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Autore: Re_birth    07/08/2013    2 recensioni
"Cosa cazzo ho fatto ieri sera?!"
Amici, discoteca, alcol, molto alcol.... e poi?
Cosa sarà mai successo alla giovane Maka Albarn, una ragazza che sta per entrare all'università?
E sopratutto... quali saranno le conseguenze?
-Rehara&Firephoenix.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Perchè non c'è limite al peggio   

Maka Albarn, facoltosa studentessa reduce dal primo giorno di università, inciampò nel laccio della sua scarpa per la quinta volta rischiando, per un numero di volte altrettanto considerevole, di uccidersi.
Coraggio, ancora qualche gradino! E dai!
Chiunque avesse osservato la scena dell'esterno avrebbe notato, con sommo stupore, un tornado coi codini precipitarsi giù dall'enorme scalinata dell'università, come inseguita da chissà quali mostri.
La bionda inciampò per la sesta volta e, saltando con un balzo gli ultimi sette gradini, si spiaccicò contro l'asfalto della strada subendosi gli sguardi preoccupati dei passanti.
«Sto bene!» esclamò poi rialzandosi come una furia diretta verso il primo angolo che avrebbe funto da barriera tra lei e la sua università, o meglio, tra lei e...
«Quel maledetto ragazzo! Guarda cosa mi tocca fare per evitarlo!» sospirò la bionda a denti stretti fermandosi finalmente ad allacciarsi l'infausta scarpa.
Tutto sommato non era andata poi così male. Dopo aver scoperto che Soul frequentava la sua stessa scuola, la ragazza aveva trovato la sua classe e, tra imbarazzanti presentazioni e tristi “scusate il ritardo sono nuova”, aveva passato una bella mattinata immergendosi a pieno nello studio come solo lei sapeva fare. All'ora di pranzo, tralasciando un paio di ghigni da parte dell'albino e il tavolo vuoto dove era seduta, era filato tutto liscio.
Dopo le lezioni pomeridiane però una lieve inquietudine si era impossessata di lei: e se “faccia da sberle” l'avesse fermata dopo scuola?
Così al suono della campanella era scattata fuori dall'università, per la sola, sciocca paura di incrociare Soul.
Comunque sia, il pericolo era ormai scampato.
Maka sfilò le chiavi del suo appartamento dallo zaino pieno di libri quando era ormai a pochi passi dal condominio dove viveva, felice di essere a casa. Salì velocemente le scale e, tutta presa dai suoi pensieri, aprì la porta di casa sua con il tipico “casa dolce casa” giusto prima di essere investita da un ondata di acqua che le bagnò copiosamente gambe e piedi. Oh cazzo. Ooooh cazzo!
«Non ci posso credere!» la bionda entrò nel soggiorno annaspando nell'acqua fino al bagno dove, imprecando in più lingue, si accorse del rubinetto del lavandino lasciato aperto al massimo da quando, in tutta fretta, era uscita di casa. Lo chiuse. Una risata isterica le uscì dalle labbra.
«Qualcos'altro o per oggi è tutto?» sbottò sarcastica calciando l'acqua. Un volantino galleggiò lentamente verso di lei, trasportato dalle onde. La ragazza lo afferrò per un angolo, nonostante fosse zuppo d'acqua era plastificato perciò ancora leggibile. Maka lo riconobbe all'istante: era il volantino pubblicitario dell'università, quello che, per inciso, si sarebbe dovuto trovare in camera sua e che quindi era indice del fatto che anche quella stanza si fosse allagata.
L'occhio le cadde sulle ultime righe, quelle che lei stessa non si era preoccupata di leggere perchè non le sarebbero mai dovute interessare: “...l'università offre in più comode camere/piccoli appartamenti per gli studiosi che ne desiderano usufruire nel caso che la loro abitazione fosse lontana o comunque in casi di bisogno. Gli interessati possono chiamare al numero 42-42-564. Verrà così loro assegnata una delle sopracitate stanze che...”
Maka si lasciò sfuggire un gemito di stizza abbassando il volantino, dopodiché si diresse a grossi passi verso la cucina sperando che il telefono portatile non le fosse caduto in acqua.


«Ok, grazie ancora e scusi per il disturbo» il telefono emise il bip di fine chiamata coprendo il sospiro di Maka. Per chissà quale miracolo era riuscita a farsi dare un mini appartamento che, le aveva detto la voce squillante al telefono, avrebbe dovuto condividere con una ragazza di un anno più grande. Altro sospiro. Adesso, si organizzò mentalmente, doveva chiamare qualcuno che le rimettesse a posto la casa, fare una valigia con l'essenziale e recarsi all'università per l'ora di cena, sperando che la sua coinquilina fosse un animo tranquillo.


