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Autore: Yasha 26    23/07/2013    20 recensioni
Tutto nella mia vita sembrava scorrere con un certo equilibrio,almeno è stato così fino al giorno in cui il diavolo è entrato nella mia vita. E questo diavolo ha il nome di InuYasha Taisho, il figlio del mio defunto capo.
************
-Signor Taisho mi faccia uscire!-
-Non posso, mi spiace signorina Higurashi. Prima dobbiamo concludere il nostro "accordo"!-
-Le ho già detto di no! Se ha tanta voglia di una donna con cui sfogare i suoi impulsi sessuali chieda a Kikyo. Lei certamente accetterà di buon grado!-
-Quella che voglio sei tu! E più mi dici no più mi spingi a volerti Kagome!-
-Mantenga le distanze signor Taisho! Non sono una sua amica quindi la pregherei di non chiamarmi per nome! Ora si tolga da davanti la porta e mi faccia uscire!-
-Credo tra un po’ sarai tu a pregarmi per concludere il nostro accordo.-
-Che intende dire?-
-Un uccellino mi ha detto che in questi minuti un ufficiale giudiziario si è recato a casa tua per pignorare alcuni oggetti per pagare i debiti che tuo padre ha contratto con le banche. Ma sai la cosa più bella? Io posso fermarlo con una semplice chiamata...Sta a te decidere…Kagome!-
STORIA IN REVISIONE
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: inu taisho, Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Kagome! Kagome svegliati!-       la chiamo schiaffeggiandola leggermente per farla riprendere ma senza risultato
-Signore forse è meglio che la porti dai medici dell’ambulanza lì in fondo! L’aiuteranno loro a farla riprendere.-       mi consiglia il pompiere che ci ha dato la terribile notizia
-O…ok grazie!-        gli dico prima di prendere in braccio Kagome e portarla all’ambulanza rimasta qui per precauzione
Dannazione! Mai avrei pensato che sarebbe potuta accadere una cosa del genere. Che cosa devo fare adesso? Mi sento confuso e sconvolto. Povero Sota…aveva ancora tutta la vita davanti.
È una vera tragedia questa per Kagome. Temo perfino il suo risveglio. Perché doveva accadere una cosa del genere? Perché proprio adesso che ci eravamo avvicinati?
Avrei voglia di urlare dalla rabbia e dal dolore, ma devo pensare a Kagome adesso.
-Dottore per favore mi aiuti! La mia fidanzata è svenuta  e non riesco a farla riprendere!-         chiedo ad uno dei medici seduti in ambulanza
-Che cosa è successo?-        mi chiede scendendo di corsa e aiutandomi a mettere Kagome sulla barella
-Le persone trovate morte in quella casa erano suo nonno e suo fratello. Quando lo ha saputo è svenuta.-        gli spiego mentre lui ascolta il suo battito con lo stetoscopio. Poi le guarda le pupille con una piccola torcia
-Il battito è debole ma niente di grave. Magari non è nulla però è meglio portarla in ospedale. Il fatto che non si riprenda potrebbe essere un problema. Ha detto di essere il suo fidanzato?-      
-Sì, tra poche ore sarebbe anche diventata mia moglie a dir la verità.-        gli spiego con voce incrinata da un nodo alla gola
-Se vuole può stare qui, io avviso il mio collega di partire.-        mi dice scendendo dall’ambulanza chiudendo gli sportelli
Poco dopo la sento partire con la sirena accesa.
-Kagome…ti prego svegliati. Non farmi preoccupare.-      le dico accarezzandole il viso
 
Arrivati in ospedale la portano in una stanza dove non mi voglio far entrare. Idioti! 
Le mie proteste di poter entrare non sono servite a nulla così mi rassegno e mi siedo in sala d’attesa.
Che faccio ora? Non so come comportarmi.
Che le dirò quando si riprende? Mai nessuna parola di conforto la potrà aiutare. Starà soffrendo tantissimo. Prima ha perso i suoi genitori e ora anche gli ultimi familiari che le erano rimasti. Che situazione terribile. Ne uscirà distrutta povera Kagome.
In un secondo ha perso tutto, suo nonno, il suo fratellino, la sua casa, i suoi ricordi.
Ma non resterà sola. Non la lascerò un solo secondo. Le starò sempre accanto per aiutarla a superare questa disgrazia.
Passano quasi tre ore e di Kagome nessuna notizia. Ma che accidenti stanno combinando lì dentro?
Spazientito inizio a fermare tutti i medici e infermieri che incontro finché uno si degna finalmente di rispondermi.
-La paziente sta per essere portata in una stanza al primo piano di ostetricia. Può raggiungerla lì.-      mi dice lui sbrigativo
-Ostetricia? E per quale motivo?-        chiedo confuso
-Di solito è lì che portano le donne in stato interessante signore. Comunque se vuole notizie chieda al primario. Sta uscendo dalla sala in cui c’era sua moglie.-         risponde andandosene e lasciandomi immobile come un cretino
Cos’è che ha detto?  Mia moglie? Stato interessante? Non è che forse ha sbagliato persona?
