Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Ruth Spencer    14/08/2013    8 recensioni
Tesi: -Gli uomini sono portatori sani di problemi per noi donne-.
Prove che avvalorano la tesi:
1-Sam, il mio (ex) fidanzato storico, mi ha imbrogliata tagliando fuori me e le mie amiche dalla squadra di calcio del College.
2-La notte ha portato pessimi consigli a mio fratello Fred e proprio le sue idee malsane hanno causato un pasticcio dopo l’altro nelle ultime settimane.
3-I miei progetti per il raggiungimento della frigidità sono andati in malora per colpa di un paio di occhi verdi e una faccia da schiaffi che devo sorbirmi ventiquattro ore su ventiquattro.
Conclusione deducibile dalla tesi: Sono.nella.merda.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                               




Come nei sillogismi ci vogliono due premesse per fare una conclusione, così ci vogliono due persone per darsi un bacio. 
                                                                (La Dodicesima notte- Shakespeare)
 
 
 
12. The worst is over…maybe.
Chi non muore si rivede.
 
 
Quante azioni compiamo? Quante inconsciamente?
Sei in camera tua, in pigiama, chiedendoti quale sia il problema in tuo fratello, quando ti senti afferrare e all’improvviso cominci a domandarti freneticamente cosa tu abbia commesso per essere trattato con così poco riguardo.
Andò più o meno così quella sera.
Qualcuno mi prese per la collottola e mi scosse con violenza. –Prima fingi di comportarti d’amico dicendomi che Vichy non è una ragazza da frequentare e poi ci provi con lei?-.
Lo fissai terrorizzata, conscia dell’avere addosso le sue mani così grandi che avrebbero potuto trasformare facilmente la mia testa in una palla di budino. Impiegai alcuni istanti a capire, mentre facevo correre uno sguardo confuso per la stanza, prima su Louis, poi su Niall in cerca d’aiuto. Ma, neanche loro capivano.
Poi, i miei pensieri corsero a Fred e improvvisamente compresi l’accaduto. Mio fratello aveva fatto lo svenevole con Jordan, ignaro del fatto che io e lei ci detestassimo e a quel punto Vichy non aveva perso tempo e aveva rinfacciato l’episodio ad Harry per trarne il dovuto vantaggio. Strega lei e idiota lui.
-I-io non ci ho provato!- farfugliai sulla difensiva.
-Harry,- intervenne Louis. –Non credo che Fred…-.
-Invece, si. L’hai sentita anche tu Vichy-.
-Ma, lei mi odia!- esclamai.
-E’ vero: lo detesta.- osservò calmo Niall, seduto sul letto con le mani dietro la schiena che stringevano il piumino.
-Magari Fred sarà stato più gentile del solito e lei avrà approfittato della situazione. Sappiamo tutti che non vede l’ora di venire a letto con te, Harry. – ragionò Louis ad alta voce.
Harry socchiuse un attimo gli occhi, forse riflettendo brevemente se riempirmi di botte o credermi.
Finalmente allentò la presa sulle mie spalle e mi lasciò libera.
-Stronzo.- lo sentii mormorare prima che uscisse dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle.
Louis mi guardò dispiaciuto. –Gli passerà-.
 
