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Autore: Topsy_Kret    10/08/2013    1 recensioni
Milioni di creature spirituali si muovono non viste sulla terra, quando siamo svegli come quando dormiamo.
(Sanesi IV, 677-8, J. Miller Lost Paradise)
Al giusto prezzo, si può comprare qualunque cosa.
ESTRATTO DAL TESTO:
''-Cerco anima da comprare, anche molto usata e parzialmente maltrattata, per poterne disporre come meglio credo.L'atto di vendita si effettuerà di persona; disposto a pagare qualunque cosa. AVVERTENZE: Non praticabili scambi, ritrattazioni o effettuazioni dell’offerta ‘soddisfatti o rimborsati’. Astenersi perditempo.
L’annuncio comparve, insieme a molti altri, in una tiepida mattina autunnale di un poco memorabile 5 settembre. Pochi lo notarono, un numero ancora minore di gente si soffermò a leggerlo e pressoché nessuno sembrò prenderlo sul serio...''
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si materializzò nella sua stanza senza nessun preavviso. La stessa Alice non avrebbe saputo dire cosa realmente si fosse aspettata da quell’incontro, ma ciò che vide la lasciò decisamente senza parole … e in ogni caso, se anche gliene fossero rimaste un paio, non avrebbe avuto la minima idea di come usarle. Cos’è che si dice quando il diavolo in persona irrompe nel tuo soggiorno per contrattare sul prezzo di ciò che più prezioso hai al mondo? Alice non ne era certa, ma ricordava di aver letto qualcosa del genere prima… si, un brutto manuale americano intitolato qualcosa come ’10 infallibili mosse per contrattare col Demonio’. Certo, Alice aveva trascorso le ultime 6 ore cercando di prepararsi mentalmente a quel che avrebbe visto: aveva fatto milioni di supposizioni, decine di ricerche in internet (non che fossero servite a molto, s’intende …) e rivedendo per l’ennesima volta ‘il ritratto di Dorian Gray’. Forse sarebbe stato tutto molto più facile se a bussare alla porta di casa fosse stata davvero la pallida imitazione di un satiro con tanto di corna e coda, o magari un uomo in smoking con un pizzetto nero e coda caprina… o meglio ancora il signor Fireson in persona, preside del liceo di Wilsburo e colui che secondo l’immaginario collettivo della popolazione adolescenziale locale arrotondava con un mestiere dalla moralità ancora più dubbia quale sovrano e dirigente degli inferi. Ed invece eccolo lì. Aveva gli occhi più verdi che avesse mai visto, i capelli scuri come la notte nelle sue ore più buie, quelle che quasi sempre precedono l’alba, ed una faccia pulita come non ne vedeva da tempo. Nel complesso, ad Alice ricordò al contempo il James Dean di ‘Gioventù Bruciata’ ed il Dean Moriarty di Jack Kerouac così come lei lo aveva sempre immaginato tutte le innumerevoli volte che aveva letto Sulla Strada e sognato di avere abbastanza soldi e quel minimo di coraggio che le sarebbero stati necessari per intraprendere un viaggio tutto suo. ‘’ Alice Beatriz?’’, chiese il ragazzo guardandola con sospetto e per una frazione di secondo Alice crebbe di aver scorto un lampo di delusione nei suoi occhi. ‘’S… si’’, sussurrò, ‘’sono io’’, aggiunse poi, a voce appena più alta, decidendo che ormai tanto valeva fingersi coraggiosi e fare buon viso a cattivo gioco. Il ragazzo accennò a un sorriso e, come se lo notasse per la prima volta da che lui era entrato, Alice si soffermò a guardare il plico di documenti che reggeva nella mano destra. ‘’Oh, non preoccuparti di questo’’, la rassicurò lui nell’accorgersi di cosa lei stesse osservando con tanto interesse ‘’… vedrai, una firmetta e tutto sarà finito, un vero gioco da ragaz… ehi, è uno specchio quello?’’. ‘’Oh… si, si.’’ ‘’Che io sia dannato se non sono passati secoli dall’ultima volta che ne ho visto uno!’’, esclamò, avvicinandosi alla superficie levigata e scrutando a fondo il proprio riflesso come se stesse cercando di imprimere nella mente ogni più piccolo dettaglio del suo stesso volto. ‘’Devo dirlo, ho fatto proprio un bel lavoro stavolta, mi piacciono i capelli così, fosse dovrei tenerli… per Plutone, la moda ne ha fatti di passi avanti, eh! Almeno questi vestiti non danno il prurito, oh… vorrei vedere te a indossare un mantello, non rideresti così tanto adesso se ne avessi mai provato uno … se non altro ho notato che almeno in questo millennio gli uomini hanno finalmente smesso di vestirsi come delle donne…’’ ‘’Non saprei, alcuni lo fanno ancora a volte… voglio dire, non che non gli piaccia, ma…’’, intervenne Alice, ma si interruppe nel notare che l’altro non la stava affatto ascoltando, intento com’era a rimirare sé stesso come se stesse cercando di abituarsi all’idea di avere un corpo. Alice d’altra parte, dovette dichiararsi d’accordo con lui: il ventesimo secolo gli stava davvero bene addosso. Ora, Alice non sapeva se il diavolo vestisse realmente Prada, ma di certo quel ragazzo non aveva nessun debole per le cose costose. Indossava jeans neri stinti, scarpe da tennis bianche ed una maglietta bianca con la silhouette nera dei protagonisti di Arancia Meccanica e con sopra la frase ‘l’uomo deve poter scegliere tra bene e male, anche se sceglie il male. Se gli viene tolta questa scelta non è più un uomo, ma un’arancia meccanica. S. Kubrik.’’ Per una strana ironia della sorte, Alice penso che fosse una frase più che appropriata per un demone. ‘’Umh, allora… cos’è che sei tu, un angelo, un diavolo…?’’, chiese, chiamando a raccolta tutto il proprio coraggio. ‘’Oh no, niente del genere!’’, esclamò il ragazzo, quasi le sue supposizioni l’avessero offeso, ‘’Io, mia cara Alice, sono molto più che un demone e molto meno che un angelo… ma capisco il malinteso. Non per vantarmela, ma anni fa alcune delle più grandi civiltà mi hanno a lungo venerato come un dio..’’, qui fece una pausa, come chi, abituato a discorsi plateali in pubblico, lasci agli spettatori lo spazio di un applauso, poi, riprendendo fiato, riprese la sua storia lì da dove l’aveva interrotta, ‘’… sono stato chiamato con molti nomi da che sono stato creato e sono stato molte cose da che sono nato; ero conosciuto come Eros un tempo – begli anni quelli, così giovane ma certo nessuno potrebbe negare che non sapessi già com’è che ci si diverte -, sono stato Autolico, passato alla storia come principe dei ladri e molti altri ancora... Platone ha scritto spesso di me (certo che ce la siamo spassata io e quel vecchio briccone un tempo) … ah, e avresti dovuto conoscere Socrate, un vero genio, non che lo capissi spessi, a volte diceva certe idiozie, ma comunque, per quel che vale … di me dicono che sia stato un’abile messaggero,un ladro,un ingannatore nei discorsi e pratico degli affari, esperto nell'uso della parola eccetera nei secoli dei secoli... e non saprei dire se ciò sia vero o no, ma lascia che mi presenti col mio vero nome, Alice, puoi chiamarmi Ermes, messaggero ed unico legame tra i vari mondi dell’Aldilà, unico possessore delle chiavi dei cancelli del Paradiso, così come quelli dell’Inferno … piacere di conoscerti dolcezza.’’ ‘’Oh’’, Alice si lasciò cadere sulla poltrona alle sue spalle, ‘’… be’, puoi chiamarmi Alice’’, fu tutto quel che riuscì a biascicare non appena le fu tornata la facoltà di parlare, sentendosi una stupida nel realizzare che, ovviamente, l’altro conosceva già il suo nome … e chissà quante altre cose imbarazzanti sul proprio conto, si rese conto con orrore nel rimettersi in piedi. ‘’Sei stato tu allora? A pubblicare quell’inserzione, voglio dire…’’ ‘’Oh no, certo che no… di quello si occupano gli impiegati dei piani bassi, se capisci quel che voglio dire…’’, spiegò, facendole un occhiolino e sorridendole con aria complice, come se loro due fossero solo vecchi amici che discutevano delle ultime uscite al cinema davanti ad una pizza. ‘’Anzi, a dire il vero mi fa piuttosto piacere che sia dovuto venire io al loro posto, se non fosse sorta nessuna complicazione a quest’ora avresti dovuto tenere a bada un Infero isterico temo, è stata una fortuna che…’’ ‘’Complicazione? Che genere di complicazione?’’, lo interruppe Alice guardinga. ‘’Be’, li hai fatti un po’ infuriare mia cara, saresti stata un acquisizione perfetta per il Mondo Basso, ma ovviamente qualcuno qui non conosceva tutte le regole del gioco prima di scegliere di scendere in campo, non credi anche tu?’’ Alice scosse la testa: ‘’Non credo di capire…’’ ‘’Cercherò di spiegarmi meglio…’’, Ermes si spremette le meningi alla ricerca di termini meno complessi che potessero spiegarle meglio la situazione di così precario equilibrio nella quale entrambi si erano venuti a trovare, ‘’Umh… tu sapevi di non essere stata ancora battezzata, vero mia cara?’’ Alice sgranò gli occhi: certo che lo sapeva, i suoi genitori erano atei, era ovvio che nessuno le avesse mai impartito nessun genere d'educazione religiosa. ‘’Si, certo’’, rispose, ‘’Qual è il problema allora?’’ ‘’Possibile che tu non capisca? Se mi trovo qui ora è perché mi hanno chiesto di mostrarti qualcosa, ma... oh! Non c’è tempo da perdere, non posso credere che sia già così tardi!’’, esclamò, guardando il proprio orologio e fingendo di rabbrividire per l’orrore, ‘’Io e te abbiamo un lungo viaggio da portare a termine, Alice… e a quanto pare siamo già terribilmente in ritardo.’’ ‘’In ritardo? Ma per cosa?’’ ‘’Non per cosa, ma per chi, cara Alice. Devi venire con me, devo mostrarti delle cose, dei luoghi … comè che lo chiamate voi umani? Ever, Elder, Eden …’’ ‘’è… è del Paradiso che stai parlando? Esiste davvero allora?’’ ‘’Oh, ne esistono parecchi, mia cara Alice… se sono qui è per mostrarteli tutti, affinchè tu possa scegliere qual è il vero Paese delle Meraviglie. Forza, segui il coniglio bianco attraverso lo specchio, Alice, non c’è più tempo da perdere! Ma ricorda, una volta nel giardino eterno sta ben attenta a quel che vi vedrai, l’inganno ha mille forme e diversi modi di manifestarsi, così come la verità, ma non potrebbero esistere al mondo due cose più diverse. Tieni gli occhi ben aperti, perché a seguire Alice attraverso lo specchio ci si può tagliare, bambina.’’
  
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