Quando vedo il medico di cui mi parlava gli corro incontro.
-Lei è un parente della signorina Higurashi?-       mi chiede il primario
-Sono il fidanzato. Come sta? Ha ripreso conoscenza?-
-Per quello ci vorrà del tempo. La paziente è sotto anestetici e antispastici per il dolore. Per fortuna i suoi valori fanno ben sperare. Quando si riprenderà dovrà stare a riposo assoluto almeno fino alla fine del primo trimestre.-
-Eh? Non capisco dottore…ma a che si riferisce?-        chiedo estremamente confuso
-Mi scusi ma non l’hanno informata che la sua fidanzata ha avuto una minaccia di aborto?-
-Aborto? Ma che…Kagome è incinta? Non può essere lei me lo avrebbe detto!-         affermo sconvolto
-Sì signor Taisho. La sua fidanzata è all’incirca alla settima settimana. Non lo sapevate forse?-    
Ha detto sette settimane? È rimasta incinta la prima volta allora! Oh cazzo, è vero come ho potuto non pensarci? Io non ho preso alcuna precauzione quel giorno. Ero convinto che lei prendesse la pillola essendo fidanzata da cinque anni. Certo che pure lei poteva anche dirmelo prima!
-No…noi non lo sapevamo. Ma…come…come sta il bambino? Ha parlato di una minaccia di aborto.-      chiedo più in ansia di prima
-Dovrebbe stare bene ma lo sapremo con precisione nelle prossime ore. Le abbiamo somministrato delle dosi di progestinici che serviranno a fermare l’emorragia in corso e a ristabilire le condizioni ideali per portare avanti la gravidanza. È stato il forte shock a causare i problemi, quindi è bene che le stia vicino e la tenga calma il più possibile.-      mi avverte il medico
Eh sì sarà una parola! La fa facile lui!
-Posso vederla?-
-Certamente. Vada pure.-
Non so se sono più sconvolto o sorpreso. Non riesco neppure a capire cosa provo in questo momento. Kagome è incinta! Ha rischiato di perdere il bambino che neppure sapevo aspettasse. Ma come ha fatto a non accorgersene? Possibile che lo sapesse? No non credo. Me lo avrebbe detto di certo.
Oh Kami aiutatemi voi perché mi sento davvero confuso e spaesato!
Sono sempre stato un tipo sicuro. Non ho mai avuto paura di niente e di nessuno, ho sempre saputo tirarmi fuori dagli impicci, ma stavolta non so proprio dove mettere mano. Mi trovo in difficoltà. Mai prima di oggi mi sono sentito così solo.
Eppure in tutta questa tristezza una cosa bella c’è. Una piccola vita che sta crescendo anche se già da ora deve lottare per vivere. Ma sono sicuro che ce la farà, in fondo è mio figlio e sarà forte!
Ma come accidenti lo dico a Kagome adesso dopo quello che ha passato? In questo momento delicato avrebbe bisogno di piangere e sfogarsi invece devo dirle di stare calma perché rischia un aborto. Perché tutto insieme? Perché le nostre vite devono essere così disastrate?
Entrambi abbiamo avuto una vita da schifo, e proprio ora che le cose sembravano andare meglio… prima muoiono suo nonno e suo fratello, poi vengo a sapere non solo che è incinta ma che ha anche rischiato di perdere il nostro bambino. E in tutto questo c’è anche il matrimonio che salta. Bisogna informare gli invitati ma come faccio? Non ne ho neppure voglia in questo momento.
Quando entro nella sua camera mi viene una fitta al cuore. Ieri la immaginavo vestita da sposa e oggi la vedo stesa su un letto d’ospedale con una flebo al braccio e il viso pallido.
Ormai è l’alba. Di sicuro Miroku tra un po’ andrà a casa mia…il matrimonio era alle nove. È meglio che lo chiami. Magari possono pensarci lui e Sango agli invitati perché io di qui non mi muovo. Quando Kagome si sveglierà voglio che mi trovi al suo fianco.
 
Dopo aver avvisato Miroku ritorno in camera di Kagome. Istintivamente i miei occhi si posano sul suo ventre sul quale poggio la mano da sopra il lenzuolo.
Mio figlio è qui dentro. Piccolo e indifeso. Ancor prima di vedere la luce deve affrontare la morte. Ti prego tieni duro piccolo! Forse Kagome può aggrapparsi a te per riprendersi!
Resto diversi minuti fermo a toccare il mio bambino, come se potesse sentire la mia presenza.
Come uno sciocco sto già immaginando come potrebbe essere se fosse un maschietto o una femminuccia.
Se fosse una bambina sono sicuro somiglierà a Kagome, e io ne andrei pazzo!  Vederla con i vestitini rosa con le gonne ampie come le principesse, le guanciotte rosse e i boccoli…dev’essere proprio tenera!