 
“Gli passerà”mi aveva assicurato Louis la sera prima, ma il martedì trascorreva veloce tra una lezione e l’altra, tra il pranzo della mensa e l’intervallo pomeridiano. Durante l’allenamento, l’ultimo prima della partita, non mi degnò di uno sguardo.
“Gli passerà”.Si, ma quando? Entro un’ora, un giorno, un mese…un anno?
Al momento opportuno avrei sistemato Fred per le feste per tutti i guai che aveva combinato col suo ritorno.
Zayn d’altra parte non era da meno. Continuava a confondermi: dopo il bacio con la Signorina Cope si era comportato come se nulla fosse e ai miei “hai parlato con lei oggi?” replicava facendo spallucce.
La mattina della partita, andai a fare colazione con gli altri, sovrappensiero. Fred era rimasto nella mia stanza e per fortuna sarebbe rimasto lì senza fare pasticci.
-Fred, sei preoccupato? Tranquillo che li stendiamo-. Guardai Niall mesta, prima di sospirare e mettermi in fila per il caffelatte.
Le lezioni sarebbero durate sino alle dieci e mezza, mentre noi che facevamo parte della squadra di calcio eravamo esentati dal frequentare i corsi.
Paul, il nostro allenatore, volle incontrarci prima della partita per una revisione dell’intera tattica di gioco. Nell’edificio C, adibito alla palestra, vi era un piccola sala congressi dalle poltroncine rosse.
-Il gioco della Higthon School è principalmente basato sulla forza fisica. Quando gli attaccanti avanzano ricordatevi di adottare la difesa a zona. Niente pressing: in un contatto fisico non reggereste tre secondi-.
-….armadi a due ante…- sentii bisbigliare alle mie spalle. Era vero: molti dei compagni di Sam erano dei colossi, alti e soprattutto robusti, ma noi eravamo rapidi e precisi nei passaggi almeno quanto loro erano forti.
-Niall, Michael, - continuò il coach, rivolto ai nostri compagni. –Avete delle buone capacità aeree: sfruttatele al meglio. Se riuscite a metterli in fuorigioco, il campo è vostro-. Poi, si volse verso di me:-Fred, stai attaccato alle due punte, Zayn ed Harry: mi raccomando-.
Nel sentirsi nominare, il primo mi lanciò un’occhiata seria e l’altro incrociò le braccia al petto con un lieve sbuffo.
Harry, bello e impossibile. Zayn bello e…impossibile lo stesso.
-Louis, smettila di chiacchierare con Colin. – lo riprese Paul. Cinque minuti dopo, uscivamo per entrare negli spogliatoi.
Il pullman con i giocatori della Higthon School era parcheggiato nello spiazzo davanti ai cancelli del College: i ragazzi della squadra avversaria indossavano i pantaloni lunghi della tuta e la felpa blu con i bordini gialli. Nel mio armadio ne conservavo una identica anch’io.
Salivano e scendevano dal mezzo di trasporto, per recuperare le borse e gli effetti personali.
Per un attimo, prima di entrare negli spogliatoi mi parve di intravedere Nick Parker e accanto a lui la chioma castano chiara di Sam.
-Sta’ calma, okay?- si raccomandò Zayn sulle scale degli spogliatoi. Deglutii rumorosamente e seguii Louis davanti a me.
Mentre ci cambiavamo, gli avversari entrarono con i borsoni su una spalla. Alcuni si salutarono con i nostri, altri ci guardarono in cagnesco, altri ancora continuarono a chiacchierare fra loro.
Ma, solo uno attirò la mia attenzione: un ragazzo alto, con i capelli schiariti dal sole e gli occhi castani.
Quando mi passò accanto, ficcai il naso nel mio giaccone con la scusa di cercare qualcosa nelle tasche per non essere riconosciuta.
Ma, non gli fu difficile notarmi, mentre mi sfilavo i pantaloni lunghi della tuta, con indosso già i calzoncini rossi.
Calzai gli scarpini e proprio quando allacciavo il sinistro, Sam parve accorgersi della mia presenza.
-Fred!- disse forte abbastanza da attirare l’attenzione di tutti i presenti. –Non sapevo facessi parte della squadra-.
Mi esibii in un sorrisetto innocente: dovevo parlare il meno possibile, altrimenti mi avrebbe riconosciuta.
-Ma, non eri una frana a calcio?- mi chiese maligno: alcuni dei suoi ridacchiarono. Strinsi i pugni e mi voltai verso Zayn lanciandogli uno sguardo eloquente.
Ma, non fu lui a difendermi. –Veramente, è il miglior centravanti che abbiamo mai avuto-. La voce ruvida di Harry mi spinse a girarmi nella sua direzione. Mi sorrise, sincero.