***


«Nya! Sei venuta a fare un'altra doccia?» Maka rischiò di svenire quando la porta del suo nuovo appartamento venne aperta dalla stessa ragazza prosperosa della mattina prima.
«Oh, ehm, ciao, veramente no. Sono qui per l'appartamen...»
«Aaaah si! È vero! Mi avevano detto che venivi! Entra pure! Blair ti farà fare un giretto!» la bionda non fece in tempo a chiedersi come mai la ragazza si riferisse a se stessa in terza persona che venne catapultata nella stanza.
«Il piccolo salottino, la mia stanza, la tua stanza e l'angolo cucina! Nya!» Che dire? Breve, ma intenso «sono così felice di avere una coinquilina! Di solito sono qui tutta sola...»
Qualcuno bussò alla porta interrompendo “il fiume Blair” dai suoi discorsi.
Ma non ha appena detto che è tutta sola? Si chiese Maka alzando un sopracciglio. Dopo una lieve scrollata di spalle fece poi per entrare nella sua stanza lasciando la ragazza alle sue conoscenze quando una voce le fece gelare il sangue nelle vene.
«Allora, chi è questa tua nuova coinq...» la bionda si girò giusto in tempo per assistere al lungo fischio che Soul emise riconoscendola «salve dolcezza» ghignò poi.
Sono fottuta.
L’albino, a passi lenti e audaci, si avvicinò alla ragazza che non aveva nessuna voglia di rivolgergli la benché minima parola.
«Che maleducata. Non si salutano gli ospiti?» proferì beffardo mettendole una mano sulla spalla e facendole percorrere un brivido lungo la schiena.
Maka prese la mano del ragazzo con le punta delle dita, come se fosse la feccia della feccia, per poi letteralmente staccarla via da sé… e sicuramente, se quella parte del corpo non fosse stata attaccata ad una articolazione sarebbe volata dalla finestra.
Aprì la porta della sua nuova camera, in modo deciso e secco, ed entrò dentro senza nessuna esitazione, però prima fulminando con gli occhi l’Evans.
Il ragazzo rabbrividì percosso da una scarica elettrica che lo spiazzò.
«Soul-nya… che succede? Non ha gradito il tuo trattamento della scorsa notte?» gli chiese la ragazza dai capelli tinti di un viola scuro.
«Non credo proprio, cara. Ogni donna gradisce il mio trattamento.» affermò chiaro e tondo con un sorriso sghembo stampato sul viso mettendosi le mani in tasca.
«Ma se quello che dico io fosse vero….sarebbe il tuo primo fallimento, no? Un duro colpo, eh» miagolò ridacchiando la sua amica.
Scioccò la lingua. Non aveva di certo fallito… ma se lo avesse realmente fatto, e con una tavola da stiro per giunta, non se lo sarebbe mai perdonato.
«E allora in che altro modo potresti decifrare il suo comportamento?» si sdraiò sul divanetto del salottino pronta ad ascoltare Soul, il quale era appoggiato al muro dell’appartamento ricoperto da un’orrida tappezzeria a fiori lilla.
«Quella ragazza è strana! Mica lo posso sapere. Ma sei sicura che non le sia piaciuto? A me ne sembrava contenta a letto, eccome! Non potrebbe esserci qualche altra opzione?» disse un po’ malizioso e po’ stufo della situazione. Era da sempre stato sicuro delle sue “speciali doti” e Blair, in fondo, doveva essere l’ultima persona a discutere contro le sue prestazioni.
La giovane prosperosa cambiò la propria posizione sul sofà, si sedette e incrociò le gambe, alzò lo sguardo al cielo e cominciò a riflettere mordicchiando una penna presa chissà dove.
Puntò poi uno sguardo raggiante verso il ragazzo alzando la penna in aria come per dirgli che aveva trovato qualche altro motivo valido.
«O direttamente ti odia fino al midollo» affermò annuendo per la sua perspicacia la “quasi-gatta” soprannome affibbiatogli e condiviso da tutti uomini entrati nel suo letto.
Nello stesso attimo che concluse la frase, dallo spiraglio sotto la porta fuoriuscì un foglio.
Soul, inizialmente stranito, lo prese, poi lo lesse e infine sogghignò divertito.
«Credo proprio che la risposta giusta sia la seconda» confermò Soul, girando il foglio verso Blair, cosicché anche lei potesse comprendere ciò che aveva appena annunciato.
Muori fra atroci sofferenze, brutto maniaco di merda –Maka.
Risero entrambi senza badare alle continue botte di piedi e ringhi provenienti dalla stanza accanto.
Nessuno poteva mettere in dubbio le “performance” di Soul Eater Evans. Nessuno.

 

