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Autore: harrehs    12/08/2013    12 recensioni
Harry Styles, ragazzo di un piccolo paesino, sedici anni, un sogno nel cassetto, tenta in tutti i modi di farsi notare dalla sorella del suo migliore amico, Allison Morris.
Lei, la ragazza che gli spezzò il cuore.
Quasi tre anni dopo, quando Harry è ormai una superstar internazionale ed è convinto di aver dimenticato il suo amore del liceo, un imprevisto li farà incontrare di nuovo.
Harry si ricorderà di avere con lei un conto in sospeso.
***
Appoggiò i palmi delle mani ai lati della mia testa, e piegò i gomiti in modo da avvicinarsi ancora di più.
La sua bocca sfiorò maliziosamente il lobo del mio orecchio, mentre i ricci ricadevano ormai sulla mia guancia, pungenti ed eccitanti al tempo stesso.
- Sai, mi fa impazzire...- mi soffiò sul collo, per poi poggiarci sopra le labbra.
Ci lasciò un bacio umido, che sembrò durare un'eternità.
Passò poi dall'altro lato.
- ... L'effetto che ora ho su di te.- finì,  ridendo lievemente. Era soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12. Come feel this magic



'Cause I can't help it if you look like an angel
Can't help it if I wanna kiss you in the rain, so...
Come feel this magic I've been feelin' since I met you
Can't help it if there's no one else
Mmmm....
I can't help myself


-Hey Stephen, Taylor Swift
 

 
Allison's pov.
 
In qualche modo quel giorno riuscii a tornare a casa, facendomi trasportare dall'odio, dalla rabbia, nei confronti del riccio.  
Sbuffai e salii le scale del palazzo per arrivare all'appartamento.
Sapevo di aver dimenticato tutto a casa di Harry, ma avrei trovato un modo per farmi recapitare tutto.
Di certo, non sarei tornata lì.
Non lo avrei visto di nuovo.
Assolutamente no.
Entrai in casa e non fui sorpresa dalla vista di Amy, sdraiata sul divano, con un secchio accanto, mentre emetteva lamenti di ogni genere.
Dedussi che si fosse ubriacata anche lei la sera precedente.
E si era presa una brutta sbronza, a giudicare dalla sua cera. Quando mi vide, cominciò ad agitare una mano nella mia direzione. Non seppi con esattezza se l'intento era farmi avvicinare a lei, o un semplice saluto, ma andai a sedermi sul bracciolo del divano.
-Sei stata da Harry, tutto questo tempo?- chiese mugolando.
-Lo sapevi?- la accusai, furiosa, perché mi aveva lasciato andare a casa del riccio.
Ruminò un po' con la bocca, poi annuì. -Me lo ha detto Louis stamattina. Allie, ero più ubriaca di te, non ricordo nulla.- si lamentò nervosa.
La squadrai per bene. Sembrava distrutta.
-Lo vedo.- le confermai. -E così abbiamo bevuto qualche bicchiere di troppo ieri sera.- affermai, buttandola sul ridere.
Emise una lieve risata divertita, ma stava davvero male. -Mai più.- confermò.
Sospirai.
-Harry è stato gentile?- chiese dopo un po'. Serrai la mascella, ricordandomi la ragione della mia rabbia.
-Harry non c'era. E quando è tornato, si era portato una delle sue barbie per scopare.- risposi secca. Amy mi guardò sconvolta.
-Non ci credo.- disse, davvero incredula. Annuii per confermare, e farla restare sempre più allibita.


Passarono circa trenta minuti, in cui ci raccontammo tutto ciò che ricordavamo della sera precedente. Poi, mi ricordai dei miei effetti personali.
-Amy, dovresti fare una cosa per me.- cominciai timidamente. Si mise a sedere, con qualche sforzo.
-Spara.- mi incoraggiò.
-Ho telefono, scarpe e portafoglio a casa di Harry. Non mi va di tornare lì. Potresti fare qualcosa?- le chiesi spudoratamente. Mi guardò stupita.
-Come sei tornata a casa, scusa?-
-A piedi.- risposi scrollando le spalle, per quello che ricordavo.
-Scalza?-
-Esattamente.- confermai, mostrandole i calli sui piedi. Sbottò a ridere, ma questo le provocò un forte giramento di testa.
-Ci penso io.- mi disse poi, togliendomi un pesante pensiero.
 
 
Niall's pov.
 
