Coincidenze? Il freddo penetrava fin dentro le ossa. I piedi erano sprofondati nella neve e la nebbia non faceva veder nulla. Cercò di alzarsi ma cadde quasi subito. La neve era morbida ma fredda , così fredda che la fece urlare come se mille aghi appuntiti l’avessero infilzata. Si girò , solo alberi e strani fruscii . Davanti a sé nebbia che oscurava la vista. Decise di trascinarsi , ogni movimento un urlo di dolore dentro di se. Buttò lo zaino sul divano dopo un’altra pesante giornata di scuola . Era sabato ed era il compleanno di Clelia che l’aveva invitata. Una festa in un piccolo locale con pochi amici. Corse nella cameretta a tirar fuori tutti i vestiti , con quell’occasione , poteva ordinare tutto nell’armadio che condivideva con la sorella. Era attaccato a alla parete color verde , vicino c’era il letto a castello. Aveva messo qualche soldo per fare il regalo insieme agli altri ma non aveva la minima idea di come vestirsi , non sapeva cosa indossavano le ragazze in quel posto . Da lei tutte mettevano minigonne , vestiti , o jeans attillati. Opzionò per un vestitino che evidenziava le sue forme , blu elettrico , e i capelli neri sciolti , un po’ di trucco e via. Aveva detto che in tutte le feste anche degli sfigati ,come si chiamavano loro , c’erano anche i “popolari” perché essendo un piccolo paesello tutti si conoscevano. Era un locale non molto grande , c’era un bar , alcune poltrone e sotto una stanza per ballare con musica e luci. “ Auguri Clelia! “ disse la ragazza alla nuova amica. “ Ehi , sei venuta ! “ disse offrendole un drink “ Non è alcolico “ . “ Ehi Eva ! “ “ Ciao Luca ! “ salutò . “ Ecco loro sono i popolari – le indicò un punto nella discoteca di sotto – lui soprattutto è il “ capo “ “ . “ Oh , penso di averlo già visto – disse la ragazza sgranando gli occhi – in qualche posto … vado a dirglielo “ . “ Sei pazza ! “ Luca gli strinse il braccio . “No . Perché non dovrei, mica mi mangia “ disse sorridendo. Con passo deciso si avvicinò al ragazzo . “ Ehi ciao ! “ disse Eva ballandogli vicino. “ Ehi .. “ Disse il ragazzo . “ Ti ho già visto da qualche parte vero?” urlò avvicinandosi all’orecchio. “ Forse ! “ urlò il ragazzo. “ Ti va se ci sediamo? “ Si sedettero su una poltrona e si , lo aveva riconosciuto. Il ciuffo moro che gli copriva i suoi occhi gialli – marroni e soprattutto quella cicatrice lungo la guancia gli ricordò dove quando lo aveva visto. Anche lui l’aveva riconosciuta . Si erano visti , circa un anno prima , in un noioso museo . Entrambi si erano avvicinati a un quadro fissandolo , si guardarono e si sorrisero. “ Noioso quel museo è? “ disse ridendo. “ Quel quadro era bellissimo però ! Te lo ricordi?” chiese Eva avvicinandosi. “ Certo che lo ricordo “ disse con sguardo serio il ragazzo. Era mezzanotte quando arrivò la torta e la festa finì poco dopo. “ Come è andata la festa amore? “ chiese la madre sorridendo sotto i suoi occhiali. “ Bene ! Ho incontrato quel ragazzo con la cicatrice .. te lo ricordi? “ “ Meglio non frequentarli i tipi come lui “ finì di dire la madre. “ Ma se nemmeno lo conosci! “ disse Eva quasi irritata. L’argomento finì lì , mentre le luci delle case sfrecciavano lungo i vecchi finestrini di quella macchina. La luna era alta e splendente , sembrava stare a due passi da lì.