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Autore: Lol_96    10/08/2013    1 recensioni
In un mondo dove ogni uomo è destinato ad ucciderne un' altro, come si può sopravvivere? E se qualcuno si ribellasse al vincolo di sangue imposto dalla società?
Sono io quel ragazzo. Sono io quello che rinuncia a tutto per combattere una società macchiata dal sangue dell'omicidio.
Io, un diciassettenne con la voglia di cambiare, un animo anticonformista pronto a combattere in quello in cui crede fino alla morte. E sarà cosi.
Finché qualcuno non metterà un punto a tutto questo odio io ci sarò, combatterò per i miei ideali.
Un ragazzo fuori posto il cui riflesso non piace a se stesso, figurarsi agli altri.
Un ragazzo un po' confuso da tutto quello che sta succedendo, che sta cercando il proprio posto.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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XI

 
Il nero della notte andava affievolendosi quando Jeremy, ancora intorpidito e mezzo addormentato, si alzò per andare in bagno.
Si diresse verso il primo albero che trovò e, dopo essersi abbassato la zip, liberò la vescica.
 
Chiuse gli occhi per godersi quell’ attimo di totale silenzio e pace interrotto solo dal suo getto caldo che si infrangeva sulla corteccia e pian piano andava calando fino ad arrivare tra le sue gambe aperte.
Il frinire dei grilli della notte aveva lasciato il posto al cinguettare degli usignoli. Qualche chilometro più in la, qualche decina di metri da terra, un falchetto cadeva in picchiata dopo aver adocchiato un piccolo topolino di campagna che, ahimè, ormai era diventato la colazione del rapace.
 
In lontananza, giusto dietro alla riga di montagne che circondava la valle, il sole iniziava ad alzarsi irradiando di luce il bosco che non sembrava più tetro e spettrale come la notte precedente.
A dir la verità, non era successo un gran che durante la notte, ma a lui il paesaggio notturno proprio non piaceva; almeno in queste situazioni.
 
Jeremy si stiracchiò emettendo un gemito di piacere misto al dolore dei muscoli ancora indolenziti. Si richiuse frettolosamente la zip e si diresse lentamente verso il fiume che scorreva poco più in giù.
Si portò dietro una borraccia che avrebbe riempito d’acqua per Willow e per Shelena.
 
Camminò incespicando tra i sassi ma quando arrivò al fiume, dopo aver immerso le mani ed essersi lavato il viso, fece scivolare il liquido cristallino nel contenitore e si sedette sull’argine a godersi la giornata limpida che gli si prospettava davanti.
Dopo aver immerso i piedi con una certa calma, -la notte aveva fatto abbastanza freddo ed ora l’acqua era più ghiacciata del solito- li agitò provocando qualche schizzo che lo rinfrescarono.
Sul letto del fiume, qualche metro più in giù, vide sguazzare un paio di pesci che gli fecero salire la fame ed allo stesso tempo gli misero in corpo una voglia di muoversi che lo lasciarono sbalordito. Si alzò silenziosamente cercando di fare il minimo rumore possibile, si avvicinò ad un grosso masso che spuntava dall’ acqua sul quale si sarebbe potuto appoggiare, e dopo averlo fatto, studiò l’animale che gli nuotava un metro più in là.
Non gli ci volle molto per sorprenderlo ed afferrarlo trascinandolo a bruciapelo all’aria fresca della mattina, la cosa difficile fu tenerlo in mano. Così, quando si accorse che forse non sarebbe stato in grado di mantenere una presa salda, la scagliò a riva lasciandolo muoversi come ,appunto, un pesce fuor d’acqua.
 
Questo lo fece sentire per un attimo potente. Solo per un attimo visto che ,dopo essersi accorto che stava giocando con la vita di un animale, il tutto lo rese riluttante all’idea.
Cinse con la mano sinistra quella povera creatura di circa trenta centimetri e, dopo aver afferrato un sasso abbastanza importante per la causa, lo scagliò dritto sulla testa mettendo fine ad ogni movimento.
 
Un sorriso di soddisfazione comparve sul suo volto. Si alzò con il pesce e la borraccia nelle mani e si diresse all’accampamento dove le sue due amiche lo stavano aspettando, quasi sicuramente, addormentate. Si complimentò con se stesso quando riuscì ad accendere anche un piccolo fuoco sul quale avrebbero potuto abbrustolire l’animale.
 
