Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Chanel483    19/08/2013    3 recensioni
Sono passati quattro anni dalla notte che cambiò le loro vite.
Sono passati quattro anni dalla caduta di Hogwarts.
Ora, Harry, Ron ed Hermione fanno parte della S.A.S.C.O. (Squadra di Auror Specializzati Contro l'Oscuro), un gruppo di auror, ricercatori ed infermieri tra i migliori del mondo, impegnato nella lotta contro Voldemort che, piano piano, prende sempre più potere.
Nel frattempo Hermione si ritrova ad affrontare i fantasmi del suo passato per poter accettare ciò che è diventata e ritrovare un amore che forse non ha mai veramente perduto.
Dalla storia:
"Sono vuota, Harry" sussurrò la ragazza, mentre lui le asciugava i capelli con un incantesimo. Il moro non rispose, ma rimase ad ascoltarla:"è per questo che non so voler bene, perché voler bene vuol dire donare qualcosa di sé agli altri e … e io non ho più niente".
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Harry/Ginny, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
-La battaglia finale
Una luce fastidiosa lo svegliò decisamente troppo presto. Harry non aveva idea di che ore fossero. Tutto ciò che sapeva era che aveva dormito decisamente troppo poco.
Si costrinse ad aprire gli occhi e per qualche istante la luce del Sole gli rese impossibile mettere a fuoco ciò che lo circondava. Quando si fu abbituato alla luce, sollevò la bacchetta e la posizionò al centro della sua fronte, biascicando una formula complessa che nel giro di pochi secondi corresse tutti i difetti della sua vista, permettendogli di vedere perfettamente.
Non appena si rese conto di cosa avesse intorno – e ciò che questo implicava – desiderò ardentemente di non aver mai fatto l’incantesimo.
Non sembrava essersi mosso di un millimetro durante il sonno. Se ne stava lì, raggomitolato nella stessa identica posizione in cui si era addormentato, con la testa poggiata alla lapide di marmo chiaro.
Mise entrambe le mani a terra, sfiorando così l’erba umida di rugiada e delle lacrime che aveva versato quella notte. I nomi di Lily e James Potter sembravano volersi prendere gioco di lui, impassibili, incisi nella pietra.
Era arrabbiato, nonostante non volesse ammetterlo neanche a se stesso, provava una profonda rabbia nei confronti dei suoi genitori.
Come doveva essere starsene tre metri sotto terra ad osservare il proprio unico figlio rischiare la vita, per portare a termine la guerra che loro avevano cominciato? Più facile, sicuramente, che starsene là sopra a combattere.
Ma ancora più forte della rabbia, per Harry, era la mancanza. Avrebbe detto che aveva nostalgia dei suoi genitori, ma come si può avere nostalgia di qualcosa che non è mai stato con noi? Come si può avere nostalgia di quelli che sono solo ricordi confusi, ombre e sogni?
Eppure in quel momento, tutto ciò che Harry desiderava era avere con sé i suoi genitori, avrebbe voluto farsi stringere da sua madre ed ascoltare suo padre mentre gli diceva che sarebbe andato tutto bene, che ce l’avrebbe fatta.
