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Autore: Rexam    23/07/2013    6 recensioni
Sette persone, frequentanti un forum di appassionati di gialli, decidono di incontrarsi per conoscersi di persona in una villa che non ha nulla da invidiare ad alcune descrizioni di sherlockiana memoria. Qualcosa di inaspettato e incredibile li attende. Chi si nasconde dietro al nickname di "Re del Mistero"? Quali segreti nascondono queste sette persone? E chi è che sta tentando di ucciderle tutte?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il Professor Biancardi, in Sala Lettura, si torceva nervosamente le mani. Milene Depalma era seduta sul divanetto  al suo fianco. I suoi occhi guizzavano velocemente da un lato all’altro della stanza. Il signor Torre aveva acceso un sigaro e fumava vicino la piccola finestra. Maddalena Fresi era in piedi accanto la porta d’ingresso e mandava occhiatacce a tutti i presenti.
In quel momento il dottor Silvestri entrò con fare sbrigativo. Maddalena sembrò congelarsi alla sua vista. Silvestri avanzò fino al centro della stanza ed iniziò a parlare, con il suo solito tono affabile.
«Probabilmente vi starete tutti chiedendo come mai siamo ancora una volta riuniti tutti qui. Il motivo è semplice, vorrei ripercorrere con voi le vicende che ci hanno portato a questa imprevedibile situazione, dall’inizio, sempre che nessuno abbia qualcosa in contrario…», aggiunse soffermando i suoi occhi sulla governante.
Dopo qualche secondo di silenzio Silvestri sorrise e riprese a parlare.
«Spinti dalla volontà di conoscere altri giallisti come noi, ci siamo iscritti su un Forum adatto e poi abbiamo deciso di incontrarci qui per presentarci di persona. Lei, Biancardi, che va sotto il nickname di “Scacchista”, poi la signorina Depalma, “Fantasma Informato”, il Signor Torre, “Invincibile”, Ruben Delio, “Notturno”, la signorina Irene, “Nerei”, il sottoscritto, il “Secondo Holmes” e infine una settima persona che va sotto il nickname di “Re del Mistero”. Ebbene adesso posso affermare con certezza che “Re del Mistero” è uno di noi.»
I presenti si scambiarono sguardi ambigui fra di loro, ma non pronunciarono nemmeno una parola.
«Devo riconoscere che è stato davvero molto furbo. Usando un secondo nickname questa persona ha potuto scegliere il luogo in cui avremmo alloggiato per questo fine settimana, sembrando contemporaneamente uno degli ospiti all’oscuro di tutto. Infatti, era necessario un luogo isolato perché potesse attuare il piano che aveva in mente, e questa villa», disse Silvestri, allargando le braccia con fare teatrale, «era assolutamente perfetta.»
«Qui i cellulari non hanno segnale ed è impossibile connettersi alla rete, quindi se fosse successo qualcosa saremmo rimasti isolati. Tuttavia era necessario anche un incentivo a non farci abbandonare la villa, ed è per questo che è stato fatto saltare il ponte sul crepaccio. In questo modo, “Re del Mistero” ha messo tutti i suoi topi in trappola, doveva solo aspettare gli sviluppi che questa situazione avrebbe portato.»
«Un momento», disse Maddalena, «lei sta parlando come se questo “Re del Mistero” e il nostro assassino siano la stessa persona!»
«Mia cara», disse gentilmente Silvestri, «è ovvio che sono la stessa persona. Non c’era nessuno nella villa a parte lei quando siamo arrivati. Inoltre abbiamo perlustrato per bene tutte le stanze dopo la morte di Irene e non abbiamo trovato nessuno. La creazione di “Re del Mistero” serviva anche a questo, a farci credere che fosse stato qualcun altro a commettere quei delitti mentre il colpevole si nasconde ancora fra noi, proprio qui, in questa stanza.»
Tutti gli ospiti erano impalliditi alle parole del dottore. Milene non osava alzare lo sguardo da terra. Vicino la finestra, Torre tossì leggermente.
