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Autore: OrenjiAka    01/08/2013    4 recensioni
La Londra del diciottesimo secolo è divisa in due parti: la piccola e protetta fazione dei ricchi e la marea irrimediabilmente grande dei poveri, criminali, ladri, assassini.
Zoro è uno spadaccino. Da quando è arrivato in Inghilterra, però, per avere i soldi appena sufficienti a mangiare deve lavorare o rubare. E nemmeno il suo impiego nel Galop riuscirà a proteggerlo dall'onda impetuosa della criminalità londinese.
Qualcosa nel dietro le quinte scuote le acque, e da lì che questa storia comincia.
Dalle prime righe: [Tre sono i punti fondamentali per iniziare questa storia.
Punto primo: i discorsi, se riguardano la politica, sono sempre troppo lunghi.
Come quello che l’uomo in frak dall’aspetto fantomatico stava leggendo, eppure tutta quella folla era rimasta ad ascoltarlo per una buona mezz’ora.
Ci si stupiva sempre di come le persone fossero attratte dalle esecuzioni pubbliche.]
Genere: Avventura, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Eichiiro Oda; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.



Capitolo 3, Inaspettato


“Brook è un ottimo scassinatore”, dicevano.
Fosse stato vero, lo scheletro non avrebbe dovuto risvegliare Zoro quando la porta della gioielleria fu aperta, nè si sarebbe preoccupato per la complessa serratura del caveau.
«Questa è diversa da quella di prima, ci vorrà più di tempo», Brook passò una sacca vuota al ragazzo. «Inizia a prendere le cose qui intorno».
L’altro annuì e si diede da fare. Riempì il sacco di anelli, collane, bracciali... tutto ciò che poteva essere d’oro. Tra le cose preziose e brillanti spiccò nella sua semplicità un coltellino, dal manico laccato di rosso e dalla lama graffiata. Se lo rigirò tra le mani: non era di buona qualità. Che ci faceva lì?
«Yohohoho! Signorina, potrei vedere le sue mutandine?».
Zoro si voltò. La porta era aperta, la lampada del caveau accesa, Brook era stato messo K.O. e una figura faceva capolino dalla porta. «Chi si rivede!».
Quale divinità tanto crudele aveva infastidito col suo ateismo per aver di nuovo incontrato quella ladra dai capelli rossi?
«Ah, quel coltellino è mio. Me lo ridai?».
Zoro grugnì e lanciò l’oggetto verso la ragazza: «Che ci fai qui?».
Nami sistemò il sacco sulle spalle: «Un po’ di sana vendetta. Questo posto appartiene a un tizio che oggi mi ha fatto tanto, tanto arrabbiare. Invece tu che ci fai qui?».
«Fatti miei. Vedi di non crearmi problemi!».
«Io? Anche tu crei qualche problema, sai?».
«A dire il vero, signorina, qui stiamo creando tutti qualche problema», Brook fece notare, ancora per terra.
Nami sbruffò e caricò due sacchi stracolmi sulle spalle: «Io ho svaligiato il caveau, voi il resto. Ora che siamo tutti contenti me ne vado via».
«Col cavolo!», Zoro tirò fuori la sua spada. «Tutti sanno che nel caveau c’è più roba, così non siamo pari!».
Brook si alzò: «Zoro-san, forse potremmo chiudere un occhio per questa volta...».
«Hai idea di quanto oro voglia Shiryu per quel genere di cose?». “Hai idea di cosa mi farà passare Usop per colpa sua?”, questo non lo disse.
«Dite quello che vi pare, io me ne vado!», lei tornò sui suoi passi.
L’idea primordiale di Zoro era di affettarla. Un rumore da dietro il muro del caveau sorprese tutti. Era sempre più forte. La trivella penetrò la parete e la fece crollare. La nuvola di polvere svanì. Lunghi capelli bianchi e una cicatrice sulle labbra caratterizzavano il primo volto che videro. «Clienti? La gioielleria è ancora aperta?».
«No. Questi sono ratti di fogna, ladruncoli», un altro ragazzo sollevò dagli occhi un paio di goggle. «Voglio dire, noi non siamo certo dei bravi ragazzi per eccellenza, ma perlomeno abbiamo il nostro lato affascinante... sbaglio, Killer?».
Un uomo dal volto coperto da un casco a strisce entrò: «Giustissimo».
Nami si voltò verso lo spadaccino: «Amici tuoi?».
Zoro sospirò: «È difficile farsi amico qualcuno come Eustass Kidd».
~~~

La porta si aprì.
Sanji si svegliò. Abbassò lo sguardo e vide l’unica persona che non avrebbe voluto incontrare: «Non credevo fossi in grado di rimetterti in piedi».
Robin gli sorrise e arrancò lungo il perimetro della stanza: «Non lo sono, infatti. Ma sto mille volte meglio di te».
Il biondo avrebbe riso di gusto, una fitta alla testa glielo impedì.
«Zef ti aveva proibito di andare a rubare», Robin si sedette su una sedia, le gambe le tremavano.
«Il vecchio è un idiota: rubano tutti, perché io no?».
«Perché ti fai catturare sempre, in un modo o nell’altro».
Questo era vero, o Zef non gli avrebbe messo Zoro alle costole.
«Perché sei uscito oggi?», lei tossì, si coprì la bocca con la mano cerea.
«Oh Robin, il tuo sesto senso è impeccabile», si voltò è incrociò il suo sguardo. «Non ce la facevo a vederti ridotta in quello stato. Volevo fare qualcosa».
~~~

