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Autore: OneDirectionILoveYoou    29/07/2013    3 recensioni
-Dici di avere tutto,non hai bisogno di me
-Senza te non sono niente!
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nella storia parteciperanno oltre agli OneD e a un nuovo personaggio, Justin Bieber.
Se magari l'introduzione non vi ha incuriosito siete invitate e a leggere il prologo
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Justin's Pov

Se squilla altre due volte sarà importante, pensai mentre il cellulare non voleva smettere di vibrare sul comodino accanto al mio comodo letto. Non avevo per niente voglia di alzarmi quel giorno; la notte prima era stata una di quelle stancanti e pericolose, avevo dormito giusto qualche ora ed il mio corpo chiedeva riposo. Nonostante fossi un tipo superattivo, odiavo essere svegliato di buona mattina per non so quale assurdo motivo. Con stanchezza e lentezza assoluta, decisi di rispondere al cellulare:
-Chiunque tu sia, che cazzo vuoi?-
-Ehii amore calmati, sono io... Susan-
Susan era la mia ragazza da circa due settimane. Era un tipo dolce e scherzoso, abbastanza simpatica, e talmente sexy da farmi eccitare anche ad un solo sorriso.
-Ah sei tu... dimmi.-
-Ti avevo chiamato per chiederti di venirmi a prendere, mia madre è già uscita e sai quanto è lontano casa mia da scuola.-
Le sue parole mi fecero tornare in mente il mio obbligo di dover frequentare le lezioni scolastiche. Per quanto strano potesse sembrare non avevo mai frequentato la scuola, cioè ero un criminale, mi nascondevo in continuazione viaggiando da un continente all'altro, la scuola non mi sarebbe servita a nulla. Ma purtroppo Jaxon, aveva avuto la fantastica idea di iscrivermi a scuola per poter frequentare almeno l'ultimo semestre, anche per conoscere altra gente. Non che ne avessi bisogno, ma per lui era fondamentale che io non vivessi solo di vendetta, ma anche di amore, amicizia e sentimenti vari che teneva ad elencare tal volta chiedevo spiegazioni sulla sua folle idea.
-Si certo, a dopo.-
-Un bacio...-
Odiavo quando faceva tutte queste moine al telefono, mi faceva sembrare un protagonista di una storia rosa, in cui ero l'innamorato adolescente felice e spensierato. Il che non mi rappresenterebbe per niente, vista la mia natura assassina e cattiva. Ero ricercato in tutta la California per via dei tanti ratti e violenze fatte; "Bieber e i Devils colpiscono ancora" era la testata di ogni giornale, odiavo quando attribuivano la colpa a me e ai miei amici, anche per danni commessi dai cittadini stessi, eravamo una giustificazione alle mancanze di Las Vegas, san Diego e Los Angeles; non che noi non avessimo colpa ma delle volte non sapendo il colpevole era palese il fatto che gli artefici fossimo noi. Io e i miei amici venivamo chiamati I Devils, di nome e di fatto. Nonostante i ragazzi fossero gente non tanto apposto, erano dei buoni amici, dei veri amici, persone su cui avrei potuto contare, e a cui avrei affidato la mia vita. Eravamo dei criminali, usavamo le pistole per ogni evenienza ed esigenza Naturalmente Susan di tutto non ne era a conoscenza, e non gliel'avrei di sicuro fatto sapere; insomma chi vorrebbe vivere accanto ad un assassino? Era anche per questo che non mi innamoravo mai, le mie erano relazioni di una botta e via. Trovavo talmente strano il fatto di stare con Susan già da due settimane, di solito era solo per una notte; ma con lei era tutto diverso, lei non era come Kayla o come Alessya, con loro era solo un passatempo. Preso dallo sconforto totale, mi alzai dal comodo lettone che mi ritrovavo nella mia semplice stanza. Pareti viola, letto matrimoniale, comodino al lato destro e un armadio appoggiato alla parete. Con i nostri affari, io e i ragazzi eravamo riusciti ad ottenere una grande villa a Calabasas, non molto lontano da Las Vegas; lì, c'era la discoteca, i più grandi ricconi a cui rubare qualche soldo, la scuola, e poi c'erano anche i Motors.

