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Autore: Manlio    31/07/2013    0 recensioni
La storia di un adolescente, che ha pensieri da adolescente e fa cose da adolescente... forse...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2:Lo Squalo
 
 
Uscito dal cancello, si mise nuovamente le cuffie e partì per il ritorno a casa. Ascoltando la musica ogni cosa acquistava il suo sapore, il suo valore; ogni metro che percorreva, ogni tale che attraeva il suo sguardo, ogni albero danzante col vento, ogni curva che svoltava come un surfista su un'onda, ogni ombra che delimitava l'inizio della luce, ogni pozzanghera che specchiava il cielo. Ogni nota ed ogni parola di quella sinfonia alterava la sua percezione del mondo, come un droga, una droga senza effetti collaterali.
Esattamente tredici minuti dopo, entrò in casa, salutò la madre, unica sua convivente, si precipitò al solito computer e controllò le solite novità, che non furono novità. Accese la GiocaStazione3 e partì con i soliti giochi dove si ammazza, si ammazza e ancora si ammazza.
-Amore, hai fame?- Domandò la madre.
-Dipende da cosa si mangia.- Rispose Dante.
-Ti faccio la carbonara?-Propose la genitrice.
-Va bene!- Accettò la proposta il fanciullo. Per lui era la madre migliore che si potesse avere e inventare.
Il resto della giornata fu monotona e insignificante, indifferentemente dalle altre. Tutta la giornata a dedicarsi all'ozio e al relax. Senza  nessun tipo di svolta o cambiamento.
Trascorsero i giorni fino a venerdì in questa maniera, con qualche invisibile cambiamento. Alle sedici la madre sarebbe andata a scuola per l’incontro fra genitori e insegnanti, alle 18 in punto, presumibilmente, Dante avrebbe dovuto pagare Caronte per percorrere Acheronte e salutare con la manina Lucifero, sollevato... E' più terrificante la madre...
Era sdraiato sul divano quando sentì il rumore dell'ascensore, un'occhiata al cellulare: 17:49. Si alzò e cominciò a correre fino ad arrivare alla sua stanza, si sedette sulla scrivania, prese il primo libro e quaderno vicino a lui e finse di studiare. Il rumore della chiave entrare nella serratura della porta gli fece lo stesso effetto di un serpente che striscia viscido e sudicio sulla schiena... I passi pian piano risuonavano sempre più rumorosi sul pavimento del corridoio... Dante come ultima spiaggia chiese una mano all'Eterno, col segno della croce... La porta si aprì...
"Ecco a te l'obolo! Adesso corri caro Caronty!".
Inutile stare a trascrivere la conversazione, le urla, le minacce, i sensi di colpa, la rabbia. Alla fin fine doveva solo recuperare Matematica, Ragioneria e Tecnica. Ce l'avrebbe fatta... Credo...
Ventiquattro ore dopo bronci e parole ghiacciate tra madre e figlio, ecco Dante chiederle:
-Dov'è il gillet nero?-
-Nell'armadio.-
-Non c'è, secondo me se l'è fregato Jacopo!-(Jacopo è il fratello.)
-No, era lì... Lo so!-
-Lo cerchi tu, per favore?-
-Aaaaaaa! Rompibbbballeee!-
Dante la seguì fino all'armadio della cameretta, e, come per magia, ecco il gillet. Lui lo prese subito e se lo provò, voleva apparire al meglio quella sera, sarebbe andato allo Squalo, la discoteca più frequentata dai giovani di Lamarsa, e quella sera ci sarebbe stata anche lei: Lara.
Mentre si specchiava, il cellulare incominciò a suonare "Orchestra"...
-"Pronto?". Rispose Dante.
-"Dà, sono Ulisse, sto passando per prendere i soldi, ok?".
-"Ok ok, ti aspetto".
Ulisse è un amico d'infanzia di Dante, hanno trascorso insieme le elementari, le medie e il primo anno di superiori, poi si fece bocciare. Hanno sempre avuto un ottimo rapporto. Dopo si persero di vista a causa del cambiamento di scuola e delle diverse compagnie di amici, adesso stavano riagganciando i rapporti perché giocano entrambi nella stessa squadra di calcio, lui portiere e Dante attaccante, fanno il tragitto insieme con il motore di Ulisse e in questo frangente si raccontano, confidano, scherzano e parlano di ciò che accade nelle loro vite. Prima di una serata in discoteca Ulisse e i suoi amici vanno a comprare le cose da bere (allo Squalo costano troppo), e Dante si unisce a loro.
Dante, dopo aver consumato il credito del cellulare organizzandosi con gli amici per chi avrebbe dovuto fare il viaggio d'andata e chi di ritorno, iniziò a farsi la doccia, prese le casse, le collegò all'mp3 e iniziò ad ascoltare la musica sotto la cascata di purificante acqua calda, pensando a come avrebbe dovuto comportarsi con Lara, col volto posto in alto e gli occhi chiusi. Se baciarla, di cosa parlarle, se ignorarla, se ballarci, tante idee abbandonate. Si convinse di andare incontro al caso, al destino, senza cercare di programmare nulla.
Il rumore del citofono indicava che era arrivato suo zio, e mentre la madre di Dante si prestava a rispondere, lui aveva il tempo di spruzzarsi addosso qualche altra essenza di "uomo" e controllarsi i capelli allo specchio. Poi un bacio alla mamma, controllatina alle tasche, e via. Ad aspettarlo dentro la macchina c'erano:  Cocò, il basso tuttofare senza femmine del gruppo; Vinny, cugino di Dante; e Charles, l'americano. Trascorsero il tempo del tragitto parlando dei giochi online, di ragazze "mature" fisicamente e facendo, come sempre, qualche battutina su Cocò, scarsamente loquace e coraggioso, ma con grande cuore. Arrivati di fronte allo Squalo, si separarono, Dante andò verso il supermercato vicino, punto di raduno dove bere, e i ragazzi entrarono in Discoteca. Lì davanti lo aspettava Ulisse, frenetico e impaziente di entrare e, perciò, di bere il prima possibile.
