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Autore: mikeychan    22/07/2013    2 recensioni
Donnie salva una ragazza da un gruppo di malviventi, scoprendo che…
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Donatello Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quanto cambiamento poteva esserci in sei mesi?
Quanto le persone potevano trasformarsi?
Quanto un’amicizia poteva durare?
Tante erano le domande ancora da porre, ma per qualcuno di nostra conoscenza tutto questo aveva ben poca importanza.
Nascosta agli occhi degli umani, nelle fogne, la tana di cinque mutanti era radiosa come al solito, sebbene un po’ di oscurità regnasse ancora.
Sei mesi fa, Michelangelo era fuggito di casa, rifugiandosi da Ambra. Insieme, poi, erano riusciti a uccidere un pericoloso criminale omicida e a vendicare Lin Lang.
La tartaruga aveva seguito pazientemente tutti gli sforzi di Ambra, per poter tornare quella di un tempo e di tanto in tanto, anche Don, Raph, Leo e il sensei (che l’avevano conosciuta), l’andavano a trovare. Michelangelo aveva, inoltre, chiesto scusa e spiegato che aveva il vizio del fumo.
La sua famiglia, sebbene non condividesse questo, avevano proposto di aiutarlo a eliminare il tabacco.
Le cose stavano tornando lentamente alla normalità…
 
Donnie stava lavorando al suo pc, in un mite serata di maggio. La ferita al fianco non era che una linea cicatrizzata in “via d’estinzione” e non doleva più.
-Donnie- chiamò Leonardo, bussando sulla cornice della porta.
-Dimmi-.
-Hai visto Michelangelo?- proseguì l’azzurro, con un po’ di preoccupazione.
-Credevo fosse con Raph ad allenarsi- rispose l’altro, con occhi sbarrati.
Una figura comparve sulla porta, con un ghigno e le braccia conserte.
-Direi che il piccolo ninja è appena uscito. E conoscendolo, credo sia andato da Ambra- aggiunse Raph.
Improvvisamente, il telefono di Donnie squillò con quel tipico motivetto simpatico.
-Sì, pronto?-.
-Ehi, Donnie!-.
Il genio sospirò di sollievo: -Mikey, dove sei?-.
-A casa di Ambra. Potete raggiungerci?-.
-Certo, ma…-.
-Niente ma! Vi aspettiamo! E’ una sorpresa! Fai venire anche il sensei, per favore!-.
Donnie avrebbe detto qualcos’altro ma la chiamata terminò. Spegnendo i suoi pc, egli spiegò il tutto ai suoi fratelli maggiori, i quali annuirono.
Erano le 22:00 e potevano tranquillamente uscire per i tetti…
 
10 minuti dopo…
 
Il Battle Shell e la tarta-moto erano dinanzi al palazzo dove vi era l’appartamento di Ambra. I quattro mutanti osservarono la stessa gioielleria dove, sei mesi fa, Law aveva trovato la morte. Rabbrividirono appena al ricordo, ma Leo si affrettò a parcheggiare in un vicolo e a scendere.
Raph fece lo stesso per la sua moto e si sfilò il casco rosso.
-Quarto piano, ragazzi- sottolineò Donnie, a bassa voce.
I quattro Hamato notarono una scala antincendio e vi ci saltarono su, intenzionati a raggiungere la meta finale alla “maniera dei ninja”.
La luna brillava nel cielo, accompagnata da flebili stelle offuscate dalla luminosità eccessiva della Grande Mela. Le auto strombazzavano nelle srade affollate dalle persone e forse, l’unico posto meno intasato era proprio Central Park.
Sebbene questo era qualcosa di molto suggestivo, ai nostri amici non fregava proprio. Loro erano solo curiosissimi di sapere il motivo della telefonata di Michelangelo.
 
