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Autore: ghiacciointempesta    18/08/2013    2 recensioni
Chloe, bella ragazza, ventitré anni, degli amici meravigliosi e un'abbagliante futuro.
Una serata speciale, qualche bicchiere di troppo, e la mente appannata le hanno cambiato la vita.
E' stata costretta a fare una scelta, che ha creato non pochi problemi.
Ma adesso è arrivato il momento di rimediare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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It isn’t easy for me to let it go

Cause I swallow every single word

And every whisper, every sigh

It swept this heart of mine

And there is a hollow in me

Sweet Nothing - Calvin Harris Ft. Florence Welch

<< Oh, davvero? Ma è fantastico! >> Esclamò Louis dal giardino di casa Tomlinson. Zayn era seduto sul dondolo, tutto incappucciato, come faceva da qualche giorno a quella parte. Più precisamente, da quando Chloe era partita per Londra. Da un paio di settimane se ne stava lì tutto il giorno, a pensare, a piangere, a urlare e a pregare perché lei tornasse. Louis aveva acconsentito ad accoglierlo a casa sua, dal momento che la sua ragazza era in Italia per lavoro e Perrie non lo andava a trovare da un po’. Si era preso cura di lui, consolandolo per quanto possibile e facendolo ragionare il più delle volte. Zayn era distrutto. Ogni volta che Louis cercava di spostare i discorsi su qualcosa che non fosse Chloe, lui ritornava all’argomento principale e allora Louis lo spronava a riprendersi, o almeno a fare qualcosa. Il punto era che non sapeva proprio cosa fare. Parlarle, una volta per tutte o partire, andare il più lontano possibile da tutto e tutti e dimenticare? Si torturava giorno e notte su questi due punti, e quando non pensava, scriveva. Le più belle canzoni, poesie, frasi d’amore mai scritte. E si liberava, anche se la sensazione durava poco. Louis cercò di allontanarsi il più possibile da Zayn, per continuare a parlare al telefono con Chloe.

<< Chloe, tu sai che non voglio farti sentire in colpa, ma Zayn sta veramente, veramente male. E lo sai che non te lo direi se non fosse davvero grave. >> Mormorò alla cornetta il ragazzo. Chloe sospirò, mettendo Elizabeth tra le braccia del papà. A Londra, quella mattina, c’era stranamente il sole, e Chloe stava preparando la figlia per portarla a scuola. Si sistemò la gonna del vestito e guardò l’orologio appeso alla parete. Aveva una riunione, e avrebbe fatto irrimediabilmente tardi. Poi si fermò un attimo dietro la porta della cucina, per rispondere a Louis.

<< Lo so, Louis. Anch’io sto male. Ma non possiamo fare nulla. Io devo continuare la mia vita e lui la sua, com’è stato nell’ultimo anno. Adesso scusami, ma devo portare Beth a scuola. Ti richiamo presto. Ti voglio bene. >>

<< Ti voglio bene anch’io Chloe. >> Rispose sconsolato Louis. Aveva sperato di far ragionare almeno uno dei due, ma sembrava dare scarsi risultati su entrambi i fronti.

 Chloe chiuse la comunicazione ed entrò in cucina, trovando Harry che puliva il visino a Elizabeth sporco di latte al cioccolato. Acciuffò la borsa e il cappotto suo e della figlia, per poi prepararle in fretta la cartella.

<< Chloe non preoccuparti, la porto io a scuola. Vai al lavoro. >> La rincuorò Harry, prendendola per le spalle. Lei lo abbracciò.

<< Grazie Har. Ho una riunione importante e forse mi promuovono, non posso mancare. >> Spiegò, infilandosi la giacca. Harry la liquidò con un ‘vai’ e un bacio sulla fronte, prima di vederla sparire oltre le scale.

<< Cos’ha detto, Louis? >> Chiese Zayn. L’amico gli si sedette accanto e gli passò un braccio dietro le spalle, pronto ad esserci non appena sarebbe crollato.

<< Che Betty ha detto le sue prime parole ieri. ‘Papà e Mamma’ , in quest’ordine. >> Disse divertito. Zayn accennò un sorriso sghembo.

<< E?>> Lo incitò a continuare. Il castano si limitò a stringergli un po’ di più la spalla, senza rispondere. Diversamente da come si aspettasse il ragazzo, Zayn contrasse semplicemente la mascella, prima di prendere una decisione.

<< Vado a parlarle. >> Disse, l’amico lo guardò in viso. Non c’era traccia di rabbia, lacrime, frustrazione o disperazione. Era solo Zayn. La sua determinazione. Si alzò e si diresse in casa, e Louis lo seguì.

<< In che senso vai a parlarle? >> Chiese confuso. Il moro prese un borsone e ci buttò dei vestiti a caso.

<< Nel senso che vado a Londra a parlarle. Devo parlarle Louis. Devo sapere se anche lei prova quello che provo io, e se possiamo provarci. In caso contrario, quando tornerò ricomincerò daccapo. Non resterò ad aspettare che lei torni, non un’altra volta. >> Louis incrociò le braccia e sospirò, rassegnato.