E se fosse un maschio già mi immagino a vederci giocare a baseball  o a palla al parco.
Distratto da questi pensieri non mi accorgo che Kagome ha gli occhi aperti, quasi spalancati direi,  e mi fissa silenziosa e immobile. Devo però dire che il suo sguardo incute un certo timore, mette i brividi. Perché?
-Kagome! Ti sei svegliata! Come ti senti?-         le chiedo preoccupato non ricevendo però alcuna risposta, mi fissa e basta
-Kagome? Perché non mi rispondi? Sei arrabbiata con me?-        domando temendo la risposta
Forse si sente colpevole perché era con me?
Lei però continua a guardarmi impassibile. Non chiude nemmeno le palpebre. Fa quasi impressione.
-Kagome? Ehi Kagome mi senti? Riesci a vedermi?-       le chiedo agitando la mano di fronte al suo viso, ma la sua espressione non cambia
La cosa non mi piace per niente! C’è qualcosa che non va!
Mi precipito a chiamare qualche medico e quando torno in stanza con lui la ritrovo nello stesso identico modo in cui l’ho lasciata, con lo sguardo fisso.
Il dottore le guarda le pupille poi va a chiamare altri medici. Non va bene! Non va affatto bene!
-Dottore ma cosa succede? Perché non mi risponde? E’ sveglia?-        chiedo al medico tornato con altri tre dottori
-Signor Taisho per favore esca fuori! Le faremo sapere quando ci saremo consultati!-        mi risponde trascinandomi quasi fuori dalla stanza
-Non esco se prima non mi dite cos’ha la mia fidanzata!-      ribatto io bloccando il medico
-Signore per favore non ci faccia perdere tempo prezioso per la signorina! Appena avremo finito le diremo tutto. ora esca!-          insiste lui
A quelle parole decido di non insistere e uscire, ma la preoccupazione e l’ansia mi stanno facendo soffocare quasi. Cosa diavolo le è successo? Perché quell’espressione persa nel vuoto?
-InuYasha!-          mi sento chiamare da qualcuno
-Sango! Miroku!-      rispondo felice di vedere un volto amico
-InuYasha ma che è successo? Perché Kagome è ricoverata?-        mi chiede Sango, sicuramente informata da Miroku visto che era a casa sua quando l’ho chiamato
-Lo sai della morte di suo nonno e suo fratello?-
-Sì Miroku me lo ha detto. E’ una vera disgrazia. Ma perché Kagome è ricoverata? Si è sentita male?-
-Dopo aver saputo la notizia è svenuta. Pensavo fosse per lo shock invece i medici mi hanno detto che ha avuto una minaccia d’aborto. Ora si sono chiusi nella sua stanza perché ha riaperto gli occhi ma sembra impassibile, con lo sguardo perso nel vuoto, e io ho paura!-         confesso buttandomi a peso morto sulla sedia
-Che cosa? Kagome è incinta? Ma come…-         chiede Miroku fermandosi subito e guardando Sango
-Suppongo tu abbia capito. È successo la prima volta.-       confermo io
-Cosa significa la cosa che hai detto prima e ciò che aveva lo sguardo perso nel vuoto?-       domanda Sango ripresasi dalla notizia
-Che l’ho trovata a fissarmi immobile, come se mi guardasse senza vedermi. Mi ha fatto venire i brividi quello sguardo.-
-Di cosa può trattarsi?-
-Non lo so Miroku…non lo so proprio però ho una brutta sensazione.-
-Ma il bambino come sta?-   
-Poco fa bene. Ma al momento non saprei dirlo.-       spiego prendendomi la testa tra le mani
Minuti interminabili passano senza notizie. Sango e Miroku hanno avvisato tutti gli invitati che il matrimonio non si terrà e poi sono ritornati qui a tenermi compagnia.
L’unica cosa che so di Kagome è che l’hanno portata a fare dei controlli…ma non so di che tipo, non hanno voluto dirmelo.
E’ quasi mezzogiorno quando uno dei medici si presenta di fronte a me con un’espressione che non ha niente di buono.
-Signor Taisho devo darle delle notizie non buone…-        comincia lui, e il mio cuore sembra incrinarsi come sotto il peso di un masso enorme
-E’ successo qualcosa a Kagome o a mio figlio?-          chiedo con un filo di voce temendo la risposta
-Ecco vede…al momento il bambino è stabile però la madre ha qualche problema difficile da risolvere al momento.-     dice con fare enigmatico
-Ovvero? Sia più chiaro!-        interviene Sango vedendo la mia difficoltà nel parlare
Ma che diavolo mi prende? Sono terrorizzato!
