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Autore: Euachkatzl    02/08/2013    8 recensioni
2013: la rivista Rolling Stone decide di pubblicare una biografia di uno dei gruppi rock più grandi di sempre, i Guns n' Roses. Ogni ex componente del gruppo viene intervistato singolarmente, vengono poste loro identiche domande. Ad una, però, rispondono tutti allo stesso modo.
"Un periodo della tua vita al quale vorresti tornare?"
"Febbraio 1986"
Ma che è successo, nel febbraio 1986?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dicono che la vita di una groupie sia una delle più eccitanti vite che si possano assaporare. Sei bella, sexy, amata da artisti famosi, cosa puoi chiedere di più? Viaggi, ascolti buona musica, vieni sbattuta fuori dalla porta perché il caro frontman del gruppo si è stancato di te. “Perché ormai ho visto tutto”. Fottiti.
E così ti ritrovi per strada, con una valigia che ti ha lanciato in malo modo sempre il caro frontman, con dentro qualche vestito che non è neppure tuo. È il 1986, i Bon Jovi sono appena diventati famosi con Slippery e io tento di chiamare disperatamente mio fratello da questo telefono sul ciglio della strada. Rispondi, Jeff, rispondi.
 
Dicono che vivere con gli amici sia una delle esperienza più belle della vita. E sì, in effetti lo è. Se poi siete cinque rockstar, con una carriera alle porte e varie fan eccitate nel letto, allora è davvero l’esperienza più bella della vita. Se vogliamo pure aggiungere che io sono Axl Rose, che ho una voce con cui posso fare tutto quello che voglio e un corpo che farebbe invidia a…. a chiunque, diciamo, posso dire di avere più o meno una vita perfetta. Vita perfetta cominciata quando me ne sono andato di casa. Forse è vero che dopo tanta sofferenza vieni sempre ripagato.
 
Dicono che essere una rockstar sia una delle cose più belle che tu possa vivere. E io, per questo motivo, a cinque anni ho cominciato a prendere lezioni di basso. Da mio fratello. Ed è sempre per questo motivo che a 19 anni ho mollato tutto e sono andato a Los Angeles, per rinchiudermi tra quattro mura con quattro animali, che chiamo amici, con cui suono e faccio casino tutte le sere. E devo dire che il tipo che mi ha raccontato quella roba sulla vita da rockstar, aveva una ragione fottuta.
 

“Pronto?”
“Jeff?”
“No, sono Slash”
“C’è Jeff?”
“Izzy, c’è una tipa che ti chiama. Mi sa che hai messo incinta qualcuna”
“Fottiti, Hudson. Pronto?”
“Da quand’è che hai cambiato nome?”
“Da quand’è che mi chiami? Ti manco?”
“Sono per strada, ho bisogno di un posto dove stare per un po’”
“E quindi chiami me?”
“Ti prego Jeff, sono tua sorella”
“Sì, me lo ricordo bene”
“Per favore. Non puoi lasciarmi su un marciapiede. Sai che figura ci fai, se muoio qua?”
“Non vedo perché”
“Ti prego, un paio di giorni”
“Basta che non rompi le palle. Ti ricordi dov’è la casa?”
“Sì, per stasera sono lì”
 
 
Stradlin rimette giù la cornetta. È piuttosto incazzato, brutta roba.
“L’ho detto io che ha messo incinta qualcuna” è il commento di uno Slash che fa appena in tempo a spostarsi per schivare una scarpa lanciata poco elegantemente dall’incazzato Izzy.
“Viene mia sorella per un po’” Sorella?
“Aspetta bello, da quand’è che hai una sorella?” Siamo amici da quando eravamo bambini e adesso vengo a scoprire che ha una sorella.
“Da quando sono nato, direi. Rose che cazzo di domande fai?”
“Ehi, calmati. Non sapevo che avevi una sorella”
Izzy si butta sul divano, scocciato. Non deve volerle molto bene.
“È di due anni più grande. L’hanno mandata in collegio quando aveva tipo dieci anni, è per quello che non la conosci”
“E quindi tu non la vedi da quando avevi otto anni?”
“Direi che l’ho vista anche per troppo tempo. Una del genere riesce a farti uscire di testa in un paio d’ore”
“E perché viene qui?”
“Non lo so, mi ha detto che non ha un posto dove andare”
Detto questo, va in camera nostra, sbattendo la porta.
“Ma che gli avrà fatto che la odia così tanto?” Le domande idiote di Steven, che ora mi fissa in cerca di una risposta.
“Non sapevo neanche che  esisteva, ti pare che so cosa gli ha fatto?”
Seguo Izzy in camera, non badando ai borbottii del biondo, che continua a chiedersi come mai nessuno lo caghi mai di striscio.
 