Ma non c’era nessuno che potesse parlargli, non c’era nessuno in quel cimitero, sotto quella lapide, nessuno se non due corpi vuoti e privi di vita, che non avrebbero potuto confortarlo più di quanto potesse fare la loro assenza. Ma nonostante questa cruda consapevolezza, Harry aveva voluto andare lì quella notte, come aveva fatto solo due volte prima di allora. Voleva sentirsi vicino a loro, vicino come non ricordava di essergli mai stato.
Il rumore di dei passi lo distrasse dai suoi pensieri e, voltandosi velocemente, vide una vecchina arrancare sul percorso di ghiaia alle sue spalle. Con un sospiro di sollievo, lasciò andare la bacchetta che aveva stretto automaticamente e si mise in piedi, spazzolandosi i pantaloni con le mani.
L’anziana signora si accorse solo in quel momento della sua presenza e sbatté con forza gli occhi dietro le spesse lenti degli occhiali da vista:<< Che strano… >> biascicò quasi tra sé, con quella strana cadenza che solo le persone anziane che hanno perso diversi denti hanno:<< … non incontro mai gente a quest’ora del mattino… >> aggiunse.
Harry si strinse nelle spalle e le rispose cortesemente:<< Ero passato per fare un saluto >>.
Lei gli rivolse un sorriso sdentato, stringendosi al petto il mazzo di primule che teneva tra le mani rugose:<< Hai fatto bene ragazzo, a volte tornare dai vecchi cari aiuta >> commentò, iniziando a trascinarsi verso una tomba poco lontana da quella dei coniugi Potter.
Incuriosito, il moro la seguì:<< E lei perché è qui così presto? >> domandò, osservando il cielo doveva essere da poco passata l’alba.
<< Per lui >> rispose semplicemente la vecchia, allungando un dito ossuto per indicare la lapide rovinata dal tempo davanti alla quale si trovava.
Harry si chinò leggermente in avanti e lesse il nome e le date che vi erano incise: Charles Wilson, 1911 – 1963:<< Chi era? >> le chiese.
Lei sorrise tra sé, mentre sistemava il mazzo di fiori sulla tomba:<< Ero mio marito ragazzo, ci siamo sposati quando avevo diciannove anni e siamo rimasti insieme per trenta, poi una brutta malattia me lo ha portato via >>.
<< Mi dispiace… >>.
<< Non dispiacerti, è successo tanti anni fa >>.
Harry non capiva, se l’uomo era morto così tanto tempo prima e, come evidente, lei non ne soffriva più, perché era lì? Non fu in grado di trattenersi:<< Allora perché è venuta a portargli i fiori? >>.
<< Perché è tutto ciò che mi è rimasto >>.
Rimasero in silenzio qualche minuto, mentre la donna si chinava, nonostante la fatica, a sistemare la tomba:<< Tu invece che mi dici, ragazzo? Chi sei venuto a trovare? >>.
<< I miei… genitori >> spiegò il ragazzo con un sospiro, mentre spostava istintivamente lo sguardo verso la tomba dei coniugi Potter.
<< E cosa gli è successo? >> continuò lei, mentre con una mano spazzava delle foglie secche.
Harry si strinse nelle spalle e scosse la testa:<< Sono morti >>  spiegò semplicemente, consapevole che non avrebbe mai potuto raccontare la reale causa della loro morte.
La donna, un po’ a fatica, si mise in piedi ed andò vicino al ragazzo, con una mano tesa che poi poggiò all’altezza del suo cuore:<< Finché li ricordi loro sono vivi, sono vivi qui dentro >> disse.
 