- Dai veloce!- richiamò Ulisse.
-Arrivo, arrivo!-
Si precipitarono verso la parte destra del supermercato dove incontrarono gli altri, erano circa dieci, dopo un saluto fraterno con i "compagni di bicchiere" diedero l'attenti al proprio fegato...
-"1!2!3!" contarono in coro, e tutti deglutirono il proprio miscuglio di redbull e vodka con un lungo sorso. Quattro identiche sequenze dopo, si ritrovarono tutti a ridere senza un preciso motivo e ad abbracciarsi a vicenda, pronti per dare il via alla festa!
Si incamminarono euforici verso l'entrata. Lo Squalo era composto da due sale, una sopra e una sotto, dove si sarebbe svolta la festa; prima dell'entrata c'era una grande fontana rotonda dove ci si poteva sedere; in entrambe le estremità della costruzione c'era un scala in marmo che portava al piano superiore; tutto intorno c'era un grande giardino.
Quindici minuti di coda dopo, entrarono tutti insieme.
La sala era piena, ma di una persona poteva importare a Dante un quel momento.
-Finalmente sei entrato!- era Cocò, lo prese sotto fianco, a causa della sua statura, ed entrarono in pista saltellando e urlando. L'alcool faceva sempre più effetto, sentiva le note avvolgergli il corpo, le note che man mano iniziavano a controllarlo come fosse una marionetta. Iniziava ad intravedere tutti i suoi amici, compagni, conoscenti e nemici, ma di lei nemmeno l'ombra.
-Andiamo in cerca di femmine!- lo invitò Ulisse.
-Non posso, sto aspettando una persona.- Gli ricordò Dante.
Ulisse gli fece cenno di capire e partì in cerca di donzelle in pericolo.
Qualcuno gli prese la mano, si voltò e vide il viso più bello del mondo. Occhi castani, luminosi; capelli ricci e neri come la pece; labbra dolci e sottili. Gli stava sorridendo, quegli occhi sapevano di infinito.
-Finalmente sei arrivata!- era la prima cosa che gli veniva in mente. Era ancora scosso e vibrante, nonostante l'alcool.
-Abbiamo... impiegato un po’ troppo per trovare le cose giuste da mettere... e per il trucco.- disse lei con molta timidezza.
-Saresti stata bene anche in pigiama! Sei bellissima!- i complimenti gli scivolavano dalla bocca.
-...Grazie.. A-a-anche tu...- disse lei mentre abbassava lo sguardo mentre sorrideva per la vergogna.
-Su... balliamo.-
Lei fece cenno che aderiva e incominciarono imbarazzati a muoversi come scheletri danzanti, abbracciati...
Mentre ballavano molti amici di Dante passavano da lì e gli davano una pacca sulla spalla, sapevano tutti quanta bellezza c'era in Lara, e quanto Dante tenesse a lei...
La serata accelerò il passo, si sa, quando ci si diverte... Era ormai tardi e Lara chiese a Dante di uscire un attimo per prendere una boccata d'aria e soprattutto perché doveva dirgli qualcosa, lui afferrò dolcemente la mano di lei e zigzagando tra la folla riuscirono ad uscire. Salite le scale per il piano superiore si sedettero sulla panchina, nessuno dei due riusciva a dir nulla.
-Quindi? Che devi dirmi?- Incominciò Dante dopo un paio di minuti di silenzio. Troppo ansioso, con il sorriso stampato in viso.
Lei si limitò a guardarlo, sorridere e abbassare lo sguardo, ripetutamente, mentre si intrecciava le dita nervosamente.
-T-tu... Mi p-piaci...- Confessò Lara.
Lui senza riuscire a trattenere il proprio istinto e l'emozione che lo pervadeva, le spostò i capelli dietro l'orecchio, le accarezzò la guancia e finalmente... la baciò!
Era bello per lui, sentire il suo sapore, si creò come una barriera invisibile intorno a loro, non sentiva più musica, gente che litigava, che vomitava, gridava dalla gioia o piangeva; solo loro due, un'unione di emozioni, carne e ossa... Di sogni... Il baciò durò diversi secondi, ma a rompere la barriera, come tutto, arrivò il tempo, era l'ora d'andare e ad avvisarla era arrivata Gilda. Lara guardò Dante dispiaciuta, gli diede un ultimo, intenso bacio e gli fece segno che si sarebbero sentiti tramite messaggi, Gilda lo guardò e gli fece un occhiolino e un sorrisetto.
Dante rimase un altro paio di minuti li su, incredulo di ciò che era appena accaduto, di ciò che era diventato il passato, il presente e ciò che sarebbe divenuto il futuro. Decise che tutta quell'emozione che gli ribolliva dentro poteva farla esplodere in quei trenta minuti finali di delirio. Scese, entrò e raggiunse i suoi amici, tutto di corsa. Prese sotto spalla Ulisse e Cocò e iniziò a ballare come non aveva mai fatto, con un sorriso che da tempo non lo accompagnava.
Il ritorno in macchina l'aveva trascorso senza dire una parola, a guardare le stelle e pensare e sognare e affermare quanto fosse spettacolare la vita... Poi, una volta a casa, si cambiò, si sdraiò, e poggiata la testa sul soffice cuscino, salutò il mondo reale e si rintanò nel mondo dei sogni, non che al momento... fosse più fantastico della realtà...
  
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