Non passò molto tempo che i mugolii di Shelena lo distrassero dal fuoco, ma questi pochi attimi bastarono per bruciare la loro colazione. Imprecò dopo essersene accorto.
Shelena si alzò avvicinandosi al focolare, afferrò l’animale e gli diede un morso.
Jeremy penso che probabilmente o aveva molta fame o lo faceva solo per farlo felice. Optò per la prima e le sorrise calorosamente.
“Willow sta ancora dormendo?” La tranquillità con cui pronunciò queste parole travolse la ragazza facendole sgranare gli occhi.
“Jeremy, Willow è…” si fermò per cercare la parola adatta, per non ferire troppo i sentimenti di chi già aveva sofferto molto per la sua perdita ma nulla trovò che un semplice “…morta”.
Aspettò una qualche reazione in particolare e non ci volle molto per notare le vene del collo dilatarsi e comprimersi. Gli mise una mano sulla spalla e, dopo averla accarezzata come si fa con un animale selvatico, gli sussurrò qualche parola all’orecchio.  Parve calmarsi quando si alzò e si diresse verso la bara di ghiaccio luminoso. Posò una mano e, dopo averla ritirata per il gelo che gli partì quando la sfiorò, le disse addio una volta per tutte.
 
“Dobbiamo andarcene, non abbiamo più niente da fare qui” Jeremy spezzò il velo di silenzio che aveva coperto il bosco, e quando Shelena gli disse che la notte stessa doveva vedere, lui rimase un po’ deluso. Ora che Willow se ne era andata pensava di poter prendere il suo posto, di poter essere forte come lo era stata lei, ma evidentemente non era ancora il suo momento.
 
La vecchia Ecate girò gli occhi al cielo ed annunciò che ci sarebbe stata una luna piena fantastica quella notte, proprio da non perdere. Se Jeremy si fosse concentrato un po’ più sul viso in generale invece che soffermarsi solo agli occhi, avrebbe notato il suo ghigno quasi ambiguo.
 
Lui e Shelena si allenarono tutto il pomeriggio armeggiando con bastoni che fungevano da spade. Proprio come, venne in mente al ragazzo, aveva fatto precedentemente con la sua maestra. Fece spalline ridacchiando quando la sua amica inciampò in una radice e finì di faccia nella terra. Abbassò la guardia per un solo istante, ma fu sufficiente per finire a terra con Shelena che gli schiacciava la gola con il piede. Si ergeva alta e forte sopra di lui, una piccola goccia di sudore solitaria le rigò la fronte. Rise fragorosamente dopo aver chiarito che “mai e poi mai, bisogna abbassare la guardia.” A Jeremy parve di captare, in mezzo a quelle risate, un pizzico di vecchiaia e di esperienza in battaglia che dovevano arrivare dall’interno, da Ecate e Diana.
Quella sera i corvi disturbavano la melodiosa canzone prodotta dai grilli e dalle cicale. Uno si stagliò in volo coprendo per un attimo la visuale di quella che sarebbe diventata la loro guida: la Luna.
Erano rimasti attorno al fuoco quasi tutta la notte parlando di come sarebbe stato bello se si fosse potuto tornare indietro di qualche decina d’anni, giusto per provare a vivere l’ebbrezza dell’essere nato in un mondo “puro”. Jeremy sapeva che di puro il mondo non aveva nulla ma stette zitto e l’ assecondò nel discorso.
Stringeva in mano un piccolo ramoscello su cui aveva scaricato le proprie ansie per tutto il pomeriggio e che, ormai, aveva perso tutto il suo vigore: l’aveva rigirata tra i palmi talmente tante volte che non aveva più la corteccia.
 
Gli occhi di Diana girarono comparendo all’improvviso e quasi spaventarono Jeremy che ancora non ci aveva fatto l’abitudine.
Parlò con voce roca e pacata dicendo che ormai l’ora era vicina, e che quindi era meglio avvicinarsi all’acqua per fargli vedere cosa sarebbe successo.
 
Shelena lo prese per mano, una stretta che gli sembrò molto dolce e protettiva. Camminarono per manina senza dirsi nulla, passo dopo passo. Lo scrosciare dell’acqua attutiva i versi dei corvi e a Jeremy salirono i brividi per il freddo. “Forse è meglio se ti siedi …” disse Shelena parlando tra sé. Gli mollò la mano e lo accompagnò a sedersi su una roccia poco distante da dove lei sarebbe entrata in acqua a piedi nudi.
“Cristo ti ghiaccerai lì dentro!” La sua voce appariva mozzata dal gelo ma in cuor suo Jeremy sapeva che non parlava così per il freddo, bensì per la paura che Shelena si potesse prendere qualche strano malanno e che lo avrebbe abbandonato anche lei.
“Sta tranquillo, caro.”
 
