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Autore: wonderwall_98    24/07/2013    2 recensioni
- Ma mi spieghi perchè uno stupido tatuaggio è così importante per te?
- Non è uno stupido tatuaggio, Josh.
- E allora mi spieghi che significato ha per te?
- Raccontarti ora tutta la mia storia sarebbe una follia.
- Kayle, io ti amo.
- Anche io, Josh. Ma se questo amore non bastasse?
- Come, non bastasse?
Tiro un lungo sospiro.
- E poi, perchè non lo urli al mondo se mi ami? Io posso farlo, guarda.
- Josh, no.
- Invece sì. - dice, accostando le mani alle labbra.
- Gente, mondo, ascoltate bene: io amo la qui presente Kayle Anderson, ma lei no. Sarò sempre un povero sfigato che continuerà ad amarla, mentre nel suo cuore c'è qualcun altro... - urla a squarciagola con le lacrime agli occhi.
Dio, non avevo mai visto roba del genere. Un ragazzo che piange per me, per una ragazza. Mi scende una lacrima se solo penso in quanto poco tempo siamo cambiati, per poi innamorarci.
Josh tira un calcio al bidone, poi si passa le mani tra i capelli. E' arrabbiato stavolta, non triste. Ma io lo amavo sul serio, e non potevo fargli questo. Non avrei permesso a niente e a nessuno di portarmelo via, non avrei mai voluto che la storia si ripetesse.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Four:

"The beginning of a friendship"


