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Autore: toujourscannelle    16/08/2013    0 recensioni
Ho le dita macchiate d'inchiostro e la bocca secca di baci.
Parigi mi osserva rabbuiata.
Hai perso il tuo tesoro, sussurra.
Irlanda e Francia. Uomo e donna. Calcolatore e sognatrice.
Due storie e poi un'incontro. Forse anche una fine.
Eliot, irlandese, riccio e imbranato. Zoe, francese, minuscola e bizzarra.
Quello che è successo dal primo all'ultimo giorno, ecco che oggi ve li presento.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il secondo soggetto
(Parigi l'aveva salutata con un dolce bacio)

 

 

Parigi l'aveva salutata con un dolce bacio e Londra l'aveva accolta con il rumore dei clacson.
Non poteva crederci.
La sua bella tour le era stata strappata via in cambio di quell'odioso Ben. I loro croissant sembravano fatti di plastica e niente pareva piacere tanto a quel popolo refrattario al sole come una bevanda annaquata da loro definita “tè”.
La nuova lingua era fredda, come tutto il resto in quella città, niente a che vedere con la sensuale musicalità del francese.
Zoe voleva tornare a casa, le mancava maman.
Un inglese molto famoso viveva in Baker Street, lo sai Zoe?” Aveva domandato entusiasticamente suo padre mentre l'aereo si alzava in volo.
Sherlock Holmes!” Era saltata su Ariana facendo dondolare la coda di cavallo.
Lo avevo chiesto a tua sorella, ma è corretto. Al 221B viveva proprio lui.”
Da quel momento in poi Zoe si era chiusa nel mutismo più assoluto e aveva tenuto quei due begl'occhioni azzurri piantati sul sedile che le stava davanti.
La nuova casa tutto sommato non era male: due piani, nel centro di Londra e un enorme terrazzo.
Dopo ben due partite a Risiko contro Ariana aveva ottenuto il possesso della mansarda: una piccola stanzetta di legno, isolata da tutti e con una gigantesca finestra sulla parete centrale.
Erano passate giusto un paio d'ore e l'esile Zoe aveva già riempito la camera di vasetti, pile disordinate di libri e disegni eseguiti col carboncino.
Nel frattempo qualche giovane londinese studiava la loro casetta bianca incuriositi da quella bizzara coppia di sorelle.
Ariana era alta, molto alta, aveva i capelli scuri perennemente spettinati e sistemati sul viso appuntito due occhi verdi che parevano non avere una fine. Il tutto impreziosito da una delicata spruzzata di lentiggini. Non si separava mai dalla sua bombetta nero pece, ben calata sulla testolina, e aveva sempre qualche appunto scritto sulle mani.
Zoe invece era piccola.
Cinquantasette centimetri raggiunti con grande fatica e qualche goccia di sudore, occhietti azzurri, quasi sempre lucidi, labbra carnose e nasino all'insù.
Passava la maggior parte delle sue giornate chiusa nella sua stanza, tra pagine e pagine di schizzi, aveva un cervello che era una favola. Il paese delle meraviglie chiuso nella testa di una petulante adolescente.
Amava Parigi più di ogni altra cosa e la città amava lei.