Ora si trovava con l’acqua che le arrivava ai fianchi. Le braccia, morte lungo di essi, erano bagnate fino ai polsi.
Shelena pronunciò qualche strana parola e Jeremy, affascinato ed allo stesso tempo impaurito, alzò di riflesso la testa alla Luna.
Appariva più brillante e più viva, e lo si poteva notare facilmente dalla luce che stava iniziando a sprigionare.
Shelena aprì le braccia formando un angolo di 180 gradi, facendo alzare l’acqua che ricadde sopra di lei bagnandola. Poi,  portandole sopra la testa e facendo sbattere i palmi l’uno contro l’altro, la Luna rispose.
Successe tutto talmente veloce che Jeremy non ebbe il tempo di registrare perfettamente ciò che si stava verificando: la Luna mandò un raggio che si schiantò direttamente sulla mani di Shelena che poi si propagò per tutto il corpo rendendola splendente.
Una cosa che Jeremy fissava erano gli occhi, il suo unico portale per comunicare con tutte e tre. Variavano colore passando dalle tonalità di Diana a quelle di Ecate fino a tornare a quella della ragazza che poco prima gli stringeva la mano.
 
Un roco urlo di piacere gli fece girare la testa e quel che vide lo lasciò senza parole.
Una bambina martoriata e sanguinante si spingeva a riva facendosi accompagnare dalla corrente. Era debole solo di aspetto visto che si muoveva agilmente tra i sassi che bloccavano la via dell’acqua. Aveva un qualcosa di strano perché pian piano, ad ogni passo che faceva, l’acqua gli entrava nel corpo e la faceva crescere fino a quando, arrivata a riva, era ormai una ragazza dell’età di Shelena.  
 
Gli occhi viola e felini di Diana lo osservavano. Si passò la lingua inumidendosi le labbra ed in un batter d’occhio se la ritrovò di fronte, come quando aveva preso possesso del corpo di Shelena e l’ aveva baciato. “Le tue labbra…” gli passa un dito sulla guancia “…Quanto mi sono mancate queste dannate labbra.” Sgusciò di prepotenza con la lingua nella sua bocca e gli cinse la testa con le mani spingendola verso di lei.
“Oh Diana, sei sempre la solita scortese. Smettila!”
 
Da dietro di lei comparve Ecate  di cui riconobbe la voce ferma e composta di chi sa come ci si impone. D’altro canto, lei aveva i sui scagnozzi d’inchiostro da comandare.
 
“Ma mi stavo solo presentando come si deve!” Si girò verso di Jeremy e sorridendo allungò una mano: “Piacere, Diana. Ma mi conosci già no? Bacio bene, vero?”  Non sembrava affatto pentita di quello che aveva fatto, anzi. “Io..Io, piacere Jeremy” la guardò incerto sul da farsi, ma quando Shelena riemerse dall’acqua spezzò il silenzio.
 “Ma tranquille voi due, sapete benissimo che mi ci vogliono un sacco di energie per separarmi da voi. Fate pure come se fossi ancora in piene forze.”
Ecate rise nel vederla imporsi così come mai aveva fatto: era sicuramente cresciuta dall’ultima volta che si erano separate.
 
“Bene Jeremy, noi siamo le Figlie della Luna. Ognuna di noi è morta per una causa in particolare ed è poi stata riportata in vita dal nostro Satellite. Nessuno, nemmeno noi, sa perché Lei dia una seconda possibilità a determinate persone ma sta di fatto che siamo qui. Quello che io, come penso anche Shelena e Diana, vogliamo farti sapere è che noi ti appoggeremo insegnandoti tutto quello che sappiamo su questo mondo così che tu possa adempiere alla tua missione.”
Jeremy le guardò tutte e tre, una al fianco dell’altra. Poi le guardò e le riguardò di nuovo. Solo alla terza volta che le ebbe viste tutte disse qualcosa. Beh, “qualcosa” era pressoché un rantolo di sorpresa misto a … disgusto? No non lo era, era più una sfumatura di incomprensione.
Non riusciva a capire con che criterio le tre riuscivano a scambiarsi gli occhi e la voce da un corpo solo, non comprendeva come fosse possibile dividersi da quel corpo e diventare un trio. Non capiva nulla di loro.
 
Quasi come di risposta, dopo aver letto i suoi pensieri, Diana ridacchiò. “Sei così carino quando non capisci le cose, tesoro.”
Si girò verso le sorelle come per chiarire che quella parte del racconto era la sua, così parlò. E la cosa imbarazzò non poco Jeremy che ora si ritrovava una mano sulla coscia.
 
