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Autore: Polloistheway    07/08/2013    3 recensioni
«Conosce gli special guest di questa sera?» «In effetti non so neanche chi siano...» scrollai le spalle.
«Cioè lei vuole dirci di non sapere chi sono i One Direction?» «Oddio! Loro? Certo che li conosco!La mia migliore amica me li fa ascoltare ogni santo giorno» sogghignai pensando ad Emma nel suo piccolo appartamento a Mahnattan.
«Ehm non dovreste andare ad intervistare loro? Mi pare che siano laggiù» dissi indicando un punto dietro di me da cui provenivano urla di ragazzine in preda ad una crisi ormonale.
Genere: Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

 

Alle tre e venti mio padre rincasò. Dopo la mia figuraccia con Harry mi ero fiondata a letto, ma con mio grande disappunto, non ero riuscita a chiudere occhio.

«Sel sei ancora sveglia?» domandò lui entrando nella mia stanza.

«Mmmh» mugolai coprendomi gli occhi con un braccio per la luce.

«Che succede?» mi accarezzò la fronte.

«Papà posso dormire con te stanotte?» chiesi.

«Certo tesoro» appena acconsentì mi alzai dal letto, fiondandomi tra le sue braccia.

Mormorai un grazie e ci avviammo verso la sua camera.

«è successo qualcosa con quel ragazzo... Harry?»

«Il problema sta proprio qui papà! Non è successo.» mossi i capelli con una mano.

«Ok,ok non dovevo chiedere niente! Basta ragazzi a casa mia, pensavo che non pensassi a queste cose! Mai parlare di ragazzi, ok.» si lamentò tappandosi le orecchie con le mani. Risi.

«Scusa, non parlo più promesso!»

 

La mattina dopo mi svegliai distrutta, ripensando alla sera precedente (tralasciando la parte a casa mia). Giunsi alla conclusione che era stata bella serata.

Prima che prendessi in mano la tazza del the il mio cellulare squillò, risposi.

«Pronto?» dissi con la voce ancora impastata dal sonno.

Un urlo ,che durò una ventina di minuti ad un'intensità pari a quaranta milioni di decibel, mi arrivò all'orecchio.

«Merda Emma sono le nove di mattina! Non urlare così!»

«Selene, Selene, Selene... HAI CONOSCIUTO I ONE DIRECTION! Sei scema? Perché non mi hai chiamato ieri? Sapevi che sarei stata sveglia.»

«Lo so, lo so, ma ero stanchissima» mi scusai.

«Ok, ok ti perdono. ALLORA? Dimmi tutto!» mi rimbrottò.

«Beh sono stupendi: simpatici, dolci, belli...» all'ultima l'immagine di quegli occhi verdi mi si piazzò nella mente.

«Sì, sì questo lo so. Intendevo dire: è successo qualcosa con uno di loro? Aspetta ti aiuto: capelli castani, ricci, occhi...» non finì la frase che la bloccai con un sì nervoso.

«Sì,cioè no... Ehm è difficile da spiegare, soprattutto al telefono.» borbottai.

«Se apri la porta sarà più facile» Mi girai verso l'entrata di casa e vidi Emma nella sua maglietta dei Lakers, con cappuccio sopra la testa per coprirsi dal sole (cosa che odia), il suo braccio che si agitava per farsi notare.

«Emma tu sei PAZZA!» gli dissi puntandole un dito contro, dopo averla fatta entrare.

«Sì lo so ma è tutta colpa di mio padre»

«Eh, certo, sempre colpa degli uomini vero?» la presi in giro io.

«Cosa ti aspettavi? Schweppes!» sorrise maliziosa copiando la faccia di Uma.

«Fuori di testa completa sei!» commentai scuotendo la testa.

«So anche questo» disse inchinandosi come una ballerina classica e salutando come Elisabetta II.

Poggiai una mano sulla mia faccia e sospirai.

«Perché a me?»chiesi alzando gli occhi al cielo.

«Perché hai tutte le altre fortune, un'amica scema te la meriterai no?» rise «Sai Sel, ieri dopo aver ascoltato On Top Of The World degli Imagine Dragons su i Croads, ho ascoltato le altre canzoni e ho scoperto che ce n'è una che si chiama Emma e una Selene... non è una figata?» si buttò come una balena spiaggiata sul mio divano, iniziando a fare zapping alla TV.

«Davvero una coincidenza» mugugnai tornando a bere il mio Earl Grey che si era ormai raffreddato.

«Allora che è successo?» domandò.