Dato che le era stato tolto l'amore della sua vita la dolce Zizi a momenti smise di parlare, trovare risposte laconiche era diventato il suo passatempo preferito. Zoe teneva tutto dentro quel suo minuscolo corpicino, mentre Ariana attendeva il giorno in cui la sorella minore sarebbe scoppiata a causa di tutti quei pensieri che le vorticavano dentro.
La piccola Zoette stava passando la sua terza mattinata da inglese rannicchiata su una delle sedie della cucina, girando e rigirando il cucchiano nella gigantesca tazza di caffè nero bollente. L'orologio verde mela, accuratamente scelto da Ariana pochi giorni prima, ticchettava fastidiosamente sottolineando quanto tempo stesse sprecando per quel gesto completamente inutile.
Qu'est-ce que tu fais? Ha finalmente smesso di piovere e tra soli due giorni saremo nuovamente chiuse all'école. Esci, Zoe. Ti farà bene.”
Sua sorella, la strega, si lasciò cadere sul pavimento della cucina con quell'ammasso di capelli arruffati che si ritrovava in testa sparsi sulle spalle.
Ennuyeux!”
Risposta laconica, niente di nuovo.
L'adolescente più minuta e testarda di quella che anticamente era stata Lutèce sbuffò infastidita.
Non è come pensi. Prova a mettere un piede fuori dalla porta e lo scoprirai, non puoi rimanertene chiusa qua dentro per tutto il tempo.”
Ariana si allungò per sfilare una scatola di biscotti dalla credenza.
Senza smettere di rimproverare sua sorella con lo sguardo ne addentò uno sbriciolando sui pantaloncini che indossava.
Si che posso.”
Era fredda la petit.
J'avertirai papa! Esci bambolina, continuando così diventerai acida e vecchia prima del tempo.”
Quella roccia di Ariana inghiottì l'ultimo pezzo di biscotto alla cannella e prese a tirare l'altra per un braccio. Non avrebbe accettato rifiuti, sua sorella si stava distruggendo con le sue stesse mani.
Allons-y!”
Le gridò in una di quelle orecchie a forma di conchiglia per rincarare la dose. Zoe non era visibilmente in grado di contrastare la forza di quella bellissima strega che le strattonava il braccio, quindi si rassegnò ad immergersi per le strade di Londra e si lasciò trascinare lungo il corridoio.
Fidati di me.”
Per tutta risposta Zoe prese a lanciare occhiatacce ad Ariana mentre questa le ficcava in testa un cappellino rosso.
Divertiti e sappi che non ti farò rientrare prima di due ore. Goditi Londra, mon pauvr' Coco!”
La minore si ritrovò in piedi sullo zerbino davanti a casa in pochi secondi e dall'altra parte della porta poteva ancora riuscire a santire Ariana canticchiare quell'odiosa canzoncina.
J’ai perdu mon pauvr’ Coco, Coco mon chien que j’adore, Tout près du Trocadéro....”
Aliéné !” borbottò al portone senza una vera e propria ragione la ragazzina disorientata.
Londra le si apriva minacciosamente davanti: un ammasso di auto dai colori bizzarri, guardie con la giacca rossa e pel di carota.
La piccola Zoe non si era mai sentita così inerme in vita sua.



