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Autore: _BlueLady_    30/07/2013    4 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 CAPITOLO 1: DESTINAZIONE PARADISO ~

 
- Accidenti!-
Un coro di esclamazioni si levò alto nella placida e tranquilla atmosfera marittima di Wonder, una deliziosa cittadina a ridosso sul mare riconosciuta come miglior luogo di villeggiatura degli ultimi tempi.
Alla vista della villa che avrebbe rappresentato la loro casa per i successivi tre mesi le cinque ragazze, ancora immobili di fronte al cancello dell’imponente edificio e con le valigie appresso, spalancarono la bocca in un’espressione di sorpresa.
Quello era il luogo più bello che avessero mai avuto l’occasione di vedere.
Uno splendido giardino anticipava l’ingresso alla villa: cespugli di rose, lavanda e rosmarino correvano lungo i viali in pietra che conducevano all’entrata. A ridosso del piccolo piazzale che precedeva un enorme portico stavano due gigantesche palme, l’una opposta all’altra, quasi fossero i guardiani a cui era stata affidata la veglia su quel luogo paradisiaco.
Il portico era attorniato da bianche colonne in pietra che sorreggevano un ampio balcone su cui si affacciavano le grandi vetrate della villa. A destra due rampe di scale: una conduceva al piano superiore, l’altra conduceva giù in cantina.
- Toglimi una curiosità, Altezza: come mai non hai ancora preso in considerazione l’idea di trasferirti a vivere qui?- chiesero le amiche alla bionda, che si affrettò a rispondere con un grugnito di indifferenza, infilando le chiavi nella serratura del grande portone perché potessero finalmente entrare ed ammirare anche gli interni di quel gigantesco edificio.
Non appena entrarono, un forte odore di chiuso penetrò loro nelle narici. Altezza si affrettò ad aprire tutte le vetrate con l’intenzione di fare entrare un po’ di ossigeno, mentre le altre quattro ragazze si presero il tempo di curiosare per bene in ogni stanza.
- Guardate quante camere da letto ci sono! Ci potrebbe vivere un’intera generazione familiare qui!- disse Lione, sbirciando alla fine di un lungo corridoio e notando che, delle tre stanze che aveva aperto, tutte e tre erano camere da letto.
- Questa qui ha un letto matrimoniale!- esclamò Rein con gli occhi luccicanti, entrando frettolosamente nell’unica stanza da letto isolata dalle altre, la quale era anche la più grande di tutte.
- Che non ti venga in mente di stabilirti lì!- la precedette la voce di Altezza all’inizio del corridoio, mentre Rein già ci si stava infilando dentro – Quella è da sempre stata la mia camera da letto, e continuerà ad esserlo anche in futuro! Le vostre sono quelle sull’altro lato del corridoio – disse con fare autoritario, senza ammettere discussioni.
Rein rinunciò di malavoglia ad entrare nella stanza dai toni principeschi, e si avventurò con le altre ad ispezionare le altre camere.
Fine aprì con titubanza una delle porte, spaventata dal cigolio inquietante che i cardini produssero non appena vennero forzati, e dall’atmosfera lugubre che sembrava celarsi all’interno.
Rein si fiondò alle sue spalle, ansiosa di vedere di quale lusso disponeva la loro camera da letto.
Una smorfia di delusione (nel caso di Fine anche di leggero sollievo) si dipinse sul volto di entrambe quando videro che al suo interno non vi erano altro che due miseri lettini spiaccicati a ridosso del muro, e un comodino dai toni decadenti a separarli.
- Questa sarebbe la nostra stanza?- domandarono scettiche.
