A chi
crede nel grande Amore
A chi ha sempre recensito questa storia
A chi, dopo due anni, avrà ancora voglia di farlo
A chi ha aspettato
Non voglio perderti
Epilogo
Il tempo passa veloce. Che
tu lo voglia o no, i giorni si susseguono l’uno dopo l’altro, a volte
lasciandoti molto, altre poco, altre proprio niente.
Mi è sempre piaciuto immaginarmi la vita come una grande stazione. I treni
passano, alcuni si fermano, alcuni scorrono davanti ai tuoi occhi troppo
velocemente. E tutto quello che puoi fare tu e stare ascoltare il loro rumoroso
scontrarsi con i binari. E tutto quello che puoi fare è decidere di prenderne
qualcuno, poi di scendere, poi di salire di nuovo, poi di fermarti un po’ e poi
di ripartire ancora. Ma quello che è bello, dannatamente bello, è che comunque
vada, ogni singolo pezzo di quel tragitto ti lascerà qualcosa. Forse
inconsistente, forse minuscolo, ma importante. Ogni
singolo frammento si accalca nel tuo cuore e ti aiuta a crescere. E
soprattutto, ognuna di quelle stazioni diventerà un
capitolo di una grande storia. Forse doloroso, forse triste o forse allegro o
forse fantastico. Non importa. Perché se apri gli occhi e guardi meglio lo
leggi quel titolo scritto in grandi lettere dorate su quella copertina forse un
po’ ammaccata. Sono solo quattro lettere. Ma solo le quattro lettere più belle
del mondo. Guarda, forza, prova a pensare. Non le vedi? È semplice. Sono le più
stupide e banali del mondo. Eppure sono anche le più difficili e dure da
afferrare in tempo. Sono quattro. Sono poche, sono tante, chissene
importa. Ma messe insieme sono uniche. L’avete visto anche voi ora, no? Sì,
splende tanto, quel titolo. Brilla su quella copertina. Ti invita ad aprirlo
quel libro. Ti invita a scriverlo. Sempre. E allora forza, dai, scrivilo,
scriviamolo, quel libro della nostra VITA.
Il tempo, dunque, passa per tutti. E come è facilmente immaginabile è passato
anche per la piccola Evie. Ve la ricordate, vero? Oh,
sì, lo so. È passato tanto, tanto tempo. L’ultima volta che l’abbiamo lasciata
era lì con i suoi piani assurdi a cercare di conquistare il suo Matteo. Tra le
mani stringeva la foto di un ragazzo che neanche conosceva. Giovanni mi sembra
fosse il suo nome. Sperava forse che così avrebbe agguantato
finalmente quell’amore che da tanto tempo rincorreva. Ma no, non era ancora arrivato il momento per
lei. Era troppo presto. Ma lei non lo sapeva. E continuava a piangere e a
chiedersi se prima o poi l’avrebbe afferrato. E la risposta era palese, era
proprio dietro l’angolo, ma lei non la vedeva.
Sono sicura che ora vi starete chiedendo cosa è successo dopo quel giorno
d’inizio ottobre. Sono sicura che vi state chiedendo
quando finirò con tutte queste elucubrazioni inutili e vi darò, almeno un
assaggio, di tutte quelle mille avventure che Evie,
nolente o volente, si è trovata ad affrontare. La storia di Evie
è forse come tante altre. Ma credo che ogni storia, ogni singola storia, abbia
qualcosa che la renda degna di essere raccontata. E allora, eccomi qui. A
dipingere un ultimo capitolo di questa storia. A donarvi ancora un po’ di
lacrime, di sorrisi, di illusioni e di gioie. A regalarvi un po’ di Evie.
Con la storia di Giovanni, Evie purtroppo non ha
raggiunto nessuno dei suoi scopi. È rimasta per lungo tempo arrabbiata con quel
giornalino per adolescenti che le aveva promesso mari e monti e non le ha dato
né l’uno né l’altro. Matteo, dopo qualche giorno, sembrava già cotto al punto
giusto. L’aveva a dir poco scongiurata di lasciare l’ipotetico Giovanni per
lui. E lei, ovviamente, ci è caduta ancora peggio di prima. Presa da un raptus
di follia, si è dimenticata di tutti i suoi piani studiati nel caldo familiare
del suo letto e ha confessato che era tutto uno scherzo, quello di Giovanni.
Che il suo cuore era ancora lì, a battere forte forte per Matteo. Lui si è messo a ridere quando
l’ha saputo. Le ha detto che ne era convinto dall’inizio e che tutte le sue
preghiere erano solo un modo per farla cedere. Evie
ha pianto molto, come c’era da aspettarsi. Ma il mattino dopo era lì, con un
altro piano e una voglia rinnovata di raggiungere la sua meta.
Evie e Matteo sono andati avanti per lungo tempo ad
allontanarsi e a riavvicinarsi. Lei sempre innamorata. Lui sempre misterioso.