«Mi ha accompagnato a casa, io ho acceso la radio, abbiamo ballato per qualche minuto poi ci siamo baciati e lui è scappato, senza numero di telefono.» sbuffai malinconica.

«Beh è un coglione: aveva una figa come te davanti e se n'è andato... sono sempre più convinta che siano usciti di testa!» scrollai le spalle, come a dire che non m'interessava, ma n'interessava eccome.

Il telefono squillò nuovamente, ma questa volta era il numero dell'ufficio di mio padre.

«Pronto?»

«Signorina Downey c'è un signore di nome Louis William Tomlinson che la cerca. Devo dargli il suo numero?» domandò George, l'agente di Robert.

«Oh... ehm sì glielo dia. Gli può dire se può chiamare subito?» aggiunsi.

«Certo signorina. Buona giornata» chiusi la chiamata e mi girai verso Emma.

«Il tuo amato Louis sta per chiamare. Cerca di restare abbastanza calma per favore»

Per la terza volta in un'ora il mio telefonino squillò.

«Pronto?» risposi.

«Selene? Sono Louis, degli One Direction. Volevo sapere se vale ancora l'invito ad uscire con noi: la mia ragazza sarebbe entusiasta all'idea di conoscerti» parlò così velocemente che faticai ad afferrare tutto. Dato che avevo messo in vivavoce si sentì Em che urlava come una dannata.

Chiusi subito la modalità e mi portai l'oggetto all'orecchio.

«Scusa c'è a casa mia Emma, quella di cui vi parlavo, ed è un po'... sclerata»

«Oh» una risata in sottofondo «Niall non ridere!»

Sorrisi «Comunque per l'uscita va bene, anche ora se volete. Sono sempre libera in estate»

«A parte quando esci sul Red Carpet? » risi io questa volta.

«Sì, eccetto quelle volte»

«Ci troviamo davanti all'entrata principale di Central Park, fra un'ora. Ah... porta la tua amica Emma » propose. Confermai e chiudemmo la chiamata.

Avvisai mio padre tramite messaggio e portai Em in camera.

«Fottuto Louis! Non ci poteva avvisare prima? Nooooo, cazzo! Avvisiamo Emma sei merdosi secondi prima così che non possa cambiarsi e truccarsi decentemente!» mentre la mia “finissima” (è sarcastico) migliore amica parlava a vanvera pescai una maglietta nera con dei disegni bianchi, dei pantaloni bianchi e le scarpe che aveva lasciato a casa mia la volta precedente e le passai il tutto.

Presi i vestiti per la sottoscritta e mi truccai leggermente mentre lei blaterava cose senza senso (almeno per me).

«.... Non ho capito perché sono cambiati così tanto! Dove sono le bretelle e le maglie a righe di Louis? Le polo rosse di Niall? Le maglie stile college di Zayn? Le camicie a quadri di Liam? Le All Stars bianche di Harry?» le raccolsi i capelli in una coda disordinata, impigliandomi sul dilatatore che teneva all'orecchio e la feci salire in macchina.

Venti minuti dopo eravamo davanti all'entrata di Central Park, ad aspettare i ragazzi.

Solo quando vidi sopraggiungere la loro auto mi venne in mente Harry.

Imprecai sottovoce e pensai ad una scappatoia:

  1. Potevo uscire dal traffico, tanto loro non conoscevano la Peugeot di Emma.

  2. Mandare Emma ad inventare una scusa per la mia sparizione

  3. fingermi morta e farmi portare via.

Ok, Sel, l'ultima no.

«Coraggio Selene, magari non c'è neanche.» mi accorsi della bionda che mi fissava sorridente e mi calmai. Sussurrai un Ok poco convinto e mi accasciai sul sedile.

Uscimmo dalla vettura e aspettammo la Range Rover nera.

«Cazzo Em! È la macchina di Harry!» gridai fissandola preoccupata.

«è anche quella di Niall» si strinse nelle spalle e io l'abbracciai.

Era il momento.

“inspira, espira, inspira, espira” pensai mentre ad uno ad uno scendevano dal veicolo.

“Niall, Liam, Zayn, Louis...” il guidatore non era sceso, quindi c'era. Merda!

Arrossii visibilmente imbarazzata.

«Ragazze chiedo scusa, ma Eleanor arriverà in ritardo, è intasata nel traffico.» Louis si passò una mano tra i capelli chiari.

«Nada problema» mormorai io. Mi voltai verso la bionda in cerca d'aiuto, ma la sua espressione fu eloquente: aveva la bocca spalancata, gli occhi strabuzzati, la mano destra sul cuore e la sinistra tra i capelli.