-Siete messi male allora!-. Qualcuno rise sguaiatamente.
-Lo vedremo in campo.- replicò semplicemente il capitano della nostra squadra. Voltò le spalle a Sam senza tanti complimenti e mi raggiunse. –Fred, volevo dirti che ho capito di aver sbagliato sul tuo conto. Sei stato gentile con noi, anche se almeno all’inizio non tutti si sono comportati correttamente nei tuoi confronti. Volevo dirti che…beh, ora sei dei nostri-.
-Grazie.- sussurrai grata del fatto che Harry avesse deciso di chiarire. –Non mi deludere in campo-.
Mi diede una pacca amichevole sulla spalla, facendomi barcollare sotto il suo peso e se ne andò. Se lo avessi sentito parlare così qualche giorno prima, avrei provato una piacevole sensazione di vuoto allo stomaco, avrei sorriso giuliva o saltellato una volta che mi avesse dato le spalle. Adesso invece ero solo…contenta.
Uscii dallo spogliatoio per ultima e stavo per raggiungere gli altri, quando mi resi conto di un problema: la vescica stava per scoppiare.
Decisi allora di fare dietro front e tornare da dove ero venuta, ma mi imbattei in…
-Bayler, non stai andando dalla parte sbagliata?-.
La guardai interrogativa. Ci mancava Vichy Jordan.
-Lo spogliatoio femminile è dall’altra parte. – spiegò lei con un sorriso vittorioso dipinto sulle labbra rosse come due ciliegie.
-Non capisco!- saltai su nervosa.
-Andiamo, Bayler! Fai funzionare la materia grigia. Secondo te chi può aver scoperto il tuo segreto negli spogliatoi femminili, tre giorni fa?-.
La fissai incredula, mentre i miei ingranaggi cerebrali cominciavano a ruotare vorticosamente. –Sei stata tu a rubarmi i vestiti!- esclamai esterrefatta con la voce più alta di un decibel. Come avevo fatto a non sospettare di lei?
-Già, e speravo anche che non li trovassi, ma poi c’era sempre il moro che accorreva in tuo aiuto-. Capii che il “moro” per lei dovesse essere Zayn. –Poi, - continuò come se mi stesse raccontando una divertente gita al lago con gli amici. –L’altro giorno mentre cercavo Harry per potergli parlare, ho incontrato il vero Fred-. Si godette la mia espressione allibita prima di proseguire:-Non è stato difficile capire che non fossi tu. Ci ha spudoratamente provato con me, senza sapere che il nostro rapporto non naviga in buone acque. A proposito, è carino tuo fratello…- osservò noncurante con l’intento di provocarmi.
-Così hai pensato bene di vendicarti dicendolo ad Harry. Non mi ha parlato per due giorni!-.
-Povera piccola!- mi schernì lei.
La ignorai, riflettendo brevemente sugli ultimi eventi. –Perché non gli hai raccontato la verità?-.
-Perché?- fece lei retorica. –Perché quando ti ho spiata negli spogliatoi, ti ho riconosciuta. Ho capito che eri la ragazza che Harry aveva baciato al ballo, che era colpa tua se lui mi aveva piantata in asso. Se gli avessi rivelato il tuo segreto, sarebbe corso tra le tue braccia e tu l’avresti accolto come una benedizione. D’altronde, ti piace…-.
-No, sei fuori strada.- la contraddissi senza neanche pensarci.
-Ah si?-.
-Si.- dissi risoluta. Non mi piaceva?
-Meglio così. Allora, possiamo continuare ad ignorarci proprio come prima-. Si voltò, fece qualche passo, poi tornò da me. –Come ti chiami?-.
-Maud-.
-Che nome strano!-.
-Perché, Vichy?- la sbeffeggiai. –Più banale non si può!-.
Mi mandò al diavolo ed io rientrai negli spogliatoi sorridendo.
Ma, proprio ora che tutto sembrava andare come avrebbe dovuto, il fato, il destino o la sfortuna -chiamatela come volete!- ci mise lo zampino.
Entrata nel primo cubicolo libero, mi chiusi la porta dietro e feci scattare la serratura, ma quando andai per riaprirla scoprii di essere bloccata dentro.
La partita però stava per iniziare. Colpita da quel pensiero, presi a battere i pugni sulla porta.
-Ehi! Ehi! C’è qualcuno? Sono bloccato!-. Tentai di nuovo di far scorrere l’asticella della serratura, ma invano. –Aiuto! Mi sentite?-.
Cazzo. Cazzo. Cazzo. 
Cazzo. L’ho già detto?
Sentivo il chiacchiericcio sugli spalti proprio sopra gli spogliatoi. Assestai un altro calcio alla porta nella speranza di sfondarla, ma non ottenni risultati.
 