- Deliziosa, vero?- esclamò Altezza con sincera soddisfazione – Su, sbrigatevi a sistemare la vostra roba che poi decidiamo cosa preparare per cena. Lì c’è un armadio, se ne avete bisogno – ed indicò un vecchio mobile privo di ante dal quale proveniva un terribile puzzo di marcio, e dal quale strabordavano centinaia e centinaia di ragnatele.
Le due gemelle si guardarono negli occhi sconcertate per un istante.
- Secondo te un tempo era la stanza riservata alla servitù, questa? O magari ci rinchiudevano i prigionieri di guerra?- suppose Fine, incerta.  
- Non ne ho la minima idea, ma una cosa è certa: io qui dentro non ci dormo!- esclamò Rein stizzita ed offesa, dirigendosi a grandi passi verso la camera di Altezza.
- Altezza!- strillò inviperita, bussando con forza alla porta della bionda.
- Che vuoi?- domandò l’altra da dentro la stanza.
- Si può sapere che scherzo è questo? Ci hai rifilato la stanza peggiore di tutte!- si lamentò la turchina, posando accigliata le mani sui fianchi.
La bionda fece capolino da dietro la fessura della porta, e la guardò sorpresa.
- Come sarebbe? Osi forse dire che sono una pessima padrona di casa? -
- Oso dire che la nostra stanza fa ribrezzo: è marcia, puzzolente e piena di ragni, come puoi pretendere che io e Fine riusciamo a dormirci?-
Altezza la squadrò con fare offeso:- Credi forse che io sia una sprovveduta? Ho tutto l’occorrente per rimetterla a nuovo: scopa, detersivi e lenzuola pulite. Dormirete come delle regine una volta che sarà tutto in ordine!-
Rein non partecipò al suo entusiasmo. Continuò, anzi, ad osservarla ancora più inviperita di prima.
- Mi dici perché proprio a noi è toccata la stanza più malmessa di tutte? Guarda Lione e Mirlo: sembrano due imperatrici a confronto!-
Indicò con una profonda nota di stizza la stanza di fronte, nella quale Mirlo e Lione avevano già sistemato la propria roba, e si stavano concedendo un attimo di pausa per godersi la comodità dei loro ampi letti disposti l’uno di fronte all’altro.
Altezza lanciò un’occhiata di sbieco, sbuffando poi inacidita.
- Non è colpa mia se la stanza che vi siete scelte non vi piace!- esclamò, irritata ed offesa.
- Ti sbagli: non ce la siamo scelta, tu ce l’hai assegnata e basta! Ed è orripilante! Non possiamo dormire in un porcile come quello! Piuttosto preferisco dormire sul pavimento del salotto!-
- Bene, se non vi piace la vostra sistemazione, tanto vale che ve ne cerchiate un’altra! Non vi ho portato qui per sorbirmi le vostre lamentele da schizzinose quali siete!-  
- Non siamo schizzinose, con una pulita da cima a fondo io ci dormirei anche in quel buco, è Fine il problema! È aracnofobica, ricordi? La vista di tutte quelle ragnatele l’ha traumatizzata ed ora non riesce più a mettere piede in stanza!-
- Oh, quante storie!- brontolò Altezza, non credendo per nulla alle giustificazioni di Rein.
La turchina accennò con uno sguardo in direzione della rossa, la quale era ancora immobile all’entrata della camera rigida come un palo, un’espressione scioccata dipinta in volto e gli occhi fissi nel vuoto, in trance.
- Ragnatele… ragnatele dappertutto! Dove ci sono le ragnatele ci sono i ragni… Io odio i ragni! Mi disgustano! Non ci dormo qui dentro, nossignore!- continuava a ripetere sotto choc.
- Visto?- esclamò Rein in direzione di Altezza con tono trionfante.
La bionda sbuffò esasperata.