Amavo il mio lavoro, ma ero felice quando finalmente avevamo quei pochi giorni liberi, in cui respirare.
Durante quella giornata, mi chiusi letteralmente in casa. Era il compleanno di Harry, e la sera ci sarebbe stata una festa. Lo avevo chiamato per fargli gli auguri, ma aveva staccato il telefono.
Sospettavo qualcosa fra lui e Allison. Risi maliziosamente al pensiero.
La serata precedente era stata molto movimentata. Quei pensieri mi ricondussero ad Amy.
Sospirai.
Non l'avevo mai davvero presa in considerazione. Insomma, non mi era mai dispiaciuta, ma non me l'ero mai immaginata in quel modo.
Amy era silenziosa, ma logorroica.
Razionale, ma sognatrice.
Non era il mio tipo. Eppure mi faceva uno strano effetto. Avevo voglia di sapere come stava. Così decisi di prendere il cellulare e mandarle un messaggio.
Le chiesi solo come stesse, nient'altro.
Poi tornai a riposare.
Qualche minuto dopo il telefono squillò. Amy.
Sorrisi involontariamente.
Poi mi tornò in mente il fatto che ci eravamo baciati. Ora quindi fra di noi c'era qualcosa?
Deglutii nervoso e risposi.
-Ehi occhi verdi- la salutai raggiante.
-Ciao bel biondo- rispose imbarazzata.
Ridacchiammo un po' entrambi, e poi fu lei a interrompere il silenzio. -Comunque va tutto bene, ci tenevo a dirtelo.-
Cominciai a gesticolare nervosamente.
-E… Come mai volevi dirlo… Proprio a me?- chiesi cominciando a sudare.
-Beh, perché so che tu mi sei stato molto vicino ieri sera... O almeno così mi ha detto Louis, io non ricordo praticamente nulla...-
Serrai le labbra. -Tu quindi non ricordi proprio niente... Niente, niente?-
Rise. -No, cosa dovrei ricordare? Ero sbronza, non ero in me, completamente andata. Non deve essere stato piacevole.- finì, leggermente imbarazzata.
Solo allora mi resi conto di essere deluso.
Forse non avevo mai pensato ad Amy in quel modo, ma non mi piaceva l'idea che lei avesse dimenticato. Perché io non lo avrei fatto.
E perché forse per me qualcosa era significato. Sospirai amareggiato.
-Senti Niall, devo chiederti un favore.- disse ad un tratto.
Ci misi un po' a capire le sue parole, tanto ero rimasto deluso.
-Tutto ciò che vuoi.-
-Allison ha dimenticato un po' di cose a casa di Harry, non è che riusciresti a fargliele riavere?-
Poi fu tutto chiaro.
Per lei non ero nulla. Mi aveva chiamato solo per Allison.
Acconsentii, e poi chiudemmo la telefonata. Ma ero deluso, terribilmente.
Non da lei.
Ma da come si stavano svolgendo i fatti.
 
 
Allison's pov.
 
