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Autore: Fiamma Erin Gaunt    29/07/2013    1 recensioni
Camelot e Fireland sono alleate da anni, per rinforzare quest’unione appare possibile un solo modo: un matrimonio tra l’erede dei Pendragon e la secondogenita dei Fraumros. Peccato che i diretti interessati non siano affatto d’accordo, anzi, diciamo pure che non si sopportano; a ciò si aggiunge l’improvvisa morte del sovrano di Fireland, la comparsa di un misterioso e temibile stregone, il desiderio di vendetta, e il senso del dovere del principe Artù.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Seconda stagione
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Cap 1

 

- Eris? – balbettò, rendendosi conto che in effetti il suo tono di voce era molto poco reale.

- È quello che ho detto, cosa c’è Semola, sei diventato sordo oltre che insopportabile? – replicò ridendo, per poi passargli accanto e lasciargli tra le mani le briglie del suo stallone.

Merlino, osservando la scena, non potè fare a meno di scoppiare a ridere; chiunque fosse quella ragazza, doveva ammettere che aveva proprio un bel caratterino. Artù tacitò le risate del servo lasciando a lui l’onere di sistemare l’imponente stallone da guerra e si lanciò all’inseguimento della ragazza.

- Si può sapere cosa ci fai qui? –

Eris gli fece cenno di tacere, avrebbe spiegato la situazione solo alla presenza di Uther. Indispettito, storse il naso e fece per replicare, ma l’andatura sostenuta che teneva la ragazza non consentiva di intrattenere una conversazione.

Giunsero alla sala del trono una decina di minuti più tardi, seguiti a ruota da Leon e dal resto dei cavalieri che non erano troppo acciaccati a seguito dello scontro all’ingresso della cittadella.

- Padre, Eris Fraumros chiede di parlare con te. – annunciò Artù, un attimo prima che la principessa lo sorpassasse e rivolgesse una graziosa riverenza al re.

- Uther Pendragon, vengo qui a chiedere il tuo aiuto in nome di mio padre, tuo vecchio amico, e della lunga amicizia che lega Fireland a Camelot. –

- Ti ascolto. – decretò l’uomo, osservandola con i suoi glaciali occhi azzurri. Aveva sentito parlare dei problemi sempre più ingenti che, dalla morte di Morzan, si erano abbattuti sul regno e in parte si sentiva responsabile per non essere intervenuto a fianco dei vecchi amici ed alleati.

- Immagino tu sappia che nel nostro regno dalla morte di mio padrone lo stregone Sabin ha acquisito sempre maggior potere. Ebbene, sembra si sia alleato con re Cenred e per Fireland ciò potrebbe significare la fine. Ovviamente, non serve ricordarti che se il mio regno cade Camelot sarà la prossima. –

Artù soppesò ogni parola della giovane; discuteva e analizzava i fatti con la freddezza di un’abile stratega, non c’erano minacce nel suo discorso quanto un’inevitabile fatalismo che, purtroppo per loro, forniva un quadro decisamente realistico del loro futuro.

- Ragione in più per tenere le mie truppe a Camelot a presidiare la fortezza. Le nostre mura non sono mai state abbattute, la Cittadella è praticamente inespugnabile. Perché mai dovrei sottoporre il mio regno ad un rischio simile quando restando qui sono invincibile? –

Eris rivolse un’occhiata disgustata al sovrano. Quell’uomo stava rinnegando un’alleanza, un’amicizia decennale, infangando persino il nome di suo padre e lo faceva come se la sua fosse solo saggezza tattico- politica e non semplice menefreghismo.

- Il fatto che tu mi ponga una domanda simile, Uther Pendragon, lascia intendere quanto la tua lealtà e la tua parola valgano poco. –

I cavalieri s’irrigidirono visibilmente: quello era un palese insulto nei confronti del loro re.

- Impulsiva come tua madre, a quanto vedo, dovresti imparare a frenare la lingua, principessa. – commentò freddamente.

