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Autore: floustian    03/08/2013    34 recensioni
"Promettimi una cosa,Harry.”
“Cosa?” un grande braccio mi avvolse,sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle.
“Prometti.”
“Prometto.” ridacchiò.
“Non andartene mai più, ti prego.”
Riuscivo a sentire il suo cuore battere, il suo calore che mi faceva sentire al sicuro.
Di questo avevo bisogno, avevo bisogno di lui.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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HARRY.
Aprii gli occhi per le forti raffiche di vento che provenivano da fuori che facevano sbattere i rami degli alberi sul vetro delle finestre.
Emily teneva ancora la mia mano sotto il suo viso mentre respirava pesantemente. Cercai di sfilarmi dalla sua presa senza farla svegliare prima che dalle sue labbra socchiuse uscisse un piccolo verso di disappunto.
Prima di uscire rimasi a guardarla, delle lunghe ciocche chiare cadevano sul suo viso perfetto, delle folte ciglia sfioravano le sue guance rosee.
Come poteva essere così bella?
Avrei voluto stringerla a me in quell’esatto momento, ma di certo si sarebbe divincolata.
Non riuscivo a capire il suo comportamento,  ma aveva ragione. La colpa di tutta questa situazione era la mia.  Avrei dovuto spiegarle tutto, ma come potevo? Dove trovavo il coraggio per farlo?  La questione era davvero troppo grande per lei e se le avessi detto tutto, non sarebbe stata più al sicuro.
Le diedi un piccolo bacio sulla fronte prima di abbassare la maniglia, cercando di fare meno rumore possibile.
Scesi le scale lentamente, Jordan era ancora lì, steso sul divano premendo di continuo il tasto per cambiare canale.
“Ehi amico” gli disse prima di sedermi accanto a lui.
“Oh ciao”  buttò il telecomando sul tavolino su cui avevo appoggiato i piedi  “Tutto a posto di sopra?”
“Certo, dorme” dissi osservando il televisore con il minimo dell’attenzione.
Rimanemmo in silenzio fino a quando parlò.
“Cosa c’è tra voi, Harry?”  disse serrando la mascella.
Se era il mio migliore amico avrebbe capito.
“Prima che me ne andassi, due anni fa, stavamo insieme”
“Come?” disse confuso.
“Quello che ho detto, Jo” aveva capito benissimo, ma il semplice fatto che non se ne fosse accorto lo irritava.
“Due anni fa stavi con mia sorella?”
“Esatto”
“E ora? Ora cosa c’è tra voi?”
“Questo dovresti chiederlo a lei, io non lo so” nel mio tono c’era molta malinconia.
“Te provi ancora qualcosa di forte, vero?”
Abbassai lo sguardo perso nei miei pensieri, diedi una veloce occhiata all’orologio appeso al muro prima di rendermi conto di quanto tardi fosse.
“Oh Jo vado,è tardissimo”
Mi alzai e presi la giacca. Proprio quando stavo per uscire mi chiamò di nuovo.
“Non mi hai risposto”
“Si" dissi prima di chiudere la porta dietro le mie spalle.

EMILY.
Tastai la parte dove avrei desiderato ci fosse Harry, ma era vuota. Se ne era già andato.
Buttai la testa sul cuscino chiudendo gli occhi, non smetteva di girare. Tutto era così amplificato, ogni minimo movimento, anche il fruscio delle foglie era fastidioso.
Dalle tende filtrava una lieve luce, segno che ormai era giorno.
Mi alzai con molta lentezza dal letto. Sobbalzai quando mi guardai allo specchio, linee violacee segnavano i miei occhi e il mio alito puzzava di alcool come non mai.
Cercai di coprire il più possibile i segni con del correttore ma sembrava avessi fatto a botte.
Mi sciacquai più volte i denti, ma niente quell’insopportabile sapore non voleva andare via completamente.
‘vabbè starò zitta, ho capito.’
Mi riesi conto di quanto tardi fosse solo quando,scese le scale, diedi uno sguardo all’orologio.
Le otto meno dieci.
“Merda” presi di corsa la borsa che avevo lasciato lì davanti la porta e uscii.
L’aria fredda batteva sulla mia pelle come spilli. C’erano molte macchine, gente che andava a lavoro ben vestita, gli uccelli cinguettavano e il cielo era senza nuvole.
Dopo una lunga corsa arrivai davanti alla scuola ormai chiusa.
“Ma come, dai” avevo il cuore a mille e il fiatone, tutta fatica sprecata.
“Fatto tardi oggi eh” mi girai di scatto quando sentii quelle parole.
“Dai, potevano aspettarmi però non è poi così tardi”
“No infatti, sono solo le otto e venti” disse ridendo.
“Harry, taci”
Fece un mezzo sorriso prima di guardarsi intorno.
“Vieni, facciamoci una passeggiata” annui, era una buona idea.

