Capitolo 2
Una volta
uscita d’ospedale, L decise di trovarsi una nuova sistemazione. Non era
ottimista verso il futuro. Non lo era
mai stata, e questo non l’aiutava di certo.
Con i soldi
guadagnati con quello schifo d’impiego, riuscì a pagarsi l’affitto di un
appartamento, abbastanza isolato dal centro e forse era anche la cosa migliore:
lo stress di città non era adatto a lei. La sua stanza era piccola e le pareti
furono presto riempite da poster dei migliori film di Mafia; anche il bagno era
abbastanza ridotto e la doccia, se eri fortunato, a volte potevi farla anche
con l’acqua calda. Si dedicò presto alla ricerca di un nuovo impiego. A pochi
km da casa sua, facendo giusto una fermata d’autobus, si arrivava ad una
caffetteria niente male, dove cornetti e ciambelle erano il piatto preferito
dai clienti. Lì, iniziò ad accumulare un po’ di soldi: ogni pomeriggio era
impegnata come cameriera e il clima che si respirava era sereno; certo, apparte
le colleghe che erano un po’ tutte delle troiette rifatte che non vedevano
l’ora di darla a qualche cliente di bell’aspetto,ma comunque per lei era come
se non esistessero.
Un giorno,
di ritorno dal lavoro, vide un cartello che parlava di un audizione per una
parte in una commedia. Stracciò di colpo il foglio dal muro e lesse
attentamente il giorno e l’ora. Accorgendosi che era già in ritardo di 10
minuti, si precipitò al teatro indicato, senza curarsi del suo aspetto
trasandato. Dopo una lunga serie di spinte ricevute dalla folla in movimento
arrivò di fronte al portone del luogo indicato dal volantino e col fiatone dalla
lunga corsa entrò senza pensarci due volte. Centinaia di ragazze erano in fila
di fronte una porta rossa e così, seguendo la procedura, si affiancò ad una
delle tante. Non sapeva nemmeno di cosa parlasse l’opera, ma una delle
splendide capacità di L era di immedesimarsi immediatamente in qualsiasi
personaggio. Diveniva una bambola.
Arrivò il
suo turno…come sempre un interpretazione fantastica, ma la giuria era scettica.
Non le diede fiducia e preferì prendere una ragazza che, per puro caso, era la
figlia di uno degli uomini più in vista della città. L non aveva mai dato
fiducia alla società. Era sporca e corrotta e lei lo sapeva bene. Le bastava ripensare
all’uomo che l’aveva venduta al miglior offerente, come fosse un oggetto
all’asta. Così diceva L...’avidità degli uomini è fottutamente schifosa’. All’uscita dal teatro, pensò bene di fumare
una sigaretta prima di prendere l’ultima corsa, e a farle compagnia c’era
un'altra delle ragazze appena scartate, che le tese l’accendino prima che lei
riuscisse a trovarlo nelle tasche.
‘non hanno
preso neanche te, eh?’ le disse abbattuta la ragazza dai lunghi capelli ricci.
I suoi occhi azzurri la guardavano come se sorridessero. ‘pezzi di merda.’ L
rispose seccata al solo pensiero di quella giuria venduta. ‘che ci vuoi fare,
sappiamo come girano le cose a questo mondo…ma non mi dò per vinta, la prossima
volta quei bastardi staranno in prima fila a vedere il mio spettacolo.’ ‘ sì,
infatti! Ci applaudiranno talmente tanto che gli sanguineranno le mani a stì stronzi!’ ‘ brava! questa m’è piaciuta..comunque io sono L’
‘Mars, piacere’ ‘bè io devo scappare o mi
toccherà farmela a piedi fino a casa,… quando vuoi, io lavoro alla caffetteria
qui di fronte. Se passi ti offro qualcosa’ ‘ok, grazie!è stato un piacere’. Le
due si salutarono e si allontanarono entrambe. Il giorno seguente, Mars era lì.
Le due chiaccherarono a lungo. Anche dopo che L ebbe finito di lavorare,
continuarono fino alla fermata. Le due avevano molte cose in comune e questo
non poteva che avvicinarle. L si affezzionò in modo particolare alla ragazza e
la invitò a stare da lei..avrebbero condiviso l’appartamento e perlomeno, quella
stanza così triste, sarebbe stata illuminata dalla dolcezza di una persona
cara.
Se solo il
tempo si fosse fermato… non avrei sofferto così tanto.