 
 
Zayn intanto allineato con i suoi compagni si guardava intorno alla mia ricerca. –Si può sapere dove è finito Fred?- sbottò rivolto ad Harry.
-Non lo so, ma qui la partita sta per cominciare. Paul mi ha detto che non possiamo aspettare
oltre-.
-Ma, non possiamo neanche giocare senza di lui-.
-Cosa vuoi che ti dica, Zayn?-.
-Io vado a cercarlo negli spogliatoi.- tagliò corto il moro, ma prima che muovesse un solo passo, Harry lo strinse per le spalle. –Fred è uscito con noi: negli spogliatoi non c’è, è inutile cercare ed io non voglio restare senza una punta perché il centroavanti si è perso-.
-Cosa pensi di fare, allora?-.
-Giocare la partita. A Fred ci penseremo nel secondo tempo-.
Zayn parve contrariato. –La perdiamo la partita senza di lui. Gli schemi di gioco sono improntati sul suo intervento-.
-Ne faremo a meno per quarantacinque minuti. Tu pensa al pallone-.
-E chi dovrebbe giocare al suo posto?-.
L’espressione che comparve sul volto di Harry dovette essere delle più eloquenti, perché Zayn strabuzzò gli occhi. –Non mi dirai che…- iniziò allucinato.
Harry annuì sconsolato. –Alan Davies-.
-Sarà una strage. – commentò lugubre l’altro, mentre la riserva si sgranchiva le gambe ai margini del campo. –Potremmo passare direttamente alla sconfitta a tavolino, già che ci siamo-.
Harry gli lanciò un’occhiata truce. –Non peggiorare la situazione-.
Alan Davies era una delle poche o forse l’unica riserva a non aver mai giocato una partita. Era basso e tarchiato, per niente agile nei movimenti e il fatto che ogni anno in un modo o nell’altro venisse inserito nel gruppo…beh, nessuno se lo sapeva spiegare.
Niall si avvicinò al capitano. –Harry, stai scherzando, vero? Non puoi far giocare Davies!- protestò.
Louis e Colin lo appoggiarono subito. –Ragazzi, Fred al momento sembra introvabile e la partita deve per forza cominciare. Perciò teniamo duro fino al secondo tempo, poi vedremo che fine a fatto l’ imbecille.- spiegò il riccio.
–Ci faranno a pezzi.- concluse Louis.
 
 
 
