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Autore: Giuls_x    02/08/2013    0 recensioni
Spoiler 3x12 in poi.
Questa era una one-shot, che ho deciso di cambiare in fanfiction. Spencer va a trovare Toby in prigione, arrestato con l'accusa di stalking. Anche dopo questo fulmine a ciel sereno che avrebbe dovuto portare un po' di chiarezza, la situazione è ancora molto misteriosa. Mona, Toby... C'è ancora qualcuno ? Se si, chi è quel qualcuno ? Cos'ha spinto Toby a fare ciò che ha fatto ? Cosa ne sarà di Spencer ?
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Spencer Hastings, Toby Cavanaugh, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Caleb si trovava lì per caso. “Stasera potresti passare dalla chiesa ? Ho lasciato lì il mio martello… E i sigari.” E lui cosa aveva fatto ? Non avendo di meglio da fare c’era andato, e perfino fischiettando. Si, fischiettando, con le cuffiette nelle orecchie. Aveva aperto con le chiavi dategli da suo padre, era entrato badando a non fare troppo chiasso ma lasciando, ahimè, la porta socchiusa. Non aveva sentito entrare nessuno, ma dei passi al piano superiore l’avevano insospettito. Aveva deciso di salire a dare un’occhiata, tutto qui. Non sospettava di certo di trovare una delle sue più care amiche in bilico sulla ringhiera del soppalco. Che si sarebbe buttata, forse, se l’era immaginato. Aveva fatto appena in tempo a fare uno scatto, dalla fine delle scale alla posizione di Spencer, e l’aveva afferrata per un pelo per il bacino, il tutto in un millesimo di secondo.  La strinse forte e si gettò violentemente all’indietro, per non cadere anche lui. La ragazza non mostrava la minima resistenza. Anzi, pareva sorridesse compiaciuta. Il suo respiro era addirittura regolare. –Spencer, ma che diavolo…- Non riuscì a completare la frase che la ragazza si voltò di scatto dapprima sorpresa, poi incominciò ad urlare:
-No, questo è sbagliato… Tu non sei Toby. Dov’è Toby ?-
Sfiorava il viso del ragazzo come per convincersi di ciò che diceva.
-DOV’E’ TOBY ?!-
-Spencer, calmati, non sono Toby, sono Caleb ! Caleb ! Diamine non mi riconosci ?-
La ragazza cadde in una specie di trance e si accasciò tra le braccia di Caleb. Lui la strinse a sé, temporaneamente pietrificato, con lo sguardo perso nel vuoto. Gli ci volle qualche istante per ricollegare il tutto ed ipotizzare che forse le ragazze stessero cercando la loro amica. Tirò fuori il cellulare e telefonò ad Hanna. Lui non si sarebbe mosso, né tantomeno avrebbe smesso di stringere la ragazza, per paura che questa avrebbe raggiunto di nuovo la ringhiera. Restarono lì per diversi minuti, forse quindici o poco più, tra le frasi sconnesse e sussurrate di lei e i tentativi di capirle di lui. Ogni tanto la cullava e le sussurrava qualche parola per rassicurarla. Smise di sussurrare quando cominciò a capire che la maggior parte delle frasi di Spencer erano rivolte a Toby. Caleb sospirò e la guardò negli occhi per la prima volta quella sera: -Non hai mai smesso di amarlo, vero ?- Non servì una risposta.
 
-Cavanaugh Toby !
Da una delle ultime file, il ragazzo si alzò in piedi. Le sue braccia erano tenute dietro la schiena da due agenti robusti, ma lui non dava il minimo cenno di volersi ribellare. Aveva studiato tutto nei minimi dettagli per mesi, ora doveva solo pazientare. Con il membro più imponente e forzuto dell’A-team così lontano da Rosewood, chi avrebbe svolto tutto il lavoro sporco ? Si era fatto scoprire, si era lasciato arrestare e, molto abilmente, aveva fatto in modo che i test psichiatrici avessero come risultante il disturbo antisociale della personalità. In questo modo sarebbe stato rinchiuso in un centro specializzato molto lontano dalla sua infernale cittadina e avrebbe avuto anche una specie di… Scusante ? Si, scusante, con Spencer. Ah, Spencer, il centro dei suoi pensieri. Era come se il ragazzo si trovasse in un vortice infernale, dove ogni cosa gli rammentava la sua voce, i suoi capelli, i suoi occhi. L’unica cosa che lo faceva andare avanti era il pensiero che tutto ciò che stava facendo era per la ragazza. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Pensava di essersi meritato una punizione del genere, dopo tutto il dolore causato alle persone che amava. Nel giro di qualche anno, avrebbe migliorato gradualmente la sua condotta, e sarebbe stato uno dei rari sociopatici che rispondono bene alla terapia. Doveva solo fare il cattivo ragazzo per ancora qualche mese, ma quella parte gli riusciva piuttosto bene.
  
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