- E tu, Pendragon, dovresti imparare che non si scherza con un membro della dinastia Fraumros. Ti auguro di veder bruciare la tua preziosissima Cittadella, magari prima che Fireland cada. –

Uther battè un pugno sul tavolo.

- Questo è troppo. Non mi faccio minacciare da una ragazzina impudente che non sa cosa sia il rispetto. Guardie, scortatela nelle segrete; passerà il resto della notte lì e al mattino ritornerà a Fireland. –

Le guardie l’afferrarono con fermezza per le braccia e la scortarono fuori dalla sala. Eris si districò con forza dalla presa: - So camminare da sola, giù quelle sudice mani. –

Una volta rimasti soli, Artù si rivolse al padre.

- Non credi che sia il caso di onorare quest’alleanza? Combattono contro un comune nemico: Cenred e la stregoneria. E poi c’è il fatto che siamo vincolati dall’onore a rispettare il Trattato. – provò a farlo ragionare, ma sapeva bene che le sue parole sarebbero andate perse nel vuoto.

- Verrà un giorno in cui capirai quando è il momento di aiutare gli amici e quando di pensare al bene del proprio regno, questa è una delle occasioni in cui vale la seconda opzione. – replicò con decisione, - Ora torna nelle tue stanze, la questione è chiusa. –

Con un sospiro a metà tra il rassegnato e il rabbioso Artù percorse a passo di carica la strada che conduceva alle prigioni, seguito a ruota da Sir Leon e Merlino, che nel frattempo aveva finito di sistemare lo stallone e li aveva raggiunti.

- Leon, raduna i cavalieri, si parte per Fireland. Merlino, va a sellare i cavalli. –

- Ma li ho appena messi nelle stalle. – gemette il giovane mago.

- Merlino! –

- Ho capito, sto andando, sto andando. – esclamò, tornando da dove era venuto.

Entrò nelle segrete e congedò con un cenno del capo le guardie del turno di notte, intente a giocare a carte, bere e mangiare per cercare di passare il tempo.

Trovò Eris seduta sulla panca di legno: le braccia incrociate sul petto, la schiena dritta e lo sguardo risoluto. Persino chiusa in una delle celle dei suoi alleati riusciva a mantenere il contegno di una vera principessa.

- Forza, ti faccio uscire di qui. – mormorò, armeggiando con la serratura e spalancando la porta.

- Quindi il piccolo Semola ha smesso di obbedire al suo paparino? – domandò ironica, seguendolo fuori dalla cella e stando attenta a non fare rumore.

- Non dovresti mostrare un po’ di gratitudine per chi sta accogliendo la tua richiesta di aiuto? – borbottò per tutta risposta l’erede al trono di Camelot.

Lo fermò, afferrandolo per un braccio e costringendolo a guardarla negli occhi.

- Ho capito bene, hai intenzione di venire a Fireland? –

Artù annuì con aria solenne: - Certo, rispetto sempre gli impegni presi. –

Per la prima volta da che si conoscevano, la ragazza gli rivolse un vero e proprio sorriso. Artù si ritrovò a pensare che, quando sorrideva, era ancora più bella. Scosse la testa, ma che accidenti andava a pensare? Quella era Eris Fraumros, la ragazzina insopportabile con cui aveva passato la metà delle vacanze della sua vita.

- Forza, diamoci una mossa, Merlino e i cavalieri ci aspettano fuori dal castello. –

Percorsero in fretta la strada che li separava dalla loro meta, mimetizzandosi nel buio e usando la discrezione che avrebbe avuto un gatto. Raggiunto il resto della loro combriccola, si misero in viaggio: Fireland aveva bisogno di essere salvata.

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il secondo capitolo. Spero che vi sia piaciuto e ci tengo molto a leggere le vostre opinioni (siano essere favorevoli o meno). Ho una domanda, essendo nuova nel fandom: Trovate che i personaggi siano abbastanza IC (ovviamente per il momento mi riferisco solo a Uther e Artù) o dovrei modificare qualcosa? Al prossimo capitolo.

Baci baci,

                 Fiamma Erin Gaunt

  
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