Il fischio d’inizio. Ero sicura di averlo udito.
La voce amplificata e metallica di Jude Huston che faceva da cronista mi invase le orecchie subito dopo.
Saltai sulla tazza, appoggiandomi alle pareti con le mani, ma per quanto tentassi di aggrapparmi al muro per poter scavalcare, non ci riuscii.
Un altro fischio da parte dell’arbitro, qualche protesta, un calcio di punizione.
-Bradley prende una breve rincorsa, carica il destro…Ottimo tiro per la squadra dell’Highton School! ATTENZIONE!-.
Mi bloccai in bilico sulla tazza del gabinetto con le orecchie pronte a captare qualsiasi suono.
-La barriera dei nostri è solida come il marmo: Tomlinson butta fuori il pallone e fa guadagnare il fallo laterale agli avversari-.
Chi stava a giocando al mio posto? Perché non erano venuti a cercarmi?
-…Sam Evans…-. Nel sentire pronunciare quel nome, mi impietrii all’istante. -Evans controlla il pallone molto bene, smarca Canon: passaggio trasversale con Parker…Parker avanza…-. Trattenni il respiro e con me tutti gli studenti radunati sugli spalti molto probabilmente. –ma, sbaglia a calibrare il tiro da fuori area che viene intercettato da Horan-.
Bravo Niall!
-Tomlinson, Canon, ancora Tomlinson, largo per Davies. Il centravanti di BellboroughCourt sembra riscontrare qualche difficoltà nel gioco offensivo. A quanto ne so, la formazione del nostro Coach prevedeva un quattro-tre col centravanti avanzato, Fred Bayler che sembrava aver acceso i suoi compagni di nuove speranze per il campionato, ma stamattina non si è fatto vedere. Forse ha avuto…Oh, Malik prende palla, saetta tra i difensori avversari, sembra inarrestabile…VAI COSI’ ZAYN!-. Alcuni secondi di silenzio, rotti solo dal brusio degli spettatori. –Scusi, professoressa: lo so, devo essere imparziale…-. Probabilmente era stata la McCarthy col suo cipiglio a riprendere Jude.
-Malik non si arrende, con un dribbling mette fuori gioco Anderson, gioca il tutto per tutto, tira: Wilson para, niente da fare-.
Il colletto della maglia mi prudeva terribilmente: stavo sudando.
-Rimessa del portiere, scontro aereo per Anderson e Styles che sembra avere i capelli più spettinati del solito stamattina, il che è tutto dire. No, Styles: nulla di personale. Il tocco è per lui, il capitano, raggiunge la porta, è sul punto di TIRARE…-si accalorò Jude improvvisamente, forse si era addirittura alzato in piedi.
Oh, porca...!
-La palla colpisce come un siluro il palo. Il goal è difficile da trovare con una difesa come quella dell’Highton School. Intanto le nostre cheerleader si fanno sentire: Vichy Jordan pare particolarmente in forma stamattina e…aspettate un attimo! Malik ha colpito Evans con un gancio destro invidiabile…Okay, si ha ragione, professoressa: la violenza è inaccettabile. Qualsiasi cosa gli abbia detto Evans, Malik non doveva eccedere in un gesto simile…Dio Santo, l’ha proprio steso!- continuò tutto eccitato. -Finalmente l’arbitro se ne accorge, sospende il gioco-.
Evans? Zayn aveva picchiato Sam? Perché mai?
Trattenni il fiato per l’ennesima volta. Immaginavo l’arbitro circondato dai giocatori che tentavano di spiegarsi, Zayn con le mani fra i capelli incredulo di fronte al proprio comportamento, Harry e Louis che discutevano con i guardalinee, le tribune silenziose in attesa del verdetto.
-Cartellino rosso per Malik. Questa non ci voleva. La seconda punta della nostra squadra lascia il campo, abbattuta-.
I miei neuroni impiegarono svariati secondi per elaborare la notizia e quando capii la gravità della situazione, sentii la porta degli spogliatoi sbattere con violenza.
-Zayn! Zayn!- mi misi ad urlare.
-Maud?- disse la voce del moro, incerta. Si avvicinò alla porta del mio gabinetto. –Che fine hai fatto, si può sapere? Sei caduta nel cesso, per caso?-.
-Il premio per la simpatia, Malik, davvero.- ironizzai. –Vuoi liberarmi? Sono bloccata-.
-Certo che tu e la sfiga andate a braccetto-.
-Non me ne parlare-.
-Sei presentabile, oppure devo coprirmi gli occhi?-.
-Apri, Zayn o ti ficco…-.
-Okay. Ho afferrato il concetto.- mi interruppe lui lasciandosi sfuggire una risata. Un attimo più tardi due occhi nocciola mi scrutavano divertiti dal vano della porta.
-Zayn! Che diamine ti salta in mente? Come faremo ora che sei stato espulso?- lo aggredii.
Alzò le mani in segno di resa.
-Perché ti hanno sbattuto fuori?-.
-Lascia perdere…-.
-No, affatto. Io…-.
Le parole che Jude Huston stava pronunciando in quel momento però zittirono entrambi. –Evans sembra essersi ripreso in fretta dal pugno di Zayn Malik. Sferra una cannonata e…-. Intercettai lo sguardo del moro, sgranando gli occhi. – E goal. Segna l’uno a zero al trentacinquesimo del primo tempo. I suoi compagni esultano-.
Fissai il soffitto in ascolto, prima di urlare:-Vaffanculo!-.
Pesto i piedi a terra. –Vaffanculo! Fottiti, Evans! Fottiti, fottiti! Stronzo! Pezzo di merda…-.
-Bip!- intervenne Zayn. –Hai appena vinto il premo per aver pronunciato in meno di trenta secondi tutte le parolacce del vocabolario-.
-Non rompere. Lo odio-.
-Si, l’avevo capito-. Sbuffai, ancora fuori di me per quel goal subito, ma, avrei dovuto farci l’abitudine perché meno di dieci minuti più tardi, Parker segnò la doppietta.
Quando finalmente finì il primo tempo, gli altri tornarono negli spogliatoi.
-Dammi un valido motivo per non prenderti a calci in culo!- mi apostrofò subito Harry furente.
-Sono rimasto bloccato nel bagno.- spiegai.
-E così ci hai piantati in asso perché dovevi pisciare?-.
-Ragazzi, non litigate. – prese parola Louis, ponendosi tra me e il ricciolino. –Adesso che c’è Fred, possiamo ancora vincere-.
 