Lei sempre ingenua. Lui sempre bambino. Potrei raccontarvi di quella volta in
cui lei ha scongiurato la professoressa di lettere affinchè
li mettesse in banco insieme. Quella povera donna, forse mossa da un atto di
pietà, ha persino acconsentito alla sua richiesta. E così lei si è trovata
tutto d’un tratto di fianco al suo amore irraggiungibile. A scrivere altre
pagine e a provarci ancora. Potrei raccontarvi dei loro interminabili
bigliettini, sempre sospesi tra odio e amore. Oppure potrei raccontarvi di
quando Matteo le abbia chiesto ancora di mettersi insieme, giurando e
spergiurando che non era uno scherzo. E potrei raccontarvi di come lei ci abbia
creduto e di come sia rimasta stupita quando lui non le ha detto subito dopo
che la stava prendendo in giro. Potrei raccontarvi ancora del loro unico e
semplice sfioramento di labbra o del loro primo Natale insieme e di come tutti
i suoi sogni si sono infranti quando si è trovata, qualche giorno dopo, in un
negozio, di fronte al regalo che lui le aveva fatto. Il
problema è che sopra quel regalo un grosso cartellone citava: “Offerta speciale!
50 cent!”. Evie prima ha
pensato che fosse uno scherzo, poi ha chiesto con la voce tremante alla
commessa che le ha confermato quanto, purtroppo, aveva letto. Lei avrebbe
voluto piangere. Perché Matteo le aveva detto che lei era preziosa come quel
gioiello – che tra l’altro, aveva spacciato come “Swarosky”
-. E se quel “gioiello” valeva 50 centesimi allora, forse, lei non era tanto
preziosa. Per lungo tempo Evie è andata avanti a
ripetersi che è il pensiero è quel che conta e che non doveva essere così
dannatamente materiale. Poi, però, in una fredda mattinata di gennaio Matteo le
ha detto che quel mese che avevano passato insieme era tutto uno scherzo. “Solo
per farla contenta”. A questo punto potrei proprio raccontarvi della tante lacrime che hanno ancora una volta solcato il
suo volto, di come si è promessa di dimenticarlo per sempre, di come ha giurato
che non l’avrebbe mai, mai più presa in giro. Ma, ovviamente, vi potrei anche
raccontare di come lei si è fatta prendere in giro ancora tante, tante volte.
Di quella volta in cui le aveva promesso una gita scolastica fantastica, dove
finalmente avrebbero potuto stare insieme. E di come,
subito dopo, lei si sia trovata a piangere in uno squallido bagno. E di come
ancora lui, stranamente, sia andato a consolarla, l’abbia abbracciata mentre le lacrime
le rigavano il volto e soprattutto le abbia chiesto di baciarla. E di come lei,
ancora più stranamente, abbia rifiutato. Potrei ancora raccontarvi di tante
altre peripezie che la piccola Evie e il suo piccolo
grande amore hanno dovuto affrontare. Di quegli ultimi giorni di terza media in
cui finalmente sembrava essere giunto il lieto fine. Degli esami, del sorriso
di Matteo, diverso, quando la guardava. Di quella volta in piscina, loro due, mano
nella mano, per la prima volta incuranti degli amici e di tutto il resto. Dei
messaggi prima di partire per le vacanze. Di quei termini con cui lui la
chiamava, “piccolo angelo”, “amore mio”, “bellissima”,
tanto nuovi e tanto speciali. Di quell’estate che hanno passato senza vedersi.
Di come lei abbia trascorso due mesi a segnare su un foglietto quanti giorni
mancavano a settembre. E di come settembre sia arrivato e con lui Matteo e
quell’invito tanto agognato a casa sua. Di come lui, distruggendole il cuore
ancora una volta, abbia disdetto all’ultimo minuto inventandosi una scusa
stupida e banale. Forse troppo impaurito di scoprirsi seriamente innamorato di
quella strana ragazzetta che da tre anni lo rincorreva. Potrei infine
raccontarvi di come lei, raccolti i cocci del suo cuore, abbia iniziato la
nuova avventura del liceo, abbia conosciuto nuovi amici e abbia, poco alla
volta, messo, questa volta seriamente, la parola “fine” a quel primo amore un
po’ ridicolo, ma tanto profondo e tanto meraviglioso.
Potrei raccontarvi tante, tante cose. Ma non lo farò. Non tanto per cattiveria,
quanto perché il mio treno scorre troppo veloce e non c’è tempo per scrivere
tutto quello che mi ha fatto e mi fa vedere. Tutto quello che mi rimane da fare
è viverlo. Profondamente, stupendamente, stupidamente, scioccamente,
meravigliosamente.
Sono sicura che ora starete fissando con aria truce e rabbiosa lo schermo,
macchinando ogni modo possibile per uccidermi. Vorrete forse sapere, dopo
diciotto capitoli, e dopo quasi tre anni di attesa, come è andata
definitivamente a finire tra Evie e Matteo. Ebbene,
lasciatemi allora aggiungere queste poche parole.
