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Autore: sophie_85    11/02/2008    27 recensioni
---Epilogo postato--- A dispetto del titolo è una Draco/Hermione... la mia prima Draco/Hermione! Fatemi sapere che ne pensate ;) Sophie.
[...]“Devi farlo ingelosire, mia cara.” Hermione sbuffò cercando di replicare, ma Ginny continuò prima che potesse farlo. “Non ci provare, non l’hai già fatto! Con quel viscido di McLaggen come speravi di riuscirci?! Devi puntare più in alto… molto più in alto… magari qualcuno che gli stia proprio, ma proprio antipatico… magari qualcuno che sia capace di umiliarlo e metterlo in imbarazzo come pochi… magari biondo…”[...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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“Mi riguarda eccome! Tu non fai altro che prenderla in giro!” Draco sembrava fuori di sé.

“No, non ti riguarda. Niente che riguardi Hermione ti riguarda in alcun modo! Non riuscirai ad usarla per i tuoi sporchi scopi, qualunque essi siano, non ci provare neanche. Le devi stare lontano, lei non sarà mai tua, perché tu sei uno schifoso figlio di Mangiamorte e non ti meriti altro che finire ad Azkaban.”

Dei gridolini da parte delle ragazze precedettero un silenzio assoluto: Draco aveva tirato un pungo a Ron, prendendolo sotto l’occhio sinistro e facendolo cadere a terra.

“Forse lei non sarà mai mia, ma se ti azzardi a illuderla o farle ancora del male giuro che ti ammazzo.” Senza aggiungere altro raggiunse la porta sbattendosela alle spalle.   

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

 

Draco stava percorrendo a passi nervosi il corridoio per raggiungere il suo dormitorio, mentre si massaggiava il dorso della mano con il quale aveva appena colpito Ronald Weasley, dorso peraltro già provato dal pugno tirato contro il tronco dell’albero tempo prima. Non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto, e non riusciva a dominare tutta la rabbia che gli era montata dentro.

Improvvisamente sentì una voce femminile ansante.

“Draco, ti prego, fermati!”

Il ragazzo la ignorò finché lei non lo raggiunse prendendolo per la manica e costringendolo a fermarsi. Il Serpeverde si voltò a guardare Pansy, che sembrava piuttosto turbata.

“Cosa vuoi?”

Lo sguardo era talmente rabbioso che per un attimo la ragazza si pentì di averlo seguito, ma poi si fece coraggio e l’affrontò:

“Draco, ma che ti è preso? Mi stai facendo paura.”

“Cosa vuoi?” ripeté lui, ora con tono più calmo, sempre fissandola.

“Non ti rendi conto di cosa hai fatto? Non ti ho mai visto perdere così il controllo… non ti ho mai visto prendere a pugni nessuno! Ti sei sempre servito della bacchetta per queste cose, hai sempre detto che le dispute babbane erano selvagge e… e poi… le parole che hai pronunciato…”

Il cervello di Draco iniziò a lavorare febbrilmente. Aveva fatto un errore, un grosso errore a comportarsi così davanti a Pansy, ma in quel momento non stava davvero ragionando. In quell’istante le uniche cose di cui era cosciente erano Ronald Weasley e la voglia irrefrenabile di farlo a pezzi. Doveva trovare una scusa adeguata al suo comportamento, e subito.

Pansy, vedendo che Draco non dava cenno di risposta, continuò “Non ti ho mai visto comportarti così. Sembra quasi che tu ti sia innamorato di lei.” 

Draco le diede le spalle, mentre un silenzio pesante cadeva su di loro. Improvvisamente però fu rotto dalla risata sommessa del ragazzo, che piano piano crebbe fino a rimbombare contro i muri.

“Davvero? Sembrava davvero che fossi in qualche modo affezionato a quella Mezzosangue?” pronunciò le parole con un sorriso cinico, poi continuò sottovoce, quasi come se stesse parlando a sé stesso. “Allora ci sono riuscito…”

Quando si girò nuovamente verso di lei notò che Pansy tuttavia lo guardava ancora con sospetto. Infatti la ragazza disse “Sì, ma era più che una semplice sensazione, Draco. Non sono così stupida come sembro. Non me la darai a bere.”

“Oh, lo so, lo so… E’ inutile raccontarti ancora bugie, ed è per questo che ho deciso di metterti a parte dei miei piani.” L’espressione della ragazza non era mutata di molto, ma si vedeva che un pizzico di curiosità l’aveva pervasa.

“Piani?”

“Sì, Pansy. Piani. Ma questo corridoi non mi sembra abbastanza sicuro. Dovremmo trovare un momento più opportuno. Ho avuto la netta impressione che ci fosse un’ombra dietro quell’angolo.”

“Ne sei sicuro? Io non ho notato nulla. Aspetta, vado a controllare.”

Appena la ragazza le diede le spalle, Draco fu rapido a puntarle contro la bacchetta.

“Confundus.” 

Lei si immobilizzò immediatamente, assumendo un’espressione un po’ persa.

“Prima o poi la tua curiosità ti ucciderà. Scusami, Pansy. So perfettamente che non sei stupida ed è proprio per questo che ho dovuto farlo. Non ce l’hai con me, vero?”

Pansy scosse la testa, mansueta.

“Brava ragazza. Comunque tutta quella scena di prima, il pugno e tutto il resto, era per impressionare la Mezzosangue e convincerla a tornare con me. Sono stato convincente, vero?”

Fece di sì con la testa.