- Sentite: non ho un’altra camera da proporvi, perciò vi dovete far bastare quella. Basterà convincere Fine che non c’è alcun ragno, e potrete dormire sonni tranquilli anche voi.-
- Forse non hai capito: Fine non ha alcuna intenzione di mettere piede in quella stanza, né ora né mai!- ribadì ancora Rein, ferma nelle sue decisioni.
Altezza si massaggiò con forza le tempie, stressata da tutte quelle storie.
- …Non c’è una stanza da letto anche al piano di sopra?- intervenne Mirlo a un tratto, prendendo in mano la situazione.
- Già, mi riesce difficile credere che, data la grandezza della casa, non disponiate di una camera da letto anche al secondo piano!- le diede manforte Lione.
Altezza osservò le due amiche con sguardo esasperato, poi sospirò.
- Ci dovrebbe essere una camera matrimoniale, ma non ho idea in che condizioni sia – biascicò.
- E non potevi proporci quella da subito, invece di rifilarci quello schifo?- esclamò Rein spazientita.
- Ti ho detto che non so se sia in condizioni migliori di questa qui!- sbraitò Altezza.
- Beh, mostracela lo stesso: qualunque cosa sarà meglio di quella topaia che hai il coraggio di chiamare camera da letto!-
Detto fatto, le cinque ragazze si avventurarono al piano di sopra. Fine venne trascinata a forza da Rein per tutto il tragitto perché continuava a sostenere che “se avesse fatto movimenti bruschi, qualche ragno le sarebbe certamente saltato addosso”. Rein le aveva risposto che “i ragni non saltano, al massimo si calano giù dal soffitto”, ma ciò non era comunque bastato a rassicurare la rossa, che continuò a muovere piccoli passi spauriti anche quando finalmente furono al piano di sopra.
Attraversato l’atrio principale, Altezza le condusse all’interno di una piccola anticamera sulla quale si affacciavano tre porte che davano su tre stanze differenti.
Quella di destra si apriva in un piccolo bagno, quella di sinistra dava ad una camera da letto singola, mentre quella centrale dava sulla stanza matrimoniale.
Non appena le gemelle vi entrarono, i loro occhi brillarono di contentezza.
La stanza era ampia, e al centro mostrava un enorme letto matrimoniale a baldacchino sul quale anche il più ostinato degli insonni sarebbe certamente riuscito a prender sonno.
Un ampio armadio gli stava di fronte, completo di ante e privo di alcuna ragnatela, a destra una vetrata si apriva su un piccolo balcone che si affacciava al retro del giardino.
- Qui di certo non ci sono ragni!- esclamò entusiasta Fine, fiondandosi sul comodo materasso, decisamente rilassata.
- Ci voleva tanto a portarci fin qui? Questa si che è una camera da letto!- esclamò Rein più che soddisfatta, guardandosi intorno estasiata.
Altezza sbuffò inacidita:- Vi avevo affibbiato l’altra stanza perché così avremmo dormito tutte insieme sullo stesso piano, ma se ci tenete tanto a fare le asociali, fate pure!- brontolò.
Rein e Fine si lanciarono un’occhiata complice e soddisfatta.
- Ci va bene così. Dopotutto si tratta di separarci soltanto per la notte, non credo ne farete un dramma così grosso!- esclamarono in coro.
Altezza osservò le due accigliata, poi voltò loro le spalle con fare superiore, passandosi una mano tra i capelli.
- D’accordo, allora. Contente voi, contenti tutti. Ora sbrigatevi a sistemare la vostra roba e a fare il letto: dobbiamo decidere cosa mangiare per cena e infine fiondarci a dormire. Non voglio perdermi neanche un raggio di sole domattina, e se conosco bene i vostri orari dubito che, se tarderemo a coricarci, riusciremo a raggiungere la spiaggia ad un orario decente!-
 