 

Axl ha avuto un lampo di genio, ad andare in camera. Io sono rimasto sul divano, di fianco a Steven, che straparla. Come sempre. Il giorno in cui starà zitto per tipo mezzo minuto di fila finirà il mondo.  E intantocontinua a ripetere a me e a Slash che non lo badiamo mai, che lui è sempre quello emarginato, che non gli va bene sta cosa.
“Se dici meno cazzate magari ti ascoltiamo più volentieri” è la risposta di Saul, evidentemente scocciato. Ed ecco un altro che si alza e se ne va in camera, abbandonandomi con questo disco che neppure lui è riuscito a zittire.

 
Sto parlando con Izzy quando la porta della camera sbatte. Ci voltiamo e ci troviamo di fronte a Slash, incazzato pure lui. Probabilmente è qualcosa di questa casa, nessuno può starci senza incazzarsi almeno un paio di volte al giorno.
“Fate come se non ci fossi, cercavo un posto dove non riesca a sentire Steven”
Poi si butta sul letto, il suo amato cilindro calato sugli occhi. Io e Izzy usciamo, trovandoci davanti la scena di un batterista che parla a nastro e un bassista che ci guarda con occhi disperati. Gli sorrido, ieri è toccato a me, oggi se lo sorbisce lui. Esco con Stradlin, ci facciamo un giro.
 

“Che poi, perché la casa si chiama Hell’s House?”
“Perché siamo pronti a darle fuoco, se tu continui a parlare” Tutto inutile. Se neppure le rispostacce di Slash riescono a scalfire Steven, i miei commenti cattivi sono acqua fresca. Mi alzo e vado in cucina, ho fame. Apro il frigo. Vuoto. Tipico.
“Il frigo è vuoto, vado a fare la spesa”
“Vengo anch’io” Ti pareva che non riuscivo a liberarmene.
 
Siamo in un supermercato grande tipo una tasca dei miei jeans, Steven dentro il carrello che io spingo mentre faccio appello a non so quali santi per farlo tacere. Sono arrivato a promettere a Gesù che andrò in chiesa tutte le domeniche, se mi lascia fare la spesa in pace. Invece no. Mi dispiace, Gesù, ma non mi vedrai seduto su un banco per un altro po’. Ma questo è niente. Il vero problema inizia quando il carrello è mezzo pieno.
“Steve, devi scendere”
“Perché?”
“Perché il carrello è pieno, non vedi?”
“Secondo me ce ne sta ancora, di roba”
“Solo se scendi tu”
“E se scendo compriamo i pop corn. Dillo Michael, dillo”
“Se scendi compriamo i pop corn”
Steven scende, tutto felice, e va a comprarsi sti benedetti pop corn. Finalmente solo. Finalmente silenzio. Aiuto, mi toccherà andare in chiesa tutte le domeniche.
“A che stai pensando?”
Mi giro: è tornato. Di già. Mi spiace Gesù, neppure tu puoi niente contro di lui.
“Ma come hai fatto così in fretta?”
“Sono piccolo e veloce, io” Mette i pop corn dentro al carrello, dove si accomoda pure lui. Salvatemi.
 

 
“Come mai hanno messo tua sorella in collegio?” Domanda a bruciapelo, posta distrattamente mentre guardiamo i dischi nel negozio vicino a casa nostra.
Izzy mi guarda, scocciato.
“Èuna storia troppo lunga”
“Avevi otto anni, come può essere lunga?”
Sospirone, mi da una risposta secca.
“Ha fatto una marea di cazzate, l’ultima è stata rincorrermi per casa con un pezzo di vetro”
Rabbrividisco, i pezzi di vetro mi fanno sempre un certo che: ho un paio di cicatrici che mi ricordano quanto facciano male, sulla pelle.
“E il resto di cazzate?”
Occhiataccia. Va bene, me le farò raccontare direttamente da lei.
 