L'idea di dover prendere la metropolitana la terrorizzava, a piedi si sarebbe sentita più sicura. Tentò di nascondersi il più possibile dentro l'enorme sciarpa che si portava appresso e sfrecciò lungo svariate strade che parevano non avere una fine.
Sua sorella l'aveva sbattuta fuori di casa solamente da una decina di minuti quando gocce di pioggia grandi come il suo orecchio iniziarono a scendere dal cielo grigio asfalto.
E' così che Zoe fa la sua comparsa nella nostra storia: persa e infreddolita per le strade di Londra con una sciarpa più grande di lei – non che ci volesse molto – e quattordici anni terribilmente pesanti sulle spalle.
Per la prima volta la sentiamo canticchiare.
Se ne stava lì appoggiata ad una parete, con una sciarpa di lana che copriva tutto tranne due occhioni blu, aspettava che il temporale andasse lontano osservandosi la punta delle scarpe. I londinesi non badavano a quella bizzarra neo-adolescente e le passavano accanto senza degnarla di una sola occhiata.
Lei cantava.
La stessa filastrocca che un giorno avrebbe cantato anche a lui.

Au clair de la lune,
Mon ami Pierrot,
Prête-moi ta plume
Pour écrire un mot.

Sentì uno scampanellio.
Era la campanella sistemata sulla porta del negozio lì accanto a fare quel rumore.
La petit abbandonò Pierrot e prese a seguire il suono senza rifletterci troppo. Aprì lentamente la porticina con le mani coperte dai guanti ed entrò tenendo lo sguardo basso e asciugandosi una guancia, vittima della pioggia che ancora imperversava oltre l'entrata.
Salve.”
Una voce roca la fece sussultare.
Era un uomo anziano, con una ragnatela di rughe sul viso e una nuvola di capelli bianchi in testa. La ragazzina con il cappello rosso accennò un sorriso per lui mentre si guardava attorno.
Decine di scaffali straboccanti di libri abbracciavano la stanza, sembravano spuntare da ogni angolo e le impedivano di intravedere il colore delle pareti. Il pavimento era coperto da due pesanti tappeti dall'aria antica e l'aria era intrinsa di un qualche tipo di profumo, ma non sapeva a dare un nome a quella fragranza.
Piove.” borbottò lei senza distogliere lo sguardo dai volumi.
Ho notato signorina. Sa, la pioggia non è un evento così straordinario da queste parti, ma dal suo accento non mi sembra essere una londinese. Corretto?”
L'uomo appoggiò i gomiti sul bancone di legno che gli stava davanti.
Giusto.”
Oh sì, Parigi le aveva proprio rubato le parole.
Da dove viene quindi? Anzi, non mi dica nulla. Proverò ad indovinare. Non è mica arrivata dal Belgio? Come il nostro caro Poirot.”
Il bizzarro ometto continuava ad osservarla, mentre lo sguardo della bimba rimaneva ben ancorato agli scaffali.
Parigi.” corresse con un filo di voce.
Oh Paris! Ho una passione per quella città, anche mia moglie è nata lì. Quella città ha uno straordinario talento per sfornare belle persone, non crede?”
La voglia di far conversazione di quell'uomo iniziava ad irritare la nostra piccola fiammiferaia, che alzò gli occhi al cielo e si costrinse a rispondere educatamente.
Infatti è dove voglio tornare.”
Zoe iniziò ad accarezzare il dorso di uno dei libri esposti.
Lo sfilò dallo scaffale e dopo esserserlo rigirato tra le mani lo rispose, passando a quello accanto.
Non le piace Londra?”
Londra è fredda, Parigi è un abbraccio.”
Londra è più affettuosa di quel che pensa, miss. Le deve solo dare la possibilità di mostrarglielo, creda in me. Pensavo di aver trovato tutto quello che mi serviva in Francia, ma questa città ti si attacca alla pelle. In qualche modo tornerai sempre da lei.”
Non mi convince.”
Il vecchio le spuntò da dietro le spalle prendendo il libro che Zoe teneva tra le mani e lo ripose sullo scaffale.
Mi dia la possibilità di convincerla. Anche noi londinesi sappiamo essere accoglienti. Lo tenga, glielo regalo.” Sentenziò l'ometto porgendole il libro che aveva appena tolto dalla mensola lì accanto.
La ragazzina strinse una datata copia della Dodicesima notte e finalmente alzò lo sguardo incontrando quello dell'uomo.
Se la musica è l'alimento dell'amore, seguitate a suonare,
datemene senza risparmio, così che, ormai sazio,
il mio appetito se ne ammali, e muoia. ” recitò soddisfatto il proprietario della bizzarra libreria.
E' tutto suo. Si perda tra queste pagine e trovi la Viola che è in lei. Se ho azzeccato i suoi gusti torni pure a trovarmi, rimarrò ben piantato qui.”
La piccoletta annuì.
Stavolta la lontananza non aveva colpa: Zoette non sapeva che parole tirare fuori.













NOTE:
Eccomi qui con il secondo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Questa è Zoe, l'altra metà di Eliot, anche se ancora non lo sanno.
Ho pubblicato oggi perché starò via una decina di giorni, quindi il prossimo capitolo, anche se è già pronto, tarderà ad arrivare. 
Grazie mille per le visualizzazioni, mi avete davvero fatta felice.
Un bacio

 

  
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