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Autore: zaynsnote    28/07/2013    12 recensioni
“Dovresti prendere qualcosa di più sostanzioso.” Disse ferma una voce maschile dietro di me. Non la riconobbi e mi voltai verso il ragazzo che aveva parlato.
“Prendo ciò che mi pare.” Dissi mostrando un sorriso sfacciatamente malizioso che lui ricambiò al più presto.
“Mmh… sei nuovo?” Chiesi addentando la mela in modo sensuale.
“Sì, è il primo giorno e già mi sono scocciato di questa prigione.” Ridacchiai e il suono della mia risata poteva essere facilmente ricordato come quello di un’oca. Era ciò che faceva impazzire i ragazzi. Una piccola risatina anche finta, per fargli capire che la loro battuta ti era ‘piaciuta’.
Presi a disegnare rette verticali immaginarie sulla sua spalla destra con il mio indice.
“Che ne dici se ti faccio fare un giro come guida in questa prigione?” Mi morsi il labbro inferiore cercando di persuaderlo.
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quel venerdì avevo tre missioni.
Missione numero uno: invitare Safaa a studiare con me in biblioteca.
Missione numero due: evitare per tutta la giornata scolastica sua fratello.
Missione numero tre: uscire con Liam e sembrare una ragazza normale.
Vi starete chiedendo perché sarei dovuta sembrare normale con Liam? Vi spiego subito.
La maggior parte dei ragazzi mi conosceva per quello che facevo e non tutti avevano una buon' idea di me, per questo motivo mi trattavano tutti come se fossi una di quelle biondine ossigenate senza cervello, capaci solamente di divertirsi di notte. Questo faceva male, parecchio male.
Per questo motivo non volevo che Liam mi conoscesse per quello che facevo, ma per quello che ero.
Sembrava una persona così dolce e premurosa, se avesse saputo tutto non avrebbe più voluto neanche guardarmi in faccia.
Volevo anche assolutamente evitare Zayn.
L’evento della sera prima mi aveva scombussolata e più lontana sarei stata da quel ragazzo, meglio era.
All’inizio aspettavo solo che cedesse e stesse al mio gioco, ma quando avevo visto che era un tipo duro, capii che era inutile perdere tempo dietro di lui.
E poi, mi dava un fastidio esagerato.
Quando eravamo in un luogo pubblico o in compagnia faceva la parte dell’indifferente, quando eravamo soli si divertiva a farmi impazzire. Non mi stava bene.
Non potevo negare però, che quel moro dalla pelle ambrata mi attraeva parecchio.
Insomma a chi non sarebbe piaciuto un tipo come lui?
Era alto, muscoloso, con le spalle larghe e la pelle dorata; gli occhi scuri erano risaltati dal filo di barba appena accennata e il suo sorriso era qualcosa di fantastico. Stringeva la lingua tra i denti e assottigliava gli occhi sembrando, certe volte, quasi dolce.
L’alone di mistero che lo circondava e il suo essere così riservato erano dei cartelli che dicevano:
‘vieni a conoscermi.’
Scesi dal letto e notai che Safaa dormiva ancora beatamente, nonostante la sveglia fosse suonata da un bel pezzo. Mi diressi da lei e la scossi dolcemente per la spalla fino a quando non aprì gli occhi.
 
“Taylor? Tu cosa ci fai qui?”
 
“Eh? Mi hai invitata ieri pomeriggio, ricordi?”
 
“Ah già, scusami… Che ore sono?” Chiese strofinando gli occhi con un braccio e scostando le coperte.
Guardai la sveglia e lessi l’orario.
 
“Mancano circa cinque minuti alle otto e all’inizio delle lezioni.”
 
Sobbalzò dal letto e corse in bagno veloce come un fulmine mentre io cercavo i miei vestiti dalla borsa. Li indossai ed entrai nella stanza in cui si trovava Safaa senza curarmi neanche di bussare. Presi una spazzola per pettinarmi e lei si lavò i denti strofinando così forte da far uscire il sangue dalle gengive. Dopo di lei fu il mio turno, ancora con lo spazzolino in bocca, indossai le scarpe e presi il rossetto rosso, ormai parte di me, e il mascara nero. Mi truccai velocemente cercando sempre di nascondere i segni e, con Safaa, scesi in cucina con la borsa sulla spalla, pronta a scappare di casa.
La mora mi fermò per un braccio facendomi voltare perplessa.
 
“Safaa, è troppo tardi per la colazione!”
 
“Zayn dov’è?” Chiese lei.
 