*****
 
La sveglia suonò prima del solito quella mattina, ma Hermione non venne colta alla sprovvista, al contrario era sveglia da diverso tempo, non aveva dormito che un paio d’ore quella notte.
Si voltò sul fianco per osservare il ragazzo accanto a lei. Era strano, quella di svegliarsi con un uomo accanto era una sensazione a cui non era abituata.
Posò una mano sulla sua spalla e lo scosse leggermente, avrebbe voluto lasciarlo dormire ancora un po’, ma proprio non poteva:<< Ron, svegliati >> sussurrò ad un paio di centimetri dal suo orecchio.
<< No… ti prego… a-ancora cinque minuti… >> borbottò il rosso con uno sbadiglio, mentre si rannicchiava maggiormente su se stesso.
<< Beh, almeno questa volta non mi hai chiamata “Harry”… >> commentò Hermione tra sé, prima di riprendere a scuoterlo con maggiore forza:<< Ron, ti devi alzare adesso >> disse a voce più alta.
Il ragazzo parve ritornare un po’ in sé, sbatté le palpebre e in pochi secondi mise a fuoco il viso della ragazza davanti a lui:<< Hermione? >> domandò stupito.
Lei sorrise leggermente, in una qualsiasi altra occasione gli avrebbe risposto con sarcasmo, ma quella mattina proprio non riusciva a trattarlo male:<< In persona. Ci dobbiamo alzare >> gli spiegò con gentilezza.
Ron si guardò intorno per qualche istante senza dire una parola, studiando l’ambiente che lo circondava:<< Allora è successo davvero… >> sussurrò a se stesso, lasciando che le immagini della sera precedente gli inondassero la mente.
<< A quanto pare… >> commentò lei mentre afferrava il lenzuolo e si copriva il seno, accorgendosi solo in quel momento di essere nuda.
<< Già… >> il rosso sorrise, un sorriso soddisfatto e quasi incredulo, il sorriso che solo una persona che ha aspettato qualcosa per anni ed anni sa fare:<< ci abbiamo messo un po’ ma… insomma, direi che ne è valsa la pena >>.
Hermione gli lanciò uno sguardo divertito e non poté evitarsi di sorridere a sua volta:<< Sì, direi proprio di sì >>.
Entrambi rimasero in silenzio per qualche istante, persi nei loro pensieri, mentre i ricordi della sera prima si fondevano alle aspettative per la battaglia che sarebbe iniziata di lì a poche ore.
<< Hermione, >> chiamò dopo poco Ron, con voce decisamente troppo solenne per la situazione in cui si trovavano:<< so che non è il momento giusto e che non ho un anello né nulla di simile ma… beh, ti voglio sposare. Quando questa guerra sarà finita ti chiederò di sposarmi e tu mi dirai di sì. Con ogni probabilità verremo qui a vivere per qualche mese, ma poi ci compreremo una casa più grande, magari una villetta con anche il giardino e la porta rossa >>.
La riccia lo guardò ad occhi sgranati, come se fosse impazzito:<< Ron, ma cosa…? Non dire sciocchezze, ti prego… >>.
<< Non mi vuoi sposare? >>.
<< Ron, io… >>.
<< Sì o no? >>.
<< Non lo so Ron! >>.
<< Non è difficile, vorresti passare la tua vita con me oppure no? >>.
Non era così facile, non quanto pensava lui. Non era facile mettere da parte praticamente tutto quello che era successo negli ultimi quattro anni ed andare a dissotterrare un sentimento nascosto a forza per tanto, troppo tempo. Infondo non prendeva in considerazione l'ipotesi di un futuro con qualcuno dai tempi della scuola...
Dire una bugia sarebbe stato sicuramente più facile in quel momento, ma non voleva assolutamente prenderlo in giro, così optò per la sincerità:<< Non lo so. Una parte di me vorrebbe poter mettere tutto da parte e stare con te… >>.
<< Non è quello che ti ho chiesto. >> la interruppe lui, con un sorriso tranquillo in viso che lei non riusciva proprio a capire:<< Non voglio che tu cambi ciò che sei e non pretendo di cancellare gli ultimi anni, voglio solo sapere se tu, adesso, pensi di voler passare il resto della tua vita con me >>.
<< Io… credo di sì >> ammise Hermione, molto meno sicura di quanto si sentiva da molto tempo.
Il sorriso sul volto di Ron si allargò a dismisura:<< E allora andrà tutto bene, si sistemerà tutto, te lo prometto >> e, per suggellare quella promessa, si chinò in avanti e posò le sue labbra su quelle di lei, che subito gli gettò le braccia intorno al collo e ricambiò il bacio.
 
