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Autore: Jane_    04/02/2008    3 recensioni
Missing moment del 6° libro, continuo della fic "Distrazioni"!
"Avete mai riflettuto sull’importanza di un titolo? Spesso determina l’interesse verso l’intera storia.
Ebbene, io non so che titolo dare alla mia "storia". La gloriosa storia di Ronald Weasley."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È un attimo e non la vedo già più.

Preoccupato che anche stavolta possa sfuggirmi, le corro dietro a grandi passi e con facilità la raggiungo. Sta già svoltando nel corridoio opposto a quello che porta da madama Chips.

“Guarda che per l’infermeria, si va di là.”

È già quasi completamente di spalle, ma so che avrà sicuramente fatto un balzo.
Forse non si aspettava che avessi l’ardire di venire a rincorrerla.
Ma deve aver sentito i miei passi, deve averli per forza riconosciuti. Dopotutto era abituata a sentirli accanto a lei da sei anni.
Si gira con rabbia verso di me, pronta a fendermi col suo solito sguardo di distaccato disprezzo. Ma stavolta non ci riuscirai, Hermione. So che è solo una maschera, io so che stai cercando di tenere a freno lo sguardo che invece mi hai rivolto poco fa.
Decido immediatamente di tenere testa al gioco: non abbasso lo sguardo, sfidandola a fare lo stesso.
Adoro la consapevolezza del potere che in questo momento ho su di lei.

“Devi davvero sentirti molto debole, se non ricordi più nemmeno la strada.”
Sarcastico nel tono fino al punto giusto, in quel modo che so riuscirà sempre a farla uscire dai gangheri.
“Vieni, è per di qua.” E faccio per trascinarla per il braccio, diretto in infermeria.

“Ascolta RonRon, non so quale incantesimo tu abbia sbagliato a formulare sul tuo già poco dotato cervello, ma se credi che io-”
“Eh no, Hermione, sei tu quella che deve ascoltare!” Mi sento autonomamente risponderle.
Colpita e affondata.
Ma sento che la mia risposta suona forse più dura di quanto vorrei realmente fosse.

Per la prima volta lei solleva verso di me il suo sguardo, in un’espressione a stento decifrabile.
“Ma che cosa vuoi da me, me lo spieghi? Ti serve un incentivo per arrivare davvero malato da Madama Chips? Bastava dirlo, se non vuoi raccontarle invece che visto che l’unica che prende appunti aveva abbandonato la lezione, ti sei automaticamente sentito in diritto di farlo anche tu che non ne hai mai preso uno!”
Così come il mio tono di voce era aumentato il suo, mentre continua, diminuisce indignato. Siamo quasi davanti l’infermeria.
“Non ti è bastato tutto quello che hai fatto? Cos’altro diavolo vuoi da me.”

Senza accorgermene credo ormai di stare urlando. La afferro per i polsi, costringendola a guardarmi, a non andarsene.
“E ALLORA DIMMELO QUELLO CHE TI HO FATTO, MERLINO!”

Non riesco a contenere la rabbia di fronte all’ingiustizia di quella parole, e autonomamente il mio corpo la strascina con me, la inchioda al muro, stretto a me, per non permetterle via d’uscita.

La sento tremare. Mi costringo a guardarla e vedo che c’è paura ora nel suo sguardo limpido.
Sa che non le farei mai del male. Eppure allento all’istante la presa sui polsi, per ricordarglielo, ma non accresco nemmeno di un centimetro la poca, pochissima distanza che ci separa.
Non avevo notato quanto effettivamente fossimo vicini. Dopo tanto, troppo tempo. Ma non sono intenzionato a muovermi di un solo passo.
In nessun senso.