¤¤¤¤¤¤
 
 

La mattina dopo, le cinque si svegliarono accompagnate dal canto degli uccellini e sorrisero soddisfatte quando notarono il sole splendere vigoroso in cielo, preannuncio di una giornata serena.
Ci volle un po’ più del previsto a tirare giù dal letto le due gemelle, ma con qualche insistenza in più alla fine anche le due belle addormentate cedettero al richiamo della colazione e del mare che le attendeva a pochi passi da casa.
Altezza era di buonumore: tutto stava procedendo per il meglio, e se avessero continuato di quel passo sarebbero certamente giunte in spiaggia prima delle nove e mezza.
Sbagliò, tuttavia, a gioire con così largo anticipo: quando infatti lei, Mirlo e Lione erano già complete di costume, crema solare e telo da mare, pronte più che mai ad affrontare la giornata in spiaggia, Fine e Rein, come volevasi dimostrare, tardarono a degnarle della loro presenza.
- Che diamine stanno combinando, adesso?- domandò la bionda impaziente alle altre due, per poi dirigersi a grandi passi al piano superiore della villa.
- Fine, Rein!- chiamò una volta entrata – Si può sapere quanto ci state impiegando a cambiarvi? È già da dieci minuti che vi stiamo aspettando!-
Quando entrò in camera delle due gemelle per vedere a che punto fossero con i preparativi, si stupì nel vedere una Fine ancora in pigiama sdraiata beatamente a pancia in giù sul letto e circondata da decine e decine di costumi diversi, e una Rein che le sfilava davanti indossando uno dei suddetti bichini con un’esagerata nonchalance.
- Che ne pensi di questo, Fine? Dici che può andare?- domandò la turchina alla rossa, mostrandole un delizioso costume color panna.
- Secondo me dovresti indossare quello blu, risalta di più i tuoi occhi – le disse la rossa sgranocchiando alcuni dei biscotti che aveva sgraffignato dalla cucina subito dopo colazione.
- Sicura? Non rischio l’effetto monocromatico, dopo?-
- Nah, col blu vai sul sicuro, fidati –
Impossibile era descrivere l’espressione che si dipinse sul volto di Altezza in quel momento, come era impossibile definire il colore di cui si accesero le sue guance nel constatare che non solo le due se la stavano prendendo comoda, ma non erano neanche lontanamente pronte per uscire!
- Giuratemi sui tuoi costumi e sui biscotti con cui ti stai rimpinzando che non avete intenzione di venire in spiaggia con noi stamattina!- ringhiò, attirando inevitabilmente l’attenzione delle altre due, che solo allora si accorsero della sua presenza.
- Altezza, sei venuta a vedere a che punto siamo?- domandarono allegre – Tranquilla: cinque minuti e siamo subito da voi!-
Passarono all’incirca dieci secondi prima che Altezza riprendesse a parlare.
- Questo è quello che mi avete detto anche dieci minuti fa!- sbraitò, rossa in viso – Se non siete pronte entro un secondo giuro, a nome di tutti i ragni di questa casa, che vi chiudo a chiave in quella che avrebbe dovuto essere la vostra camera fin dall’inizio e vi ci lascio per tutta la durata della vacanza!-
Detto questo le lasciò, non senza lanciare un’ultima occhiata intimidatoria nella loro direzione, giusto perché capissero il concetto, e se ne tornò da Mirlo e Lione col fumo che ancora le usciva dalle orecchie.
- Quelle due mi faranno impazzire!- piagnucolò, una volta raggiunte le altre due che si precipitarono subito a consolarla.
- Avresti dovuto mettere in conto anche questo, prima di invitare anche loro per questa vacanza!- ridacchiò Mirlo divertita.
- Credi che non ci avessi già pensato? Secondo te perché inizialmente ho assegnato loro la stanza peggiore di tutta la casa? Più avrebbe fatto ribrezzo, meno tempo avrebbero sprecato rinchiuse lì dentro!- esclamò la bionda affranta.
- Però non avevi tenuto conto della testardaggine di Rein… e dell’aracnofobia di Fine - si aggiunse Lione altrettanto divertita.
- Sono stufa di aspettare: quasi quasi le abbandono al loro destino e me ne vado in spiaggia senza di loro!- asserì Altezza decisa.
- E affidare a loro il compito di chiudere a chiave la casa, col rischio che se ne dimentichino e lascino che qualche curioso vi si intrufoli?- esclamarono in coro le altre due con fare saccente.
Al solo pensiero di ritrovarsi la casa piena di individui sconosciuti dopo neanche un giorno dall’arrivo per colpa di quelle due svampite delle gemelle, la bionda si ritrovò costretta a rivedere le sue decisioni.
- Ho capito: non ci resta che armarci di tanta pazienza ed aspettare…- mugugnò tra sé e sé, lanciando un sospiro di rassegnazione.
 – E pensare che siamo soltanto al primo giorno!-


Angolo Autrice:

Eccomi qui di nuovo!
Gli esami sono finiti, per il momento, e fino a settembre non se ne parla più, dunque ho deciso di deliziarvi (sempre sperando che sia così) con questo nuovo capitoletto, giusto per cominciare ad addentrarci un pò di più nella storia.
Presto faranno la loro comparsa anche altri personaggi, ma per chi mi segue sa come sono fatta, e sa anche che mi piacciono le narrazioni lente e dettagliate, senza tirar via nulla, perciò non spazientitevi se a far compagnia alle cinque ragazze non ci saranno subito altri ;)
Finalmente siamo giunti a destinazione: il luogo paradisiaco che rappresenterà la casa delle cinque sembra davvero il posto ideale per staccare la spina dalle preoccupazioni della città, chissà se le nostre amiche riusciranno davvero a rilassarsi come si deve...
Già mi odiate, lo so.
Ma la mia volontà è ferrea, e non lascerò trapelare nulla.
Spero che questo capitolo non vi abbia delusi, altrimenti siam messi davvero male! :S
Dato che a breve partirò per le mie meritate vacanze, non mi farò viva per un pò, e, un oò perchè mi sento in colpa a non essermi fatta sentire per così tanto tempo, un pò perchè sono appena tornata e già sparisco di nuovo, un pò perchè straordinariamente il capitolo era già pronto, ho voluto aggiornare.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e i lettori silenziosi, con la speranza che continui a piacervi anche in futuro.
Ora vi lascio, augurando a tutti voi delle buone vacanze.
Un bacio e a presto

_BlueLady_

  
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