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Autore: Maya_FigliaDiAtena    03/08/2013    1 recensioni
Mi chiamo Melanie Barrymore e sono parecchio strana. Caratteristiche? Dislessia, problemi da deficit dell'attenzione e un apparecchio "attirasfortune" incorporato. Quando scopro di essere una semidea come nel mio libro preferito...
Genere: Comico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Gli Dèi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

CERCANO DI UCCIDERMI MENTRE VALUTANO LE MIE CAPACITA’

Mi svegliai prestissimo, erano sì e no le quattro di mattina, credo. Aprii gli occhi, vedendo che Travis dormiva ancora. Ne approfittai per osservarlo meglio. Aveva i lineamenti affilati, la carnagione lievemente abbronzata. Le ciglia nere erano lunghe e folte, mentre i capelli erano castano scuro, corti e scarmigliati. Le labbra erano leggermente dischiuse, e sembrava che sorridesse. Sorrisi a mia volta: ero contenta di essere diventata sua amica (ho sempre avuto un debole per le persone divertenti, lo ammetto). Non so quanto tempo passai a fissarlo e a meditare su quello che mi era accaduto ma, così all’improvviso da farmi saltare in aria, Travis aprì gli occhi.
-Mel…? – disse, con la voce ancora rauca dal sonno.
-Oh, Dei! Travis, mi hai fatto venire un colpo! – ma anche quando finsi di essere arrabbiata, non ci riuscii.
-Parla a bassa voce, Melanie! – ridacchiò – Dormono ancora tutti…- Io sbuffai, ma sorrisi –Com’è che ti sei svegliato, bell’addormentato? Stavo temendo che fossi vittima di non so quale sortilegio di Morfeo! - Lui rise, ma subito dopo si accigliò.
-Mi sentivo osservato- e, vedendo la mia espressione, rise –Non mi sorprende che mi fissassi- disse, con tono spavaldo –Lo so, lo so, sono bellissimo. Irresistibile! Anche quando dormo. – Al che fece un’espressione di superiorità ed io soffocai una risata.
-Si, Travis, anche se ti colava un po’ di bava dalla bocca! – lui non sembrò offeso, anzi, più lusingato.
-Vuol dire che mi hai osservato davvero bene- e fece un sorriso sghembo. Per nascondere il fatto che ero arrossita, dissi –Beh, non c’era altro da fissare- poi mi venne in mente una cosa.
 –Travis, perché quando mi sono svegliata ero abbracciata a te? –
All’inizio non ci feci caso, ma poi me ne accorsi. Lui diventò rosso come la lava incandescente e balbettò qualcosa tipo –Scusa…i-io non v-volevo…è solo che- al che lo zittii con un gesto e gli sorrisi.
-Non sono arrabbiata- lo rassicurai –Voglio solo sapere perché lo hai fatto.
-Okay, miss Testarda hai vinto- sorrise –ho avuto un incubo in cui ti perdevo. Quando mi sono svegliato e mi sono accorto che tu c’eri…Ti ho abbracciato per sentirmi più sicuro- Oh, ma che dolce.
-Adesso fai anche il sentimentale? – gli chiesi.
-Almeno non sono insensibile come te! –
E continuammo a punzecchiarci così fino a quando tutta la capanna era sveglia. Ci stavamo avviando a fare colazione, quando Connor disse a me e a Travis –Per l’Olimpo! – esclamò –Ho dormito malissimo! C’era un continuo bisbiglio, stamattina- Allora io e Travis ci scambiammo uno sguardo d’intesa e arrivammo al padiglione che ridevamo come matti, mentre Connor si era allontanato borbottando qualcosa sulle stranezze. Dopo aver fatto colazione, si avvicinarono a noi Chloe e Ethan e Travis disse che doveva andare a fare pratica con l’arco. Così mi salutò e se ne andò.
-Devi sceglierti un’arma, adesso- mi disse Chloe. Poi si allontanò, scusandosi. Era andata da un biondino della casa di Apollo. Mi sembra fosse Will. Interessante…le avrei chiesto qualcosa in merito, dopo.
-Da dove cominciamo? – chiesi a Ethan, titubante. Lui era stranamente…tenebroso. Sì, proprio come la sera prima.
-Beh, andiamo…cominciamo dalla…scherma? Va bene? –
-Certo- cantilenai e gli sorrisi.
-Benissimo- continuava ad avere quel tono freddo. Sembrava che parlassi con il Minotauro, ve lo giuro.
-Ethan- il mio sorriso si spense poco a poco, come la debole fiammella di una candela su cui cadono gocce d’acqua –Cos’hai? – Lui si strinse nelle spalle.