***

Verso le dieci e mezza di sera quel lurido pervertito se ne andò e la bionda, sempre da dentro la sua camera, sentendo lo sbattere della porta di casa quasi urlò euforica e piena di gioia.
Finalmente avrebbe potuto mettere qualcosa sotto i denti senza che quel maiale potesse interferire fra lei e il panino che avrebbe tenuto tra le mani.
Stava per aprire l’uscio quando dal salottino davanti alla sua camera sentì dei rumori ambigui:
sospiri, urli di piacere, proposte volgari, il suono di un qualche tessuto, probabilmente quello del divano, sfregato dalla pelle.
La bionda sporse la testa dalla porta e vide Blair e un ragazzo del tutto sconosciuto a lei, che probabilmente neanche frequentava questa università, amoreggiare in modo per nulla fraintendibile sopra il sofà.
La ragazza rientrò in camera, silenziosa come non mai e rossa come un peperone.
Ma non aveva detto che era sempre sola soletta?! E poi perché sul divano! Almeno in camera da letto!...
Sbuffò sonoramente. Era sicura che quella notte non avrebbe né mangiato né dormito, purtroppo.
Poi, però, le venne un lampo di genio: in tutte le ore che era rimasta chiusa dentro questa stanza, oltre ad aver sistemato la sua roba, aveva anche scrutato ogni suo angolo e aveva osservato, per non annoiarsi, ogni vicolo e locale che si avvistava dalla finestra e, tra il casino generale della strade universitarie, aveva notato un bar, aperto naturalmente giorno e notte, dove poteva rifocillarsi.
Certo, ancora dove poter dormire un po' in tranquillità era un problema, però per ora era il suo stomaco a comandare, quindi sgattaiolò al di fuori dell’infisso allacciando dei lenzuoli ed evase come si vedeva in molti film e cartoni animati. Fortunatamente ne uscì incolume.
Una cosa soltanto e parecchio importante per i suoi fini aveva dimenticato: il portafoglio.
Quasi si diede una manata in faccia.
Come posso essere così idiota?!
Cercò di riarrampicarsi per andare a prenderlo, ma le “sue corde fatte in casa” cedettero e caddero sul lurido marciapiede.
Le venne un tic all’occhio.
Questa è una giornata veramente di merda! Soul, il ritardo, l'appartamento allagato, Blair... qualcos'altro?!
Appena pensò a questo, una mano le toccò la spalla facendole provare la stessa sensazione di poche ore fa.
Si girò di scattò e quello che vide fu la prova certa che ciò che pensava era la pura verità: Soul era dietro di lei e la fissava sogghignando e scrutandola con quei suoi occhi rosso cremisi.
«Che ci fai qui a quest’ora di notte fuori dal tuo appartamento, bambolina?» le domandò per poi prenderla per la vita e avvicinarla a lui.
Il viso di Maka imporporò ma non abbassò lo sguardo.
«La mia coinquilina sta compiendo cose sconce in salotto e quindi non posso né mangiare perché devo per forza passare da dove loro stanno “amoreggiando” e neanche dormire per i troppo rumori che fanno…. Ma perché cazzo te lo sto dicendo?!» si staccò violentemente da lui e il ragazzo sbuffò scocciato.
«Ma se avevi così tanta fame perché non sei uscita dalla tua stanza quando Blair ti ha chiamato per la cena?» ghignò il ragazzo mentre le scostava una ciocca di capelli dal viso.
«Non sono affari che ti riguardano!»
«Si, non mi riguardano minimamente!» rise a fior di labbra e squadrandola ancora per un po’. «Sembri non avere nessun soldo con te… ti offro io da mangiare, tranquilla» la rassicurò stranamente gentile, prendendole la mano e portandola in lungo e in largo in giro per il quartiere universitario.
Quella notte, è vero, non aveva chiuso occhio… ma poteva dire di aver mangiato e bevuto a sazietà in compagnia di quel losco ragazzo, che in fondo non era poi così male.





Salve salvino dalle vostre autrici schizzate!
firephoenix: e dopo mesi e mesi di sudate/esami/fancazzeggiamenti vari e co... eccoci tornateee!!

Rehara: E sì, siamo ritornate a rompervi le palle :3
firephoenix: L'ottimismo salverà il mondo, eh Rehara? :P Bè che direeeee? spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Rehara: Io sono l'ottimismo fatta persona, cara :3 Comunque è stata dura scriverlo!... Sopratutto perchè una certa persona mi scassava con continui sms... ehi, tu! So che stai leggendo questo capitolo quindi preparati a morire! *prende spranga di metallo*
firephoenix: pss... Rehara... pss... non mi sembra il momento adesso... *coffcoff!* quindi! Stavo dicendo... spero che non vi sia costato troppo attendere il nostro capitolo e ci scusiamo con tutti per il ritardo :) e comunque sia grazie per essere passati e averci messo tra storie preferite e ricordate :)
Rehara: Un modo per ucciderlo... un modo per ucciderlo.... *coffcoff* Tocca a me? Ah... Ricordate che noi conquisteremo il Mondo, eh *non so che centri, ma va bene*
firephoenix: si vabbé -.- eh ehm! Speriamo in una vostra recensione per sapere che ne pensate mi raccomando! Baci e abbracci da Verona! (manco fossi una cartolina...)
Rehara: e anche da Palermo, eh uwu. E reeeeeceeeensiiiteeeee o farete la sorte del mio caro amico Gigi c:
firephoenix: Dovremo continuare le nostre fan fiction in corso invece di sparare cazzate ora che ci penso...
Rehara: bu :3
firephoenix: ehm... si... ciao
Rehara: IOHJSRNFPUFISIOèNBV

 


-Rehara&Firephoenix
[DALLA SERIE: I momenti di deficienza non finiscono mai. MAAAAAI ♥]

  
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