I ragazzi avevano delle facce da filmare: Niall mi fissava con una smorfia come a dirmi di farla curare, Louis la guardava divertito, Liam era imbarazzato al massimo, Zayn aveva corrugato le sopracciglia come a chiedermi spiegazioni. Sorrisi in segno di scusa e scrollai le spalle alla mia amica.

«Selene, sono...» annuii.

«OH FOTTUTA AMICA STUPENDA!» mi abbracciò«GRAZIE GRAZIE GRAZIE!» urlò. Io mi irrigidii fissandola in cagnesco.

«Bene, come avrete capito lei è Emma» mi rivolsi ai ragazzi e quelli le sorrisero.

«Ciao!» salutò lei, saltellando.

«Almeno non è vestita di gadget» commentò Zayn sottovoce.

«Solo perché i vestiti sono miei» ribattei.

 

HARRY

Perché l'avevo fatto? Non riesco neanche ad ammetterlo.

Vederla mi metteva a disagio, in quel momento ancor di più che la sera prima.

Scesi lentamente dalla macchina, dopo aver tirato un respiro profondo. Guardai subito la bionda, per evitare lo sguardo di Selene.

«Harry finalmente! Perché ci hai messo così tanto?» chiese Lou. Era l'unico che sapeva cos'era successo.

“Stronzo” pensai. Cercai di sorridere, ma mi uscì una smorfia.

«Ciao» balbettò la rossa con gli occhi lucidi. L'avevo ferita così tanto?

Salutai leggermente e m'inoltrai nel parco.

«Scusatelo è stanco da ieri» disse Niall ribadendo la scusa che avevo buttato lì tornando a casa.

«Sì... stanco» la bionda sembrò lanciarmi una frecciatina.

“Lei sa, ma se dice anche solo una parola agli altri le chiudo la bocca con lo scotch” scossi la testa e mi voltai.

Selene camminava indietro, guardandosi intorno a disagio.

Mi fermai e l'aspettai, non se ne accorse fino a che non le rivolsi la parola chiedendole di seguirmi per parlare.

«Senti ieri sera sono stato...» mi fermò.

«No, capisco. Hai probabilmente capito che non sono brava in quelle cose, che sono una stupida, viziata, timida e estremamente brutta. Che l'unico mio pregio sono i soldi, che tu hai già, quindi anche inutile. Capisco. Non c'è bisogno di rivangare.» spiegò inceppandosi spesso.

Strabuzzai gli occhi. Pensava questo di sé? Dio, non poteva essere!

«No, no. Non hai capito un bel niente. Volevo solo dirti che io... non sono come vuoi tu.» cercai di spiegare.

«Io, non voglio niente. Volevo passare una serata con te, una notte e via.» ribatté lei.

«Non era quello che il tuo corpo diceva» sussurrai.

Mi fissò.

«Cosa?» chiese.

«Me ne sono andato per questo ieri sera: non voglio una relazione stabile, non voglio una ragazza, non voglio te.» dissi distogliendo lo sguardo.

«Bene» mormorò. Non la sentii andare via, finché non alzai lo sguardo e quello che vidi davanti ai miei occhi fu un albero di betulla.

 

SELENE

 

«Ma guarda che stronzo! Ora me ne torno a casa, tanto quella a cui piacciono è Em.» borbottai andando verso di loro.

«.... insomma è sempre tutto grazie a lei. Ho conosciuto suo padre il primo anno di liceo, dopo tre anni che ci conoscevamo. Sono una famiglia stupenda e quando vado a casa loro mi sento... invidiosa. Oltre che per gli oggetti che possiede anche per come si vogliono bene lei e Robert. Mi sento fuori posto...» Emma! Oddio era invidiosa? Scappai da quell'incubo che era quel posto proprio quando la bionda disse: « Ma non voglio che si senta in colpa, è la migliore amica del mondo» ma questo non lo sentii.

Corsi fino alla strada e chiamai un taxi. Appena salita mandai un messaggio a Em, per scusarmi di essermene andata.

Diedi al tassista l'indirizzo di Mark, dopo averlo chiamato e aver capito che la mia visita era benaccetta.

Il portoncino si aprì di scatto dopo aver suonato il campanello.

“1, 2, 3..... 9....12, 13. vai!” bussai e la porta si socchiuse.

La spalancai cerando il ragazzo con lo sguardo e lo trovai seduto sul divano con Daniel che gli dava un bacio, per poi avviarsi verso di me (ok la porta) per uscire.

«Ehilà Sel, tutto bene?» chiese gentilmente.

«No, ma grazie per avermelo chiesto» ribattei sorridendo. In tutta risposta mi baciò sulla guancia.