Kidd si massaggiò il mento: «Quindi lei è arrivata per prima, e ha svuotato il caveau».
Nami annuì, tenendo d’occhio la pistola puntata su di lei da Wire.
«Poi è arrivato lui, e ha svaligiato tutto il resto».
Zoro rimase in silenzio, con Killer e il suo marchingegno pieno di lame alle spalle.
«Poi siamo arrivati noi, e non c’era più niente da prendere. Mi piacerebbe pensarla come una storiella divertente e andare tutti assieme a prenderci un boccale di birra, ma non voglio farlo».

Se quelli erano lì, era perché volevano svaligiare la gioielleria Diamond.
Loro tre erano il loro bastone tra le ruote.
E la fama di Kidd non era proprio quella del buon samaritano.

«Ti pareva!», Nami lasciò cadere a terra la refurtiva.
Zoro teneva ben stretta la sua. Killer lo puntò: «Prendi esempio dalla rossa e finiamola qui, ragazzo».
Resistette per qualche minuto. Il sacco scivolò sul pavimento.
Sul viso di Kidd comparve un ghigno: «Così si ragiona. Solo non capisco perché fra le cose che hai preso c’è uno scheletro», squadrò da capo a piedi Brook. «Che ci fa uno scheletro in una gioielleria, poi?».

Rimasero immobili senza fiatare.
Morale della favola?
Brook fu scambiato per uno scheletro da esposizione.


Nami cambiò argomento: «Questa non è nemmeno una gioielleria al cento percento, è anche il centro del mercato nero di Doflamingo».
Killer inarcò un sopracciglio: «Davvero?».
«Non lo sapevate?».
Het e Wire si guardarono a vicenda: «Ecco... no!».
«Non sapete nemmeno di esservi messi contro uno dei più pericolosi esseri di Londra?».
Kidd fissò la rossa: «Io ancora non ho capito che ci fa qui uno scheletro».
«Sai», lo spadaccino prese la parola. «Qualche medico strano... hai presente? Anche loro sono ricconi... con qualche vizio... magari Doflamingo ha un amico dottore... a cui piacciono questo genere di cose... ».
Il rosso fece una smorfia. Zoro faceva schifo a mentire, e non di certo perché era un uomo d’onore.
«Credo di conoscerlo. Il dottore, dico», Kidd annuì.
Nami sbarrò gli occhi: «Davvero?».
«Sì, ma preferirei non aver mai incontrato quel tizio in tutta la mia vita».
«Sono cose che capitano», lo consolò Brook.
«Già, nessuno è... comediavolohafattoloscheletroaparlare?», il rosso era a bocca aperta. Davanti a lui, uno scheletro appartenuto a qualche povero disgraziato di chissà quanto tempo prima gli aveva appena parlato. Consolandolo.
«Yohohoho! Mi sono fatto scoprire!».
Zoro e Nami s’infuriarono: «SEI UN IDIOTA!». Zoro lo colpì alla nuca.
«Scu-scusate», balbettò massaggiandosi il nuovo bernoccolo.
Killer diede una spinta al rosso. L'altro scosse la testa e tornò in sè.
Zoro sollevò al volo Brook, afferrò per il braccio Nami e si scaraventò sulla strada.
Lo inseguirono con lame e pistole sguainate.