Raggiunta la finestra, Raphael bussò. C’era la luce accesa nel salotto e attraverso le tende lilla, una figura si avvicinò, scostandole. Michelangelo sorrise calorosamente e si affrettò a sbloccare il fermo.
-Ehi!- salutò, mostrando quelle mani rovinate permanentemente.
-Siamo venuti- sottolineò Raph, sghignazzante: -E adesso, dicci della sorpresa!-.
-Calma- frenò l’arancione, chiudendo la finestra e appannando le tende.
Leo notò nuovamente il pacchetto di sigarette nella cintura del fratellino e si scurì appena in volto.
-Mikey, hai fumato di nuovo?-.
-Una sola. Dovevo pensare, sai?- rispose semplicemente l’altro, tristemente.
Si voltò di spalle e si strofinò una mano sul volto.
-A cosa?- chiese Donnie, preoccupato che il fratellino fosse preda di una lieve depressione.
-Mi dispiace tanto. Per come vi ho trattati. Non lo meritavate- gemette Michelangelo.
Raph notò i pugni che stringevano sempre più e senza esitare, lo abbracciò strettamente, coccolandolo. Il giovane Mikey prese a singhiozzare, cercando di placarsi ma non ci riuscì granché bene.
-Va tutto bene. Siamo noi che non abbiamo mai capito- sorrise Leo, unendosi all’abbraccio.
-Impararemo dagli errori- pronunciò anche Don, completando l’abbraccio di gruppo.
Il topo sorrise ma avvolse le braccia intorno al suo figlio minore quando gli altri lo lasciarono andare.
-Papà…- gemette l’arancione, i cui occhi brillavano di lacrime.
-Ti voglio bene, figlio mio-.
Leo non poté fare a meno di guardare quelle mani tanto rovinate. Chiuse gli occhi per ricordare e non riuscendo a frenare la voglia di piangere, preferì cambiare argomento.
-Allora, fratellino. Qual era la sorpresa che volevi farci vedere?-.
L’arancione si staccò dal sensei e si strofinò la tristezza residua dagli occhi. Tentò di sorridere ma non ci riuscì proprio. Mikey tossì a causa di tutto il fumo che aveva sempre ingurgitato ma fermò la sua famiglia con una mano.
-Sto bene- mentì: -E adesso, la sorpresa. Ambra, dai, vieni!-.
Donnie, Leo, Raph e Splinter erano molto curiosi e Mikey fece un passo indietro. La porta della cucina, che era chiusa, si aprì con uno scatto.
Mikey era molto eccitato e non vedeva l’ora di mostrare cosa aveva creato in sei mesi.
Una ragazza dagli scintillanti occhi nocciola, capelli lunghi e lisci comparve. Le sue labbra rosee erano contratte in un sorriso. Il suo corpo snello era elegantemente racchiuso in una camicetta lilla tenue, con alcuni fiori sul fianco sinistro.
Una collana di perle bianche ornava il suo collo e un braccialetto capeggiava sul polso destro. Un jeans blu mostrava le sue gambe perfette e i tacchi neri erano perfetti per completare l’abbigliamento.
Donnie arrossì come un pomodoro e distolse lo sguardo.
-Ch… chi è quella ragazza?- chiese quest’ultimo.
Mikey e la ragazza scoppiarono a ridere sonoramente, soprattutto alle facce stupite degli altri Hamato.
-Donnie, non mi riconosci? Sono io, Ambra!-.
Il genio aprì la bocca e sbarrò gli occhi: stentava a crederci! Quella ragazza stupenda era davvero Ambra?
-Abbiamo lavorato duramente. Le ho insegnato a combattere e a padroneggiare la Tanto- spiegò Mikey.
-Una kunoichi? Hai fatto di Ambra una kunoichi?- chiese Leo, sorridente.
-Chi l’avrebbe mai detto!- rise Raph: -Mikey, potresti aprirti una palestra di fitness, lo sai?-.
-Potrei fare fortuna nel campo delle diete!- schernì l’arancione.
Ambra era perfetta: il grasso che ricopriva il suo corpo era completamente scomparso.
-Ambra, ora, pesa sessanta chili, ragazzi- rivelò Mikey, notando Ambra e Don arrossire.
Splinter si schiarì la gola e riprese il figlio genio imbambolato.
-Complimenti a te, Michelangelo e ad Ambra. Entrambi avete dimostrato una grande forza di volontà-.
-Grazie, maestro Splinter- risposero i due nominati, inchinandosi.
Ambra si alzò e corse in camera sua, senza dire nulla.
-Mikey… come hai fatto?- chiese Donnie, incredulo.
-Ho creduto in lei-.
-Hai dimostrato quello che vali a tutti. E a te stesso- si complimentò Leonardo, abbracciandolo.
-E noi siamo degli idioti- sospirò Raph: -Non ti abbiamo mai dato il giusto valore-.
-Acqua passata- sorrise Mikey, mentre Ambra ritornò con uno scatolo in mano.
Era un regalo. Una carta arancione con tartarughine verdi era elegantemente chiusa con un nastro e una coccarda bianca.
-Mikey, questo è per te-.
L’arancione sbatté le palpebre, senza parole. Egli non sapeva cosa dire: guardò la sua famiglia che annuì, chiedendogli di accettare. La tartaruga, seduta sul divano, iniziò a scartare lentamente il regalo, curioso. Ambra, intanto, si sedette accanto a Don, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Il genio si sentì travolgere da un’ondata di emozione, tant’è che arrossì ancora una volta. Le sue dita raggiunsero le magre dita di Ambra, intrecciandosi dolcemente. Un braccio l’avvolse, stringendola al suo petto.
Leo e Raph guardarono il timido gesto di interagire di Donnie e ridacchiarono, ottenendo un sorriso a mo di rimprovero dal sensei.
-Wow- esclamò Michelangelo, estraendo qualcosa dal regalo.
Un paio di guanti privi di dita, estremamente resistenti. Erano neri con le bordature arancioni. Soffici, proteggevano le parti ustionate delle mani con quella morbidezza.
-Sono guanti molto particolari. Eviteranno che le lesioni si riaprano- spiegò Ambra: -Sono andata a richiederli in un negozio specializzato-.
La tartaruga, che aveva cambiato la sua cintura marrone con una nera, se li infilò e li guardò con grande orgoglio. Abbracciò Ambra e fece l’occhiolino a Donnie.
-Ragazzi, che ne dite di andare a prendere la pizza?- propose: -Don rimani con Ambra, il taglio fa male, vero?-.
-Cosa?- fece il genio: -M… ma-.
Capito il gioco, anche Leo, Raph e il sensei finsero.
-Mikey ha ragione, Don- sghignazzò Raph: -Torneremo presto, vedrai!-…
 