Odiavo i Motors. Era un patetico gruppo composto dai Payne e i loro stupidi amici: Horan, Styles, Tomlison e Malik. Ci rovinavamo gli affari a vicenda e il nostro rapporto non era uno dei migliori. Uno dei tanti motivi per cui avevo preso una cosa utile andare a scuola, era il fatto di poter finalmente avere la mia vendetta su di loro. Mi avevano rovinato la vita, e su questo nessuno li avrebbe salvati. Trascinando i piedi sul pavimento, mi diressi in bagno, dove in meno di quindici minuti, feci una doccia ed indossai dei Jeans scuri, una canottiera bianca e una giacchetta di pelle nera lucida. Infilai le mie supra bianche e dopo aver alzato il mio ciuffo biondo mi guardai allo specchio:poteva andare come primo giorno di scuola.
-Come siamo sexy stamattina Bieber-
La voce di Julia echeggiò per tutto il corridoio.
-Sta zitta, brutta zoccola-
-Ehi ehi ehi, moderiamo i termini...-
Jaxon fece capolino dal salone raggiungendoci in cucina. Jaxon era il capo, d'altronde era il più grande e anche il più esperto nel nostro campo, Julia invece era sua sorella, una tipa tutta tette e culo. Mi concentrai a cacciare una tazza di latte tra gli sportelli in cucina, ne bevvi qualche sorso e poi come se niente fosse svuotai il bicchiere nel lavandino e lo lasciai lì dentro insieme al resto delle stoviglie. L'intero gruppo si riunì in cucina dondosi il buongiorno. C'erano tutti : Ryan, Jaxon,Julia, Kayla, Cedrick, Alessya, Damien e Mike. Mentre mi maledicevo mentalmente per aver scelto la stessa scuola di Susan, mi diressi in macchina e la andai a prendere. Indossava un Top forellato che lasciava ben poco all'immaginazione, una minigonna in jeans blu, e dei calzettoni neri alti con delle decoltè bianche non tanto alte. Al solito era truccata benissimo, ed il suo viso era talmente affascinante da poter attirare chiunque. Mi piaceva il modo in cui accettava le cose, dalle più belle alle più drammatiche; nonostante la morta di sua sorella minore, di cui mi parlò in un suo sfogo, era riuscita a riprendersi in un modo pazzesco, e la ammiravo per quello.
-Sei nervoso?-
Mi chiese alludendo al primo giorno di scuola.
-Niente che non abbia già fatto...-
Mentì. La mia Range Rover sfrecciava per Las Vegas, e in meno di 5 minuti arrivammo al grande edificio: un immobile a dir poco ebnorme con tanto di vetrate ovunque. Il cortile era abbastanza grande, e i posti per le auto erano sparsi dappertutto. Quella città era gigante, e speravo con tutto il cuore di poter trovare almeno uno di quel dannato gruppo e farlo fuori come se niente fosse. Presi Susan per mano, e ci dirigemmo all'interno dell'edificio; ritirai tutti i foglietti necessari per poter individuare la mia posizione e quella delle aule delle lezioni che avrei dovuto seguire.
-Il mio armadietto è il 103, il tuo?-
Mi chiese Susan, che mi accompagnò in segreteria aspettando l'inizio della lezione di fisica.
-Il 406...-
-Bè, non siamo molto vicini.-
Disse subito dopo con un'aria triste. Poi un'idea le sorvolò per la testa e sorrise guardandomi.
-Però sei vicino a Kahelyn... ti piacerà vedrai-
sorrise per l'ennesima volta, e poi, dopo avermi lasciato un bacio casto sulle labbra mi lasciò in mezzo al corridoio sculettando verso l'aula di fisica.
-Ci puoi scommettere...-
sussurrai sarcastico. Mi sentivo un perfetto idiota. Ero il nuovo arrivato, tutti gli sguardi erano puntati su di me. Le ragazze fighe mi spogliavano con gli occhi, poi c'erano i giocatori di football che mi invidiavano in qualche modo sbuffando ad ogni mio gesto o parola, e poi c'erano i secchioni e gli sfigati che se ne stavano lì immobili a guardarmi e classificarmi in una loro classe mentale. Secondo il famoso foglietto sarei dovuto essere nell'aula di Chimica, ma come giusta regola mi avviai al mio armadietto per prendere i libri, che sotto informazione della dirigente mi aspettavano irrequieti dentro il mio scaffale al numero 406. Ero da solo per i corridoi, oramai erano le nove passate e i ragazzi erano tutti rinchiusi dentro quelle aule a sentire spiegazioni su non so