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Autore: Coffee_Milk_and_Chocolate    18/08/2013    1 recensioni
La ragazza, invece, prese sottobraccio RedSniper aiutandolo a camminare.
"Grazie." sussurrò piano."Vedi di non morire, idiota."
Avrebbe tanto voluto vendicarsi, sconfiggendoli da sola, ma in quel momento Nick era più importante di qualunque altra cosa.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12.
 
"Slayne, riesco a vedere il confine. Siamo molto vicini."

Un ragazzo, in tenuta militare, scese agilmente da un albero appoggiando le mani al terreno.

Si accovacciò immediatamente e ripose il fucile da cecchino dietro la schiena.

Si avvicinò successivamente con cautela all'amica.

"Grazie." sussurrò lei in risposta

"Non c'è di che."

"Una volta superato il confine, ricordati di alzare il cappuccio. Per la prima notte Kathy ha individuato un albergo poco distante, dovremmo riuscire a raggiungerlo senza problemi prima che cali il buio." gli spiegò. "Andiamo!"

Ripresero a correre verso nord per raggiungere il limite della foresta nera.

Non potevano assolutamente fallire.

La mora ad un tratto si fermò di colpo, sentendo dei passi rumorosi avvicinarsi.

"Nick hanno scoperto il nostro piano, sono arrivati prima di noi." sussurrò Eliza, nascondendosi dietro un cespuglio.

Attraverso uno spiraglio notò file di centinaia di giocatori appostati sulla linea di confine.

"Di questo passo non andremo da nessuna parte." osservò il ragazzo." Abbiamo un'unica possibilità: distrarli e aprire uno varco tra quei ribelli."

"Già..."continuò Slayne, osservando possibili vie d'uscita intorno a sè."Potrei utilizzare l'acqua di quel laghetto per creare un'onda in grado di distrarli per qualche secondo."

"Oppure potrei causare un'esplosione davanti ai loro occhi che li terrebbe occupati qualche minuto in più." propose RedSniper, facendole l'occhiolino.

"Va bene, facciamo a modo tuo." continuò la ragazza sorridendo."Ma preparati a correre, una volta superato l'ostacolo non saremo più al sicuro.

"Ricevuto."rispose lui, per poi prendere la mira e lanciare il proiettile.

"Perfetto, andiamo!"

Corsero il più velocemente possibile, superarono le prime file di giocatori, troppo impegnati a tener d'occhio l'esplosione, i restanti vennero sommersi da un'onda enorme provocata dalla mora.

Si fermarono qualche chilometro più avanti, sfiniti.

"Siamo quasi arrivati Nick, resisti!" lo incoraggiò Eliza, appoggiandosi ad un albero con la spalla.

"Tranquilla, ce la faccio. La resistenza non è una delle migliori abilità di un cecchino." le spiegò sorridendole.

"Continuiamo camminando?" propose lei.

"Te ne sarei immensamente grato."

"Da questa parte." continuò Slayne indicandogli la strada.

Gli alberi diventarono sempre meno fitti e ai loro piedi apparì un sentiero ghiaioso.

"El, non senti anche tu.."

La ragazza girò il viso di scatto e buttò l'amico a terra velocemente.

"È una trappola Nick, scappa!" urlò, per poi osservarlo meglio. "La freccia.."

"Tranquilla è tutto a posto." rispose lui cercando di mantenere una voce calma e rimuovendo con cautela l'oggetto dalla spalla."Non fa male, pensiamo piuttosto a come scappare da questo posto."

Detto questo il ragazzo si accovacciò improvvisamente a terra, premendo forte con la mano la ferita sulla spalla.

"Nick!" urlò lei disperata, rimanendo in piedi davanti al ragazzo.

"Water wall!" pronunciò poi, per proteggersi dalle nuove freccie in arrivo.

Si mise in ginocchio per osservare meglio il braccio dell'amico.

"Era una freccia avvelenata, per questo ti ha tolto molta vita. Come ti senti? Riesci a rialzarti?" gli chiese preoccupata.

"Slayne, guardati le spalle!" le urlò Nick, proteggendola con l'unico braccio rimastogli.

La ragazza riuscì a voltarsi in tempo per accoggersi che la freccia aveva cambiato improvvisamente direzione.

"Wind blow." sentì pronunciare da lontano.

Sospirò sollevata, sorridendo lievemente.

"Mancano solo pochi metri, correte all'albergo indicato da Kathy." ordinò Sleider, correndo in loro aiuto."Sistemo la situazione e vi raggiungo."

Fece comparire alle sue spalle, dal nulla, un'enorme quantità di coltelli, pronto all'attacco.

La ragazza, invece, prese sottobraccio RedSniper aiutandolo a camminare.

"Grazie." sussurrò piano."Vedi di non morire, idiota."

Avrebbe tanto voluto vendicarsi, sconfiggendoli da sola, ma in quel momento Nick era più importante di qualunque altra cosa.

"Ti ho sentito, principessa." rispose lui immediatamente."Ma ne riparliamo dopo, ora sbrigati il tuo amico è in pericolo."

Arrivarono pochi minuti dopo all'arbergo, in centro.

Le camere erano già state prenotate, quindi la ragazza non ebbe grossi problemi.

Adagiò Nick sul letto ed iniziò a fasciargli il braccio.

"Resta fermo, dovrei avere ancora delle pozioni curative tra gli oggetti." gli spiegò, aprendo il menù del gioco.

"Va bene, grazie." rispose lui, assottigliando gli occhi per il dolore.

Trovò quello che le serviva e lo somministrò al ragazzo.