«Non ho ancora ben chiaro quale sia lo scopo dell’assassino, se eliminarci tutti o colpire così a caso, ma sono certo di una cosa, il suo piano prevedeva di incastrarmi! Voleva gettare sospetti su di me in modo tale da poter agire indisturbato e, suppongo, finire il suo lavoro. Infatti sono stato io a scaraventare la piccola chiave della cassaforte nel crepaccio, ma chi vi assicurava che lo avessi fatto davvero? E ancora, sono stato attratto con l’inganno nel corridoio all’ora del delitto e, come ci si aspettava, Maddalena mi ha visto.»
«La smetta con tutti questi discorsi», disse Biancardi, «lo sa chi ha commesso questi delitti oppure no?!»
Aveva riacquistato un po’ di colore al viso, diventando rosso, per l’ennesima volta. Il dottor Silvestri lo guardò dritto negli occhi.
«Ma certo che lo so, professore. Il colpevole è lei», disse puntando il dito, «signor Augusto Torre!»
Tutti i presenti si voltarono verso l’anziano signore, emettendo versi di meraviglia. Torre rimase impassibile e continuò a fumare il suo sigaro come se niente fosse.
«Sarei io l’assassino?», disse, «il terribile “Re del Mistero” che ha terrorizzato queste sei persone? Non sia ridicolo, Silvestri. Le ricordo che sulla sua testa pendono molti più sospetti che sulla mia, come ha giustamente ricordato.»
«E’ vero», risposte il dottore, «questo perché, come ho detto, è stato molto astuto. Lei è arrivato alla villa in compagnia della signorina Irene, creandosi, ipso facto, un alibi inattaccabile. Infatti in questo modo non avrebbe avuto il tempo né il modo di posizionare degli ordigni nascosti. Vorrei ricordare a tutti che Delio, io e Depalma eravamo già qui. Tuttavia anche in questo caso è stato adottato un trucco. Lei ha chiesto alla signorina Irene di precederlo perché voleva fumare un sigaro o qualcosa del genere, una scusa vale l’altra in questo caso, e di aspettarlo gentilmente all’ingresso della villa. Lei lo ha fatto, ha attraversato il ponte e l’ha aspettato dall’altro lato. In questo modo lei, Torre, ha avuto il tempo di posizionare gli ordigni che nascondeva nella sua borsa sotto le nostre autovetture e di entrare nella villa in sua compagnia, procurandosi un alibi inattaccabile. Tuttavia questa mossa ha fatto nascere un problema. Se le vetture fossero esplose, Irene avrebbe immediatamente sospettato di lei ed è per questo che è stato costretto ad eliminarla per prima. Ha manomesso il generatore con un timer (ne ha avuto il tempo, dal momento che tutti ci siamo assentati dalla Sala Lettura almeno una volta) e, quando le luci si sono spente, l’ha uccisa. Infatti lei era seduto di fianco alla signorina a pranzo perciò, quando è andata via la luce, tutti sono entrati nel panico, lei deve aver chiamato la signorina a bassa voce, o toccatole il braccio, Irene si è voltata verso di lei ed a questo punto, Torre, ha sparato. Nessuno degli altri avrebbe potuto commettere quel delitto: Delio si trovava al fianco di Irene, perciò anche lui poteva essere l’assassino ma, quando si è trasformato in una vittima è stato automaticamente escluso. A quel punto ho iniziato a capire… Era impossibile colpire una donna con una tale precisione al buio dall’altro lato della tavolata. Poteva essere stato solo uno di voi due.»
Torre guardava Silvestri con aria di sfida mentre continuava a cacciare volute di fumo dalla bocca. Gli altri ospiti erano ipnotizzati dalla spiegazione del dottore.
«Passiamo a Delio, le va? La sua morte non è stata casuale. Infatti lei, per gettare i sospetti su di me, ha chiamato Maddalena dalla sua stanza con l’interruttore, poi è venuto a bussare alla mia porta, infine si è fatto aprire con una scusa da Delio e gli ha sparato. Dal momento che la sua stanza e quella di Delio erano contigue, e il corridoio in cui si trovano è perpendicolare a quello della mia camera, lei ha potuto velocemente tornare in camera sua come se niente fosse, per poi uscirne e recitare la parte del signore preoccupato. Anche in questo caso soltanto lei e la signorina Depalma potevate essere i colpevoli, poiché le vostre camere erano le uniche attigue a quella di Delio e perpendicolari al corridoio in cui si trovavano le stanze di Irene, Biancardi e la mia.»