-La paziente mostra i sintomi di una catatonia. Ovvero non reagisce agli stimoli sensoriali o ambientali. Non riesce più a sentire emozioni, non si muove, non parla, sicuramente non mangerà o berrà finche è in questo stato. E’ come se il suo pensiero si fosse annullato. Il corpo non sa più cosa fare rimanendo totalmente immobile e perennemente in tensione. Ma potrebbe anche avere delle gravi reazioni violente.  Avrebbe bisogno di una dose abbastanza forte di psicofarmaci ma il suo attuale stato…ecco…-
-Ovvero sta dicendo che potrebbe morire il bambino se la sottoponete a qualche cura?-        riesco a chiedere
-Sì. C’è la possibilità di lasciare così la paziente almeno finché non raggiunge le dodici settimane di gestazione, momento in cui ci sono più percentuali che il feto sopravviva, ma fino ad allora la paziente rimarrebbe in quello stato che ha visto prima. Purtroppo la catatonia è imprevedibile e ogni paziente mostra sintomi diversi. C’è anche il rischio che se non curata subito la malattia peggiori col tempo.-
-Mi sta dicendo che dovrei scegliere tra Kagome e mio figlio?-         domando scioccato dal suo discorso
-Purtroppo la paziente non ha parenti e anche se lei legalmente non è il marito è pur sempre il padre del bambino che aspetta quindi è più giusto che sia lei a decidere.-
Non riesco a rispondere. Mi sento svuotato di ogni forza o pensiero razionale. Devo scegliere fra l’amore per Kagome e il mio sangue, il mio bambino?
Però…senza Kagome io…
-Signor Taisho? Come preferisce che procediamo?-        mi richiama il medico in attesa di una risposta
-Kagome…curatela subito!-        rispondo girandomi e serrando i pugni
-D’accordo procediamo subito. Si faccia forza, la sua fidanzata è giovane e ci saranno altri figli sicuramente.-
-Sapesse che consolazione! La sua è una risposta fuori luogo dottore! Vorrei vedere lei al mio posto se penserebbe “morto un figlio se ne fa un altro”…come il Papa.-         rispondo alzando la voce tanto da far girare la gente vicino a noi
-InuYasha calmati! Non fare così, Kagome ha bisogno di te ora!-        mi dice Miroku poggiandomi una mano sulla spalla
-Non è facile Miroku! Non è affatto facile!-
-Mi scuso se l’ho offesa, ma ho detto solo il mio punto di vista. Ora scusatemi.-        riprende il medico andando via
-InuYasha, vai a casa a riposare. Resto io con Kagome, sarai stanco hai passato tutta la notte qui.-       
-No, grazie Sango, ma non mi voglio muovere da qui. Non posso lasciarla sola.-        rispondo prima di rientrare nella camera di Kagome
La trovo seduta sul letto, sempre con lo stesso sguardo perso nel nulla. Un infermiere le sta facendo un prelievo di sangue.
Lui le alza il braccio per metterle il cerotto e lei rimane nella stessa posizione in cui l’infermiere l’ha messa.
-Mi scusi ma se non si muove come mai lei è riuscito a muoverle il braccio?-       chiedo stranito
-Perché i pazienti con questo problema il più delle volte sono totalmente passivi e tendono ad assumere delle posizioni statiche anche per mano di altri. In qualunque posizione si metta un paziente catatonico quello sta.-        mi spiega l’infermiere portando giù il braccio di Kagome al suo fianco
Quando lo vedo mettere le mani sotto le gambe di Kagome per rimetterla a letto lo vedo sorridere appena.
-Ritornerò più tardi per farle un elettrocardiogramma. Comunque la informo che l’orario delle visite è finito da un pò.-       mi dice andandosene
Non so il perché però non mi piace il modo in cui parla questo tipo. Non so forse sono io però…il mio sesto senso non sbaglia mai. Ha uno sguardo troppo lascivo verso di lei e questo non va bene.
-Sango resta un attimo con Kagome per favore. Io devo parlare col primario.-       le dico uscendo dalla stanza
Appena trovo la stanza del dottore entro e trovo sia lui che l’infermiere di prima.
-Signor Taisho che posso fare per lei?-
-Dottore volevo sapere se è possibile assumere un’infermiera privata che si occupi della mia ragazza 24 ore su 24. Mi sentirei più tranquillo. –
-Ma qui il personale non manca signor Taisho.-      mi spiega il medico guardandomi storto
-Lo so…però pensavo che un po’ di lavoro in meno non guasta per i vostri infermieri. Mio padre ci teneva molto a fare la sua donazione annuale al vostro ospedale, e io ci terrei a proseguire per suo conto la sua iniziativa.-        affermo facendo ben intuire il mio discorso al medico
-Oh…capisco! In effetti c’è molto lavoro da svolgere. Prenda pure l’infermiera privata per la sua fidanzata.-      mi dice sfoderando un sorriso da trentadue denti
Come immaginavo! Beneamati soldi! Aprono tutte le porte!
-La ringrazio dottore!-       lo saluto inchinandomi
E una cosa è fatta. Certo non lascio Kagome sola e indifesa. Non sono uno stupido, riconosco un certo tipo di atteggiamento. L’esperienza non mi manca e quel tipo non mi piace.