quale materia. Ero arrivato al 400, quando notai una persona indaffarta nel cercare qualcosa nel suo scaffale: era una ragazza. Capelli biondo scuoro lunghi fino al bacino, con qualche ciocca viola, cappellino di lana in testa, skinny jeans chiari, felpa blu e converse del medesimo colore. Portava a tracolla una sacca dell'eastpack in fantasia fiorata, sulla gamma del rosa. dalla mia posizione potevo notare il suo cellulare nella tasca dei pantaloni, legato a delle cuffiette che teneva alle orecchie, mentre ascoltava la musica. Era particolarmente carina: occhi verde intenso, labbra carnose, gote arrossate e un nasino all'insù molto carino. Proseguì fino al 406 e notai il numero del suo armadietto : il 408.
Lo aprì indifferente notando che lei non mi aveva nemmeno sentito arrivare, vista la musica. Presi i miei libri, ma lei rimase ancora lì intenta a cercare qualcosa. Forse sentì la mia presenza fisica oppure le fischiarono le orecchie dati i miei pensieri perversi ed erotici su di lei, tanto che si girò e per un attimo giurai di essermi sentito debole. Era come se quella ragazza avesse qualcosa che mi attirasse ma era impossibile, insomma l'avevo vista da nemmeno un minuto. Era sicuramente qualcosa data dal fatto che fosse così talmente sexy da farmi eccitare anche solo posando il suo sguardo sul mio. Mi sorrise ed io ricambiai, poi la vidi scomparire nella stessa direzione da cui ero venuto .
Rimasi a guardare il punto da cui quella stupenda figura era totalmente scomparsa,era davvero una bella ragazza..
Ma a che stavo a pensare!? Justin ricorda la regola numero 1 del tuo codice: Mai innamorarsi seriamente. è sempre stata la regola numero del mio codice, l'amore poteva rovinare quello che avevo creato di me stesso in una vita ed io questo non potevo permettermelo.
Cominciai a camminare nel lungo corridoio,nel frattempo fischiettavo dato che il silenzio era assordante,ed io odiavo il silenzio, nessun rumore,nessuno che parla,niente di niente, il silenzio era una delle cose che odiavo di più, soprattutto durante le solite "battaglie" che nascevano con l'altra gang.
Quando c'è silenzio durante una battaglia,non puoi sapere se il nemico ti attaccherà e ,soprattutto,non puoi sapere la sua posizione per evitarlo. Continuai a camminare nell'infinito corridoio fino ad arrivare alla mia classe, arrivai un po' in ritardo dato che,non volendo chiedere informazioni per trovare la classe,me la trovai da solo.Ma non potevo farci niente,l'orgoglio era una parte di me che non avrei eliminato mai. Entrai in classe senza bussare e tutti si girano a guardarmi, controllai attentamente i volti dei miei nuovi compagni e riuscii a ritrovare il volto della ragazza incrociata prima in corridoio.
-Buongiorno Bieber,primo giorno e lei entra già in ritardo?-
la professoressa mi scrutò da capo a piedi
-Scusi prof ma non trovavo l'aula -
-E non poteva chiedere a qualcuno?!-
odiavo quel tono di voce, nessuno poteva dirmi cosa dovevo o non dovevo fare.
La guardai con aria di sfida ma poi cedetti..
Non potevo farmi buttare fuori già dal primo giorno
-Dove posso sedermi? -
La professoressa scrutò la classe per poi indicare il posto accanto alla ragazza del corridoio
-Si sieda pure vicino alla signorina Payne-
I miei occhi si ingrandirono così tanto a sentir nominare quel cognome che credevo mi stessero per uscire dal viso
-Allora? Bieber si può gentilmente sedere accanto alla signorina Payne?-
All'inizio mi rifiutai col pensiero ma poi le mie gambe si mossero da sole conducendomi a quel banco.
Prima di sedermi accanto a quella ragazza,la scrutai negli occhi,aveva due occhi belli da far paura,talmente bella da far invidia a Susan ma soprattutto talmente attraente da farmi perdere la testa...





#AngoloAutrice
Buona Sera bamboline! :)
eccoci di nuovo qui :)
speriamo che il capitolo vi sia piaciuto..lasciate qualche recensione per favore!
avremo molto bisogno del vostro parere <3
Grazie mille in anticipo <3

Un bacione,Il team DreamJarla10-94
   
 
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