“Purtroppo non credo funzionerà, per colpa di Weasley, è chiaro. Ma ne troverò un’altra per le ripetizioni, l’importante è che tu sappia che non facevo sul serio stasera. Lo sai quanto io odi i Mezzosangue, e quella in particolare. Non potrebbe mai e poi mai piacermi, giusto?”

La ragazza fece di nuovo un segno affermativo.

Draco la guardò un attimo pensieroso e poi aggiunse. “In ogni caso, sai che non potrebbe piacermi, visto che anche se non lo do a vedere, tu sai che in fondo sei l’unica ragazza con cui voglio stare, giusto?”

Pansy fece di nuovo di sì, ora con un vago sorriso.

 

Forse ho calcato un po’ la mano… pazienza, l’importante è che non parli.

 

Le lanciò un ultimo sguardo prima di dirigersi di nuovo verso i dormitori, lasciandola lì, impalata e felice a sorridere al muro come un’ebete.

 

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

 

Hermione si girò per l'ennesima volta nel suo letto. Ogni volta che provava a chiudere occhio voci, ricordi e immagini le riempivano la testa impedendole di dormire. Ormai erano passati un paio di giorni da quando c'era stata la prima esercitazione, ma gli avvenimenti accaduti in quel frangente non le davano pace. Per l'ennesima volta quella sera si trovò a fissare il soffitto del suo letto a baldacchino.

 

Chissà che ore sono... è inutile rimanere qui, tanto vale alzarsi

 

Hermione scostò piano le tende del suo letto e come si aspettava la stanza era ancora in penombra: non era ancora l'alba. Con l'aiuto della bacchetta raggiunse il suo baule, osservò per un attimo le sue compagne di stanza che dormivano e poi molto silenziosamente si vestì , raggiunse la porta e scese nella Sala Comune.

Naturalmente la stanza era vuota. Accese con un colpo di bacchetta il cammino, raggiunse la sua poltrona preferita sprofondandoci dentro e, lasciando vagare lo sguardo nel cielo che iniziava a striarsi di azzurro, si immerse nuovamente nei pensieri che quei giorni sembravano non volerle dare pace.

 

È inutile... non riesco a fare a meno di pensare a quelle immagini... perché Draco aveva tirato quel pugno contro l'albero quella volta? E chi era la ragazza con i capelli rossi? Sembrava soddisfatta di quello che era appena successo…

 

Iniziò a tormentarsi una ciocca di capelli, quella mattina più ricci che mai.

 

Magari… magari non voleva dirmi quelle cose… forse ha avuto qualche buona ragione, forse aveva paura che quella ragazza ci vedesse insieme e…

Ma cosa sto dicendo. I miei sentimenti per lui stanno di nuovo offuscando la mia capacità di giudizio. Quando mi ha detto quelle cose era convinto, mi ha guardata dritto negli occhi, senza fare una piega. Freddo come non lo era da tanto. Eppure…

 

Si rannicchiò meglio contro lo schienale, mentre il cielo si faceva sempre più chiaro. Per un attimo le tornò alla mente l’incantesimo che l’aveva bloccata durante l’esercitazione, le parole che le aveva sussurrato, il tono con cui le aveva pronunciate, e un brivido caldo improvvisamente la percorse.

 

Dio, quanto sono stupida! Come diavolo ho fatto ad innamorarmi di uno così!

 

Diede un pugno contro il cuscino, forse un po’ troppo energico per sistemarlo e basta.

 

E poi, chissà come gli è saltato in mente di prendere a pugni Ron. Io ero così debole che ho capito molto poco di quello che è successo intorno a me…

 

Continuando a fare congetture, piano piano, senza neanche accorgersi, prese finalmente sonno.

 

Dopo quelli che sembrarono cinque minuti, qualcuno la scosse delicatamente.

“Hermione, cosa fai qui? Se non scendi, non troverai niente per colazione.”

La ragazza aprì lentamente gli occhi, maledicendo mentalmente Lavanda per aver interrotto il suo tanto sospirato riposo. Poi, cercando di assumere un tono educato, disse “Magari avevo intenzione di farla più tardi, visto che stavo dormendo.”

Lavanda non sembrava scoraggiata dalla sua risposta un po’ acida, le fece un sorriso e le rispose “E’ quello che ho pensato quando sono scesa prima, e quando sono tornata dalla Sala Grande, ma visto che ormai sono le undici, pensavo che fosse il caso di dirti qualcosa.”

“Le undici?!” Effettivamente era un po’ tardi ormai per fare colazione, e l’ansia che quei giorni le attanagliava lo stomaco la fece desistere del tutto. “Non importa… mangerò qualcosa a pranzo. Comunque grazie, Lavanda.” Si rilassò di nuovo contro lo schienale imbottito.

“Figurati.” Era dal giorno dell’esercitazione che la ragazza non faceva altro che gironzolarle intorno, pronta a farle gentilezze, e ormai Hermione aveva maturato il sospetto che volesse chiederle qualcosa. Infatti, dopo un qualche secondo di titubanza, Lavanda si sedé sul bracciolo della poltrona e mormorò. “Hermione, potrei parlarti?”

Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo.

 

Era ora…

 

“Ma certo, Lavanda. Dimmi.”

“Io… io volevo chiederti scusa per tutto quello che è successo tra noi. Ron mi ha detto che sei stata tu a fargli notare come stavo male senza di lui. Anche se non ti interessava più, potevi tenertelo per te, invece dopo tutto quello che ti ho detto, l’hai avvicinato a me, grazie.”