-Niente. – Non assomigliava affatto al gentile, simpatico, solare ragazzo che mi inondava di informazioni del giorno prima. E poi si vedeva che quel “Niente” era una bugia patetica. Ci vuole ben altro per mentire ad una bugiarda.
-Ethan- dissi, leggermente alterata –Non puoi comportarti così e dire che non hai niente! – Nel frattempo giurai sullo Stige che, se avesse risposto di nuovo quel patetico “Niente” gli avrei dato un pugno così forte da far sprofondare le sue chiappe semidivine nell’Ade. Ma si risparmiò questa brutta sorte.
-E’ solo che…- mi guardò dritta negli occhi, scoccandomi un’occhiata piena di significato –ieri…mi sei mancata-. Si strinse nelle spalle e continuò a camminare. Oh, avevo capito, io. Sono più perspicace di quanto sembra. In realtà quello voleva dire “Non ti azzardare più a lasciarmi da solo. Hai passato troppo tempo con Travis”. Poi lui sorrise ed io mormorai –Afferrato-. Lui mi accarezzò il ciuffetto biondo scuro e abbassò quasi subito la testa, arrossendo. Com’era carino quand’era in imbarazzo (m’impressionai anche io del mio pensiero, visto che non mi era mai piaciuto nessuno). In quell’istante decisi di farlo imbarazzare più spesso. Presto ci ritrovammo in un’altra specie di padiglione, ma pieno di spade e più simile ad un’arena. Ethan mi spiegò in fretta: mi dovevo battere con qualcuno con la spada.
-Ethan, non ho impugnato spada in vita mia-
-Tranquilla, non avrai problemi. Per tutti è stato così. Sei nata per combattere. Sai perché sei iperattiva, dislessica e non riesci a stare attenta troppo a lungo? –
Scossi la testa.
-Perché hai i riflessi da combattimento. Noi semidei siamo nati per combattere. –
-Grazie, Cervellone-
A distoglierci dalla conversazione fu una ragazza che si propose volontaria. Alta, possente, dai lunghi capelli castani e dagli occhi marroni che erano accesi in uno sguardo di malignità.
-Oh, che Zeus te la mandi buona, Melanie- mi disse Ethan –lei è Clarisse, figlia di Ares- e così rassicurata, presi una spada e mi misi di fronte a Clarisse.
-Ehi, novellina, vediamo come te la cavi! – mi provocò Clarisse. Io non risposi e tentai un affondo che lei non si aspettava e la ferii al polpaccio. Mi guardò esterrefatta.
-Come osi…? Non permetterò di una pivellina come te si prenda gioco di me! - gridò, fuori di sé –Almeno dimmi come ti chiami, così saprò cosa incidere sulla tua lapide- Io la guardai con aria di sfida. –Mi chiamo Melanie Barrymore, ma se fossi in te non mi affretterei a cercare la lapide- Ero sicura di me. “Non sono forte” ripetei a me stessa “Ma sono astuta”. Clarisse continuava a menare colpi con la forza bruta, io li paravo. Poi ci arrivai. Ero minuta, perciò rotolai su me stessa e mi ritrovai alle sue spalle. Clarisse non fece in tempo a voltarsi che era inginocchiata per terra, con la spada puntata alla gola. La liberai dalla mia presa. –Ehi, Barrymore- mi ringhiò –Non finisce qui. – e se ne andò, come una Furia. Sentii battere le mani. Mi voltai, con la fronte imperlata di sudore (avevo fatto fatica, la spada era troppo pesante). Era Chirone. –Sono davvero impressionato, Melanie- mi disse –Una strategia degna della dea Atena-. Ma non potevo essere figlia di Atena. Avevo già una madre. Mia madre! Decisi di farmi spiegare come si invia un messaggio Iride, dopo. –Anche se sei più un tipo da coltello- continuò Chirone. –Grazie, Chirone-. E poi, all’improvviso, un coltello mi si piantò nel polpaccio. Stavo per svenire e perdere i sensi, dopo aver visto Ethan precipitarsi su di me indicando la mia fronte e sorreggendomi.

Spazio per quella pazza dell'Autrice:
Qui Maya, in realtà figlia di Atena. Secondo voi perché Ethan indica la fronte di Melanie? Che la nostra Mel sia stata riconosciuta? Perché le si è piantato un coltello nel polpaccio? Al più presto il mio prossimo capitolo che vi stupirà, tra novità, inganni e intrighi d'amore. Specificate se siete mortali-semidei-mostri, grazie. 
Maya, figlia di Atena

 
  
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