 
Busso alla porta una, due volte. Nessuno. Giro un po’ intorno alla casa e spio attraverso le finestre. Forse sono usciti tutti. Guardo l’ora: le sette e mezza di sera. E sono già usciti alle sette e mezza di sera?
“Ehi, che fai?”
Mi volto. Due biondi, uno altissimo e uno che gli arriva tipo alle spalle mi fissano, con in mano un paio di borse della spesa.
“Sono la sorella di Jeff”
Mi sento osservata, entrambi mi squadrano da capo a piedi, come se fossi un alieno. Non hanno mai visto una ragazza?
 
Sì, devo dire che è decisamente la sorella di Stradlin. Occhi neri, come i capelli lunghissimi, legati in una coda. Le gambe magre fasciate da un paio di pantaloni neri, sopra una canottiera bianca che lascia intravedere il pizzo del reggiseno, che sostiene un paio di tette niente male. Ciao, sorella di Jeff, mi sa che diventeremo grandi amici.
 

“Avrete quanto tempo volete per fissarmi, possiamo entrare?”
Facciamo il giro dell’edificio fino alla porta d’entrata. Quello più alto tira fuori una chiave dalla tasca dei jeans e la infila nella toppa, mentre il più piccolo mi porge la mano.
“Io sono Steven, comunque”
“E preparati che non sta zitto un attimo”
“Non è vero, sono stato bravissimo al supermercato”
“L’unico momento di silenzio c’è stato quando sei andato a prenderti i pop corn”
La porta si apre ed entriamo. Mi trovo davanti a quello che dovrebbe essere il salotto, a giudicare dal divano al centro della stanza e dal televisore acceso di fronte a questo. In mezzo tra sofà e tv, una montagna di vestiti/bottiglie/oggetti che non voglio identificare. Rimango lì impalata, a fissare quel disastro di oggetti alquanto sconvolgente. Non che vivessi in un castello, ma un po’ d’ordine riuscivamo a mantenerlo.
“Ti piace?” mi chiede il biondo alto, comparendo di colpo dietro di me.
“No”
“Io sono Duff”
“Jeanette”
“Non sapevamo che Izzy avesse una sorella”
“Credo che se ne fosse dimenticato pure lui”
La porta di una camera si spalanca e ne esce un ragazzo riccioluto, a torso nudo. Non so dire che faccia abbia, quei capelli disordinati quanto la montagna di roba davanti al divano mi impediscono di vederla.
“Ciao”
“Ciao” è la mia risposta, mentre cerco ancora di scorgere un paio di occhi in mezzo a quella zazzera nera.
“Sei la sorella di Jeff?”
“Sì, sono Jeanette. Mi aspettavate tutti, vedo”
“No, è solo che Izzy ha piantato il muso quando ci ha detto che venivi, volevamo vederti”
Mi giro verso Steven, che intanto è tornato dalla cucina, e lo vedo annuire. Steven è quello che mi da più fiducia. Sempre meglio di questo riccio del quale non so ancora il colore degli occhi.
“C’è un letto per me?” chiedo, aspettando una risposta che non arriva. Si guardano l’un l’altro. Alla fine Slash risolve tutti i miei dubbi.
“C’è il divano”
“Ma dai, e la mettiamo a dormire sul divano?” Grazie, Duff, mi hai salvata.
“Dalle il tuo letto, allora”
“Sì, perché no?” si intromette Steven. Ho paura che abbiano la stessa camera.
“Dai, il mio fratellino sarà più che felice di lasciarmi il suo letto”
“Ti avverto che dovrai dormire con me, se proprio vuoi fregare il letto a Stradlin” Che è, una sfida, riccio?
“Vabbè, vediamo dopo dove dormo. Ce l’avete un bagno, almeno?”
“No, pisciamo in cortile” Fulmino con lo sguardo Slash. Si diverte tanto a prendermi per il culo? Duff mi mostra il bagno. Ringrazio e chiudo la porta a chiave. Manca solo che uno di questi tre mi apra mentre sono nuda. Mi levo i pantaloni, la canottiera e apro l’acqua della doccia. Gelida. La lascio scorrere per un po’, mentre guardo il mio riflesso sullo specchio, il tatuaggio sul fianco ancora arrossato. Dopo mezz’ora l’acqua è ancora fredda. Facendo appello a tutto il mio coraggio, vado sotto il getto, cercando di lavarmi il più velocemente possibile. La mia doccia dura qualcosa tipo mezzo minuto. Mi asciugo in un accappatoio nero e mi rimetto i vestiti che avevo prima. Lascio i capelli sciolti, mi arrivano quasi fino al sedere. Dio, quanto amo i miei capelli.
Esco e trovo mio fratello stravaccato sul divano, mentre suona qualcosa con la sua amata chitarra. Mi avvicino a lui e gli copro gli occhi.
“Buonasera, amore mio. Visto che sono arrivata?”
Lui si gira di scatto, un’espressione scocciata sul viso.
“Sì, e non vedo l’ora che te ne vada”
“Dai, non puoi odiarmi così tanto. Sono sedici anni che non ci vediamo”
Gli scocco un bacio sulla guancia, mi è sempre piaciuto prendere in giro Jeff. Peccato che sia un po’ fuori allenamento. Lui si gira e riprende a suonare quello che io avevo interrotto, tentando di non far caso a me. A far caso a me è invece un rosso che mi abbraccia da dietro.
“Benvenuta, sorella di Izzy”
“Ciao, amico di Izzy”
“Chiamami Axl”
“Io sono Jeanette”
Mi districo dall’abbraccio e guardo in faccia il ragazzo. Neanche male, l’amico di Izzy.
 