*****
 
Remus controllò che il cinturone con indossava fosse allacciato bene ed indossò un paio di guanti di pelle di drago.
<< Sei sicuro di voler venire con noi? >> gli domandò Charlie, mentre si allacciava gli scarponi al suo fianco:<< È molto tempo che non lo fai… >>.
L’uomo scosse la testa:<< Ricordo ancora come si fa. E poi se non fossi venuto io si sarebbe sicuramente fatta avanti Ninfadora e preferisco pensarla il più al sicuro possibile >>.
Proprio in quel momento, quasi l’avesse chiamata, la donna comparve nella stanza, facendosi spazio tra gli auror mezzi nudi che finivano di prepararsi. Indossava solo metà della divisa – sopra ai pantaloni arancioni infatti, portava una maglietta larga verde acceso ed una giacca di pelle piena di borchie – i suoi capelli erano fucsia e tra le mani stringeva un manico di scopa di ultima generazione.
<< Tonks, questi sono gli… >>.
<< Sì lo so Charlie, sono gli spogliatoi maschili. Devo solo dire una cosa a Remus: Teddy è da mia madre, sta bene e lei lo terrà finché non torneremo >>.
Remus annuì senza fare commenti, nonostante avesse in mente un paio di cose da dire, e spostò lo sguardo sulla scopa che la moglie aveva appena appoggiato contro la parete alle sue spalle:<< E quella a cosa ti serve? >> le domandò.
Lei le lanciò un’occhiata veloce, per poi stringersi nelle spalle, tranquilla:<< Hanno detto che serve qualcuno che attacchi in volo, qualcuno che aiuti voi con i draghi quindi… insomma ero un ottima cacciatrice ad Hogwarts! >> spiegò facendogli l’occhiolino:<< Ora però devo andare a cambiarmi, ci vediamo dopo! >> e recuperando la sua scopa sparì veloce come era arrivata.
Lupin rimase diversi secondi immobile, a fissare il punto dove pochi istanti prima si trovava sua moglie:<< Al sicuro eh? >> lo prese in giro Charlie, lasciandosi sfuggire una risatina:<< Tonks non sarebbe al sicuro neanche legata ad una sedia in una stanza imbottita! >>.
L’uomo lanciò un’occhiataccia al compagno:<< Non sei affatto d’aiuto, sai? >> gli chiese.
Weasley si mise a ridere e sistemò due lunghi coltelli, dall’aria davvero pericolosa,  nel cinturone che portava in vita:<< Vado a controllare che i cuccioli siano a posto. Ci vediamo tra quindici minuti nel cortile? >>.
Remus ridacchiò per il nomignolo che il ragazzo aveva affibbiato ai suoi draghi ed annuì, tornando a sistemare le sue cose, mentre il rosso lasciava la stanza.
<< Remus! >> si sentì chiamare un paio di secondi dopo e voltandosi si ritrovò davanti Harry Potter, con indosso gli  stessi abiti stropicciati che portava il giorno prima, i capelli impazziti e gli occhiali storti:<< Hai visto Ron ed Hermione? >>.
Lui scosse la testa:<< No, non lì ho visti. Ma Harry, tu ti devi preparare, tra circa mezzora dovremmo partire >> lo informò.
Il moro annuì, mentre però continuava a scrutare le persone nello spogliatoio:<< Sì sì, adesso mi cambio. Vorrei solo sapere dove sono per… >>.
<< Harry, non ti preoccupare, li vedrai di sicuro. Saremo come sempre divisi in squadre, quindi mal che vada li troveremo in giardino >> gli spiegò, poggiandogli le mani sulle spalle e cercando di mantenere un tono di voce rilassato.
A quel punto Harry parve visibilmente tranquillizzarsi e si voltò verso l’uomo:<< Hai ragione, ora mi devo cambiare, Ron ed Hermione li vedrò dopo >>.
E così dicendo appellò con la bacchetta una divisa.
Remus gli lanciò uno sguardo un po’ triste, osservandolo mentre indossava i suoi abiti con sguardo perso nel vuoto.
Tra tutti loro Harry era sicuramente quello messo maggiormente sotto pressione, quello che avrebbe perso di più se quel giorno non fosse andato tutto bene, ma soprattutto era su di lui che pesavano tutte le loro aspettative e le loro speranze.
<< Vado a vedere se qualcuno ha bisogno di me, ci vediamo più tardi in giardino, Harry >> e così dicendo Lupin lasciò lo spogliatoio.
Farò tutto il possibile per proteggerlo Ramoso, te lo prometto.
 
