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Autore: TheComet13    28/07/2013    2 recensioni
Vivien ha quattro anni quando capisce per la prima volta il significato della parola mamma. Ne ha diciassette quando incontra per la prima volta la donna che l'ha messa al mondo. E ne ha trentacinque quando capisce per la prima volta come ci si sente ad avere una mamma.
[Ennesima side di "You are my shining star". Si è classificata terza al contest "Cuore di mamma"]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Storms & Saints'
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NOTE DELL'AUTRICE: Evidentemente non so resistere all'idea di scrivere qualcosa su Vivien (la protagonista della mia long "You are my shining star", per chi non fosse familiare con i miei lavori). Stavo dando un'occhiata ai bandi di concorso sul forum di EFP e ho trovato questo contest intitolato "Cuore di mamma", indetto da Delirious Rose. E ho pensato "ma se invece di scrivere di una mamma sola, scrivessi delle diverse figure materne di una sola persona?" e inevitabilmente ho pensato a Vivien e alla sua situazione un po' particolare.
Questa storia è il risultato. Sono tre flashfic che analizzano le tre figure materne di questo personaggio: la nonna che l'ha cresciuta, la madre biologica, e la "matrigna" (sempre che la moglie del padre di Vivien possa essere considerata tale).
La storia è arrivata terza al concorso, e la seconda parte ha ricevuto anche il premio speciale "Cuore di piombo" (e chi è già familiare con quello che è successo tra Vivien e la sua madre biologica, capirà facilmente il perchè).


I - MOTHER'S DAY
 
Il concetto di "mamma" era stato estraneo nei primi anni della vita di Vivien, finchè non iniziò a frequentare l'asilo.

Certo, nei cartoni animati spesso si parlava di "mamma", ma Vivien aveva sempre dato per scontato che una mamma fosse semplicemente la donna adulta che viveva in casa con i bambini, che si prendeva cura di loro, che faceva da mangiare, esattamente come sua nonna faceva con lei. Insomma, Vivien considerava la parola "mamma" alla stregua di un nome proprio: suo papà chiamava la nonna "mamma", e il nonno la chiamava Hazel. Per Vivien non c'era differenza.

Fu durante il suo primo anno di asilo, quando la maestra radunò tutti i bambini e annunciò che avrebbero iniziato a preparare dei regalini fatti a mano per la festa della mamma, che Vivien si rese conto che c'era qualcosa di diverso nella sua famiglia. La maestra, dopo aver fatto l'annuncio, aveva guardato Vivien con tenerezza mista a compassione e le aveva detto che lei poteva mettersi a disegnare, o giocare con le bambole.

Vivien, inizialmente, non aveva capito il motivo di quel trattamento differenziato. Si era seduta vicino a quello che, ai tempi, era il suo fidanzatino, Jake, e invece di disegnare si era messa a osservare quello che il bambino stava facendo.

"Cos'è?" chiese, curiosa.

"La signorina Annie ci ha insegnato a fare una rosa di carta da regalare alla mamma domenica prossima."

"Perchè?"

"Perchè è la festa della mamma." rispose Jake, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Confusa, Vivien continuò a osservare il suo amico lavorare, chiedendosi perchè la maestra non aveva assegnato quel compito anche a lei.

Tornata a casa, Vivien trovò nonno Kenneth sul divano che leggeva il giornale. Il nonno sapeva sempre tutto, quindi avrebbe potuto aiutarla.

"Nonno, che cos'è una mamma?" chiese la bimba.

Kenneth scrutò la nipote, come per cercare di capire da dove fosse uscita quella domanda, e quando vide gli occhi marroni di Vivien che lo fissavano con serietà, si rese conto che era arrivato il momento di dire la verità alla bambina. Una verità addolcita, ma pur sempre la verità.

"La mamma è la donna che mette al mondo un bambino e lo cresce, si prende cura di lui." spiegò nel modo più semplice possibile, sperando che Vivien, che era fin troppo sveglia per la sua età, non gli chiedesse come venivano al mondo i bambini.

Ma Vivien era troppo concentrata su quella parola che le creava così tanta confusione. "Quindi la nonna è la mia mamma?" chiese.

Kenneth scosse la testa. "No, Principessa. La nonna è la mamma del tuo papà. Hazel è la tua nonna."

"E allora la mia mamma dov'è?"

Kenneth sospirò. "La tua mamma ti ha messo al mondo, ma non si può prendere cura di te e quindi la chiesto a me, a papà e alla nonna di farlo al posto suo."

Il giorno seguente, all'asilo, Vivien chiese alla maestra se esisteva una festa della nonna. Alla risposta negativa della maestra, Vivien chiese di poter costruire anche lei una rosa di carta.

"Io non so dove sia la mia mamma, ma la mia nonna si prende cura di me e mi vuole bene, e mi prepara sempre i biscotti che mi piacciono tanto. Non credo che il mio papà costruirà una rosa di carta per lei, e visto che non esiste la festa della nonna, voglio regalare la rosa alla nonna per dirle grazie e per farle vedere che le voglio tanto bene."

Quella domenica, quando Vivien si presentò a colazione tenendo in mano la rosa di carta e un biglietto che diceva "buona festa della nonna", Hazel pensò, con gli occhi lucidi, che quella donna che aveva abbandonato sua figlia solo poche ore dopo averla messa al mondo, non sapeva cosa si era persa. Vivien Reese era una bambina straordinaria, e sarebbe diventata una donna ancora più straordinaria, quella di cui ogni mamma sarebbe stata orgogliosa.
  
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