«Vedi di trattarla bene, amore» disse rivolgendosi a Mark.

Lui gli fece l'ok con le dita e io mi fiondai tra le sue braccia.

La porta si chiuse e io iniziai a spiegare quello che era successo.

«Con Harry non ha funzionato? Magari ci provo io. Ha detto che non vuole una ragazza, non un ragazzo» lo fissai scandalizzata.

«Ok, ok scherzavo!» alzò le mani sopra la testa

“Molto meglio” pensai

«Hai pensato che lo faccia perché ha paura?»

«Di cosa? Di mio padre con i razzi e i lanciafiamme di Iron Man?» ironizzai fissandolo scettica.

«Di impegnarsi idiota!» mi rimproverò

Pensai alla relazione con Taylor... tre settimane e poi stop, altre relazioni... mai sentite negli ultimi tempi, a parte Gossip falsi.

«Quindi non credi che sia colpa mia?»

«No» ribadì.

«Bene Grazie Mark, ora me ne torno a casa» gli schioccai un bacio sulla guancia e me ne andai.

Emma mi chiamò venti minuti dopo che fui arrivata a casa.

«Sì?»

«Sono davanti a casa tua. Aprimi SUBITO» ordinò.

«Che c'è?» chiesi dopo averla fatta entrare.

«Forse dovrei chiederlo io a te»

«Non mi sono ricordata che dovevo tornare dei libri ad un amico di Mark, che questo pomeriggio parte per il Marocco.» inventai una scusa sul momento e mi buttai sul divano seguita da lei.

«Non m'inganni»

«Raccontami com'è andata al parco su!» la esortai cambiando discorso.

«OH DIO! Sono troppo belli!» partì per la tangente e io ringraziai il Signore per averla fatta innamorare di quei cinque così tanto.

Alle sei del pomeriggio ero seduta sullo sgabello in cucina e stavo aspettando papà.

Proprio in quel momento Robert entrò e si sedette pesantemente sulla sedia.

«Buongiorno tesoro» esordì.

«Papà» salutai io.

«Devo dirti una cosa»

«Oddio che c'è? Stai male? Hai un altro figlio?» mi alzai e gli andai a toccare la fronte per accertarmi che non avesse la febbre.

«No -rise- ma ce l'avrò presto»

«Cosa la febbre?» chiesi aggrottando le sopracciglia.

«Un bambino stupida» mi fissò, come implorante.

«OH MIO DIO! Con chi? Come? E ora? Maschio o femmina?»

«Selene, siediti e respira. Sai che molte sere esco, che dormo fuori eccetera? Beh sono con una donna. È un'attrice con cui ho fatto un film molto tempo fa. Sono innamorato di lei da... beh da un po'»

«Come si chiama?» domandai con la voce strozzata.

«Susan Levin»

«La ami come amavi la mamma?»

«Sì»

«Ma non ti dimenticherai della mamma vero? Non mi lascerai sola?» soffocai un singulto. Avevo le lacrime agli occhi.

«No! Sei pazza? Io ci sarò sempre per te. Non verrai mai sostituita, MAI»

«Papà...» cominciai a piangere e lui mi abbracciò stretta. Almeno la giornata di merda era terminata.

 

Il giorno seguente stava diluviando.

“Bell'inizio” pensai mentre m'incamminavo verso il grattacielo che ospitava l'appartamento di Emma.

Guardai verso l'alto il cielo e... mi scontrai con qualcuno.

«MA CHE CAZZO» urlai frustrata.

Alzai lo sguardo e mi ritrovai con Harry che mi fissava.

«Fanculo» borbottai guardandomi i jeans luridi e il ginocchio sbucciato grazie al cazzuto asfalto di New York.

«Vuoi una mano?» domandò.

«No» sbottai facendomi leva sui gomiti.

«Buona giornata» sussurrai passandogli accanto. Con la mano mi afferrò il polso e mi fece voltare verso di lui.

Mi ritrovai sulle sue labbra in meno di un secondo.

Mugugnai e cercai di ritrarmi, ma era forte. Quando sentì che non mi dibattevo più, mi strinse più vicino a sé e mi posò le mani sui fianchi. Fu un bacio dolce a cui mi abbandonai completamente.

Le sue labbra erano morbide, con un sapore mielato e un retrogusto di cioccolato.

Ci staccammo per riprendere fiato.

«Ok, ora posso dirti che sono un coglione»

SPAZIO AUTRICE:
Volevo solo ringraziare tutti e farvi vedere i personaggi:

EMMA:

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MARK:
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DANIEL:
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