Hermione, che non si aspettava affatto delle scuse, rispose un po’ imbarazzata. “Io ci tengo alla felicità di Ron, e sapevo che in fondo lui voleva stare con te, tutto qui. Non c’è bisogno di ringraziarmi.”

Si sorrisero per un attimo, poi Lavanda aggiunse “Volevo anche scusarmi per le cose orribili che ti ho detto in infermeria… anche perché, dopo quello che è successo l’altro giorno, come potrei dubitare che ci tiene davvero a te?”

Ora Hermione era confusa. “A cosa ti riferisci, scusami?”

Il sorriso di Lavanda si allargò, diventando più malizioso che mai. “Ma dai… non far finta di non capire! Mi riferisco a Malfoy, ovviamente!” Diventò improvvisamente seria e cercando di imitare la voce di Draco, disse “Se t’azzardi ancora a farle del male, giuro che ti ammazzo.” Riprese a ridacchiare, e tornando al suo tono di voce normale continuò “Oddio, io pagherei per avere un uomo che mi pronunci parole del genere… e dovevi vedere la faccia di Pansy quando l’ha sentito! E’ diventata verde dall’invidia!”

Il chiacchiericcio di Lavanda continuava imperterrito, ma Hermione ormai aveva smesso di ascoltare.

 

Se t’azzardi ancora a farle del male, giuro che ti ammazzo…

 

Senza poter far nulla per impedirlo, a sentire quelle parole, una flebile speranza le si accese nel profondo dell’anima.

“… che dici, Ginny me lo farà?”

Hermione, sbatté un attimo le ciglia per tornare in sé, cercando di prestare nuovamente attenzione a Lavanda. “Scusa, mi ero distratta, dicevi?”

“Dicevo se secondo te Ginny accettava di farmi un ritratto. Vorrei fare una sorpresa a Ron e nasconderglielo nel baule…”

Hermione rise. “E’ un’idea molto carina, Lavanda, ma non credo che Ginny sia la persona più adatta per farti un ritratto. E ‘ una frana in queste cose, ma puoi provare con Dean.”

Lavanda la guardò sorpresa. “Ma che dici… forse sei confusa, guarda che Ginny è bravissima!”

Hermione, che si ricordava perfettamente il disegnino che aveva fatto Ginny sul suo bigliettino di Natale, ora sembrava piuttosto spaesata. “Ma ne sei sicura?”

“Ma certo! Ho visto con i miei occhi il suo album da disegno… C’era un paesaggio meraviglioso, e poi aveva disegnato degl’occhi che sembravano veri!”

 

Un album da disegno?

 

“Guarda, se non mi credi, chiedilo direttamente a lei, sta scendendo adesso le scale del dormitorio. E ha anche il suo album con sé.”

Mentre Hermione voltava lo sguardo per vedere Ginny che si avvicinava verso di lei, un’altra immagine le si sovrappose, con gli stessi capelli e lo stesso modo di camminare: l’immagine della ragazza dei ricordi di Draco.

 

Ma allora era lei…

 

Senza neanche pensarci si alzò di scatto, si diresse a grandi passi verso Ginny, l’afferrò per un polso e la trascinò senza tanti complimenti fuori dalla Sala Comune.

“Ehi, Hermione, ma che ti è preso… guarda che mi stai facendo male…”

Ma Hermione non le rispose fino a quando non trovò un’aula vuota. Dopo esserci entrate, chiuse la porta e con lo sguardo ridotto a due fessure, si rivolse all’amica.

“Che cosa hai detto a Draco?”

Lì per lì la ragazza era talmente sorpresa che non trovò subito le parole per rispondere, così Hermione fu costretta a ripetere la domanda.

“Ginny, cosa hai detto a Draco, e perché hai il suo album?” aggiunse indicando il blocco che l’altra teneva fra le mani.

“Hermione, l’ho fatto solo perché ero preoccupata per te!”

“Non ci posso credere, allora eri davvero tu quella ragazza!” Ignorando il suo sguardo interrogativo, continuò “Voglio sapere cosa gli hai detto. Che hai fatto, gli hai rubato l’album per ricattarlo?”

Ginny si avvicinò di un passo. “ No, Hermione! Non l’ho rubato… l’ha trovato Lavanda per terra la mattina che ti è venuta a trovare in infermeria, così le ho detto che era mio per farmelo dare, per poi poterlo restituire a te, ma…”

“Ma?”

Proseguì con molta titubanza. “Ma poi… ti ho visto così coinvolta… troppo coinvolta. Avevo paura che Malfoy se ne accorgesse e si approfittasse di te, così ho pensato di tenere l’album per…” abbassò lo sguardo per la vergogna. “Sì, per ricattarlo.”

Hermione la guardò con occhi spalancati. Ginny proseguì con più animo. “Tu non capisci! E’ così palese che lui ti interessa che Malfoy non poteva non accorgersi della tua cotta. Ti avrebbe usata! Ti avrebbe fatto credere che ti ricambiava per riuscire ad ottenere la tua fiducia, e informazioni utili a Tu Sai Chi! Non potevo permettergli di arrivare a tanto, non potevo permetterti di  mettere in pericolo Harry!”

L’amica, che aveva preso a camminare furiosamente avanti e indietro per frenare la rabbia, improvvisamente si fermò di colpo. “Mettere in pericolo Harry? Allora è per questo che l’hai fatto, perché avevi paura che gli rivelassi informazioni preziose?” Si avvicinò anche lei, fissandola con incredulità. “Davvero mi credi tanto ingenua, Ginny? Tanto stupida? Sappi che mai e poi mai rivelerei alcunché che possa mettere in pericolo uno di voi, in special modo Harry. Non pensavo mi ritenessi così inaffidabile.”

Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime. “Lo so, Hermione. Davvero, credimi… è solo che ero preoccupata, sono preoccupata, preoccupata da morire. E quando ho avuto quest’album tra le mani ho perso la testa.” Continuò con un filo di voce, spezzata dal magone che aveva in gola. “E’ solo che sono così in ansia per lui… per Harry… ho paura. Ho paura che non avremo mai l’occasione per stare insieme…”

Ad Hermione si spezzò il cuore, non solo perché vedeva veramente di rado Ginny piangere, ma anche perché il tono di voce che aveva usato era davvero straziante. L’abbracciò con dolcezza, cercando di calmarla.

“Ti capisco, Ginny. Ma non devi avere così paura per lui. Ricordati che Harry è un osso duro e soprattutto, noi non gli permetteremo di morire tanto facilmente, giusto?”

Ginny rispose al sorriso incoraggiante dell’amica, asciugandosi le lacrime. “Giusto.” Poi tornando seria, aggiunse. “Senti, mi dispiace davvero per quello che è successo… non avevo alcun diritto di immischiarmi così nella tua vita privata, ma non ero preoccupata solo per quello  che avresti potuto rivelargli su Harry. Pensavo davvero che Malfoy avesse brutte intenzioni nei tuoi confronti, e vedendoti con lui, avevo paura che ci saresti rimasta male alla fine, come con mio fratello…”   

“Pensavi? Ora non lo pensi più?”

Ginny assunse un’aria pensierosa. “Ne ero davvero convinta. Quando l’ho minacciato con il blocco da disegno affinché ti lasciasse in pace mi aspettavo che mi ridesse in faccia, che si opponesse, o qualcosa del genere, e invece l’ha fatto senza protestare neanche un po’. Quando gli ho chiesto la motivazione, è stato evasivo… Mi ha detto chiaro e tondo che ti aveva allontanata per suo volere e non per una mia richiesta, ma anche se l’aveva fatto con decisione, aveva un’aria strana dopo, quasi… triste.” Hermione ripensò al pugno che Draco aveva tirato contro il tronco, dopo averle parlato, e il filo di speranza che le aveva acceso Lavanda poco prima, divenne sempre più forte suo malgrado. Intanto Ginny riprese il suo discorso. “Quando sono tornata su in camera, il suo comportamento mi ha spinta ad osservare meglio quei ritratti, e improvvisamente mi sono sembrati troppo intensi, i tratti erano tracciati con troppa cura per essere solo un trucco.”

“Scusami, ma quali ritratti?”  

“I tuoi… quelli che sono qui dentro.” Vedendo l’espressione incredula di Hermione, Ginny la guardò con tanto d’occhi. “Non li hai visti?! E io che pensavo che li avesse usati per lusingarti e convincerti della sua buona fede… ero proprio fuori strada…”

Hermione continuava a guardarla come se le avesse appena detto che Piton e la McGranitt si erano baciati, senza riuscire a proferire parola, così Ginny le sorrise dolcemente.

“Da tutto quello che è successo, e da quello che mi ha detto Lavanda su cosa ha detto l’altro giorno, penso di aver fatto un enorme errore di valutazione su Malfoy. Forse è davvero cambiato, forse ci tiene davvero a te. E visto quanto tu tieni a lui, dovresti proprio parlargli.”

Finalmente Hermione si scosse, e un lieve rossore le colorì le guance. “E chi ha detto che tengo a lui, scusa?” Ginny le lanciò un’occhiata eloquente che Hermione ignorò. “E poi è dall’esercitazione che non riesco neanche a incrociarlo per i corridoi, figurati se accetterebbe mai di rivolgermi la parola.”

Il sorriso di Ginny si allargò. “E tu dagli una buona ragione per volerti parlare, no?” E le mise in mano, senza tanti complimenti, il fatidico album da disegno. “Così mi eviti anche di doverglielo ridare io! E poi… è un peccato se non dai neanche un’occhiata a quei disegni. Sono magnifici. Mi raccomando, fatti valere!”

Le strizzò l’occhio, e senza darle modo di replicare, lasciò come un razzo la stanza, lasciando Hermione con una mano a mezz’aria nel vano tentativo di fermarla.

Quando la porta si richiuse, Hermione si appoggiò su uno dei banchi vuoti sospirando sonoramente, e mentre si rigirava tra le mani il blocco da disegno, tutti gli strani comportamenti di Draco le affollarono la mente.

 

Possibile che mi abbia davvero disegnata qui sopra…?

 

Deglutendo a fatica, decise che c’era solo un modo per scoprirlo: aprì l’album e iniziò a sfogliarlo con mani tremanti. Vide i disegni che aveva già visto, superò il ritratto di Narcissa Malfoy e altri paesaggi, fino a quando arrivò ad una pagina interamente vuota se non per lo schizzo di due occhi tristi, ombrati da lunghe ciglia. Quando girò pagina, arrossì vistosamente, con il cuore a mille. C’era lei, distesa su un divano mentre dormiva, con i capelli sparsi sul bracciolo del divano, e una mano sotto al viso un po’ imbronciato. I tratti erano indefiniti, il che faceva intuire che non si trattasse di un vero e proprio ritratto, quanto più uno schizzo nato sul momento, in ogni caso comunicava un certo non so che. Nella pagina successiva c’erano altri disegni di occhi, i suoi occhi, ridenti, tristi, provocanti, rabbiosi. Quando girò nuovamente pagina ebbe un altro tuffo al cuore: era un altro suo ritratto solo che questo era così curato, così dettagliato nei minimi particolari, da renderlo quasi reale. Anche qui Hermione stava dormendo con la mano sotto la guancia, ma aveva un’espressione rilassata, con i capelli leggermente increspati intorno al viso, le lunghe ciglia e la bocca semidischiusa. L’aveva resa così innocente e così bella che Hermione stentava a riconoscersi, anche se era inequivocabilmente lei.