<< Prendi la mia macchina. >> L’amico si fermò di scatto, guardandolo in faccia.

<< Come scusa? >>

<< Hai capito benissimo. >> Disse, prima di essere travolto dal suo abbraccio.

<< Ok, può bastare. Finisci di fare le valigie, ti prenoto un albergo. >> Affermò Louis, uscendo dalla stanza. A borsone finito, Zayn si fece dare l’indirizzo dell’albergo e le chiavi della macchina.

<< Sta attento ok? E fammi sapere cosa succede. Non vorrei preoccuparmi ulteriormente. Ti voglio bene Zayn. >>

<< Anch’io Louis. E grazie. >> Detto ciò salì in macchia, mise in moto e partì verso l’autostrada.

 

Nel tardo pomeriggio, proprio mentre stava percorrendo il viale di casa sommersa dalle buste della spesa, Chloe notò una figura seduta fuori il portone del palazzo. Si avvicinò sospettosa, valutando se era il caso di andarsene oppure proseguire. Appena capì chi era la persona in questione rallentò, decidendo che sarebbe stato molto più opportuno andare via. Quando fu davanti a lui notò che fosse leggermente scosso, eppure aveva un espressione seria e determinata. E Chloe si ritrovò un mare di domande affollarle la mente, tra qui spiccavano le due più allarmanti: Cos’è successo? e Perché sei qui?

Ma, facile da immaginare, fu la seconda ad uscire automatica dalle sue labbra senza che nemmeno se ne accorgesse. Zayn la osservò, e non seppe come descriverla. Stanca, sicuramente. Preoccupata anche. E incuriosita, forse. Ma sicuramente, si disse, Chloe era infelice. E vederla così lo uccideva.

<< Possiamo parlare? >> Chiese il moro sviando la sua domanda.

<< Ho l’impressione che non te ne andrai finche non avremmo parlato, perciò non ho altra scelta. >> Rispose Chloe, aprendo il cancello del palazzo. 

Salirono le scale in religioso silenzio, prima di entrare in casa Styles/Sanders. La prima cosa che pensò Zayn entrando era che si sentiva il tocco di Elizabeth in quella casa. I giocattoli sparsi qua e la, i pastelli abbandonati sul tavolo da pranzo e una barbie svogliatamente lasciata mezza nuda ai piedi della cameretta ne confermavano la presenza. Il ragazzo abbozzò un sorriso, prima di seguire Chloe in cucina. La bionda posò le borse della spesa sul tavolo e lo invitò a sedersi con un cenno del capo, prendendo a sistemare ogni cosa al proprio posto. Zayn la osservò con attenzione, cercando di recepire ogni minimo segnale di nervosismo o fastidio nei suoi movimenti, ma non trovò nulla. Tuttavia sapeva che Chloe non era affatto tranquilla, anzi. Aveva mascherato bene ogni sentimento, forse per abitudine di proteggersi dagli altri, da ciò che l’avrebbe fatta soffrire. Una cosa era certa: lei stava provando qualcosa mentre lui la osservava. Chloe finì di sistemare l’ultimo pacco di biscotti nella busta e si fermò, con i polsi appoggiati al lavello, rivolta verso Zayn. Non riusciva proprio a capire perché fosse lì. Dopotutto l’aveva palesemente rifiutata, senza nemmeno provare a fermarla. Eppure, per un attimo, le tornarono alla mente le parole di Margaret. Ma secondo te Zayn ci pensa? Evidentemente sì. Ci aveva pensato, altrimenti non sarebbe stato nella sua cucina, a Londra, in quel momento.

<< Perché sei qui, Zayn? Ti prego dimmelo, perché io non ci capisco più nulla. >>

<< Dovevo vederti. Chloe, sappi che per me è difficile dirti quello che sto per dire, ma devo farlo. Quando sei andata via, un anno fa, mi hai ferito. Ho sentito il mondo crollarmi addosso, volevo chiudermi in casa e non uscirne mai più. Poi ho iniziato ad odiarti, o almeno ci ho provato. Ho tentato di odiarti per tutto quel tempo, in tutti i modi, e mi ero anche convinto di esserci riuscito, di averti chiuso in un cassetto del mio cuore e di averti sigillato lì, mentre riprendevo in mano la mia vita. Poi sei ritornata, e il cassetto è riesploso nell’istante esatto in cui sei apparsa davanti ai miei occhi, con lo sguardo stanco e una bambina dai capelli ricci tra le braccia. Ed ero confuso, spossato, frastornato. Ho cercato di ignorare il fatto che l’odio che mi ero costretto a provare era solo delusione di averti visto sparire dalla mia vita. Non potevo esserci ricaduto, mi dicevo. E invece era così. Io ho sempre provato qualcosa per te. E quella sera, su quel terrazzo, per un attimo mi sono illuso di poter tornare a un anno fa, a quella maledetta festa in cui avrei dovuto dirti che ti amavo. Ma non l’ho fatto allora, e dopo quel bacio mi sono reso conto che non si poteva tornare indietro. C’era in gioco troppo. Così ho cercato di renderti le cose più facili, in modo che fosse meno doloroso ripartire stavolta. Ma in queste due settimane mi sono accorto che un vuoto che avevo cercato di tappare prima, si è allargato in proporzioni esorbitanti e il desiderio di averti con me è ricomparso come un fiume in piena. Io ti amo Chloe. Ti amavo l’ultimo anno delle superiori, ti amavo l’anno scorso, ti amavo due settimane fa e ti amo adesso. Ma ho bisogno di sapere se anche tu mi ami nello stesso modo in cui ti amo io. >> Concluse Zayn, a pochi centimetri da lei. 

