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Autore: _Swacilia    03/08/2013    2 recensioni
Occhi verdi contornati da un pesante trucco nero, capelli neri tagliati da un paio di forbici rovinate, un sorriso inacidito da anni di solitudine e un corpo troppo magro e slanciato per sostenere tutti quei pensieri frullati e compressi assieme nella mente di una neo-diciottenne a cui sono stati estirpati i sogni.
Questa è la storia di Nora.
«Sono stufa di tutto, voglio solo viaggiare.»
#Enjoy.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due
 
Il bus arriva davanti scuola, scendo e mi metto in faccia il più finto dei sorrisi, anche se ero davvero felice per la fine di quello strazio, chiamato anche scuola. 
Salgo le scale, mi dirigo nella mia classe: 4B.
Mentre attraverso l'aula, le ragazze più buone mi guardano e mi sorridono impaurite, mentre quelle più facili (o più troie, detta più direttamente) mi guardano come se gli avessi spezzato un'unghia; i ragazzi sono tutti piuttosto rispettosi. E questo tutto perchè l'ultima volta che mi hanno fatto innervosire ho rotto il braccio al capitano della squadra di calcio e quindi anche fighetto della classe, Pietro. Non è nulla di più di un ragazzino gasato che deve darsi una regolata o rischia di rompersi qualcos'altro per mano mia.
Mi siedo al mio posto in fondo all'aula, affianco all'unico ragazzo della classe con cui vado d'accordo, Claudio. E' lui che mi porta in discoteca in motorino, che mi offre da bere ed è con lui che ho provato a fare un sacco di cose. Una sera, entrambi ubriachi marci, se non fosse stato per il resto della compagnia, avrei anche avuto la mia prima volta insieme a lui. 
Ah, la mia compagnia, quelli che io chiamo "la banda dei fattoni", quelli finiti per caso allo sientifico, in poche parole gente che come me in questo posto non c'entra assolutamente nulla.
Io, Claudio, Manuel, Lorenzo e Giulio. Da poco si era aggiunta a noi la ragazza di Manuel, Emma, e c'è da dire che lei è davvero una "a posto", nonostante sia la prima della classe.
Io e Claudio siamo in 4B, mentre Manuel, Emma e Lorenzo in 4C e Giulio in 4D.
Tolgo gli auricolari e torno nello scolorito mondo reale, mi giro verso Claudio e lo vedo mezzo addormentato con la testa appoggiata al banco.
Mi avvicino al suo orecchio e grido.
"SVEGLIA CLA!"
Lo vedo saltare di colpo dalla sedia.
"Ma che sei, matta?" mi guarda spalancando i suoi occhi neri come la pece.
"Io? Preferisco il termine 'anticonformista'." rispondo facendogli la linguaccia. 
"Grazie per aver turbato il mio sonno, miss anticonformista. Comunque, novità sulla tua nuova tela?" 
"E' un segreto. Finchè non è finita non la vedrà nessuno, e te l'ho ripetuto troppe volte." 
Il silenzio cala, tutti si alzano in piedi ordinatamente, e nell'aria si sente solo il "Vaffanculo Nora!" di Claudio, mentre la professoressa di latino si accomoda alla cattedra.
"Mavastri, cosa succede, sei triste perchè è l'ultimo giorno di scuola?" esordisce la vecchiaccia, cercando di essere simpatica. Tentativo fallito, prof.
Claudio diventa viola, mentre io appoggio una mano sulla bocca e ridacchio con nonchalance. 
"Quindi. Come ben sapete, oggi è l'ultimo giorno. Per alcuni di voi l'anno prossimo ci sarà l'esame di maturità, mentre per altri è meglio se non appiccate un incendio con i libri perchè vi serviranno ancora quelli di quarta. Detto questo, ognuno farà un breve discorso, e poi vi farò fare tutto il giorno quello che volete, ma solo perchè mi sento buona. Andiamo in ordine alfabetico."
E così, uno per volta, si alzano tutti, e ognuno a modo suo esprime la speranza di non venire bocciato o rimandato. Intanto infondo all'aula ridevo con Claudio della stupida mentalità degli altri. 
Lui era il classico poeta, uno scrittore un po' sregolato, per scherzare spesso lo chiamo Prévert.