Senza volerlo, una domanda che aveva fatto a Draco la prima volta che aveva avuto quell’album tra le mani, le salì alla mente.

 

“Perché non c’è nessun altro ritratto?”

“Perché ritraggo solo persone a cui tengo particolarmente…”

 

Se possibile arrossì ancora di più, ma quel ricordo le fece prendere una decisione. Chiuse di scatto il blocco e decise che avrebbe parlato con lui ad ogni costo.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Noi due dobbiamo parlare…

So che tu non hai nessuna intenzione di farlo, ma ti do delle motivazioni che sono sicura saranno più che sufficienti: 1) Mi devi delle spiegazioni per il tuo comportamento; 2) Ginny mi ha chiesto gentilmente di restituirti il tuo blocco da disegno; 3)  Il nostro accordo ancora non è stato rotto.

Quindi più che un invito, consideralo un ordine…

 

Ti aspetto entro mezzanotte nella Stanza delle Necessità. Se decidi di non venire, il contratto si attiverà, e aspettati delle conseguenze adeguate.

 

 

Draco guardò per l’ennesima volta quel foglietto di carta che gli era arrivato poco dopo l’ora di cena senza ancora aver preso una decisione, anche se aveva poco da decidere.

 

Maledetto contratto, e maledetto me il giorno che l’ho firmato…

Piccola strega, mi hai decisamente incastrato. Chissà di cosa vorrà sapere…

L’unica cosa che posso fare è andare e risolvere la faccenda al più presto.

 

Si passò una mano tra i capelli, in un gesto di frustrazione, prima di infilare la giacca della divisa e uscire dal ritratto della Sala Comune per dirigersi a grandi passi verso il settimo piano.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

Le 23e30…

 

Hermione ormai aveva preso a guardare l’orologio ogni quarto d’ora. Sapeva che Draco non si sarebbe precipitato lì non appena ricevuto il biglietto, ma ormai temeva che non sarebbe più venuto.

 

Ma cosa mi è saltato in mente di chiedergli di vederci? Che cosa gli dico, poi!? Mannaggia a me e quando seguo i consigli di Ginny… Dio, come sono agitata…

 

Lanciò un’occhiata alla tazza che si era fatta portare su almeno un’ora prima da Dobby: lei odiava costringere quei poveri elfi domestici a servirla, Dobby in special modo, data la fierezza con cui ostentava la sua libertà, ma quella sera aveva davvero bisogno di qualcosa che la calmasse, così aveva chiesto aiuto a lui, ma in qualità di amico, non di elfo domestico. Quando Dobby aveva sentito la parola ‘amico’, si era profuso in inchini tra lacrime e sorrisi, e le aveva immediatamente portato su una tazza con dentro un liquido ambrato che Hermione non riconobbe. Dobby le assicurò, prima di tornare ai suoi compiti di elfo stipendiato, che era un rimedio infallibile contro qualsiasi tipo di ansia.   

Hermione afferrò la tazza e senza pensarci su troppo, ne bevve a grandi sorsi almeno la metà. Quando quel liquido dallo strano tepore raggiunse la gola, sembrò improvvisamente prendere fuoco, diffondendole calore in tutto il corpo e provocandole un violento attacco di tosse.

Proprio mentre stava tossendo a più non posso, la porta si aprì e Draco fece il suo ingresso nella stanza. La guardò per buoni cinque minuti con un sopracciglio alzato.

“Che c’è, Granger, mi hai chiamato qui per attaccarmi qualche strano virus babbano?”

Solo quando sentì la sua voce si rese conto che Malfoy era arrivato. Tra un colpo di tosse e l’altro, cercando di soffocarla rispose indicando la tazza. “Ah, ah… spiritoso… E’ colpa di quella robaccia che ho bevuto.”

Draco si avvicinò, prendendo in mano la tazza, e facendo roteare il liquido dai riflessi ambrati che era rimasto.

La portò all’altezza del naso per sentirne l’odore e disse “Non pensavo che bastasse un po’ di Whiskey Incendiario per metterti k.o., Granger. A saperlo prima…”

Sentendosi improvvisamente ridicola, cercò di riacquisire il controllo facendo dei respiri profondi. Guardandola così rossa in viso, con le lacrime agli occhi e i capelli arruffati, Draco non poté fare a meno di sorridere.

Intanto Hermione si era ripresa e stava maledicendo mentalmente il povero Dobby.

 

E questo avrebbe dovuto calmarmi?! Ora, oltre ad essere più agitata di prima per questa bella figura che ho fatto, mi gira anche la testa…

 

Alzò gli occhi in direzione di Draco, che nel frattempo era tornato impassibile e ora la stava guardando dall’alto in basso.

“Allora, Granger? Se hai finito, io vorrei indietro il mio album.”

“Non così in fretta… prima mi devi delle spiegazioni.”

 “Che cosa vuoi? Che mi scusi perché ho preso a pugni il tuo ragazzo? Bhe, non lo farò, quindi restituiscimi l’album, strappa quel maledetto contratto e lasciami in pace.”