{Kayle}
 
Appena mi sveglio, mi guardo intorno. Mi giro a destra e subito la luce e il calore di un nuovo giorno mi inondano tutta. Ah, ma sono nella mia stanza. Chi mi ci aveva portata? E poi... cos’è successo ieri sera? Cavolo, non ricordo niente. Niente di niente. Anzi, no. Forse ricordo fino a quando quel tipo, Josh mi pare ha detto di chiamarsi, mi ha seguita correndo per chiarire la questione del “bacio”. Sì, quello lo ricordo, ma poi... cosa diavolo è successo? Io stavo correndo, volevo tornare a casa. O forse no? Forse mi sono semplicemente persa. Forse sono ritornata a casa da sola e non lo ricordo. E’ probabile, ero talmente sconvolta. Pensavo a Kyle e mi era sembrato di rivivere quei ricordi... brutti ricordi. Oppure è possibile che mi ci abbia portata mia madre. Vedendo che non ero ancora tornata, mi è venuta a cercare e mi ha portata a casa. E’ la spiegazione più coerente. 
Mi alzo dal letto e scivolo nei morbidi scarponi che uso per casa. Sì, lo so, si muore dentro, ma sono comodissimi. Li ho comprati per l'inverno, ma non resisto senza di loro. Quindi li uso anche ad Ottobre.
Scendo di sotto e trovo mia madre con le mani sulla fronte appoggiata al tavolo, piangeva. 
- Mamma?
- Ehm... sì, Kayle, scusami. - dice asciugandosi le lacrime. 
- Per cosa?
- Niente, lascia perdere. 
- Perché piangi? 
- Niente, non mi sento molto bene. 
Uffa, sono stanca di questi “non mi sento molto bene”, “non è niente”, oppure “è tutto ok”, basta, ne ho abbastanza. 
- Ma... mi ci hai portato tu in camera mia?
- No, perché non lo eri?
- No? Ieri sera, dico. Non mi hai portato tu in camera mia?
- No, Kayle.
Mia madre continua a parlare, ma io non ascolto una parola di quello che dice. Risalgo correndo nella mia camera e prendo il cellulare. Nessuna chiamata persa, nessun messaggio. Chi mi ha riportata qui? Mi giro verso il comodino per spegnere il lumino, e... oh, cos'è questo? 
Prendo il foglietto di carta stropicciato e lo apro. 
"Scusa per ieri, Kayle, per quello che ho detto. Ti ho riportata io in camera, ma tranquilla, nessuno ci ha visti. Sono salito per la finestra, poi ti ho messa a letto. Capisci, non potevo lasciarti per terra, ieri sera. Non so se lo ricordi, ma sei caduta e ti sei addormentata, proprio in mezzo alla strada. Se fosse passata una macchina e non ti avesse vista, saresti stata investita probabilmente. Spero di aver fatto bene. 
Josh."
Che? Josh che mi salva la vita? Non posso crederci, mi ha davvero salvato la vita. Se nessuno mi avesse riportata a casa o da qualsiasi altra parte... aspetta. Ma come ha fatto a sapere dove abito? Non gliel’avevo detto, lui non lo sapeva! Com’è possibile?
Non ho neanche il suo numero, se lo volessi chiamare. Prima cosa, vorrei ringraziarlo, perché sarei potuta morire anch’io sul serio. Secondo, DEVO sapere come diamine ha fatto a riportarmi a casa se non sapeva dove abitassi. E ora come faccio? Dove lo rivedo più? Non ho il suo numero, non so il suo cognome, non so dove abita... e ora? 
Mhm... potrei andare di nuovo a Becker Street, dov’ero ieri sera. Chissà, è probabile che mi aspetti lì. Mi alzo di nuovo dal letto velocemente e corro in bagno. Non mi faccio la doccia perché altrimenti perderei un anno, mi lavo semplicemente. Poi corro di nuovo nella mia stanza e metto degli shorts gialli e una canotta larga blu con delle scritte gialle. Per finire, metto le mie amate Converse blu. Mi avvicino allo specchio e pettino i miei capelli. Li ho tagliati proprio l’altro giorno, volevo cambiare un po’. Però ora me ne sono pentita, erano lunghissimi. Ora ho un comune taglio pari, forse un po’ più lunghi. E’ tipo come uno dei vecchi stili di Rihanna, un bel po’ di anni fa però. La mia migliore amica crede che sia più bella così, ma secondo me non è affatto vero. Lo dice più che altro per non sentirsi giorno e notte le mie lagne, ne sono sicura, è così. 
Faccio rapidissima passata di piastra ai capelli e una spennellata di blush rosa sulle guance. Poi metto un po’ di matita nera, prendo il mio amato cappellino blu, prendo la mia borsa ed esco. Per la fretta e per l’ansia, dimentico anche di salutare mia madre. Ma tanto sono sicura che non si accorgerà neanche della mia assenza.
Faccio una corsa, e col fiatone, finalmente arrivo. 
NIENTE. NESSUNO. Non c’è alcuna traccia di lui da queste parti. Eh va be’, ormai sono arrivata, non posso andarmene. Mi stendo sul prato. Sotto al sole stavolta, non sotto le stelle. Metto le mani sotto la nuca, e aspetto. Aspetto qualcuno che forse non arriverà mai. 
...............................................................................................................................
Prendo il cellulare dalla tasca e guardo l’o... sono passate già due ore! Forse mi sono addormentata... ma com’è? Ora faccio le cose e poi non me lo ricordo? E’ già la seconda volta. Sto cominciando a preoccuparmi. 
Mi alzo da terra e mi pulisco il pantaloncino con le mani, poi mi metto a correre per tornare a casa. Quella è la cosa che mi riesce meglio, correre. Non faccio nient’altro, corro solamente. Vorrei tanto diventare una famosa campionessa di corse. Oh, certo, certo, Kyle. Sogna che ti fa bene. 
- Kayle! Dove vai?
Questa sembra la voce di Josh. E’ inconfondibile, la riconosco anche se l’ho sentita solo per qualche ora. 
Mi giro e, come mi sarei aspettata, lo trovo di fronte a me. Con quegli occhi che brillano più del sole, quei capelli scuri tinti di biondo... sì, si vedeva a un miglio di distanza che erano tinti. Perché sotto c’erano i riflessi del suo colore naturale. Rimane lì impalato, fermo a guardarmi, senza dire un’altra parola. 
- Che ci fai qui? - chiedo io. 
- Semplice, ti aspettavo!
- Ma se io sono qui da due ore...
- Io lo sono da tre. 
- Sì, ok, non ha importanza. Volevo solo... be’, ringraziarti per ieri. Se non fosse stato per te sarei morta probabilmente. 
- Non la pensare neanche una cosa del genere. Finché ci sarò io, tu sarai al sicuro con me. - poi ride. 
- Perché sei così lontano? Devo urlare per farmi sentire, avvicinati, non ho le pulci. 
Josh riprende a ridere, poi si avvicina. 
- Sai, mi fai morire con le tue battutine. 
- Non sono battutine. 
- Sì, quel che sono. 
Resto in silenzio, non so che dire. Finché lui non prende parola, io non apro bocca. 
- E comunque scusa... sempre per ieri. Avrei dovuto capire che non sei come quelle ragazze, scusa ancora. 
- No, infatti. Una curiosità... come sapevi dove abito?
-Ah, storia lunga. 
- Vorrei conoscerla. 
- Be’, Kayle. Ieri sera non era la prima sera che ti ho vista. 
- Quando mi hai vista?
- Ti vedo sempre, tu vieni sempre qui, sola soletta. Come potevo non notarti? Però non mi sono mai avvicinato, avevo un certo senso di... come dire, vergogna. 
- E perché? - dico ridendo. 
- Perché’, be’... ehm, uh, no. Ci rinuncio, non so spiegartelo. Forse è che semplicemente non lo so. 
- Bene. - dico alzando il pollice. 
Mi guarda negli occhi, poi mi prende la mano. 
- Andiamo a prenderci qualcosa al bar di fronte?
- Uhm, ok. Ci sto. 
Io e Josh ci incamminiamo mano nella mano al bar di fronte, e più lo ho accanto, più sento che possiamo cominciare a diventare amici... amici veri. Però nient’altro, non permetterò mai a nessuno di prendere il posto di Kyle, questa è una promessa. E la manterrò. Almeno non senza quel maledetto tatuaggio. Non arriverò mai ad amare qualcuno al punto di Kyle senza quel tatuaggio, lui mi raccomandò tante volte. E lo farò per lui, non farò in modo che la storia si ripeta. Te lo prometto, Kyle.
  
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