Se da dietro era bella, devo dire che da davanti è uno spettacolo. Jeff, spero che non ti dispiaccia se prima o poi mi faccio tua sorella.
 

“Ce l’avete un letto dove farmi dormire?”
“C’è il mio, piccola, ma devi condividere”
Lancio ad Axl l’occhiata più acida che riesco a fare.
“Oppure c’è quello di Jeff” propongo.
“Oppure c’è la cuccia del cane” risponde a tono mio fratello.
“Sei odioso, Izzy. Trattala bene”
L’interpellato si alza e recupera una coperta dalla montagna di roba davanti al televisore, per poi lanciarla sopra al divano
“Prego, signorina. Il suo letto è pronto”
Scocco un altro bacio sulla guancia di mio fratello e lo vedo allontanarsi con il rosso verso la porta di una camera. Ti farò morire Jeff, giuro.
Dopo qualche minuto sento riemergere dalla cucina gli altri tre che avevo abbandonato quando ero andata in bagno. Chiudo gli occhi e fingo di dormire, con tanto di abbraccio al cuscino.
 
“Com’è che è tutto spento?”
“Sta zitto, Steve. C’è Jeanette che dorme”
Steven si sporge sullo schienale del divano.
“Però è bella, no?”
“Da quand’è che sei così dolce? Di solito guardi solo quanto grandi sono le tette”
“Non è che le sue siano così male”
 
Oddio, mi viene troppo da ridere.
 
Mi sporgo anch’io, ad osservare la pelle pallida della ragazza. Cazzo, se è bella. Mi stupisce che Slash non abbia ancora fatto qualche commento. Mi volto verso di lui e gli lancio un’occhiata interrogativa.
“Bella quanto vuoi, ma èsempre la sorella di Stradlin. Non lo voglio come cognato”
“Non è che se te la scopi una volta lui diventa tuo cognato”
“Magari diventa lo zio di vostro figlio”
E così, dopo l’ennesimo commento stupido di Steven, lo trascino in camera nostra.
“Notte Steve”
“Notte”
 

 
Ciao, sono l’autrice:
Torno con un’altra storiella :)
Spero che l’idea di base vi piaccia, tra un po’ la trama comincerà ad articolarsi.
Ho voluto provare a cambiare un po’ stile rispetto all’altra storia che ho scritto (Be passionate. Always.). Ho provato a dar voce a più personaggi, distinguendoli tra loro con i colori diversi. Anche per i discorsi, spero che si capisca chi parla e chi no D:
Vabbè, se mi lasciate un commentino mi fate felice :)
 
Bacione, Euachkatzl <33
  
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