“Non voglio sapere solo quello, voglio sapere anche come mai hai deciso di cambiare così atteggiamento  nei miei confronti.”

Draco assunse tono annoiato. “Ancora?! Mi sembrava che avevamo già chiarito quel punto, o sbaglio? Mi stavo solo divertendo…”

Hermione lo interruppe scuotendo la testa, e avvicinandosi disse. “Stai mentendo. Ho riconosciuto la ragazza che ho visto nei tuoi ricordi: era Ginny. Mi ha detto che è stata lei a chiederti di allontanarmi da te.”

Ma Draco era preparato, e senza neanche guardarla in faccia, ribadì “La tua amichetta non ha fatto proprio niente, mi ha solo dato l’idea. Era da un pezzo che volevo liberarmi da questo contratto; ormai tu e il tuo Pel di Carota stavate diventando un po’ troppo fastidiosi per i miei gusti.”

Hermione si aggrappò alla sua giacca per attirare la sua attenzione e costringerlo a guardarla negli occhi. “Non è vero! Ti ho visto mentre tiravi quel pugno contro l’albero! Perché l’avresti fatto allora? Non è vero che non ti importa niente di me!”

Finalmente lui si decise a guardarla, ma i suoi occhi la gelarono e invece di risponderle, sibilò duramente. “Ancora non hai capito che per me sei meno di niente? Non mi toccare…”

Hermione, ferita da quell’atteggiamento, lasciò andare la giacca, ma non si allontanò. Abbassò lo sguardo e ripeté sommessamente “Non è vero…” quelle parole dure e quello sguardo freddo furono come una doccia fredda per lei.

Draco la guardò per un attimo in silenzio, mentre stava a testa china di fronte a lui. Poi per un secondo chiuse gli occhi prima di parlare di nuovo. “Allora se hai finito di seccarmi, ridammi il mio blocco e chiudiamo questa storia. Stai diventando ridicola.”

Hermione si voltò di scatto e raggiunse la borsa, ci frugò dentro fino ad estrarne l’album di Draco. Quando l’ebbe di nuovo tra le mani però, improvvisamente si ricordò di quei ritratti così belli che lui le aveva fatto e questo, insieme al Whiskey che stava iniziando a fare effetto nel calmare i suoi nervi, le diede nuovo vigore: si era lasciata atterrire dal tono di lui, ma non aveva intenzione di mollare tanto facilmente. Infatti prese il coraggio a due mani, e mentre restituiva l’album al suo proprietario, ribadì “Non è vero che non ti importa niente di me.”

Draco la guardò incredulo negli occhi. “Quanto sei testarda! Che diavolo devo fare per farti capire che sei solo un fastidio per me?! Perché diavolo sei così convinta di quello che dici?”

Un guizzo balenò negli occhi di lei. “Perché ci sono anche io in quell’album.”

Draco per un istante si ritrovò completamente spiazzato. Era ovvio che Ginny le avrebbe detto del contenuto dei suoi disegni, ma non ci aveva proprio pensato. Il suo disorientamento però durò solo qualche istante. Infatti la guardò sprezzante prima di dire “Hai un viso interessante per essere una Mezzosangue, lo ammetto, ma è tutto qui.”

“Non è vero che è tutto qui! Tu stesso mi hai detto quanto tieni a quell’album… non mi avresti disegnata lì sopra se non…” si interruppe imbarazzata.

Draco la incalzò “Se non cosa, Granger? Se non fossi davvero importante per me o qualche sciocchezza del genere?” le rise in faccia. “Vedo che le mie balle te le sei bevuta proprio tutte! Era solo un modo per raggiungere la tua fiducia, per farti credere che anche io ho un animo nobile” calcò volontariamente le ultime due parole per dargli una sfumatura di ridicolo, prima di ridere ancora di lei. Ma Hermione lo prese di nuovo per un braccio alzando la voce “Non è vero! Non ci credo!”

Smise di ridere e la guardò di nuovo storto “Ti ho detto che non mi devi toccare.”

Questa volta lei non mollò la presa. “Perché ti comporti così, Draco?”

“Lasciami.”

“No.” Lo guardò con decisione. Rimasero a fissarsi per un po’ prima che lui distolse lo sguardo, scrollandosela di dosso e dicendo “Cosa diavolo vuoi da me? Hai un ragazzo, giusto? Bene, vai a scocciare lui! Oppure sta da qualche parte a pomiciare con un’altra?”

“Perché insisti con questa storia? Io e Ron non stiamo insieme!”

“Che cosa?” la guardò come se in realtà non la vedesse, sembrava davvero sorpreso.

“Noi non stiamo insieme.” Seguendo l’istinto, una domanda le salì alle labbra. “Se davvero non ci tieni a me, perché l’hai preso a pugni?”

“Chi non lo prenderebbe a pugni?”