Gli spari rimbombarono nella mente dello spadaccino e ricordarono chi stava morendo dissanguato a casa.
In un vicolo c’era un edificio con la porta aperta, abbandonato. Zoro svoltò l’angolo e si chiuse dentro. Kidd e i suoi andarono dritto.
«Li abbiamo seminati, Zoro-san?», Brook scese dalle spalle del ragazzo.
«Sì... beh, no. Se siamo fortunati, ci metteranno un po’ a capire che qualcosa non va».
«E noi siamo fortunati?».
«Oggi non di sicuro. È già tanto che i loro spari siano andati a vuoto», si voltò. «Ma tu guarda, la rossa taglia la corda!».
Nami si fermò con una gamba già fuori dalla finestra: «Non vorrei disturbare quando torneranno qui e vi trasformeranno in Fish and Chips*».
«Aspetta solo che io li trasformi in sashimi», ironizzò Zoro.
Silenzio.
«Il sashimi è sushi».
Nessuno fiatò.
«È un piatto giapponese», continuò. «È pesce tagliato a fette sottilissime... ma che parlo a fare? Inglesi...».
«Zoro-san, ti ricordo che ci stiamo nascondendo da un gruppo d’inglesi malintenzionati, comandati da un inglese ancora più malintenzionato».
Nami rientrò: «Ma Eustass non è un nome greco?».
«Sì, ma in Inghilterra lo usano molto per un certo santo...».
Zoro grugnì: «Sicuri di voler parlare della nazionalità di Eustass? Avremmo altro da fare!».
~~~

Kidd non era uno col sangue freddo. Amava le stragi, le foibe, tutto il genere splatter. Non sopportava quelli che lo prendevano in giro. Lui però aveva un metodo infallibile: prendeva un respiro, contava fino a dieci, poi li massacrava tutti.
Aveva un piccolo problema: era fermo al punto due. Non ne era particolarmente felice.
Killer gli diede qualche pacca sulla spalla: «Sta calmo, Kidd!».
Già, sta calmo. O per due ragazzini -e uno scheletro, tutte le case di Londra sarebbero state bagnate di sangue.
«Non ci penso nemmeno!»
«Puoi».
Killer aveva l’effetto di una tisana rilassante con tanta, tanta camomilla. Trattandosi di Kidd, si poteva parlare di valeriana. Il rosso sembrò tranquillizzarsi.
Killer gli si avvicinò: «Ora ce ne andiamo tutti a letto e domani la caccia sarà aperta, va bene?».
«Sì, sì».
Un pianoforte si schiantò a un metro da loro.
«Eh?» Kidd alzò lo sguardo.
«Oh, ma che peccato. Ho mancato il bersaglio!».
Digrignò i denti.
«E con “bersaglio” intendo proprio te, Eustass-ya».
«TRAFALGAR!».
~~~

Nami era venuta con loro. A Zoro la cosa non piaceva. Brook aveva insistito: non potevano lasciarla da sola con Kidd infuriato in giro. Bah, chi se ne fregava? Non avrebbe avuto problemi.
«Testa verde».
Come non detto.
«Puoi chiamarmi Zoro? Sai, è il mio nome», sentì la tempia pulsargli.
«Zoro, testa verde, rinoceronte africano... quel che è. Vuoi davvero entrare lì?».
I tre arrivarono all’ingresso di Impel Down.
«Tranquilla, Nami-san! Non è un posto così spaventoso, non ci arresteranno mica!», lo scheletro guardò Zoro. «Non veniamo per farci arrestare, non è vero?».
«Stiamo per fare qualcosa di illegale. Se ci scoprono, ci arrestano».
Sbarrò le orbite oculari vuote: «Ma sei impazzito? Che vi è saltato in testa, a te e a Zef? Non voglio rimetterci la pelle!».
Nami e Zoro lo zittirono: «Tu non hai pelle!».

 
~

Impel Down era la più grande prigione d’Inghilterra.
Evadere da lì era impossibile.
Le cauzioni erano salatissime.
Ed era per questo motivo che gli affari per Shiryu andavano alla grande.

Si accese un sigaro: «Bene, bene, bene. Che cosa abbiamo qui?». La sua voce era profonda e rauca.
Nami deglutì.