Passa una settimana e Kagome non sembra migliorare per nulla ancora. E’ alimentata artificialmente perché si rifiuta perfino di aprire la bocca. L’infermiera la lava, veste, le fa muovere le articolazioni per tenerle in movimento…è come occuparsi di una bambola.
E’ entrata nell’ottava settimana di gravidanza e per adesso il bambino sembra stare bene.
-Kagome devi ritornare in te capito? Nostro figlio sta crescendo malgrado i farmaci, ma tu devi aiutarlo.-       le dico mentre le pettino i capelli
-Signor Taisho buongiorno! Ho una buona notizia per lei, può portare a casa la sua fidanzata. Non è più necessario il ricovero.-       mi dice il suo medico
-Dice davvero? Vuol dire che sta meglio?-
-No purtroppo la sua fidanzata non ha ancora avuto miglioramenti però il feto sembra ben sopportare l’uso dei farmaci, anche perché abbiamo cominciato una somministrazione graduata per abituare l’organismo. Può proseguire tranquillamente tutte le cure a casa. Le infermiere da lei assunte sanno già come procedere.-       mi spiega tranquillo
-Menomale…-      rispondo più sollevato
Almeno non sarò costretto a venire tutti giorni qui in ospedale.
Il giorno dopo porto Kagome a casa mia. Ho chiesto a Sango di comprarle qualcosa della sua taglia perché io non me ne intendo.
Prenderla in braccio è come prendere una statua rigida, come la metti sta. Mi chiedo quanto sia faticoso per i muscoli uno sforzo del genere.
Mentre l’infermiera di turno mi aiutava a metterle un pigiama dopo averle fatto il bagno, ricevo la visita di due agenti della polizia.
-Cosa posso fare per voi?-      chiedo non capendo il perché della loro presenza
-Volevamo informarla che è stata effettuata l’autopsia sulle vittime. Sappiamo che la signorina Higurashi non è in grado di intendere e volere quindi ci siamo rivolti a lei dato che se ne occupa.-
-E cosa avete scoperto di così importante da venire a riferirmelo?-
Sono morti nell’incendio…che altro mi possono dire che non so?
-Come prima cosa l’incendio è stato doloso.-      mi rivela uno degli agenti
-Come? Che significa che è stato doloso? Chi può essere stato?-       domando sconvolto
-Abbiamo un sospettato, arrestato proprio oggi grazie alla testimonianza di un vicino.-
-E chi sarebbe?-
-Il signor Akitoki Hojo, l’ex fidanzato della signorina Higurashi.-
-Che cosa? Quel fottuto bastardo! Sapevo che dovevo ucciderlo quel giorno! Ma come avrebbe fatto?-
-Ci hanno detto di averlo visto allontanare con una tanica in mano, e sui corpi delle vittime sono state trovate tracce di benzina.-
-Oltretutto il corpo del signor Higurashi presentava alti livelli di intossicazione da digitossina estratta dalla digitale purpurea, utilizzata per le insufficienze cardiache ma che se somministrata ad alte dosi risulta letale. Ovviamente è un farmaco di facile reperibilità per un farmacista.-         mi spiega l’altro agente lasciandomi senza parole
-Ma perché avrebbe cercato di uccidere il nonno di Kagome? Che fastidio poteva dare?-
-Non siamo a conoscenza dei fatti. Aspettiamo che il sospettato confessi. Comunque vorremmo sapere se la sua fidanzata aveva dato le chiavi di casa al fidanzato, perché ci è stato riferito dai pompieri che hanno dovuto sfondare la porta per entrare nell’appartamento, che ai nostri periti risultata essere stata chiusa dall’esterno. Infatti entrambi i corpi sono stati ritrovati senza vita proprio all’ingresso dell’abitazione, segno che hanno provato a fuggire.-
-Li ha chiusi dentro? Maledetto! Li ha lasciati morire in quel modo indegno solo per ripicca! Comunque sì, da quello che so il suo ex aveva le chiavi di casa. Che stupido! Preso dai miei pensieri non ho mai pensato di dirle di cambiare serratura. Se l’avessi fatto ora…-
-Quando si vuole uccidere qualcuno si trova il modo signor Taisho con o senza chiavi. Comunque i corpi del nonno e del fratello della sua fidanzata non sono più necessari ai nostri esperti, potete provvedere alla loro cerimonia funebre.-     
-Vi ringrazio. Me ne occuperò subito.-         rispondo con amarezza
Dovevo fare un matrimonio e invece farò un funerale. La vita sa essere davvero crudele.
Povero nonno. Immagino come si sarà sentito sapendo che insieme a lui stava morendo anche suo nipote. E pensare che me lo aveva quasi affidato perché lo proteggessi.
Quel dannato dovrà pagare per quello che ha fatto! Fosse anche l’ultima cosa che faccio in vita mia! Prenderò i migliori avvocati per farlo impiccare o se non altro per non farlo mai più uscire dal carcere.