“Senti..” mi sistemai le maniche, imbarazzata. “Grazie per essere rimasto ieri notte”
“Farei tutto per te, piccola” disse con un tono calmo.
A quelle parole il mio cuore riprese a bettere all’impazzata. Era così dolce, bello e se glielo avessi permesso sarebbe stato completamente mio.
I suoi occhi brillarono quando mi guardò per un secondo.
Era il momento giusto.
“Perché sei andato via?” dissi tutto d’un fiato.
Eravamo seduti su una delle panchine del parco, a quell’ora tutto sembrava tacere.
Mi guardò fisso fin quando non distolsi lo sguardo. I suoi occhi erano troppo per me, quel contatto ogni volta mi faceva tremare. Era come se mi leggesse dentro.
“Non posso dirtelo” disse unendo le braccia dietro la nuca.
“Per quale motivo? ”
“Emily, per piacere” un piccolo sbuffo uscì dalle sue labbra “Non è il caso di parlarne”
“Ma si può sapere cosa c’è di così grave? Voglio sapere, è mio diritto.” dissi alzando il tono della mia voce.
Mi fulminò con lo sguardo, in quel momento mi sentii solo piccola e indifesa.
“Ci sono così tante cose che non sai”
“Come te, io non so più chi sei. Cosa hai fatto in questi due anni? Dove sei stato? Hai avuto altre ragazze? Mi hai pens-“ stavo gesticolando senza senso prima che una grande mano mi avvolse il mento sfiorando le mie labbra con il pollice.
“Emily” mi guardò intensamente “Shh”
Appena mi lasciò ripresi a respirare, cosi come il cuore riprese a battere.
Ogni volta che faceva così la mia mente si svuotava di colpo. Riuscivo a sentire solo il calore della sua pelle sulla mia, questo era l’unica cosa che mi distoglieva dal resto.
Scrollai in confusione la testa prima di prendere la mia borsa ed alzarmi.
“Smettila di fare così, Emily”
Sbuffai.
“Come cazzo dovrei fare, Harry? Io non sono un giocattolo che puoi prendere giocarci per un po’ e poi buttarare. Io non voglio essere trattata da stupida. Non vuoi raccontarmi niente? Perfetto, posso vivere anche senza di te.”
Ma cosa stavo dicendo? Non era vero, assolutamente, io non avrei mai potuto stare senza di lui.
Si alzò venendomi in contro con un’espressione divertita. Mi ribolliva il sangue, cosa c’era da ridere?
“Sei uno stronzo.” Dissi di scatto quando i suoi occhi indugiarono su di me.
Mi girai per andarmene ma mi prese per un polso.
“Resta con me”
Mi liberai dalla sua presa e corsi via.
Sobbalzai quando il cellulare squillò, stavo camminando da più di mezz’ora persa nei miei pernsieri.
Era Kyle, sinceramente non era un buon momento.
‘Emily?’
‘Ehi ciao, che mi dici?’
‘Volevo sapere come stavi’ il suo tono era duro.
‘Io sto bene, c’è qualcosa che va?’ ma che razza di domande facevo, era ovvio ieri lo avevo lasciato solo, non lo avevo neanche salutato solo perché ero troppo presa da Harry.
‘No, va bene sono contento’
‘Mi dispiace per ieri sera’
‘Non preoccuparti Emily, io capisco.’
Rimasi in silenzio.
‘Sei a scuola?’
‘No, senti sono al parco. Ti aspetto okay?’
‘Arrivo’
Riattaccai prima di sedermi sull’erba fredda, non mi andava di restare sola. Lui era l’unico con mi andava di parlare, l’unico che mi faceva stare bene.