«Sta dimenticando una cosa», disse Torre, «la chiave. Come avrei potuto prendere una rivoltella che era stata sigillata?»
Silvestri sorrise.
«Una volta escluso l’impossibile ciò che resta, per quanto improbabile, deve essere la verità. Se la ricorda, non è vero? La celebre frase di Holmes…»
Torre guardò Silvestri con stupore per la prima volta. La sua mascella era contratta in una smorfia disgustata.
«Lei aveva due rivoltelle. Ha usato la prima come uno specchietto per le allodole. Faceva sempre parte del suo piano per incastrarmi. Ho trovato infatti la seconda rivoltella ben nascosta nella sua stanza e scommetto che quando domani arriveranno i soccorsi e apriremo la cassaforte troveremo l’altra arma del delitto. Le impronte balistiche potranno confermare che il colpo che ha ucciso Irene è partito dalla prima pistola, mentre quello che ha ferito a morte Delio è arrivato dalla seconda.»
Silvestri si fermò un secondo a riprendere fiato e poi riprese a parlare, pronto a dare il colpo di grazia.
«Sospettavo di lei fin dall’inizio, Torre, ma ho avuto la prova definitiva quando ho trovato questa in camera di Irene. Era nella sua borsa.»
Silvestri stringeva saldamente in mano una macchina fotografica.
«Quando lei ha detto alla signorina Irene di anticiparlo, la ragazza ha attraversato il ponte e, nell’attesa, ha scattato delle foto ricordo alla villa. Ce n’è una in particolare rivolta verso il ponte in cui lei è il protagonista.»
Silvestri mostrò agli altri la fotografia. Ingrandendo l’immagine si poteva chiaramente vedere il signor Torre nell’atto di posizionare qualcosa sotto l’auto di Silvestri.
«La poverina probabilmente non se n’è neanche accorta e ha continuato a seguirla senza alcun sospetto.»
Il sigaro che Torre stava fumando cadde per terra e si spense. Il suo sguardo era duro e severo.
«Sapevo di non essere all’altezza», ammise, alla fine.
«Perché lo ha fatto? Perché?», chiese Maddalena.
«Perché voi avete infangato la loro memoria!», rispose con impeto, indicando i suoi compagni di sventura.
«”Loro”? A chi si riferisce?»
«Credo di aver capito…», disse Biancardi titubante, allibito da quella motivazione così semplice, «Assassinio sull’Orient-Express, l’Avventura degli Omini Danzanti…»
Nel sentire quelle parole Torre si rianimò.
«Già», disse con rinnovata energia, «voi avete osato utilizzare i loro personaggi, le loro storie per scrivere nuovi squallidi romanzi che non sarebbero mai dovuti essere associati ai grandi maestri. Avete infangato i loro nomi, la loro storia, soprattutto lei, Silvestri, che ha dato alle stampe quei libracci su Poirot. Vi professate dei giallisti? Non siate ridicoli!! Siete lontani anni luce dalla bravura e dalla freschezza dei classici…»

L’indomani mattina arrivarono i soccorsi. Tutti gli ospiti vennero portati in salvo. Il signor Torre venne consegnato alla giustizia, mentre i sopravvissuti si lasciavano alle spalle quella triste storia di un uomo ossessionato dai gialli e di come un “Secondo Holmes” l’avesse sconfitto.


L'Angolo dell'Autore
E così siamo arrivati alla fine! Urca, non credevo di farcela! Vorrei ringraziare tutti quelli che hanno seguito con interesse questa storia e si sono divertiti a leggerla almeno quanto io mi sono divertito a scriverla. Mi piacerebbe moltissimo avere una vostra opinione generale sul racconto, ora che è concluso, perciò, se vi va, lasciate un commento!
  
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