“Buongiorno ragazze.” Il ragazzo in questione ci salutò ancora assonnato, con la voce impastata dal sonno e il pigiama che consisteva in una vecchia tuta.
 
“Sei ancora così a quest’ora?”Lo rimproverò la sorella.
 
“A quest’ora? Ma se sono le sette meno dieci?!”
 
Ci voltammo verso l’orologio della cucina per controllare l’orario e ci accorgemmo che aveva ragione; per essere sicure, controllammo l’ora in tv e non potemmo fare altro che guardarci per poi lasciarci cadere esauste sul divano con Zayn che se la rideva.
 
“Giuro che getto quella sveglia dalla finestra.”
 
“Uh Tay, come sei aggressiva.”
 
Non doveva comportarsi in questo modo o  altrimenti la prima missione sarebbe saltata.
Avevo ancora il fiatone per la corsa che avevamo fatto per prepararci, altri cinque minuti e sarei collassata sul divano.
Si prospettava una giornata pesante.
 
 
Le sette ore scolastiche erano passate ed aveva solo poco tempo di spacco per studiare, poi avrei dovuta correre agli allenamenti.
Mi ritrovavo tra i corridoi a stringermi nella divisa da cheerleader cercando la mia nuova… amica?
I riscaldamenti non erano accessi, nonostante fosse quasi arrivato il mese di Novembre, ed una semplice gonna inguinale con un top strettissimo e molto corto, non tenevano molto caldo.
Vidi Safaa parlare con una ragazza ed iniziai a correre verso di lei, ma poi notai suo fratello Zayn poco più lontano e mi fermai. Non potevo farmi vedere proprio ora, dopo averlo evitato per tutta la giornata scolastica.
Mi sentivo un po’ stupida, non ero il tipo di persona che scappava da un ragazzo, ma meno l’avrei visto meglio sarebbe stato.
Ricordai di avere il suo numero telefonico della ragazza, me l’aveva dato la sera prima per andare a casa sua, così decisi di inviarle un messaggio e le chiesi di incontrarci in biblioteca, se non avesse avuto da fare. Dovevo sbrigarmi o non sarei riuscita a finire tutti i compiti che avevo da fare per il giorno dopo in tempo.
Aspettai lì e quando vidi Safaa finsi di non averla vista prima.
 
“Oh, credevo mi avresti raggiunta lì, allora ti va di… studiare… con me, ecco…?”
 
“Certo, ma… toglimi una curiosità. Perché ci stanno guardando tutti?” Sembrava parecchio infastidita dagli sguardi degli altri e lo ero anch’io.
Non avete mai visto una ragazza chiedere ad una sua amica di studiare insieme?
 
“Ehm… non lo so, ora andiamo prima che si faccia troppo tardi…”
“Tu devi dirmi qualcosa…”
Sì, dovevo dirle qualcosa, ma quello non era il momento esatto per parlare dell’odio che aveva la gente nei miei confronti a causa di quello che facevo.
La trascinai con me nel luogo in cui dovevo studiare, ma fummo fermate da una ragazza.
 
 Hellen Cole,anche detta da me, Hell.
 
“Oh, hai già intrappolato la nuova ragazza? Vuoi mettere anche lei sulla cattiva strada e fartela amica o solamente prenderla in giro?”
 
Le sue parole erano pungenti come spine e giungevano a me ferendomi, ma come darle torto?
Chiunque avrebbe pensato che stessi solo prendendo in giro Safaa, nessuna ragazza si sarebbe avvicinata di sua spontanea volontà a me.
La mora ancora non sapeva nulla di me, non aveva capito ciò che facevo e come mi comportavo.
In parte non volevo dirglielo, si sarebbe allontanata anche lei, sarei rimasta ancora sola ed ero stufa di dover vivere in uno schifo di mondo, in una famiglia distrutta, una casa che puzzava di tabacco e senza amici.
 
“Non l’ho mica costretta io ad avvicinarsi? Probabilmente ha notato qualcosa in me che non è poi tanto male.
 
“Non perderei mai tempo con un come te.” Rispose a tono.
Quella era la dura verità, nessuno avrebbe perso tempo con me, anche Safaa se ne sarebbe andata un giorno.
Questa ci guardava, alternando lo sguardo da me a Hell, confusa ed irritata dal fatto che la tenessimo fuori dalla conversazione pur citandola.
L'afferrai per la mano e la portai all’interno della biblioteca, cercai un tavolo più lontano possibile dall’entrata e mi sedetti, mentre Safaa continuava ad osservarmi in cerca di una risposta.
 