Io invece sono Dalì, una pittrice completamente andata, ma che porta alla luce il subconscio e nasconde messaggi profondi in figure semplici.
"Zellia, tocca a te." dice la Gianchi guardandomi con aria di sfida.
Mi alzo, butto un'occhiata a Claudio che ha già capito tutto, e vado vicino alla lavagna. Cancello gli scarabocchi riguardanti quel secchione di Tonso e le sue vacanze studio in Islanda. Prendo un gessetto e inizio a disegnare. Dopo dieci buoni minuti, alla lavagna si vede il disegno di un lupo che si allontana da un gregge di capre, seguito da una volpe.
"Adesso scommetto che tutti vi starete chiedendo cosa io abbia mai potuto volervi dire con questo disegno. Semplicissimo. Io sono il lupo. Voi mi chiamate 'Lupa', e così almeno l'ultimo giorno di scuola vi accontento. La volpe rappresenta Claudio, che già sa tutto. Il gregge siete voi: tante capre che fanno tutte la stessa cosa. Non sapete distinguervi. Bene, la Lupa e la Volpe se ne vanno, insieme al Falco Manuel, all'Aquila Emma, alla Iena Lorenzo e all'orso Giulio, che in questo disegno sono presenti, lì nell'angolino in basso nel totem che nessuno ha notato. E con 'se ne vanno' intendo proprio che questo è il nostro ultimo anno scolastico. Siamo entrambi maggiorenni e pieni di talento, al diavolo questo schifo di scuola. Esattamente, questa è l'ultima volta che ci vedete. Insieme al resto dei compagni nominati, prendiamo e partiamo. Giriamo intorno al mondo, mentre voi siete obbligati a studiare e farvi il culo. Noi saremo qualcuno anche senza sapere come fare un trapianto di fegato o senza ricordarci tutte quelle assurde formule chimiche che non ci serviranno a nulla quando laveremo i piatti nel primo locale a Parigi per racimolare i soldi del viaggio per Berlino, Vienna, Londra e Dublino e poi chissà dove. Detto questo, a mai più rivederci, divertitevi mentre vi fate il culo per passare la maturità o per non farvi fermare di nuovo." sorriso soddisfatta guardando le espressioni esterrefatte dei mie compagni, Claudio che rideva come se avesse fumato e la professoressa che cercava di fingere di non sapere chi fossi.
La campanella della prima ora suona, la professoressa esce in silenzio ancora esterefatta per il mio discorso. Torno al mio posto, prendo la borsa e insieme a Claudio esco.
"A mai più, poveri idioti!" rido attraversando la porta.
Andiamo sulle scale anti-incendio a fumare l'ultima canna tutti insieme. Ci eravamo ripromessi di non fumare più una volta iniziato il viaggio, perchè i soldi che spendevamo per l'erba ci sarebbero serviti per mantenerci.
Un tiro e poi un altro, la vista mi si offusca leggermente, non so se è per lo spinello o per il fumo di quest'ultimo, che diventa sempre più fitto, come le nostre risate e le cazzate che diciamo.
"Ehy, ragazzi, guardate, un unicorno!" grida Emma mentre ride convulsamente.
"Ma cosa? Guarda che quella è una papera con uno zainetto verde!" gli risponde Lorenzo.
Iniziamo tutti a ridere come se avessimo visto la cosa più esilarante del mondo.
Ci addormentiamo poco dopo, completamente fatti. A svegliarci è il suono della campanella dell'uscita, raccogliamo le nostre cose e ci riuniamo tutti al bar vicino alla scuola.
Prendo la mia borsa e ne estraggo diversi libri di geografia e atlanti stradali.
"Bene, qual è la nostra prima tappa?" sorrido.


Nota dell'autrice: Ed ecco il secondo capitolo! Credo di essermi impegnata già di più dell'altra volta, lol, anche se ci ho messo più tempo. Ho deciso di non pubblicare più il prima possibile, ma solo una volta raggiunte le tre recensioni, perchè, capitemi, sono umana anche io e ho bisogno di tempo (e una connessione decente) per scrivere. Detto questo, grazie a chi segue la storia e a chi lascerà gentilmente una recensione :)
   
 
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