 
 
-Cos’ è? Hai finito di fartela sotto, Bayler?- mi schernì Sam, quando entrammo in campo.
Continuai ad ignorarlo bellamente, mentre affiancavo i miei compagni. –Come sta Maud? Ha preso a pugni qualcun altro nel frattempo?-.
A quel punto, non resistetti. –No, forse sei tu che le prendi da tutti e basta-.
Sam sembrò incassare il colpo. –Salutamela e dille che dovrebbe cimentarsi nella box, invece di provare a giocare a calcio-.
Gli diedi le spalle e seguii Harry. –Fred, ricorda solo gli schemi che abbiamo studiato assieme. D’accordo?-.
Annuii, mentre il cuore mi scalpitava nel petto e le gambe erano diventate improvvisamente gelatina. Due minuti più tardi, l’arbitro suonò il fischio di ripresa. Solo allora mi parve di riacquistare tutta la forza fisica necessaria per potermi battere.
In mezzo al campo, era tutto più semplice ed istintivo per me: mi muovevo tra gli avversari, sfrecciavo da una parte all’altra del campo, smarcavo, prendevo palla, la lanciavo agli altri. Proprio lì, mentre mi precipitavo a recuperare il pallone, capii che indipendentemente da Sam e le mie inutili questioni di principio, io volevo giocare a calcio. Mi sentivo nata per farlo ed era una sensazione del tutto appagante.
-Fred!- mi chiamò Harry, dall’altro lato del campo sovrastando la voce di Huston sugli spalti. Smarcai con un dribbling Odell e mi portai sulla fascia laterale, lanciandomi in una corsa frenetica verso la fine del campo, con Anderson alle calcagna.
Il tiro però fallì miseramente, intercettato da Wilson, il portiere, che con un lancio lungo fece atterrare la palla sul petto muscoloso di Parker in attacco.
-Anderson mi sta appiccicato alle sottane, Harry. Non posso neanche starnutire, che mi salta addosso-.
-Tu tienilo a bada. Io penso a segnare-.
Annuii, riprendendo a correre verso il centrocampo. Wilson ovviamente mi seguì come un cane da tartufo. -Hai perso la mamma, per caso, Wilson?- lo sbeffeggiai.
Lui rispose con un grugnito minaccioso che non riuscii a decifrare: mi voltai per controllare il gioco dei nostri difensori.
-Horan sembra in serie difficoltà di fronte al pressing di Evans, - stava urlando Jude, seduto accanto alla professoressa McCarthy.- riesce a liberarsi, passa il pallone a Tomlinson. La palla attraversa il campo, prende il controllo Davies, ma lo perde quasi subito, smarcato da un Bradley piuttosto aggressivo in questo secondo tempo. Effettua un tunnel nei confronti di Canon e Horan. Tomlinson lo ferma ancora. Avanza rapido, superando Evans e Parker. Scavalca Bradley con un salto e si porta al centro campo! Incredibile!-.
Incrociai lo sguardo di Louis che, quasi avesse le ali ai piedi, si affrettava a venirmi incontro più veloce che mai. Mi indirizzò il pallone e in pochi attimi presi a correre verso l’area avversaria.
Wilson tentò di sottrarmi la palla, ma fui rapida: accelerai fino a raggiungere il corner e lì dopo un breve respiro, scagliai il pallone al centro dell’area. Il resto mi sembrò che avvenisse come in una moviola. Vidi Harry spiccare un salto quasi a rallentatore, sollevarsi da terra mentre la palla fischiava come una freccia nell’aria del mattino, inarcare la schiena per caricare il tiro e poi effettuare un cross al centro, di testa. La palla sibilò a pochi centimetri dall’orecchio di Wilson ed entrò in porta.
Portai le braccia in alto, con le mani strette a pugno, felice e poco dopo Harry mi abbracciò così forte da farmi male. Saltellai assieme a lui e gli altri ci travolsero per esultare. Eravamo in svantaggio, ma tanto era il nostro entusiasmo ora che sembrava avessimo vinto il campionato.
-Bayler pare fondamentale per il gioco di Styles. Un bolide sarebbe stato più semplice da parare per Wilson!- disse entusiasta Jude al microfono, prima che si riprendesse la partita.
Ormai mancavano pochi minuti al fischio finale. Pur avendo subito un goal, il morale degli avversari non era calato affatto, anzi, erano diventati più violenti e battaglieri che mai.
L’arbitro fu costretto a fischiare diversi falli, ma il gioco lo conducevamo noi. Si crearono nuove occasioni per segnare, qualche tiro di tacco o di esterno senza risultati nel tentativo di fare breccia nella difesa avversaria.
Intanto però, lottavamo per recuperare lo svantaggio e concludere bene la partita che si era fatta avvincente: i passaggi erano brevi e veloci, precisi ed efficaci.
Era il novantunesimo minuto quando Evans per un errore di concentrazione si lasciò sfuggire il pallone. Colin ne approfittò subito per passarla a Niall. Il pallo netto dell’irlandese colpì la schiena di Bradley che si gettò a carponi tossendo, ma il gioco non venne fermato. Davies con un maldestro tiro di collo, lanciò la palla ad Harry. Wilson e Odell si fiondarono verso di lui per allontanarlo dall’area. Come due grossi cinghiali inferociti che infieriscono sul terreno e sollevano grosse zolle di erba e muschio, ondeggiando la testa da un lato all’altro, i difensori massicci della squadra avversaria sbuffarono e caricarono come animali contro il ricciolino.
Harry ed io ci scoccammo uno sguardo eloquente e quando ormai gli erano addosso, sferrò il tiro. Il pallone volò ad una velocità strabiliante verso il lato sinistro del campo: io mi fiondai verso quella direzione come un battitore di baseball che con un lancio oltre le linee di foul, ottenga un home run* per sé e per tutti corridori della sua squadra presenti sulle basi.
Corsi come mai in vita mia, entrando nell’area e preparandomi a colpire. Riuscii ad intercettare il pallone nel momento esatto, sollevai i piedi da terra piegandomi di lato e con una rovesciata micidiale lo scagliai nella rete.
Come per il primo goal, tutti i giocatori e addirittura il portiere accorsero per festeggiare. Un minuto più tardi il triplice fischio dell’arbitro vibrò nel campo e tra gli spalti, mentre ancora ci abbracciavamo. Avevamo pareggiato, ma per noi era stata una vittoria.
 