Come carceriere aveva il compito di sorvegliare i prigionieri.
Lui si lasciava andare e permetteva a molti visitatori di scambiare “quattro chiacchiere”.
Al giusto prezzo, ovviamente.

Zoro buttò la refurtiva sulla scrivania: «Sono tre sacchi d’oro».
Shiryu espirò una zaffata di fumo: «Sacchi? Non lo sai che l’oro si pesa?».
Brook fece un cenno con la testa: «Ci scusi se non l’abbiamo pesato, c’è stata una complicazione».
Il carceriere sollevò un sacco e ne tastò il peso: «Con chi volete parlare?».
Zoro rispose: «I fratelli Rufy e Ace».
Shiryu non indagò oltre: «Sono trenta minuti. Dopodiché non ci siamo mai incontrati».

Ace sollevò il cappello dagli occhi. Un gruppo di persone stava percorrendo il corridoio della prigione. Due gli erano familiari.
«Deve essere successo qualcosa di tremendo se avete deciso di buttare soldi su Shiryu».
Il carceriere lo fulminò con lo sguardo.
«Dai, non dicevo niente di male!», Ace sogghignò.
«Zoro! Brook!», Rufy sorrise alla terza presenza. «E tu chi sei? Una loro amica?»
Nami fece le spallucce: «Gli devo un favore o qualcosa del genere».
Shiryu guardò l’orologio: «I trenta minuti sono già iniziati».

Ace lo vide scomparire oltre la soglia: «Sanji?».
«Diciamo che potrebbe stare molto meglio», lo spadaccino sospirò. «Ha bisogno di sangue. Non ce la farà per molto se non lo aiutiamo».
Il sorriso di Rufy scomparve: «E cosa dobbiamo fare?».
«Ecco, l’idea era di Zef. Si trattava di chiedervi... », Zoro sentì le occhiate gelate di Ace addosso.
Brook si chinò verso il più piccolo: «L’uomo dei miracoli può fare un miracolo per il nostro Sanji».
Una risata sarcastica partì dalle labbra del fratello maggiore: «Sapete di star perdendo tempo, vero?».
«Ace-sama, sappiamo che non riesce tutte le volte, ma almeno fare un tentativo!» esclamò lo scheletro.
«Sai in che guai finiamo se ve ne andate saltellando allegramente tra le braccia di Ivankov e lo viene a sapere lui?».
In quella prigione un nome di troppo sarebbe stato pericoloso.
Rufy tirò la maglia del fratello maggiore: «Se Sanji non ce la facesse per colpa nostra?».
Tasto dolente. Ace strofinò il bordo del cappello, sospirò: «Dove volete che vada un travestito di notte a Londra?».
«Al Red Windmill?».
Tutti si voltarono verso Nami. «Non guardatemi male! Non ci vuole molta immaginazione!».
Ace fece un cenno a Zoro: «Fatti guidare da lei, magari non ti perdi».
 
 
 

*Il Fish and Chips è un alimento tipico inglese, uno Street Food. Si tratta di, come dice il nome, presce fritto in pastella e patatine.






 
 
 
N.d.A.
Ciao! :D
Mi fa piacere che voi lettori siate arrivati fino a questo rigo, non saprò mai dirvi grazie abbastanza!
Dicevo che avrei pubblicato prima, e invece...
Maledette revisioni!
Almeno in questo capitolo c’è la possibilità di farsi qualche risata in più.
No?
Beh, ci ho provato.


Nota: Red Windmill è la traduzione inglese di Moulin Rouge (ovvero “Mulino Rosso”).
Il Moulin Rouge era un locale a luci rosse parigino molto famoso. Ho pensato di crearne una versione inglese -con i travestiti, eheheh!


Piccola nota: la prima frase detta da Eustass (Cit. Voglio dire, noi non siamo certo dei bravi ragazzi per eccellenza, ma perlomeno abbiamo il nostro lato affascinante... sbaglio, Killer?) è la stessa che dice nel manga. Se non è IC questo...

Un grazie grande a :   Celiane, EmmaStarr, isabelle10, Kaizokuo_ Rogermichiru93SaraPallina_amortentia  per aver messo la storia tra le seguite.
E a dany_smile,EmmaStarrHarley Dell Clarencenemesis_inframe92 che l’hanno messa tra le preferite.
E per aver recensito lo scorso capitolo michiru93,dany_smile, ed EmmaStarr.
Grazie mille!
  
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