Matteo, un giorno, si è alzato e ha capito tutto ad un tratto quanto aveva
sbagliato. Di quando erano state sciocche le sue paure di mostrarsi innamorato
davanti ai suoi amici e di quanto erano state le stupide le sue scuse che, fino
all’ultimo momento, aveva dato alla povera Evie.
Evie, dal canto suo, ha aspettato per tanto tempo
quel giorno. Ma quando è arrivato, strano scherzo del destino forse, si è
accorta di non volerlo più. Lei che, con i suoi occhi sognanti, cercava ancora
il grande amore, per molto tempo ha creduto che questo non sarebbe mai
arrivato. L’ha cercato dappertutto, ma quando è poi giunto, ci è andata a sbattere
contro e non se ne è neanche accorta. Il grande Amore l’ha vista un giorno a
scuola, curva su se stessa, piccola e forse nemmeno tanto bella, ma se ne è
pazzamente innamorato. Ha passato giorni per cercare di scovare il nome di
quella primina per lui tanto fantastica, l’ha pedinata e l’ha osservata. Poi ha
preso coraggio e si è presentato. Evie si è sentita
smarrita quando si è specchiata nei suoi occhi verdi, così belli e così
profondi da penetrare nell’anima, e ha avuto paura. L’Amore aveva bussato alla
sua porta e lei, proprio lei che per tanto l’aveva rincorso, si è rifiutata di
aprirgli. È andata avanti per mesi a tapparsi le orecchie per non sentire quel
suo martellare sull’uscio continuo e costante. È andata avanti perché
quell’Amore le provocava un brivido che le scuoteva l’anima ed era un brivido
talmente grande, che in confronto le facevano ridere quelli che aveva provato
specchiandosi negli occhi di Matteo. È andata avanti perché in quel momento si
è sentita totalmente impotente e un bacio, una carezza, un abbraccio le
sembravano ostacoli impossibile da sormontare. È
andata avanti perché in quel momento si è resa conto che lei non era ancora
pronta per quell’Amore.
Matteo ha continuato a sperare che, come sempre, Evie
sarebbe tornata da lui. Le ha scritto tanti e tanti messaggi, chiedendole
perdono, implorandola di iniziare finalmente quella storia.
Evie, dopo tanto tempo, ha preso il coraggio e gli ha
risposto di no. Si è resa conto che quel primo amore le aveva dato tanto, ma
che era ora di uscire da quel guscio in cui si era chiusa in tutti quegli anni.
Evie-pulcino, un giorno, ha spiccato il volo insieme
al grande Amore che per sei mesi l’ha pazientemente aspettata e l’ha presa per
mano quando lei aveva paura. Oggi, dopo un anno e nove mesi, loro due
continuano a volare e, per quanto ne so, non hanno intenzione di smettere. A
volte hanno volato alto, molto alto, altre hanno rischiato di cadere, altre la
vertigine sembrava essere più forte della voglia di continuare quel lungo volo.
Ma questa non importa. L’essenziale è
che Evie abbia il cuore che sgorga di amore, che
quando si specchia in quegli occhi verdi si senta morire, che le mani e le
labbra del grande Amore le facciano sembrare la vita la cosa più bella del
mondo. Così come è essenziale che sia proprio quel grande Amore a farle odiare
la vita alle volte, a farla arrabbiare a farle credere di essersi sbagliata su
tutto.
Matteo ogni tanto si fa sentire, la implora di tornare e poi sparisce
nuovamente nel nulla. Prima o poi,
sicuramente, anche lui troverà il suo grande Amore.
Quel che è importante è che la storia di Matteo e Evie
sia rimasta impressa nel loro cuore e che, qualunque sia il treno che
prenderanno, non la dimentichino mai. Come ogni istante, ogni attimo, ogni
secondo di questa vita. Quel che accadrà ora nella vita di Evie
nessuno lo sa. Ma lei continua a viverla. Ed è questa, forse, l’unica cosa
essenziale.
FINE
Ok, ok… forse sarete rimasti senza
parole… o forse starete semplicemente meditando di uccidermi (sia per l’attesa,
sia per il capitolo deludente)… Ma… l’altra sera, sono capitata per caso sul
sito e, finendo sulla mia storia, l’ho riletta tutta. Mi ha fatto tenerezza,
perché dentro c’erano tanti sentimenti, tanta fatica… Ma soprattutto mi hanno
fatto sorridere i vostri commenti… come dimenticare quello di Cry90 (“morirò
illudendomi che un giorno continuerai questa storia..)
. E allora, eccomi qui, a darvi quel capitolo che vi devo, dopo che mi avete
seguito e avete aspettato tutto questo tempo. Se avrete voglia di leggerlo
ancora, ne sarò molto molto felice! :D
Prima o poi forse ritornerò con una nuova storia… o forse no! In ogni caso non
illudetevi di esservi liberati di me perché, come vedete, quando meno ve lo
aspetterete, riapparirò!
Un grande grazie a tutti voi, perché se questa storia ora ha una fine è tutto
merito vostro. GRAZIE!
Diddly – Evie - Silvia