Chloe chiuse gli occhi per un attimo, valutando se stesse sognando o meno. In tal caso sarebbe stato un terribile incubo. Poi li riaprì e seppe che no, non stava sognando.

<< Zayn, con che coraggio sei partito da Doncaster stamattina per dirmi questo? Per venirmi a dire, dopo un anno che mi sono sentita uno schifo, che mi sono data la colpa per il tuo odio,  di amarmi. Hai idea di come sia distrutta io? Di come io mi odi per quello che ho fatto? Ho costretto Harry a fare il padre di una bambina che non voleva, me ne sono andata con il solo scopo di proteggervi, di proteggerti. Ti amavo anch’io Zayn. Ti amavo dal terzo anno di liceo. Ti ho amato ogni singolo giorno e non te ne sei mai accorto, sempre occupato da altro. E quando sono tornata non mi aspettavo certo di essere accolta a braccia aperte, sapevo di meritarmi il tuo odio e il tuo disprezzo per essere andata via così. Ma con quel bacio di Capodanno non ci ho capito più nulla. Sapevo che volevi che restassi, te lo si leggeva negli occhi. Ma non potevo essere sempre io a prendere le decisioni, Zayn. Dovevi fermarmi tu, dovevi dirmi che mi amavi e che ne eri disposto a correre il rischio. Ma non mi hai detto niente, se non “Ciao, Chloe”. E vuoi saperlo, Zayn? Io ti ho amato per tutto questo tempo, ma adesso non ti amo più. >> Sussurrò forzatamente.

Ogni parola le era costata cara, ma non poteva dire le cose come stavano. Ammettere che l’amasse ancora gli avrebbe fatto nascere false speranze, oltre che un nuovo dolore. E ora che Chloe conosceva i sentimenti di Zayn e stava iniziando a capire quelli di Harry, non poteva mettere lei prima di tutto. Sarebbe quindi stato meglio distruggere Harry andandosene da una vita che lei gli aveva imposto, o lasciare che Zayn incassasse il colpo e si costruisse una nuova vita, felice con qualcun altro? Seppure autodistruttiva, la soluzione appariva evidente. E omettendo di amarlo, aveva reso a Zayn più facile il compito. A volte bisogna mettere la propria felicità dopo quella di qualcuno altro. Qualcuno che in precedenza ha messo la propria in ombra per aiutarti. E quel qualcuno era senza dubbio Harry. Perciò Chloe inghiottì le lacrime e le parole che non avrebbe mai estratto in presenza di Zayn e lo ferì, consapevole che le avrebbe voltato le spalle, stavolta in maniera definitiva. 

Il ragazzo boccheggiò, ferito ma inespressivo. Era finita, la battaglia era terminata e lui ne era uscito battuto, sconfitto dal suo stesso amore. Chloe stava mentendo, lo sapeva. Non era mai stata brava a recitare. Zayn capì che non voleva soffrire più, e che anche se provava qualcosa non si sarebbe lasciata più andare. Accettò la sua decisione e non si oppose, consapevole che glielo doveva. Lei era stata male e lui non aveva fatto nulla per farla stare meglio, lasciando che si odiasse per qualcosa di cui non aveva colpa. Serrò la mascella, non severo ma ferito e deluso, capendo che era il momento di andare via. 

<< Credo non ci sia altro da dire allora. Addio, Chloe. >> Disse, prima di avvicinarsi piano e sfiorarle una guancia. Poi andò all’entrata e, così velocemente come era entrato, Zayn uscì da quella casa e dalla sua vita. Chloe si sentì improvvisamente vuota, si strinse tra le braccia e si liberò dei singhiozzi e delle lacrime che scendevano come cascate. Tenne la testa china e si sfogò per un tempo interminabile. Quando le lacrime furono esaurite, ne asciugò le scie umide e si condusse in camera da letto, ricomponendosi per l’arrivo di Harry e Elizabeth e chiudendo un capitolo della sua vita.

Et Voilà! 

 Rieccomi con il nuovo capitolo, anche se dopo tanto tempo. 

L'ispirazione è poca e la scuola è alle porte.

9 Settembre ti odio, sappilo. 

In ogni caso, spero vi piaccia. 

Grazie per aver letto e un bacione. 

Blueballoon. 

Chloe: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=94303181&.locale=it


  
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