Quando i due agenti se ne vanno ritorno in camera da Kagome e la trovo che…parla?
-C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno! C’è un mostro nel mio letto, corri nonno!-
-Kagome ma che dici?-    le chiedo sedendomi sul letto accanto a lei
-Non si preoccupi signore. È uno dei sintomi della catatonia. Si chiama ecolalia, si ripete la stessa cosa come un disco rotto.-        mi spiega l’infermiera
-Ma a cosa si riferisce?-     le chiedo mentre Kagome continua a pronunciare ininterrottamente quella frase
-Non saprei…chiama il nonno. Forse sta pensando ad un avvenimento di quando era piccola, magari aveva paura dei mostri.-      suppone lei
Un mostro nel suo letto…e se invece si riferisse a me?? Il solo pensiero mi uccide.
Passa un altro mese così e di segni di ripresa neanche l’ombra. Stanno avvelenando mio figlio con tutti questi farmaci e ancora non ci sono miglioramenti dannazione!
Ogni notte provo a dormire con lei, tenendola abbracciata per farle capire che non è sola, ma sembra non accorgersi nemmeno che esisto. Spesso inizia ad urlare quella frase insensata svegliandomi di soprassalto.  E più passa il tempo più temo sia riferita a me.
E’ una vita difficile. I Kami mi stanno facendo scontare tutti i miei errori dandomi questa doppia sofferenza per lei e mio figlio, ne sono sicuro.
E’ un dolore che lacera l’anima. Mi sento impotente. Non sono utile né per lei né per il bambino. Inizio a perdere le speranze e le forze. In un mese e mezzo non è cambiato nulla. E lo stesso vale per il mese successivo. Kagome è al quarto mese di gravidanza e neppure lo sa. L’unico miracolo in questa storia è che la bambina sta crescendo sana e forte. Ho appena saputo che è una femminuccia e ne sono immensamente felice.
Non vado in ufficio da parecchio. Ho lasciato tutto nelle mani di Rin e dei vari capi reparto ma adesso è tempo che torni a vedere come vanno le cose in azienda.
Con mio enorme stupore arrivato in azienda trovo tutto diverso. Ma che diavolo è successo?
Le pareti e gli arredamenti sono diversi, ma che accidenti hanno combinato mentre non c’ero?
-Signor Taisho! Che bello rivederla!-     squittisce una voce abbastanza fastidiosa che raggiunge
-Signorina Kikyo, mi spiega cos’ è successo?-       gli chiedo facendole segno dei cambiamenti
-Oh andiamo InuYasha non darmi del lei, dopo quello che c’è stato…-           risponde con tono svenevole
Oh Kami ma come ho fatto a portarmela a letto questa qua?
-Meglio mantenere le distanze, le ricordo che sono impegnato. Ora potrebbe rispondermi? Cosa significa questo cambiamento?-     chiedo autoritario
-Sono stato io!-        risponde una voce che avrei fatto volentieri a meno di sentire
-Si può sapere che ci fai qui Sesshomaru? E soprattutto come ti sei permesso di cambiare tutto senza interpellarmi?-        domando furioso
-Qui adesso quello che comanda sono io…bastardo! Il nuovo presidente della Taisho Media & Marketing sono solo io.-
-Ti ricordo che siamo proprietari al 50%. L’azienda è tanto tua quanto mia!-
-Era l’azienda preferita di MIO padre quindi la gestisco io! Tu non hai il suo sangue, sparisci! Ritornatene dalla tua puttana moribonda. Il lavoro non aspetta certo i tuoi comodi!-          risponde malignamente
Improvvisamente mi sento trapassare da parte a parte da una scarica elettrica, come se mi avesse colpito un fulmine. Ho dentro una tale rabbia che stavolta non mi fermerà nessuno dall’uccidere questo stronzo!
Accecato dal risentimento lo colpisco in pieno volto e lui barcolla lievemente. Al secondo pugno però non riesce e mantenere l’equilibrio e finisce a terra.
-Aaaahhhh InuYasha ma che fai?-       gracchia quell’oca mentre mi scaravento contro mio fratello e continuo a prenderlo a pugni
Lui tenta di difendersi e di darmi a sua volta qualche pugno, ma la mia rabbia è tale da rendermi molto più forte di lui. Mi spinge oltre limiti che non credevo possibili. È come se stessi sfogando su di lui tutta la frustrazione e il dolore di questi mesi.
-Come hai osato chiamare Kagome puttana moribonda? Mi fai schifo Sesshomaru! Quello che dovrebbe soffrire sei tu! Dovresti essere tu a pagare per tutto il male che mi ha fatto in tutti questi anni, facendomi sentire  odiato e indesiderato. Sei tu il vero bastardo! Dal TUO amato padre non hai preso assolutamente nulla! E se credi che ti lascerò quest’azienda allora sei un illuso! Vattene fuori o giuro che ti uccido qui!-       gli urlo mentre continuo a prenderlo a pugni
Ha quasi perso conoscenza quando intervengono degli uomini a dividerci, o meglio a togliermi delle mani mio fratello.