Passarono un paio di giorni e tutto tornò alla normalità. Io lavoravo, studiavo e vivevo allegramente con i miei coinquilini.
Sfortunatamente non ero ancora riuscita a recuperare i miei effetti personali, ma non ci avevo dato troppo peso.
Adam mi aveva prestato un suo vecchio telefono. Era un modello di qualche anno fa, a malapena telefonava, ma dovevo accontentarmi. Mi ero anche presa un altro numero provvisorio; il che aveva i suoi lati positivi, almeno potevo essere contattata solo da chi volevo io.
Quindi ero abbastanza tranquilla.
In oltre, cercavo di sfruttare al massimo la presenza di Haydn e Maya in città.
La fredda mattina di quel quattro Febbraio, mio fratello mi invitò per una colazione ad un rinomato bar in centro. Arrivai per prima e lo aspettai; curioso che non avesse parlato della presenza di Maya.
Dopo qualche minuto arrivò, e cominciammo a parlare del più o del meno, mentre il bollente caffè mi riscaldava.
Poi decisi di porgli le domande che da tanto mi torturavano.
-Haydn,- cominciai. -Dì la verità, cosa c'è fra te e Maya?-
A quella domanda scoppiò a ridere e scrollò le spalle.
-Non ti sembra ovvio?- mi rispose divertito.
Fui colta dalla rabbia. -Perché non me lo avete detto prima?- sbottai, alzando leggermente il tono di voce.
Mi guardò a disagio, e mi fece cenno di sedermi. Solo allora notai di essere in piedi. Tornai al mio posto, e cercai di tranquillizzarmi.
-Sono qui per dirtelo infatti.- mi tranquillizzò. -Ci sposiamo.-
Restai di stucco, mentre lui rideva. Mio fratello e la mia migliore amica.
Non solo si frequentavano. Ma stavano scegliendo le bomboniere.
Il mio respiro si fece affannoso, e le guance infuocate. Cercai di stare calma.
-Ma... Come?- riuscii solo a chiedere.
-Io non lo so, Allie. Ma la amo, davvero. Devi fidarti di me. E'... Un problema per te?-
-Un problema? No... Io... Io sono felicissima lo giuro, non potevo desiderare di meglio... Santo cielo... Non è possibile...Tu e Maya...- ripetei a me stessa e scoppiai a ridere.
Ero contenta che Maya avesse trovato un tipo a posto. E lo stesso valeva per mio fratello: non potevo desiderare ragazza migliore per lui.
Mi parlò un po' del modo in cui aveva scoperto di amarla, di come l'aveva corteggiata, e pensai che fosse tutto perfetto. Romantico. Un amore da best seller.
Perché io non potevo avere la stessa fortuna? Perché io dovevo restarci male tutte le volte?
Poi, gli feci l'altra domanda.
-Haydn... C'è qualcos'altro che devi dirmi, vero?- chiesi timidamente.
Scoccò le labbra.
-Non ti sfugge nulla, eh?-
Sorrisi, e aspettai. -Ecco insomma... So che hai ricevuto una chiamata di Will, recentemente...- cominciò.
Sospirai amareggiata. Me lo aspettavo. Un blocco mi si piazzò sullo stomaco, e pensai di poter rimettere il caffè da un momento all'altro.
-Sì, ma non ha importanza..- dissi.
-Lo ha invece. Allie, a casa Will era spesso da noi, da quando te ne sei andata. Ha addirittura chiesto scusa a papà per il suo comportamento. Lui ci sta male, Allie..- spiegò.
Quasi non lo ascoltai. -Da che parte stai, eh? Sai quello che mi ha fatto, tu sai...-
-So come sta lui. Allie, Will ti ama ancora. E non si arrenderà facilmente.-
-Che intendi?-
Sospirò. -Intendo dire, che ha intenzione di venire a Londra.- spiegò alla fine.
Restai allibita. Non era possibile. Non lo avrebbe fatto.
-Non può cavarsela così facilmente. Che venga pure a Londra, ma le cose non cambieranno.-
Scoppiò a ridere. -Allie, Will ha qualche idea per riconquistarti. E tu ti scioglierai, vedrai. Stasera.- disse soltanto.
Agitazione.
-Stasera cosa?- chiesi preoccupata.
-Vedrai.-
Non disse nient'altro. Non mi diede ulteriori spiegazioni. Si rifiutò di parlare.
Non restava altro che aspettare.
 
 
La sera arrivò presto, e io ero agitata. Immaginavo che sarebbe tornato, e avevo paura. Paura di cascarci di nuovo.
Alle otto in punto, mentre Amy assisteva alla mia crisi isterica, il campanello suonò.
-Vai tu, ti prego.- le chiesi, trattenendo il respiro. Mi sistemai un po' allo specchio, aspettandomi Amy ritornare con Will accanto.
Non lo vedevo da tempo.
Di certo gli avrei urlato contro. E forse sarei scoppiata a piangere. Avevo voglia di urlare, ma la mia bocca era troppo secca.
Sentii la porta chiudersi.
Amy tornò, ma sola.
Mi tranquillizzai.
Tuttavia, aveva un biglietto in mano. Me lo mostrò. -Era solo un postino, ma mi ha dato questo.- spiegò, e mi porse il foglio.
Un indirizzo.
-E queste.- aggiunse, mostrandomi anche un mazzo di chiavi, che prima non avevo notato.
Deglutii, e capii.
-Io devo andare lì, Amy.- dissi solennemente.
Annuì. -Sicura?-
Respirai a fondo. Avevo sempre amato le sorprese di Will. Ed erano sempre originali, inimmaginabili. Anche quella volta non sapevo cosa avesse in mente, ma ero curiosa.
Ed ero pronta.
Anche se in quel momento, qualcosa mi suggeriva che non lo avrei incontrato davvero.
-Sì.- le dissi, e mi preparai.
 