“Rispondimi seriamente… Qualcosa ci deve essere…” si avvicinò di nuovo, senza toccarlo questa volta. “Io l’ho sentito, non posso essermi sbagliata… quando mi sorridevi, quando mi prendevi in giro, quando mi guardavi da lontano… lo sentivo. Non so come spiegartelo, non so neanche io cosa fosse esattamente, ma sentivo che c’era qualcosa.” Si vedeva che stava combattendo con se stessa per non toccarlo, come se avesse paura che si sarebbe ritratto un’altra volta, ma alla fine, timidamente gli prese le mani. Lo guardava dritto negli occhi, e lui non potè fare a meno di osservarla in ogni minimo particolare, come arricciava le labbra prima di scegliere le parole più adatte, la lentezza con cui prese le sue mani tra le sue, il modo in cui lo guardava con quei grandi occhi marroni e il modo in cui le sue guance stavano lentamente prendendo colore. Era chiaro che quello che stava dicendo la imbarazzava da morire, ma continuò coraggiosamente. “L’ho sentito quando mi hai tenuto tra le tue braccia… quando mi hai baciata… l’ho sentito l’altro giorno, durante l’esercitazione e lo sto sentendo adesso, da come mi guardi… Non ci credo che non provi niente per me.”

“Sei proprio testarda, lo sai Hermione?” il tono era uguale a prima, forse solo un po’ triste, ma sentendosi chiamare per nome, Hermione fece qualcosa che non pensava sarebbe mai stata capace di fare: si alzò in punta di piedi, e lo baciò con dolcezza. Sperava in una qualche sua reazione, ma lui non rispose e quando lei si allontanò, si limitò a guardarla senza dire una parola. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, e senza parlare, gli diede le spalle, raggiunse a grandi passi il tavolo, prese la borsa e si diresse quasi correndo verso la porta. Mentre stava per raggiungere la maniglia però, si sentì afferrare per un polso: lui l’aveva raggiunta e facendola girare, la baciò con tutta la passione che aveva in corpo. Lei non se l’aspettava, e lì per lì non rispose, ma poi lasciò cadere la borsa a terra e rispose con trasporto tra le lacrime a quel bacio tanto desiderato, passandogli una mano tra i capelli, e stringendosi a lui, quasi a voler diventare un solo essere. Quando il bacio finì, rimasero fronte contro fronte, a guardarsi negli occhi, colmi di passione. Lei aveva poggiato una mano sul petto di lui e sentiva il suo cuore battere forte sotto la camicia.

“Perché hai preso a pugni Ron?” sussurrando piano lei.

“Perché mi sei entrata dentro. L’ho preso a pugni perché non sopportavo che ti ferisse, che ti stesse accanto, che ti toccasse…”

Sempre stando così vicini, lei chiese di nuovo “E perché non mi hai mai detto niente di tutto questo, Draco? Perché mi hai allontanata da te?”

Sentì il suo cuore accelerare di battiti sotto la sua mano, ma lui sembrava non voler rispondere. Allora disse “Forse penso di averlo capito, sai? Avevi paura di metterci in pericolo, non è così? Se stessimo insieme sarebbe pericoloso per entrambi, non è vero?” Lui continuava a rimanere in silenzio, lei la prese come una conferma e continuò “Ormai la scuola è quasi finita… Giuro che non pretenderò mai nulla, che non racconterò niente a nessuno, nemmeno a Harry, Ron e Ginny. Mi basterà vederti ogni tanto di nascosto…  Non voglio essere un problema o un peso per te.”

“Lo so…” la strinse forte a sé, passandole una mano tra i folti ricci castani, dandole un bacio sulla nuca, prima di prenderle il viso con entrambe le mani e baciarla dolcemente.

Hermione si lasciò andare completamente a quel bacio così struggente che quasi non si accorse delle parole che subito dopo Draco le pronunciò a fior di labbra: “Perdonami…”

Lui prese la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la puntò dietro le spalle di Hermione.

“Oblivion”

Gli occhi di lei si accesero di un lampo di sorpresa, prima che la ragazza gli svenisse tra le braccia. Un divano apparve al centro della stanza e Draco ve la posò delicatamente sopra. La guardò per un lungo istante, le accarezzo una guancia e poi si staccò con decisione da lei. Prese l’album, strappò a metà il contratto e lasciò la stanza.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

“Allora, Signor Malfoy… com’è andato l’incontro con la signorina Granger?”

Draco si sedé su una delle sedie che gli erano state indicate.

“Alla fine ho dovuto seguire il suo consiglio.”

“Mi dispiace, ma l’avevo avvisata che le mie intuizioni spesso si rivelano esatte. Non è facile scoraggiare una fanciulla innamorata, specialmente se questo affetto è ricambiato…” Silente lo guardò con i suoi vividi occhi azzurri al di sopra degli occhiali a mezza luna, quasi riuscisse a leggergli nel pensiero. “Ha fatto la cosa più giusta, e lei lo sa. Hermione è una ragazza molto intelligente, ma la sua onestà d’animo a volte la rende più trasparente di quanto non se ne renda conto. Lei sa perfettamente, signor Malfoy, che se vuole fare davvero la spia per l’Ordine deve avere la piena fiducia di Voldemort e lui ha creato un sistema perfetto per testare la lealtà di voi ragazzi che frequentate ancora Hogwarts: ha fatto in modo che vi sorvegliate a vicenda. Ha dato ad ognuno di voi il compito di vigilare sulla ‘integrità’ di ognuno dei vostri compagni. Ha creato una sorta di competizione per entrare nelle sue grazie, tanto che ognuno è pronto a denunciare qualunque compagno... Basta vedere che fine hanno fatto il povero signor Walras e la povera signorina Moore per vedere quanto funzioni questo sistema. Lasciar trasparire il legame forte che vi lega sarebbe stato a dir poco imprudente, vista la voglia che il signor Nott ha dimostrato nel voler prendere il tuo posto. Hermione ha la mia più totale fiducia, ma non credo che sarebbe mai stata in grado di mostrarsi fredda e scostante nei suoi confronti, e visto che ha seguito il mio consiglio, devo dedurre che anche lei è d’accordo con me, signor Malfoy.”