 
 
-Per come era cominciata, mi stupisco che si sia conclusa così. – terminò il racconto Louis negli spogliatoi maschili.-La prossima volta, li annienteremo-.
Niall annuì infilandosi una maglia pulita ed Harry fece altrettanto sedendosi con un sospiro.
-Bel tiro, Fred! Non deve averla vista nemmeno!- si congratulò Colin appena entrato. –Grazie.- mugugnai. Proprio allora mi accorsi di Zayn che aveva ascoltato in silenzio il resoconto dettagliato della partita, tra l’entusiasmo e l’eccitazione generale.
-Davies, te la sei cavata, sai?- lo incoraggiò Louis con una pacca sulle spalle. –Forse alla fine del College sarai passabile!- celiò facendo ridere tutti. L’altro sbuffò vagamente divertito.
-Stanno preparando un rinfresco nella camera di Jordan. Voi venite?- intervenne Colin.
-Certo che partecipiamo!- fece Louis con ovvietà. –Fred?-.
Improvvisamente nello spogliatoio calò il silenzio. Avvertii gli sguardi di tutti i presenti puntati su di me. Avvampai. –Si, fra poco-.
-Ti aspettiamo-.
Così, una volta tornata in camera, feci uscire mio fratello dall’armadio quando ormai eravamo soli, per potergli parlare. Avevo ripreso i panni della vecchia Maud: i capelli scuri e lunghi, mi ricadevano sciolti sulle spalle e sul seno; indossavo un paio di jeans aderenti e una felpa grigia. Si trattava di un abbigliamento anonimo, ma pratico per fuggire da BellboroughCourt il più in fretta possibile e salire sul primo treno diretto a Londra.
-Fred, vai tu al mio posto. Io devo partire-. Dissi cominciando a radunare le mie cose. –Va bene.- acconsentì senza tante cerimonie, poi aggiunse:-So che hai fatto un goal straordinario…-.
-Una rovesciata.- precisai sorridendo.
-E Zayn?-.
-Che intendi?- gli domandai spaesata.
-C’è qualcosa fra di voi?-.
Lo fissai chiedendomi se fosse serio o meno, prima di scoppiare a ridere. –Certo che no! Perché me lo chiedi?-.
Si sedette sul bordo del letto di Niall, allungando le gambe sul pavimento laccato. –Ho sentito che…beh, è stato espulso per te-.
-Cosa?!-. Balzai in piedi sconvolta.
-Già, Sam continuava ad offendere te e me. “Maud di qua, Fred di là” e alla fine lui l’ha colpito, così ho pensato…-.
Non gli lasciai il tempo di spiegare, abbassai di scatto la maniglia della porta e mi precipitai fuori.
Fred mi venne dietro. –Maud? Dove vai?-.
Caracollai fino agli spogliatoi femminili e mi fermai davanti alla camera di Vichy Jordan, aperta e accessibile a chiunque volesse festeggiare per lo straordinario recupero della nostra squadra.
-Dolcezza, non ti ho mai vista qui…-. Al sorriso mellifluo che mi rivolse Colin Canon sbuffai, scavalcandolo. La stanza era più affollata di quanto credessi: i letti erano stati addossati al muro lasciando dello spazio libero al centro dove con le due scrivanie era stato improvvisato una sorta di rinfresco con noccioline e alcoolici.