In mezz'ora ero pronta, e mi decisi a raggiungere quel locale. Presi la metropolitana e non ci misi molto.
Conoscevo quel posto, c'ero passata davanti un paio di volte. Ma mi era sempre sembrato triste, desolato. Era in una zona poco popolata, insomma. Ma abbastanza tranquilla.
Raggiunsi in poco tempo il palazzo, sempre con il respiro mozzato. Provai ad aprire il cancello, e mi resi conto che dovevo utilizzare una chiave del mazzo.
Così feci, e il portone si aprì.
Poi cercai il numero: 22.
Non presi l'ascensore, ma preferii le scale. Ci avrei messo più tempo, ma ne avevo bisogno per tranquillizzarmi. Respirai di nuovo e giunsi di fronte alla porta.
Cercai la chiave e aprii.
Buio. Gelido.
Cercai un interruttore della luce. Con il cuore a mille, lo trovai e spinsi il pulsante.
Davanti a me trovai un'enorme sala. Solo questo, niente corridoi o altro che la facessero somigliare a una casa. Solo una camera, con le pareti salmone. E un'unica finestra che dava sulla strada.
La camera era completamente vuota: niente mobili, né persone; c'era solo una cosa, al centro della stanza, che mi mozzò il fiato.
Non mi sarei mai immaginata una cosa del genere. Gli occhi mi si inumidirono, e scoppiai in un pianto silenzioso.
Mi avvicinai all'oggetto. Vicino c'era un biglietto. Con le mani tremanti lo afferrai e lessi.


"Avevo solo voglia di farti un regalo. Ti amo, non dimenticarlo mai. XXX W."
 
Will mi aveva appena regalato una batteria.
 
Sul retro del biglietto c’era un’altra frase.
La lessi silenziosamente, e fu troppo per me.
Mi sedetti allo strumento e presi in mano le bacchette. Cominciai a battere sui piatti, sfogandomi, ancora in lacrime.
Questo non fece altro che portarmi nei miei ricordi.
 
 
-Sei una frana!- rise Will, incolpandomi. Scoppiai a ridere, mentre provavo a suonare quel ridicolo strumento. -Non sei proprio capace.- mi ribadì.
Lo guardai con superiorità. -Insegnami.-
Fece roteare gli occhi, divertito.
Già altre volte lo avevo pregato di insegnarmi, ma non lo aveva mai fatto. Diceva che era troppo complicato.
Ma quel giorno acconsentì. Prese un altro paio di bacchette e si mise vicino a me.
Cominciò a suonare qualcosa, ed era estremamente bravo.
Ripeté la stessa sequenza un po' di volte, e non ci misi molto a riconoscere la canzone. Sorrisi: ''Hey Stephen'' di Taylor Swift.
Cominciai a canticchiarla, e mi sorrise perché avevo riconosciuto il motivetto.
-Okay- cominciò poi guardandomi. - La prima cosa è sentire il ritmo. Lo devi sentire dentro. Com'è che fa?- poi riprese a suonare. -'Cause I can't help it if you look like an angel..- canticchiò. Risi. Ma non per prenderlo in giro, ma perché con lui stavo assurdamente bene.
Poi tornò a guardarmi. -Cerca di tenere il tempo con il piede.- spiegò.
Suonò ancora, e feci come mi aveva detto. Ora sembrava avere un senso la sequenza che stava suonando. Mi sembrò tutto più facile.
-Bravissima- si complimentò alla fine ridendo. E risi anche io. -Adesso prova a fare la mia sequenza.-
Ci provai, e ci riuscii.
-All those other girls, well they’re beautiful, but would they write a song for you?- cantai.
-Mmh… I can't help myself.- finì e mi baciò, come solo lui sapeva fare.
Ci misi un anno per imparare a suonare la batteria, ma ci riuscii.

 
 
Continuavo a pensare al passato, e non mi ero accorta che stavo continuando a suonare. Non so per quanto tempo suonai, e cantai.
Pensando a Will, e alla frase che aveva scritto sul retro del biglietto.
‘’ ‘Cause I can’t help it if you look like an angel.’’
 
Ma poi fui interrotta.
Qualcuno stava battendo le mani.
Colta in fragrante, portai di scatto lo sguardo sulla soglia della porta.
-Complimenti.- si congratulò.
La rabbia tornò in me.
Che ci faceva lì Harry Styles?



***
Eccomi qua,

con un capitolo di passaggio.
Qui non succede proprio nulla.
Nel prossimo avrete qualche novità.

Mi dispiace molto che la storia stia perdendo lettori.
Però avete ragione.
Non è poi così avvincente e non succede nulla di nuovo.
E io pubblico una volta ogni morte di papa.
Ma se non vi piace ditemelo subito.
Per favore.


Comunque,
si vocifera di un ritorno di Will...
Che ne pensate?
E che succederà ora fra lei e Harry lì?

Come vedete
c'è ancora una volta la presenza di Taylor.
Non posso farci niente
ho scritto il capitolo con ''Hey Stephen'' nelle orecchie.
Vi consiglio di ascoltarla.
Non ve ne pentirete.

Ora mi dileguo
Su twitter sono:
@taysmuffjn

XXX
harrehs


 

 
  
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