-Signor Taisho basta si calmi o finirà male per lei! Non vuole mica andare in carcere per omicidio non è vero? Pensi a Kagome!-       mi dice Rin per farmi riprendere il controllo
Rimarrei volentieri a picchiarlo però Rin ha ragione. La mia priorità è Kagome!
-Hai ragione. Per questo stronzo non ne vale la pena! Ora vattene!-      gli dico afferrandolo malamente dalla giacca e sollevandolo da terra per rimetterlo in piedi
-Me…me la…pagherai!-         sussurra dolorante mentre lo spingo verso l’uscita
-Provaci così è la volta buona che ti uccido Sesshomaru! Sono stanco di te. Sparisci!-     rispondo buttandolo quasi sul marciapiede
Dannato! Ho sempre sopportato le sue offese, ma non quelle rivolte a Kagome. Lei non si tocca! Mi spiace solo che quel maledetto di Hojo sia in carcere o lo avrei ucciso per primo. Continua a non parlare. Ha fatto sapere al mio avvocato che parlerà solo con Kagome, solo a lei dirà la verità. Come se non sapesse che per adesso Kagome non può parlare con lui…schifoso bastardo!
Ritorno a casa che sembro l’ombra di me stesso. Mi sento uno staccio mentalmente e fisicamente.
Come ogni pomeriggio trovo Kagome seduta fuori in giardino sotto ad un gazebo a prendere un po’ di aria e di sole primaverile. Ho chiesto all’infermiera di farla uscire tutti i giorni per cambiare un po’ d’aria. Non può stare sempre chiusa in casa.
Ormai la sua pancia si inizia a notare. Come vorrei che la vedesse anche lei.
Arrivato di fronte a lei mi inginocchio ai suoi piedi. Il suo sguardo è come sempre perso nel vuoto.
Allargandole le gambe mi metto tra di esse e poggio stancamente la mia testa sul suo ventre, cingendole la vita con le braccia. Riesco a sentire il cuore di mia figlia così, che è l’unica cosa che mi da un po’ di pace.
-Mi sento solo amore mio! Sono stanco. Mi chiedo che senso abbia avuto la mia vita. È tutto sbagliato. Niente è come dovrebbe. Perfino la mia nascita è sbagliata. Ci ha pensato mio fratello oggi a ricordarmelo. Si è preso la TMM di papà. Volevo fosse tua. So quanto ci tenevi al tuo lavoro. Perdonami Kagome! Non sono stato buono a niente! Ho fatto soffrire mio padre e ho fatto soffrire anche te, e purtroppo temo farò soffrire anche nostra figlia perché sarà la figlia di un bastardo. Forse mi toccherà crescerla da solo e io non ne sarò capace. Sarebbe stato meglio se non mi avessero salvato quel giorno in cui rischiai di morire per overdose. Almeno sarebbero stati tutti più felici, e tu non staresti così, perché è colpa mia se stai così. E’ tutta colpa mia Kagome!-       le dico stringendola ancora di più a me
Se non l’avessi costretta a stare con me forse quel pazzo non avrebbe ucciso la sua famiglia riducendola così. Darei la mia vita per riportarli indietro ma non posso! L’unica cosa che posso fare è stringerla a me sperando che riesca a sentirmi vicino.
Mi costringe a spostarmi da lei qualcosa che mi bagna il viso. Guardo il cielo pensando che stia per piovere ma è tutto sereno.
E’ quando mi volto verso il suo viso che mi accorgo che quella che mi ha bagnato il volto era una sua lacrima. Sta piangendo…Kagome sta piangendo!
-Kagome?-      provo a chiamarla ma lei piange solamente senza muoversi
In questi mesi non è mai capitato che piangesse, ma se piange prova dolore, invece non dovrebbe sentire nulla. A meno che…
-Kagome perché piangi? Ti prego dimmi che riesci a sentirmi amore mio! Ti supplico! Ridammi la vita dicendomi sì…per favore!-       le chiedo disperato prendendole il viso tra le mani
Lei non risponde a voce ma fa un lieve cenno con la testa.
-Kagome!-        ripeto stringendola forte a me
Oh Kami vi prego fate che sia ritornata da me e che non sia stata solo una mia impressione!
-Kagome…ti prego…so che ti chiedo molto però se non riesci a parlare prova a rispondermi almeno con gli occhi al momento ok? Chiudi gli occhi per dirmi sì e tienili aperti per no. Mi hai capito?-      le spiego pieno di speranze
Lei per fortuna chiude gli occhi come le ho chiesto e non mi sembra neanche vero!