*****
 
Astrea si sfilò la camicetta lilla, rivelando un reggiseno bianco ricoperto di piccoli fiorellini rossi ed allungò una mano per recuperare una canottiera nera dal suo borsone. Accanto a lei Angelina stava indossando i pantaloni arancioni della divisa e, dall’altro lato della panca, Masha legava i capelli in una coda alta, rivelando la pelle diafana della nuca.
Dall’altra parte dello spogliatoio se ne stavano Hermione, Anne e Caroline – le uniche altre due donne a far parte della squadra dei guerrieri della S.A.S.C.O. – che si preparavano a loro volta.
Il silenzio regnava sovrano e nessuna di loro si azzardava ad aprire bocca, nemmeno Masha, che in quel momento se ne stava già pronta, appoggiata contro il muro con le braccia incrociate.
Terminarono velocemente di vestirsi ed iniziarono a sistemare le armi nel cinturone. Hermione, tra le altre cose, vi infilò anche qualche boccetta di varie pozioni, non sapeva cosa sarebbe potuto tornarle utile, quindi meglio essere preparati.
Una volta pronta, si voltò ad osservare le altre che, nonostante avessero palesemente finito di prepararsi, si attardavano a ricontrollare le loro cose:<< Dobbiamo andare in giardino >> le ricordò, rompendo il perfetto silenzio che si era creato.
Tutte si voltarono verso di lei con sguardi preoccupati. Dopo un istante, Astrea annuì e si strinse meglio il cinturone in vita:<< Hai ragione, non ha senso stare qui a perdere tempo >> sussurrò a voce bassissima.
Masha si staccò della parete a cui era appoggiata e fece un paio di passi verso il centro della stanza:<< Tu sai cosa dovrò fare? >> domandò ad Hermione:<< Non ho nemmeno finito l’addestramento, ma mi hanno chiesto di partecipare e io non voglio certo tirarmi indietro, solo che… >>.
La riccia sollevò una mano, mentre faceva cenno a tutte di seguirla fuori dallo spogliatoio:<< Non ti faranno certo combattere se non sei pronta, ma più auror abbiamo meglio è. Con ogni probabilità rimarrai a difendere le tende per i soccorsi o a dare una mano agli infermieri >>.
Rassicurata dalla sue parole, la bulgara annuì e continuò a camminare per il corridoio, decisamente più rilassata. Voleva davvero aiutare, ma non si sentiva affatto pronta per prendere parte ad una vera e propria battaglia.
Il giardino dell’accademia si rivelò essersi trasformato in un’indistinta macchia di arancione e nero, gli auror che si trovavano lì erano diverse centinaia ma, ad una prima occhiata, Hermione non sarebbe stata in grado di stimare un numero più preciso. Osservando meglio notò che, anche se in parte minore, erano accorsi anche degli auror semplici, probabilmente più per fare numero che perché Wheeler o qualcun altro fosse intenzionato a farli combattere davvero.
Sollevando appena lo sguardo, le ragazze rimasero meravigliate e anche un po’ intimorite da ciò che si trovarono davanti: una quindicina di maestosi draghi si libravano nell’aria proprio sopra le loro teste, sbattendo lentamente le robuste ali per rimanere sospesi.
<< Sono bellissimi. >> sussurrò Masha, una volta ripresasi dallo stupore iniziale:<< Non avevo mai visto un drago dal vivo >>.
<< Nemmeno io… >> le rispose Astrea, con lo sguardo ancora puntato verso il cielo.
Hermione, controvoglia, tornò a guardare le persone che aveva davanti a sé:<< Dobbiamo andare. >> ricordò alle compagne:<< Dobbiamo trovare le nostre squadre, tra poco dovremmo smeterializzarci… >>.
Prima ancora che riuscisse a terminare la frase, un tornado di capelli  biondi le si gettò addosso, rischiando quasi di farla cadere:<< Ti voglio bene, Hermione! >> ululò Astrea, con le braccia strette intorno al suo collo ed il viso affondato tra i suoi capelli.
La riccia, leggermente infastidita da quel contatto indesiderato ma incapace di allontanarsi bruscamente, diede un paio di rapide pacche sulla schiena dell’altra, nella speranza che capisse e si staccasse di sua spontanea volontà. Peccato che lei di lasciarla andare non sembrasse volerne proprio sapere.