Lasciai vagare lo sguardo per la camera in cerca di Zayn e lo individuai  appartato vicino al davanzale della finestra con un drink in una mano e una sigaretta nell’altra. Tentai di creare un varco nel muro i persone che ci separavano, ma proprio quando ero a poca distanza da lui, mi venne incontro un grosso inconveniente.
-Ehi,- mi sorrise Harry sornione. –Maud, giusto?-.
Annuii, sperando mio malgrado che qualcosa lo distraesse dalla mia presenta lì.
-Senti, prima che tu sparisca di nuovo: volevo chiederti il numero di telefono. Così, magari…-.
-Harry,- lo interruppi subito, posandogli una mano sul braccio. –Aspetta un attimo-.
Lo superai e marciai dritta verso Zayn che sembrava non avermi ancora notata.
Mi rivolse un sguardo dapprima stupefatto, poi divertito. –Che ti ridi, si può sapere?- abbaiai rabbiosa. –Ti proibisco categoricamente di farti espellere per me durante una partita.- gli ordinai minacciosa prima di tirarlo per la camicia e baciarlo. Esatto, lo baciai come non avevo mai pensato di fare con un ragazzo. Lentamente lui abbassò le braccia fino a sfiorarmi i fianchi con il bicchiere e il mozzicone di sigaretta spento. Mi strinsi contro di lui, accarezzandogli la schiena tra un mezzo sospiro e l’altro, tra un bacio febbrile e l’altro. Affondai una mano nei suoi capelli corvini, dischiudendo le labbra per permettere alle nostre lingue di cercarsi, incontrarsi, rincorrersi, un po’ come avevamo fatto noi due per tutti quei giorni.
Quando finalmente ci staccammo ancora ansimanti, nella stanza di Vichy Jordan nessuno parlava.
Anzi, sembravano tutti molto interessati a noi due. Harry era rimasto impalato dove l’avevo lasciato, con un sguardo frastornato che avrebbe divertito chiunque e il bicchiere col drink ancora tra le mani.
Solo dopo alcuni istanti, Louis si fece avanti confuso. Guardò prima me, poi Fred che era appena sopraggiunti. –Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?-.
Intercettai lo sguardo complice di Zayn, poi scoppiamo a ridere all’uni solo. –E’ una lunga storia-.
 
 
 
La vittoria sarebbe stata un po’ scontata, non trovate? Mi sono divertita tantissimo a scrivere la cronaca di Huston, spero quindi che non vi abbia annoiate troppo (mi sono fatta una full immersion di telecronache su you tube).
*Poi, ho citato il cosiddetto home rundel baseball: avete presente quando nei film americani, durante una partita, uno comincia a correre a buffo per il campo e voi non ne capite il motivo? Ecco, quello è il fuoricampo, ovvero l’opportunità di fare un punto occupando tutte le basi. 
E’ mezzanotte e mezza e domani parto, quindi vi saluto. Grazie a chi recensisce/preferisce/segue/ricorda questa storia. Davvero, mi lusingate tantissimo, siete meravigliose <3 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ogni vostro commento sarà utilissimo per migliorare. Fatevi sentire e buone vacanze :)
Alle recensioni risponderò odmani mattina dal cellulare che sono esausta DD:
Ruth <3
  
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ruth Spencer