Per un istante a Draco tornò in mente con quanta dolcezza l’aveva guardato la sera precedente, prima di rispondere. “Già…”

“E’ sicuro che non vuole che cancelli anche i suoi di ricordi, signor Malfoy? E’ sicuro di riuscire a tornare a comportarsi come prima?”

“Sì, ne sono sicuro. E’ stato con lei che ho preso questa decisione, e se non posso averla nella realtà, voglio averla almeno nei miei ricordi.”

Silente sorrise. “La capisco. Però sia prudente. Appena avrà i risultati dei M.A.G.O. e avrà effettuato il test di ammissione per l’Accademia dei Medimago mi faccia avere sue notizie, sempre nel solito modo.”

“Lo farò. Arrivederci, signor Preside.”

“Arrivederci, signor Malfoy.”

 

Maledizione… quando sono di fronte a lui mi sembra quasi che riesca a frugare nel mio cervello a suo piacimento…

 

Era così preso dai suoi pensieri che quando superò i due Goblin di pietra travolse due ragazze che passavano di lì.

Una voce più che conosciuta l’apostrofò “Stai attento a dove metti i piedi, Malfoy!”

 

Malfoy…

 

Era stata Hermione a parlare, mentre Ginny raccoglieva il libro che evidentemente le aveva fatto cadere. Dopo averla guardata per un lungo momento negli occhi distolse lo sguardo e assunse un tono sarcastico “Guarda dove li metti tu, piuttosto. Solo perché dopo tutto il putiferio che hai creato per metterti col tuo amichetto non ci sei riuscita, non vuol dire che puoi essere acida con chiunque ti capiti a tiro.”

Hermione si irritò. “Per tua informazione, sono stata io a non voler stare con lui, ma questi non sono affari che ti riguardano!”

“Appunto, quindi vai a scocciare qualcun altro con le tue lagne, Granger.”

“Andiamocene, Ginny” e senza aggiungere altro, si diresse verso la torre di Grifondoro con passo indignato. Draco non poté fare a meno di guardarla fino a che non scomparve dietro l’angolo.

 

“Ma allora ieri non avete più parlato?” Ginny sembrava un po’ confusa dallo scambio di battute appena sentito.

“Certo. Avevi ragione tu alla fine, mi stava prendendo in giro. Non mi ricordo bene cosa è successo esattamente… però finalmente sono riuscita a rompere il contratto e gli ho ridato anche l’album, tranquilla. Alla fine avevo così tanto mal di testa che mi devo essere addormentata sul divano, chissà…”

Ginny la guardò per un attimo con  sospetto, ma l’amica sembrava così sicura delle parole che aveva pronunciato, che alla fine rinunciò a capire con un’alzata di spalle.

“Senti, io vado su a mettere un po’ in ordine il baule… mi sembra così strano che non tornerò più in questa scuola…”

“Ok, io intanto vado a riportare questo libro in biblioteca e poi ti raggiungo, ci vediamo dopo!”

Mentre Ginny scendeva per le scale che portavano giù in biblioteca, Hermione entrò nella Sala Comune e salì in dormitorio.

Lei era sempre abbastanza ordinata, ma col passare degli anni, il baule aveva accumulato un po’ di oggetti inutili, così decise di svuotarlo tutto. Mentre spostava i libri, un foglietto di carta cadde da uno di questi. Hermione lo raccolse e si accorse che non era un foglio bianco, ma una foto: c’erano lei per terra nella neve e Malfoy che le sorrideva.

Le scese come un brivido lungo la schiena, e rimase a fissare quella foto per un tempo indefinito. Non riusciva proprio a ricordarsi quando era stata scattata, e non riusciva a capacitarsi che lei e Malfoy potessero avere una foto insieme... eppure quel sorriso le sembrava così familiare. Improvvisamente le tornò alla mente lo sguardo che lui le aveva rivolto poco prima nel corridoio e una strana sensazione le riempì l’animo.

 

Ma cosa mi prende…?

 

Improvvisamente la voce di Ginny la fece rinsavire. Finalmente riuscì a staccare gli occhi dallo scatto, ma invece di buttarla via, senza quasi rendersene contò, la mise in tasca.
Malfoy non aveva mai rappresentato niente nella sua vita, eppure improvvisamente le sembrò che buttare quella foto sarebbe stato come buttare un pezzo di se stessa.

 

    

 Sophie's space

Mi dispiace ragazzi per tutto il tempo che ci ho messo per aggiornare, ma davvero ho avuto tantisssssssssssimo da fare!!! Almeno spero che questo lungo capitolo vi sia piaciuto ^__^

Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma sono le tre di notte e sto cascando dal sonno... Comunque vi ringrazio davvero dal profondo del cuore per la pazienza con la quale mi avete seguito, e i complimenti che mi fate! Volevo ringraziare anche i nuovi lettori (grazie anche per i complimenti riguardanti HP e lo Specchio di Agis...

Grazie a tutti, davvero di cuore, Sophie

 

ps: per l'epilogo... io adesso fino al 20 avrei 3 esami, quindi conterei di iniziarlo a scriverlo il 20 ma non postarlo più tardi del 29 febbraio... In caso vi faccio sapere sulla mia pagina autore nel forum. Un bacio a tutti!!!

pps: neanche per questo capitolo ho trovato un titolo...
pps2 by your beta: ti piace questo titolo che ho inserito io? Fammi sapere ^^ Baci, Isa

 

   
 
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