"Andrà tutto bene, scendo un secondo a prendere un po' d'aria torno subito." disse poi velocemente uscendo dalla stanza.

La sua vera intenzione era quella di correre e scacciare i ribelli da sola.

Aveva il potere necessario per farlo, perchè non sfruttarlo?

"Dove stai andando?" si sentì domandare ad un tratto.

Si fermò di scatto, pietrificata.

Non si aspettava che avesse terminato il suo compito così velocemente.

"Sto solo andando a prendere una boccata d'aria tutto qui." gli rispose con tono calmo e sicuro.

"Posso venire con te?"

"Va bene." rispose sbuffando.

Ormai tanto i ribelli erano stati scacciati..

Camminarono insieme fino all'entrata principale dell'edificio, poi la ragazza si sedette su una poltroncina di fronte alla prima finestra.

"Mia mamma sta tornando a casa, posso fidarmi ad uscire cinque secondi?" chiese, osservando l'ora.

"Tranquilla, ti aspetto qua."

"Puoi anche andare, non mi interessa. Basta che tieni d'occhio Nick." rispose immediatamente, fredda.

"Va bene, a dopo. Sbrigati ora." disse lui sbuffando.

"Grazie."

...Attendere Slayne, log out in corso...

 
"Eliza! Sei in casa?"

Queste furono le prime parole urlate che sentì la ragazza una volta tornata nella sua stanza.

"Sì, bentornata a casa." rispose senza troppo entusiasmo scendendo le scale.

"Com'è andata la giornata? Tutto a posto?" le chiese sorridendole.

"Il solito. Questa sera dovrò saltare gli allenamenti, mamma." disse Eliza, secca.

La donna la guardò irritata, incrociando le braccia.

"Mi dispiace signorina ma non posso tollerare un'altra lezione di nuoto in meno. Immagino che tu voglia restare a casa per giocare con il tuo computer, o sbaglio?"

"No, il ginocchio continua a farmi male." rispose immediatamente, cercando di non far trasparire emozioni.

"Certo, un'altra bugia. Tra poco arrivano a prenderti prepara la borsa." le ordinò, senza aspettarsi una risposta.

Eliza voltò le spalle e corse velocemente fuori dalla stanza, sbattendo la porta.

Sentì vibrare il cellulare in tasca e lo prese in mano.

"Nick sta bene. Tranquilla, vai all'allenamento serale. Ora sta dormendo, ti chiamo io se ci sono novità. Ci vediamo dopo."

Sbattè il telefono sul letto, accovacciandosi a terra e coprendosi il viso con le mani.

"Non migliori la situazione così, Jacopo." sussurrò piano, continuando a trattenere le emozioni.

Prese la borsa già preparata accanto alla scrivania e si diresse verso la porta d'ingresso.

"Buon allenamento Eliza, a dopo!" le urlò la madre dalla cucina.

Slayne non rispose, si limitò ad uscire in giardino e ad entrare nella macchina nera che la aspettava.

Nella sua famiglia il nuoto contava più di ogni altra cosa, la madre alla sua età aveva vinto moltissimi trofei e si aspettava gli stessi risultati dalla figlia.

Eliza non avrebbe mai voluto deluderla, l'aveva sempre stimata e presa da esempio, per questo motivo non osava disobbedirle.

Un'ora e mezza più tardi tornò a casa.

Non salutò, corse velocemente nella sua stanza sbattendo la porta, esausta.

"Oggi non fame, cucina solo per te e papà." le urlò.

Si avvicinò al portatile sulla scrivania per inserire la password.

...Attendere accesso in corso...


Iniziò a picchiettare le dita nervosa sulla tastiera.

"Muoviti.." disse piano.

...Log in eseguito, bentornata in Even Slayne...
 

Salì di corsa le scale e aprì di fretta la porta della loro stanza.

Stavano entrambi dormendo.

Si avvicinò preoccupata a Nick, ma i suoi HP si erano ristabiliti.

Sospirò sollevata.

Si tolse la pesante armatura da combattimento e la ripose in un angolo della stanza, dopodiche si infilò sotto il suo letto.

Majesty l'avrebbe pagata per tutto quello che le stava causando...

Chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi, ma continuava a temere un attacco a sorpresa da parte del nemico.

Non si sentiva al sicuro.

Sospirò, sedendosi sul letto e dandosi una pacca sulla fronte con la mano.

Osservò l'armatura a suo lato e decise di lasciarla al suo posto.

Aprì il menù principale e scelse un vestito per quella sera.

In fondo era ancora presto, sarebbe andata a fare un giro.

Uscì nel giardino dell'hotel e si sedette su una panchina illuminata.

Si mise ad osservare le nuove armi che le aveva regalato Kathy, sorridendo soddisfatta.

Obbiettivo identificato, boss n.2
Elemento: acqua, procedere all'attacco.


Una voce metallica la prese alla sprovvista, fu colpita da una gomitata dietro la nuca che non riuscì a evitare e perse quasi subito coscienza.

Rimase in quello stato per ore.

Una volta risvegliata si trovò in una bellissima stanza da letto, bordeaux con le pareti d'oro.

Sulla spalla destra un enorme marchio nero dalla forma di un cobra le stava causando un dolore atroce.

"Benvenuta tra noi, Slayne!" le disse gioiosa la voce di un ragazzo che si avvicinò piano a lei."Ho sempre desiderato incontrarti."

La mora non rispose immediatamente, restò immobile seduta su una poltrona reale adornata, mantenendo lo sguardo vuoto sul pavimento.

"Ai suoi ordini padrone." rispose con il solito tono freddo.

"Chiamami pure Majesty" le disse lui sorridendo quasi malvagiamente.
   
 
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