“Adesso sono qui, Hermione. Spiegami quello che ti ho fatto, avanti, Te ne prego”
Mi sforzo di mantenere calma la mia voce, quasi una supplica.
“Rinfacciami tutto quello che vuoi, sono pronto.” Quasi a volerle sorridere.
Ma la finzione è di breve durata.
“Io ho bisogno di sapere il perché di quei canarini, Hermione, riesci a capirlo? Il motivo per cui sono mesi, mesi che non mi rivolgi la parola! E-”

La sento tremare nella mia stretta, rimango inebetito riflettendo su quanto realmente siamo vicini adesso, mi perdo nella vitrea paura dei suoi occhi; ma mi costringo a continuare, a finire il discorso, a farle capire quello che ha significato per me, in questi mesi, la sua assenza.
“E voglio il significato di quello sguardo nell’aula di Rüf. Perché credi che ti sia corso dietro, per farmi medicare? Esigo il motivo per il quale non hai esitato un secondo a buttare nel water sei anni di amicizia, Hermione. Dannazione, ne ho il diritto!”

“Io…”
Incateno sempre più il suo sguardo col mio, convinto che potrò almeno leggere lì tutte le risposte di cui ho bisogno, se lei non me le lascerà sentire.
Ma lei abbassa lo sguardo.
“Io… non lo so.” Butta lì, e quella parole, quella non-risposta, sembra già costarle tutta la forza che ha in corpo. Ma non mi basta.
“Lascia che sia io a darti la risposta, Hermione.”
Non c’è più traccia di sarcasmo nella mia voce, ora. Lei lo sente. Esplodo.

“Ti dico io perché: PERCHÉ PER TE NON CONTA NIENTE! Cos’è, non hai voluto forse dichiarare al mondo di non voler più avere nulla a che fare con me, non è così? Un fallito su cui solo un’oca senza cervello come l’hai sempre chiamata poteva mettere gli occhi addosso, una persona di certo molto meno migliore di te, vero? Non ero al tuo rango!”

“Beh, non lo sarò mai Hermione. MAI. Non so se te ne renderai conto un giorno, ma non a tutti è concesso di avere quello che si vuole. IO non sono riuscito ad avere chi voglio. E NON POTRÒ MAI!”

Inizia a singhiozzare silenziosa. Ma io sono livido. Quelle lacrime non sono che terreno fertile con cui far crescere l’indignazione delle mie parole.
“TU HAI BACIATO KRUM! BEH, TI SARÀ SEMBRATO STRANO LO SO, MA QUALCUNO HA VOLUTO BACIARE ANCHE IL FALLITO!”

“Avresti dovuto dirmelo, Hermione. Che hai dalla tua il più famoso giocatore di Quidditch del mondo, e il Bambino Prescelto, e i professori, e quello stupido circolo di Slughorn che farà andare lontano quelli come te; ma solo se staranno attenti a contrarre deliziose, importanti, stupide relazioni!”

E tu avevi commesso il primo sbaglio. Che figura avresti fatto, con uno come me? Ti ho fatto un favore, Hermione, solo un favore!

“Ti meritavi un accompagnatore del rango di Mc Laggen, per quel party, lo sai anche tu. Non importa se ho provato 4 dei miei 3 abiti da cerimonia, se ho fatto ricerche sugli stupidi argomenti più giusti di cui parlare con Slughorn e la sua combriccola per non farti sfigurare, se ho fatto lezioni di danza con Neville per pestare i piedi a lui anziché a te; io ti avrei comunque fatto solo sfigurare! ”

Cazzo. Non rientrava tra le cose che accidentalmente non avrei mai dovuto dire?
Mi sfiora, credo inavvertitamente, la manica della divisa; non ha smesso di piangere.
Dovrei essere io adesso, quello costretto ad abbassare lo sguardo per un attimo. Ma oramai devo arrivare fino in fondo a questa storia. Sarà l’ultima volta che piangerai per me Hermione, in un modo o nell’altro.

“Se pensi che tutto quello che ti ho appena urlato non sia giusto Hermione, allora dimmelo ti prego. Una sola parola.”