<< Anche io… anche io te ne… voglio, Astrea >> tentò allora Hermione.
La bionda si allontanò appena, tirando su con il naso:<< So che queste cose ti danno fastidio, ma avevo bisogno di dirtelo prima che… beh… non volevo avere conti in sospeso, capisci? E a proposito di questo devo fare una cosa: devo dire a Will che voglio bene anche a lui >> e detto questo, nel giro di cinque secondi, sparì tra la folla.
Anche le altre ragazze si dispersero alla ricerca della loro squadra ed Hermione ed Angelina rimasero da sole:<< Hai idea di dove siano gli altri? >> domandò quest’ultima, vagando con lo sguardo tra la folla alla ricerca dei loro compagni.
La riccia individuò dei capelli rossi ed allungò una mano per indicarli:<< Quello è sicuramente Ron oppure Bill... o Charlie... >>.
Li raggiunsero lentamente, facendosi largo tra le decine di persone che affollavano il giardino. D’un tratto, mentre camminavano, la più grande tirò leggermente l’altra per il gomito:<< Hai fatto tutto ciò che dovevi fare, vero? >> le domandò, probabilmente molto più seria di come Hermione l’avesse mai vista.
<< In che senso? >>.
Angelina sbuffò, alzando gli occhi al cielo:<< Non devi lasciare nulla in sospeso! Insomma, stasera potremmo essere morti tutti, quindi è meglio non avere rimpianti, no? >>.
Capendo in un istante a cosa si riferisse, la ragazza annuì e si lasciò anche sfuggire un minuscolo sorriso:<< Certo, è tutto a posto >> le rispose.
Lei le rivolse un sorriso ammiccante:<< Quindi presto potremmo diventare cognate? >>.
Hermione fece un verso scocciato e, borbottando qualcosa di incomprensibile, se ne andò.
Gli altri componenti della squadra – comprese Tonks e Kara che non appena vide l’amica si mise a frignare e lamentarsi per la sua probabile morte imminente – erano radunati ed in attesa di ricevere ordini, tutti tranne Charlie e Remus.
<< Dove sono gli altri? >> domandò Angelina alla moglie di quest’ultimo, che se ne stava tranquillamente appoggiata ad un manico di scopa, i capelli ricci e biondo platino, quasi bianchi.
Senza rispondere Tonks sollevò un dito ad indicare il cielo e istintivamente le due si misero ad osservare i draghi che sorvolavano in un continuo moto circolare il giardino. Erano magnifici, ognuno diverso dall’altro in forma, colore e dimensione, ma altrettanto meraviglioso.
<< Anche Remus? >> chiese Hermione.
Lei si strinse nelle spalle, cercando di dissimulare la preoccupazione:<< Sostiene di ricordare ancora come si fa >> si limitò a rispondere, prima di tornare a guardare in alto.
Il giardino si riempiva sempre di più, gli auror spuntavano ovunque, si confondevano gli uni con gli altri alla ricerca della propria squadra e poi si fermavano, scambiandosi gli stessi sguardi ansiosi.
Ron si avvicinò ad Hermione e le afferrò una mano:<< Ricordati ciò che ti ho detto questa mattina >> le sussurrò all’orecchio.
La riccia annuì ed alzando lo sguardo si trovò davanti Harry e Daniel, il secondo sbuffò sonoramente, ma il primo le rivolse un enorme sorriso che voleva chiaramente dire “Ben fatto, era ora”.
In quel momento Bill abbassò lo sguardo per osservare l’orologio che aveva al polso:<< Un minuto da adesso ragazzi. >> li avvisò:<< Tra un minuto ci dobbiamo smaterializzare >>.
Per una volta avevano già un piano, sapevano dove si sarebbero dovuti materializzare, dove sarebbero state allestite le tende per i soccorsi e come dovevano procedere durante la battaglia.
Lentamente le voci che animavano la nutrita folla si spensero, lasciandoli immersi in un silenzio quasi assoluto. Tutti sapevano che mancava un solo minuto, tutti sapevano che adesso non potevano più tornare indietro.
I secondi passavano inesorabili a ritmo con i battiti dei loro cuori impazziti.
Senza aprire bocca Bill allungò una mano e gli altri, uno ad uno, sovrapposero le loro alla sua, pronti a smaterializzarsi tutti insieme. Un istante dopo il rosso annuì e loro scomparvero nel nulla con un sonoro schiocco.
 