“Si può sapere cosa voleva quella da noi?”
“Farci perdere del tempo. Ora studiamo.” Dissi lasciandola sul vago cercando il libro di chimica dalla mia borsa.
Odiavo quella materia, era scientificamente provato che non ci avrei mai capito niente.
 
“No, ora mi spieghi.”
“Insomma Sa’, non l’hai ancora capito? Non ti sei mai chiesta perché la gente ci guarda male quando siamo insieme? Ti sei mai chiesta perché le ragazze mi evitano e mi trattano come se fossi un mostro? Ti sei mai chiesta dove dormo di notte e perché?”
 
Fortuna che quel luogo era quasi vuoto.
 
“Non ti capisco.”
“Mia madre mi odia perché è convinta che io sia la causa della morta di mio fratello e di mio padre, mi ha sempre trattata male, ma da quel incidente mi fa sentire come se fossi l’essere più schifoso della terra. Cerco sempre di evitarla e l’unico modo per farlo è quello di non dormire a casa. La mattina sono a scuola, di pomeriggio lei lavora, ma di notte? Di notte sono costretta a comportarmi da sgualdrina con il primo che capita pur di dormire fuori. Ma la gente sa solo questo, nessuno ha mai capito perché io mi comporti così.”
 
Sentivo gli occhi pungere, ma dovevo resistere.
Safaa era immobile davanti a me con gli occhi spalancati, la bocca schiusa ed un’espressione indecifrabile sul viso.
 
“Ecco, non dovevo dirtelo.”
Se non fosse stato per Hell, non mi sarei trovata in quella situazione.
 
Ancora sola. Due parole che rimbombavano nella mia testa e giacevano pesanti come macigni sul mio cuore.
 
“Perché non me l’hai detto prima? Potrei aiutarti…”  Certo, mi avrebbe mandata al manicomio.
“Non voglio essere aiutata ed ora scusami, ma devo andare in palestra, ormai è tardi per studiare.”
 
La lasciai lì, incapace di dire o fare altro, e scappai dalla realtà come al solito.

L’avrei richiamata per scusarmi, sempre se avesse voluto parlarmi ancora.
 
Gli esercizi sembravano più difficili quel venerdì pomeriggio, forse a causa dei miei pensieri che mi avevano reso esausta o per l’appuntamento che avrei dovuto affrontare tra un’ora con Liam, un ragazzo conosciuto il giorno prima con cui avevo solo scambiato qualche parola, ma non era niente a confronto con quello che facevo solitamente.
Mi cambiai negli spogliatoi della scuola e ravvivai il mio rossetto rosso sulle labbra aggiungendo dell’altro prodotto. Diedi una sistemata ai miei capelli ricci pettinandoli con le dita ed aggiustai la camicia blu che indossavo sopra la mia canottiera bianca.
Corsi fuori dall’istituto cercando di non ritardare ed arrivai al bar della piazza giusto in tempo.
Il ragazzo era già arrivato e si era accomodato ad un dei tavoli all’esterno, avvolto in una felpa blu. Controllai di aver preso quella grigia che mi aveva prestato il giorno prima e mi avvicinai a lui salutandolo.
 
“Ehi!Taylor…giusto?”
 
“Sì. Ecco la tua felpa.” Gli porsi l’indumento e mi sedetti accanto a lui.
L’avvicinò al suo naso e ne aspirò il profumo.
 
“Profuma di lamponi. Ha il tuo odore.”
 
‘Perché da ieri l’ho indossata tutti il tempo io’ Avrei voluto dirgli, ma rimasi in silenzio.
 
“In ogni caso,  ho detto che puoi tenerla.”  Sorrise dolce facendomi sentire le gambe di gelatina e lo stomaco attorcigliarsi.
Ci si poteva innamorarsi di una persona con un solo sorriso?






Buongiorno e buona domenica bellezze!

Come state? :)
Finalmente sono riuscita a finire il capitolo e, come al solito,
spero vi sia piaciuto.
Non pensate che sia finita qui tra Taylor e Safaa
e non dimenticatevi neanche di Hell.
Mi dispiace molto che in questo capitolo non 
ci sia il mio adorato Jawaad. sigh.
Grazie mille per le recensioni al capitolo precedente e a 
tutte le fantastiche ragazze che hanno aggiunto la storia tra
le ff preferite/seguite/ricordate e grazie anche alle lettrici
silenziose. <3
Cosa pensate accadrà durante l'appuntamentoc on Liam? 
Aspetto un commentino. lol

Baci, baci, -Sxx

 

ps. word mi modifica tutte le parole. cwc
  
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