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Autore: Whity    31/07/2013    0 recensioni
[Daddies!Klaine]
Una raccolta di momenti più o meno lieti della famiglia Anderson-Hummel, non necessariamente in ordine cronologico. Di quando - insomma - figli, scuola e piccoli problemi di cuore entrano a far parte del quotidiano.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando aveva chiesto  a Kurt di sposarlo per la prima volta, si aspettava il no del fidanzato ferito, la ripicca infantile e forse un po’ stupida di chi ti vuole dimostrare che ha sofferto quanto e più di te.
E invece…
- Blaine, è troppo presto. Voglio davvero sposarti, ma prima dobbiamo tornare decentemente assieme, trovare un paravento che impedisca a Santana di entrarci in camera, fare l’amore sul tetto di casa nostra solo per guardare le stelle mentre riprendiamo fiato… -.
Lo aveva baciato. Lì, davanti a tutti. Davanti ad un Mr Schue fresco di nozze ed una Tina vagamente contrariata.
Lo aveva baciato perché lo amava lo amava lo amava.
Così tanto che a volte credeva che non fosse possibile amare così.
Lo aveva baciato perché con le parole spesse volte faceva più danno che profitto.
- Certo! Non sei sufficientemente intenso! L’hai puntato il dito!? – avrebbe detto Cooper.
Dopo la vittoria delle New Directions erano andati ad un bar karaoke per festeggiare, e lì era successo. Aveva preso la mano di Kurt tra le sue e gli aveva chiesto di cantare con lui.
- Cosa? Di nuovo “I just can’t get enough”? -.
Avevano finito per cantare P!nk.
Come da copione.
We’re not broken just bent
And we can learn to love again…
Era andata esattamente così. Avevano continuato a frequentarsi a spizzichi e bocconi, facendo la spola tra New York e Westerville e godendosi i pochi momenti insieme come se fossero doni estremamente preziosi. Lo erano, in effetti.
Il giorno del diploma di Blaine, Kurt si era presentato con un mazzo di rose identico a quello che gli aveva regalato il moro quella sera a New York e, mentre glielo aveva porto, gli aveva sfiorato una guancia dicendogli:
- Perché voglio veramente riniziare, e perché quella sera siamo stati così stupidi da non ascoltarci. Ti prometto che non accadrà mai più -.
Poi Blaine si era trasferito a New York, aveva iniziato a frequentare la NYADA e tra alti e bassi erano arrivati di nuovo a quel punto. Ad una scatola di velluto, una proposta, una promessa.
Si erano sposati in spiaggia, un vero e proprio colpo di testa che Burt aveva definito degno della sua Elisabeth.
Subito dopo la cerimonia erano partiti per un breve viaggio in Europa, prima di tornare più innamorati di prima e con la voglia di allargare la famiglia.
A distanza di cinque anni, mentre guardava il piccolo Ethan sgambettare lungo la navata portando gli anelli con cui lui e Kurt si sarebbero nuovamente dichiarati amore eterno, Blaine si disse che ne era valsa la pena.
I litigi, i piatti rotti, le volte in cui avrebbero voluto andarsene eppure rimanevano assieme perché erano loro due, perché non si sarebbero spezzati facilmente, perché non si sarebbero mai detti addio… tutto aveva un senso.
Fu il suo turno e come cinque anni prima non aveva preparato nemmeno una bozza, figurarsi un discorso.
- Ehm – iniziò, sbuffando al ghigno del marito – io non sono bravo a fare questo genere di discorsi. Tutte le volte mi dico che in fondo quello che conta è ciò che ci dimostriamo ogni giorno, un caffè a letto, un biscotto quando meno te lo aspetti, una sorpresa a lavoro, una cena a lume di candela, una giornata al parco con Ethan a rincorrere un pallone… è quando ripenso a tutte queste piccole cose che mi dico “Eccolo qui, cercavo uno così da una vita”. E non smetterò di dirtelo ancora per molti molti anni a venire -.
Inaspettatamente le note di Candles riempirono l’aria e mentre Ethan provava a canticchiare il motivetto che aveva imparato per i suoi papà, con tutti i limiti che un bambino di due anni può avere, Kurt non resistette all’impulso e baciò il marito. Senza nemmeno accertarsi che avesse finito di parlare.
- Ti amo – gli soffiò sulle labbra – e giusto perché siamo in vena di citazioni, te l’avevo detto che non ti avrei mai detto addio -.
Furono interrotti da un paio di manine paffute che aveva afferrato la giacca chiara di Kurt.
- Daddy, daddy! Quando si mangia la torta? -.
Il biondo scoppiò a ridere, lo prese in braccio e si riavvicinò al marito.
- And we have learnt to love again – gli soffiò sulle labbra.
 
 
Si dice che nella vita non sia mai troppo tardi per imparare. Vedendo due uomini che si erano inseguiti, presi, lasciati e riconquistati questa parabola sarebbe risultata chiara anche ad un cieco. Si può sempre imparare: da noi stessi, dagli altri, da errori e vittorie. Ciò che conta è non smettere mai di farlo.
   
 
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