Rimasti da soli, Don e Ambra erano sul balcone, a osservare la luna piena. Il vento soffiava dolcemente fra i capelli, regalando più romanticità alla serata. Il genio guardò la ragazza: era talmente bella che sembrava un sogno.
Come gli occhi luccicanti di Ambra s’incontrarono in Don, i due non seppero come staccarsi. Spinti da mani invisibili si abbracciarono strettamente. Le mani della tartaruga raggiunse la vite di Ambra e l’altra cominciò ad accarezzargli il viso.
-Sei speciale, lo sai, Don?- gli sussurrò, a poca distanza dalle labbra: -L’ho capito la prima volta che ci siamo incontrati-.
-I… io sapevo che eri stupenda, ma… vederti ora, mi lasci senza aggettivi-.
Ridacchiarono e si avvicinarono ancora. Don scostò una ciocca di capelli da Ambra e la guardò. Una creatura tanto bella sembrava anche tanto fragile. Ma Don non poteva più rifiutarsi di capire l’amore.
Si avvicinò ad Ambra: le loro labbra percepirono a vicenda i fiati e con una leggera esitazione, si unirono. Don iniziò ad accarezzarle i fianchi, travolto da un tumulto di emozioni stupende.
Ambra continuava a strofinare dolcemente sulle guance verde oliva, incurante che quattro paia di occhi li guardavano, seduti su un tetto non molto distante.
-Visto? Quei due sono innamorati!- sorrise Mikey, seduto a gambe incrociate.
-Ed è solo merito tuo, fratellino- sorrise Leonardo, in piedi, dietro di lui.
Mikey alzò la testa, vedendo il volto del fratello al contrario; sorrise angelicamente ma non rispose.
-Lasciamoli soli ancora un po’. Se lo meritano- ridacchiò Raphael.
-Sì, ma intanto, perché non ci finiamo la pizza? Si raffredderà!- propose Mikey, affamato.
-Sei sempre lo stesso- rimproverò affettuosamente Leo, sedendosi accanto a lui: -Ed è proprio questo che ci  piace di te-.
Colto da una leggera tristezza, Michelangelo afferrò il pacchetto dalla cintura. Lo guardò come la sua famiglia e sospirò. Gli occhi di Leo gli dicevano di dominare la sua paura. Quelli di Raph imploravano di lottare. Splinter credeva in lui.
-Non ne ho bisogno-.
Mikey gettò il pacchetto nel vuoto, seguendone la caduta con gli occhi lustri. Le braccia dei suoi fratelli lo avvolsero: erano orgogliosi di lui. Mikey ridacchiò e addentò un pezzo di pizza, felice che tutto si era finalmente risolto.
Forse non avrebbe più potuto contare sulle sue mani, ma era ancora un ninja.
Aveva fatto scoprire l’amore a Don.
Aveva ricostruito il rapporto fraterno con Raph.
Aveva dimostrato il suo valore a Leo.
Aveva semplicemente ammesso che era un Hamato a suo padre.
 
Aveva regalato una vita migliore a una ragazza sola…
 
Teenage Mutant Ninja Turtles: Body’s Fire
 
The End

  
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