-Sai cosa ti è successo? Hai ricordi di quello che è accaduto in questo periodo?-     le domando e lei mi risponde di no tenendo gli occhi aperti
-E ti ricordi cosa è accaduto a tuo…cosa è accaduto la notte dell’incendio?-     
Lei chiude del tutto gli occhi, e quando li riapre sono pieni di lacrime. Ricorda della morte di suo nonno e di suo fratello quindi.
-Kagome non sai quanto mi dispiace per quello che è successo. Però c’è una cosa che devi sapere.-     le dico prendendole la mano e poggiandola al suo ventre
-Ascoltami, lo so che è difficile però è meglio che tu lo sappia subito. Qui c’è…nostra figlia Kagome. Quella sera sei svenuta, così ti ho portato in ospedale e i medici mi hanno detto che eri incinta da quasi due mesi. Mi segui fin qui?-
Al suo gesto affermativo proseguo.
-Purtroppo a causa del trauma che hai subito stavi per perdere la bambina, ma lei è forte e ha saputo aggrapparsi alla vita fino ad ora. Tu invece sei entrata in uno stato catatonico e ti hanno messo in cura con potenti psicofarmaci, che però potrebbero essere dannosi per la bambina. Quindi ti prego…ritorna per noi quella di un tempo il prima possibile. Anche perché io sto morendo senza di te Kagome. Riprenditi e perdonami se puoi!-     la supplico poggiando la mia fronte sulla sua pancia
Lei per tutta risposta poggia leggera una mano sulla mia testa. Le deve costare fatica muoversi, lo sento.
-Sai Kagome, in questi mesi ho pensato tanto alla nostra bambina. Sono sicuro che sarà bellissima perché prenderà da te. Spero che tu non ce l’abbia con me per lei. Stupido come sono non ho neppure pensato a prendere precauzioni quel giorno. Eppure…non posso nasconderti che ne sono felice. È un piccolo miracolo la sua vita. I medici avevano detto che forse non sarebbe sopravvissuta invece ha lottato come un piccola guerriera ed è giunta al quarto mese di vita. Ora è tutto nelle tue mani amore mio. Fatti forza, per te, per lei, e se riesci fallo anche per me, perché ho un disperato bisogno di averti vicino.-     le confesso quasi sull’orlo dal piangere
-Signor Taisho tutto bene? Perché è inginocchiato di fronte la signora?-       mi chiede l’infermiera arrivando e vedendomi gettato ai suoi piedi a stringerla
-Signora Hiko guardi Kagome…-       le dico mostrandole il suo viso
-Cosa ha che non va?-      mi chiede non notando nulla di strano
-E’ ritornata in sé. Capisce quando le parlo!-        la informo felice
-A me sembra la stessa signore. Continua a non muoversi.-    
-Il corpo sì ma le guardi gli occhi! Kagome…questa è l’infermiera che si è presa cura di te in questi mesi. Salutala chiudendo tre volte gli occhi.-       le chiedo fiducioso
L’infermiera mi guarda come se fossi impazzito, ma quando Kagome fa come chiesto lei sussulta.
-Oh Kami! Lo ha fatto davvero!-        esclama sorpresa
-Gliel’avevo detto che è ritornata. La mia Kagome è ritornata!-       le dico accarezzandole il viso
Forse ci vorrà del tempo ma ritornerà come era prima. Ne sono sicuro!
Farò tutto ciò che serve per aiutarla. Ma cosa altrettanto importante mi impegnerò per vendicare suo nonno e il piccolo Sota.
E ovviamente lotterò anche per la TMM. Adesso è questione di principio con Sesshomaru. Quell’azienda deve essere mia…solo mia e di Kagome…in memoria di mio padre. Se lei mi starà accanto avrò la forza di lottare, per lei e per mia figlia!
 
 






















 
 
 
 
 
Or dunque…suppongo che con questo capitolo molto allegro io abbia attirato su di me le furie di tutti voi….non so darvi torto ^____^ ma ormai mi conoscete, tendo ad essere tragica…forse perché mi ispiro sempre alla realtà…e mai in vita mia ho visto qualcuno con una vita facile e senza problemi…solo che di mio ci aggiungo il lieto fine…nella speranza che le cose migliorino per tutti, dopo la tempesta spunta sempre il sereno no? ^_^
Capitolo tutto dedicato ad InuYasha ma tranquilli dal prossimo ritorna anche Kagome ^_^
Avete tutti capito che è stato Hojo a far morire il nonno e Sota ^_^  bravissimi ^_^  vi dicevo all’inizio di non aver compassione per lui vero? ^_^
Spero di non crearvi problemi coi paroloni che a volte uso, cerco di spiegarli il più possibile nella storia ma se avete dubbi chiedete ^_^
Bene con questo vi saluto…baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3
 
p.s.: per il capitolo mi sono ispirata ad una canzone di Renato Zero “Nei giardini che nessuno sa” chi la conosce può capire quanto io sia allegra eheheheehh ^_^
   
 
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