Dimmi che non è vero che non potevi più di me. Che non te ne fregava niente. Che ogni mia parola non ti scivola addosso come una tua lacrima, impotente, inodore, insapore.
Ma continuo a vedere le sue labbra chiuse, il suo sguardo cristallino e orgoglioso.

“Tu sei libero di baciare chiunque, Ron, davvero-”

Chiunque?

Non sa cosa rispondere. Il mio cervello formula un pensiero irrealizzabile, poi smette di funzionare e decide istantaneamente di fregarsene delle conseguenze. Come faceva quel proverbio babbano? Chi tace… acconsente.

Una frazione di secondo e le mie labbra saranno esattamente sulle sue, ancora chiuse. Posso già assaporare il sale nelle sue lacrime.
E finalmente, la verità si fa strada dentro di me come fosse una potente scarica elettrica.
E finalmente, adesso è tutto chiaro. È lei l’unica chiunque che avrei sempre voluto baciare.
L’unica persona con cui anche solo litigare, vale più che andare a letto con qualsiasi, chiunque altra.

Un’altra frazione di secondo, e mi ritrovo lontano da lei, la guancia dolorante. Hermione ha ancora la mano sollevata, malferma dopo lo schiaffo repentino.

“Solo perché ora sei un giocatore di Quidditch- e lo dice tra le lacrime- un playboy tra le ragazzine, anche tu credi davvero di poter avere il diritto di trattare chiunque come fosse un oggetto -il suo sussurro è così indignato da fare paura- di poter sedurre e abbandonare le ragazze per non denigrare la tua fama, senza che tu nemmeno le conosca, senza provare per loro alcun sentimento, non importa chi siano? -no Hermione, non hai proprio capito- Credi che io possa essere un oggetto?”

Piangendo di spalle corre via verso la scalinata, libera da ogni mia presa. Poi improvvisamente, a metà strada si volta indietro. Mi fissa carica di orgoglio e di disprezzo.
“Per me puoi anche morire, Ron. Fra di noi è finita.”

“CHE COSA È FINITO, HERMIONE, CHE COSA?” Lo urlo con tutto il fiato che ho in corpo, incurante del luogo in cui mi trovo, e pronunciare il suo nome mi sembra quasi un addio. Non la vedo già più. So che ha sentito.
Per te non c’è mai stato niente, niente.
Finalmente madama Chips esce imperiosa dalla porta, con quello sguardo furibondo che riserva a chiunque osi disturbare la quiete dei suoi pazienti.
Beh, ci sono solo io in quel corridoio. Faccio per andarmene.
“Sicuro che non le serva niente, signor Weasley?”
Per un attimo le rivolgo il mio sguardo, quasi sperando che lei possa davvero avere una pozione, una soluzione.
“No, grazie. Non ho niente che lei possa guarire.”
Attraverso il corridoio, e Lavanda è lì ad aspettarmi. Le vado incontro, incontro a quello che sono destinato ad avere. Ci avviamo insieme verso il buco del ritratto.


Sei soddisfatto della tua storia, Weasley?









*
Ed ecco qui la fine, arrivata presto come vi avevo promesso!
A dire la verità, per molto tempo non ho saputo come concludere questa storia.
So che molti di voi volevano un ricongiungimento in infermeria, e per un momento ho pensato davvero di farli riappacificare lì, mentre erano inchiodati al muro. Ma poi mi sono ricordata che era nata come missing moment, e quello volevo rimanesse. Il loro primo bacio è in DH, e così ho lasciato che fosse.
Il povero Ron c'ha provato, ma a giudicare dalla guancia dolorante con scarsi risultati... beh, Rose gliela faremo concepire un'altra volta xD

Non preoccupatevi però, la riappacificazione in infermeria la vedrete comunque! Dovete solo aspettare Reunion, il continuo, prossimamente su questi schermi.
Intanto me lo dite come vi è sembrata questa? *occhi dolci xD* Grazie a chi ha letto e recensito il primo capitolo! =*
  
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