurro del cielo, in una linea luminosa, quasi dolorosa da vedere.
E’ un bianco troppo perfetto: – capì Falman –hai quasi paura di contaminarlo con la tua presenza. Non avrei la forza di camminarci sopra per lasciare le mie impronte.
Sì, doveva essere quello il motivo per cui sentiva che qualcosa non andava in quel paesaggio… o, per meglio dire, non era in sintonia con lui.
Per stare in un posto simile dovevi essere forte quanto la natura stessa, sfidandola con la tua stessa presenza. Proprio come faceva la Parete di Briggs: forte, orgogliosa, calzante emblema della potenza dell’esercito; quel grigio muro d’acciaio non aveva timore di spezzare il candore della neve. Bianco e grigio avevano impattato tra di loro fino a raggiungere una sintonia perfetta: un riconoscimento di forza, un’alleanza di potenze.
Ed i soldati di Briggs erano forti, su questo non c’erano dubbi.
Falman pensò con un sospiro malinconico a quando, dopo il suo arrivo a North City, era stato quasi subito trasferito in quel posto ai confini di Amestris… e, tutto sommato, ai confini del mondo.
Gli uomini di quella base erano al di fuori della norma: duri, compatti, fedeli servi di una legge del più forte che ben si adattava a quel posto selvaggio. Erano come un branco di lupi che la fa da padrone tra le nevi delle montagne. Per non parlare del Generale Amstrong.
Falman l’aveva vista qualche volta di sfuggita e si era chiesto come una persona così fredda, al solo vederla, potesse essere imparentata con il ben più bonario Maggiore. Se non fosse stato per un’innegabile somiglianza nei capelli biondi e nell’aria di famiglia, Falman avrebbe ritenuto improbabile un legame di parentela.
“Ehi, occhi strabici – esclamò una voce secca avvicinandosi a lui – guarda che il tuo turno a staccare ghiaccioli è finito”
“Oh… - annuì Falman, girandosi con riluttanza verso il soldato che l’aveva avvisato – sì, certo”
“Qui ci penso io, adesso, tu vai al settore 3: ci sono dei materiali da immagazinare e una mano serve sempre. Non perdere tempo a guardare il panorama!”
“Va bene” sì imbarazzò Falman.
Non aveva nemmeno fatto caso al grado del soldato che gli aveva appena parlato e del resto non avrebbe fatto molta differenza se era inferiore a lui. Era ancora un estraneo in quel gruppo così orgogliosamente elitario, lo sapeva benissimo. A Briggs esistevano norme particolari, regole non scritte, che dicevano che il rispetto andava guadagnato con le azioni e non per il grado che uno portava.
Lui era ancora in fase di studio, lo sapeva benissimo. Non era ancora stato accettato del tutto in quel posto.
Del resto, forse, sono pure io a non voler essere accettato in questo gruppo. – si disse il sottotenente, mentre rientrava al relativo caldo dell’interno della struttura e si dirigeva verso i magazzini – Nutro per loro un grandissimo rispetto, senza dubbio… ma, io ce l’ho già una squadra.
 
“Sottotenente Falman a disposizione, signore!” salutò portandosi davanti al responsabile del magazzino
“Sì sì, certo – disse un soldato in tuta da lavoro, senza nemmeno guardarlo in faccia – tieni, questo è l’elenco di quello che dovrebbe esserci giunto con l’ultimo carico, in queste quindici casse qui. Controlla ogni singola voce, spuntala e inventaria tutto… lo schedario è in fondo a sinistra. Ehi! – esclamò poi rivolgendosi ad altri uomini – Qualcuno di voi sa dirmi che fine hanno fatto i materiali richiesti la settimana scorsa? Sapete che il Generale non vuole ritardi!”
Lasciato solo con quell’elenco, Falman sospirò malinconicamente, accostandosi alla prima cassa e aprendola. La sua memoria fotografica fece un rapido paragone su quanto scritto nell’elenco ed il materiale presente e annuì: avrebbe finito quel lavoro in poco tempo.
Già, perché ora, in quel posto, la sua grande capacità mnemonica era utilizzabile solo per queste cose.
Niente più dossier o archivi da spulciare: non c’era il colonnello a riconoscere questa sua grande dote e sfruttarla come si conveniva…
Forse a Briggs non serviva uno come lui.
Il suo posto era altrove, la sua fedeltà era per un’altra persona, un altro gruppo.
E ne aveva passate tante prima di giungere a loro…



_________________________

E finalmente ci siamo!

Per somma gioia di qualcuna, ho finalmente trovato l'ispirazione giusta per immergermi nel passato del nostro Maresciallo preferito, prima che entrasse nel team di Roy. Così con lui posso chiudere il cerchio!
Solita situazione di partenza con un prologo del "presente", per poi immergeci nel passato.
E, solita situazione mia, ho più o meno in mente alcuni passaggi, ma non ho scritto altro oltre che il prologo... as usual! XD
Ma sono sicura che qualcosa tirerò fuori!

Enjoy!
  
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