*****
 
Le protezioni magiche imposte alla villa impedivano a chiunque di materializzarsi a meno di dieci metri dal confine del giardino, così gli auror erano stati costretti ad apparire in un bosco lì vicino, anche per evitare di essere scoperti.
Il piano, studiato in ogni minimo dettaglio il giorno precedente, prevedeva che per prima cosa le barriere magiche fossero abbattute e questo compito era stato affidato ai maghi più esperti ed abili con gli incantesimi.
Tra questi le uniche donne, come prevedibile, erano Hermione e Astrea. Il gruppo scelto accerchiò la villa e gli incantesimi scaturirono dalle loro bacchette contemporaneamente, per poi infrangersi contro la barriera protettiva.
Hermione aumentò la presa sulla sua arma e strinse con forza i denti; si stava rivelando ancora più faticoso del previsto. Aumentò la potenza dell’incantesimo, mentre anche i suoi compagni facevano lo stesso. Astrea, a pochi metri da lei, stava utilizzando talmente tanta magia che i capelli le si erano visibilmente increspati.
La cosa durò più del previsto, la protezione era anche più forte di quanto avessero immaginato, ma alla fine riuscirono a creare un varco.
<< Gli altri devono iniziare ad entrare, noi possiamo stare qui e continuare a scalfirla >> consigliò Astrea, passandosi la manica della giacca sulla fronte bagnata di sudore.
Hermione annuì:<< Guadagneremmo tempo… >> commentò tra sé, prima di sollevare una mano e fare un rapido movimento con il polso, nella speranza che gli altri la stessero guardando.
Proprio in quel momento accadde ciò che speravano non sarebbe mai successo: un suono assordante ruppe la relativa quiete che regnava attorno alla villa. Qualcuno aveva dato l’allarme.
Al diavolo!
La riccia sollevò in aria la bacchetta e, incurante che qualcuno potesse vederla poiché ormai li avevano scoperti, lanciò delle scintille azzurre verso il cielo: il segnale che potevano iniziare l’attacco.
Nel frattempo la barriera si indeboliva ogni secondo di più, messa a dura prova dai loro incantesimi. I primi auror si fecero avanti e, con armi e bacchette in mano, attraversarono l’imponente cancello in ferro battuto, precedentemente abbattuto da qualcuno.
<< Io posso andare? >> chiese Hermione ad Astrea, che non aveva smesso un attimo di colpire la barriera.
<< Certo, >> rispose la bionda:<< faccio io per due >>.
E senza farselo ripetere la ragazza fermò il flusso del suo incantesimo e si mise a correre verso il giardino della grande villa. Nel frattempo anche i mangiamorte si stavano riversando all’esterno e prendevano a combattere senza la minima esitazione.
La prima cosa che la ragazza avrebbe voluto fare sarebbe stata cercare Harry e Ron tra la folla, ma prima ancora che potesse guardarsi intorno si ritrovò a dover affrontare un incappucciato.
Agitò in aria la bacchetta per produrre uno scudo che la proteggesse dalla Maledizione Senza Perdono che l’uomo le aveva lanciato e ricambiò con uno Stupeficium che lo centrò in pieno petto, facendolo crollare a terra. Si voltò per guardarsi intorno, ma fu costretta a compiere una dolorosa torsione per schivare il coltello che qualcuno le aveva lanciato contro. Tornata in posizione eretta estrasse una spada dal cinturone, dopo averla velocemente ingrandita, prese a menare fendenti a destra e sinistra, cercando di farsi strada tra la folla e trovare Harry e Ron.
Loro tre avevano un compito e soprattutto lei non era in grado di combattere bene se non sapeva esattamente dove si trovavano gli altri due.
D’un tratto – un istante dopo aver trafitto lo stomaco di un mangiamorte con la sua spada – si rese conto del corpo di un ragazzo riverso a terra. Tutto ciò che la circondava perse colore, il mondo divenne bianco e nero se non per i capelli dell’auror che brillavano, rossi, sul prato.


Ciao ragazzi (:
Sì lo so, ho un ritardo spaventoso e vi avevo detto che sarei stata più regolare ma ultimamente io e l'ispirazione viaggiamo proprio su due binari diversi.

I'm sorry :'(

Escluso questo so che il titolo del capitolo manca decisamente di originalità ma non si può scrivere una storia simile senza chiamare uno degli ultimi capitoli "La battaglia finale", spero solo che il contenuto del capitolo sia un po' più originale(:

Purtroppo sono un po' di fretta quindi non ho tempo di commentare con voi le varie scene ma mi auguro comunque che vi sia piaciuto e che abbiate voglia di lasciarmi una recensione.

A presto con il penultimo capitolo, un bacio
Chanel
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Chanel483