“Da dove posso iniziare?” Parlava tra se ma era certa che lui la stesse seguendo.
“Dunque, visto il fatto che noi abbiamo avuto una seconda possibilità, e fammi sottolineare che darne una ad una vecchietta è pressoché inutile,-qui Ecate la colpì in testa facendola irritare non poco-…Oh dai nonnina, non ti offendere. Stavo dicendo che la nostra seconda possibilità è un’opportunità di vita migliore, per il semplice fatto che rimarremo così fighe per il resto della nostra esistenza.” Detto questo staccò la mano dalla coscia di Jeremy e ancheggiò  mostrando le sue forme e quelle delle sorelle, belle quanto lei.
 
 “No, a parte gli scherzi… La Luna ci ha concesso dei poteri che lei stessa ci trasferisce in caso di bisogno, ci basta metterci in contatto con lei e ci manda un po’ di quella robetta sbrilluccicosa che ti arrostisce in meno di un secondo. Cazzo, si!” fece una pausa per prendere fiato e saliva, poi continuò “Sta di fatto che, ad ogni luna piena, noi possiamo uscire dal nostro Corpo Portante, Shelena, e finchè lei non lo decide, e su questo punto sono totalmente in disaccordo, possiamo sguazzare libere nei nostri corpi.
Tuttavia, può richiamarci solo nelle notti in cui la luna è piena ed allo stesso modo ci può far uscire.” Si girò verso Shelena e le rivolse la parola, quasi ignorando totalmente che Jeremy pendeva dalle sue labbra e che voleva sapere di più.
“Sorellina cara, dolce, piccolo tesoro, tu non hai intenzione di rificcarci in quella prigione vero? Vero?”
 
“No, per il semplice fatto che non ne ha le forze. Ed in più sappiamo entrambe, Diana, che vuole stare da sola con lui” Ecate si intromise nel discorso, e quello che disse provocò non poco imbarazzo ai due ragazzi.
 
“Ehy, volete finire di raccontarmi la storia? Odio lasciare un libro a metà!” Jeremy parve scocciato ma le tre sorelle si guardarono e risero alla sola idea di essere state paragonate ad un libro.
“Mio caro ragazzo” Sembrava strano sentir parlare una ragazza giovane e bella come Ecate, come una persona anziana. Jeremy pensò che questa era una delle cose da appuntare nel suo taccuino mentale ‘Cose di cui è meglio non discutere- evitiamo discorsi che potrebbero calare in spiacevoli inconvenienti’. “ siamo solo alla prima pagina di un libro che dura centinaia di pagine. La vita non è che un grande libro che noi stessi scriviamo, sta a noi girar pagina”
 
“Bene, vorrà dire che è arrivato il momento di voltare pagina.” Jeremy era convinto, glielo si leggeva nello sguardo: uno sguardo pieno di furore e voglia di andare avanti.
 
E da qui inizia la sua, e la loro, vera e nuova storia.
 



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Tadààààààààà !!!
Bene, mi scuso per lo STRAGRANDE ritardo ma sono appena tornato dal mare -si alla faccia vostra, ora sono un nigga-
Dunque, vorrei avvisarvi sono un casino sotto pressione per sti cazzo di esami che ho il 28-28 agosto e che me la sto facendo addosso. Ma non importa vero? Al massimo mi segano._.

Dunque, vorrei dire che ho deciso di dividere il libro in 3 parti. La prima, i primi 10 capitoli, è stata scritta dal punto di vista di Jeremy e quindi in prima persona. In questa, ovvero la seconda, ho deciso di cimentarmi nella scrittura in terza persona-giusto per vedere quale delle 2 viene meglio-. La terza parte varierà in base a come commentate, quindi fatemi sapere!! RECENSITE!!... Preciso che se vi da fastidio il passaggio prima-terza persona non avete che da dirlo e ripubblicherò questo capitolo riportandolo alla prima persona :)
Ad ogni modo, sono molto felice di come mi è riuscito questo capitolo.

Ringrazio la mia semi beta-ancora non molto esperta- *applauso della folla* e ringrazio le recensioni che mi sono state fatte, in particolare da Flareon24 -tesovo gvazie ahahah-, a Water_wolf -che spero non sia morta visto che non l'ho più sentita!-, e a Hellen96 -sai vero che ora sei legata a me e dovrai recensire OGNI CAPITOLO?- *risata malefica*
Ringrazio poi gli amici- in particolare Mati, Ire e Vero- che mi supportano sempre. Alle prime 2 ho anche da dire che non trovo il modo di inserire nel testo i vostri "troppissimo" e il nome del tipo che tra l'altro mi sono già dimenticato, sorry ç.ç

Infine, dopo tutte ste menate dico che ho riletto il testo ma è stato difficile scrivere in terza persona quindi troverete sicuramente-ci metto le mani sul fuoco- trovare qualche punto in cui Jeremy parla in prima persona. MI SCUSO!


-Matt nigga
  
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