CHIARA.
“Che palle dio mio” sbuffai, girando per i corridoi senza meta. Emily giustamente era rimasta a casa, ma io dentro questa scuola da sola, che potevo fare?
Esasperata mandai un messaggio a Jordan.
‘Sbrigati a scendere, sono nel bagno e ti aspetto impaziente.’
‘Vengo subito piccola’
Passarono pochi secondi prima che mi rispondesse.
 Jordan frequentava corsi diversi dai miei così ogni volta gli dovevo far fare mezza scuola per venire da me.
 Lanciai un urlo quando due grandi mani mi preso per i fianchi portandomi nel bagno stringendomi al suo petto.
Iniziai a ridere dandogli piccoli pugni.
“Non lo fare più!” dissi minacciandolo puntandogli il dito contro.
“E se no che mi fai?’ il suo tono era divertito.
 “Mi vendicherò Anderson,mi vendicherò”
“Sto morendo di paura” esclamò facendo finta di farsela sotto.
“Sei un deficiente” sbuffai prima di ridere.
“Tutta colpa tua”
Mi avvicinò sempre più al suo petto. I nostri corpi combaciavano, come due pezzi di un puzzle.
Mi persi un quegli occhi azzurri che tanto amavo prima che sfiorasse il suo naso contro il mio.
I nostri respiri erano irregolari prima che posassi dolcemente le mie labbra sulle sue.
Teneva le braccia strette intorno ai miei fianchi, sentivo il suo cuore battere per quanto eravamo vicini.
“Lo sai che sei bellissima?” gli diedi un veloce bacio sul collo prima di allontanarmi.
“No dai,dove vai?” disse sorridendo.
“Ti vedo strano”
Poggiai la schiena sul freddo muro del bagno prima che si avvicinasse di nuovo.
“Io non sono strano” disse mordicchiando delicatamente la pelle del mio collo, un piccolo sbuffo uscì dalle mie labbra.
“Parlo seriamente Jo”
Spostai con riluttanza il suo viso prima di incontrare il suo sguardo.
“Okay” dissi prima di alzare le braccia al cielo. “ Emily si comporta stranamente con Harry, Harry quindi non sa che fare, lui vorrebbe che tutto tornasse alla normalità e infine lui prova qualcosa di forte per Emily”
Spalancai gli occhi all’ultima frase detta del biondo.
“Wait, Harry è innamorato di Emily?”
“A quanto pare”
“Devo assolutamente dirglielo”
“No Chiara, noi in questa storia non dobbiamo immischiarci. Se la devono sbrigare da soli.”
Lo guardai fisso per un secondo.
“Si forse hai ragione, ma di certo non staremo qui a guardare Emily che cade di nuovo.”
“Quello no, ma ormai lei è forte.”
“si..ma pomeriggio ci parlo”
Lo guardai esitante prima che sul suo volto si formò  un dolce sorriso.
“Lo merito un bacio, no?”
“Per cosa?” dissi ridendo.
“Beh, sono venuto qui, ti ho det-“ mi fiondai sulle sue sottili labbra, prima che finisse.
“Swary, Anderson in presidenza!”
Beccati.

“Senta prof ci dispiace, per favore non chiami i nostri genitori”
Non riuscivo a smettere di ridere, eravamo nell’ufficio della preside perché ci aveva trovati nel bagno.
Cosa avrebbe detto ai nostri genitori? ‘Salve signora sua figlia si stava baciando con il signorino Booth nel bagno.’? Che razza di punizione ci avrebbero dato?
 Mia madre mi avrebbe mandato in un collegio in Svizzera come minimo.
Cercai di ricompormi quando Jordan mi diede una gomitata.
“Lo trova divertente signorina Swary?”
“No no” dissi di scatto.
Questa era un’anziana signora, aveva dei ricci capelli neri lunghi fino alle spalle. La sua pelle era segnata da magliai di rughe che si notavano ancora di più a causa del fondotinta che si ostinava a mettere.
 Non l’avevo vista mai ridere, mai.
“Per questa volta lascio correre.”
“Oh grazie mille, grazie” dissi prima di uscire dalla grande stanza.
Eravamo di nuovo nei corridoi.
“E’ meglio che vada in classe Jo” dissi sorridendo.
Gli diedi un ultimo bacio prima di varcare la soglia dell’aula dove mi aspettava un interrogazione di matematica.
SPAZIO AUTRICE 
Salve salvino (?)
Questo capitolo sinceramente non mi piace molto ma vabbe. 
Devo studiare per l'esame e quiiindi non aggiornerò presto, credo.
Niente, qui Emily finalmente prende posizione e se ne va da Harry.
Chiara e Jordan li amo, sono troppo cuccioli lol
okay ora vado. Se vi è piaciuto recensite mi farebbe piacere :)
alla prosima

-seb



 

  
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